S.H. Nasrallah sulle elezioni americane e l’amministrazione Trump

S.H. Nasrallah sulle elezioni americane e l’amministrazione Trump

Traduciamo qui di seguito l’estratto – dedicato alle recenti elezioni negli Stati Uniti e all’Amministrazione Trump – del discorso tenuto dal Segretario Generale di Hezbollah, Seyyed Hassan Nasrallah, in occasione della Giornata del Martire, l’11/11/2020.

Elezioni americane

Il terzo punto [del mio discorso] riguarda le elezioni negli Stati Uniti. Parlo velocemente per avere il tempo di discutere tutte le questioni. Il mondo intero le ha seguite… Certo, non farò un’analisi [esaustiva] delle elezioni americane, ma parlerò di ciò che ci riguarda e attiene ai popoli della nostra regione e al nostro Asse della Resistenza. Il mondo intero ha seguito quello che è successo e quello che sta succedendo ora nelle elezioni presidenziali statunitensi. E questo è normale, perché il risultato delle elezioni influenzerà il mondo intero. Vorrei fare diversi commenti su questo argomento.

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Un impero di carta e una democrazia spazzatura

In primo luogo, lo svolgimento delle elezioni negli Stati Uniti, i discorsi dei candidati, le campagne elettorali contraddittorie e le accuse mediatiche, ecc., Ritengo che più che mai tutto ciò abbia mostrato l’immagine [reale ed eloquente] di un numero di verità e realtà negli Stati Uniti, sia a livello del sistema politico, delle forze e dei partiti, sia del popolo. I popoli del mondo, i popoli della nostra regione e tutti noi dobbiamo prestare attenzione e pensare a fondo a queste realtà. Perché alla fine questi Stati Uniti sono una calamità globale. Ai nostri occhi gli Stati Uniti sono un problema per tutti i popoli del mondo, sia per i loro amici e alleati che per i loro nemici.

Il mio primo punto è un semplice invito a guardare da vicino i numeri e i dati che sono stati forniti durante la campagna elettorale, a pensarci e apprendere lezioni, per sapere cosa sono realmente questi Stati Uniti, visto che ci sono persone che ce li presentano come il più grande esempio che i nostri paesi arabi e musulmani e i paesi del Terzo Mondo in generale dovrebbero seguire. Vediamo quindi qual è la verità di questo “modello esemplare”. Cerchiamo la verità nei suoi valori, nelle sue azioni, nelle sue abitudini, nei risultati del suo comportamento e delle sue pratiche, cerchiamo la verità della sua democrazia, la verità del suo sistema politico, la verità del comportamento delle sue autorità con la propria gente, e nelle sue diverse componenti. Tutte queste domande richiedono una riflessione da parte nostra, poiché sono stati forniti numeri sbalorditivi, si sono viste scene e cose incredibili visibili sui canali televisivi e sui social media, sia per quanto riguarda tutto ciò che ha a che fare con la situazione economica e finanziaria, l’entità dei debiti che gravano sul tesoro americano – noi parliamo molto dei debiti del Libano, ma guardate quelli degli Stati Uniti, la situazione sociale e il tenore di vita di decine di milioni di abitanti degli Stati Uniti… Vediamo immagini in televisione di città modernissime, con strade modernissime, nelle quali le persone vivono in campi improvvisati, a destra e a sinistra, che si lavano per le strade e non hanno casa, né sicurezza sociale, ecc.

In ogni caso, si tratta di cifre sbalorditive, sia che si parli del numero di persone infettate dal Coronavirus [oltre 11 milioni], del numero di persone affette da malattie terminali – Biden ha parlato di numeri enormi pochi giorni fa -, di malattie mentali e nervose, di tossicodipendenti, dell’entità delle varie forme di criminalità nella società americana – omicidi, feriti, sparatorie, furti, stupri, ecc., il numero di prigionieri nelle carceri, l’entità della corruzione nell’amministrazione statale e nei funzionari politici, ecc.

Questa è la realtà degli Stati Uniti che alcuni ci presentano come un modello di libertà, democrazia, giustizia, sviluppo, prosperità, ecc. ecc. ecc. Per non parlare del razzismo che è stato portato alla luce dagli eventi degli ultimi mesi. Non ho tempo per fornire i dati e parlarne in dettaglio, altri potranno farlo e tutti potranno scoprirlo consultando i dati, gli archivi, le immagini, le prove, ecc.; non sono dichiarazioni vuote di un nemico degli Stati Uniti che verrebbe presentare false accuse, sono le loro stesse dichiarazioni, le loro cifre e le loro statistiche sulla loro situazione, le loro preoccupazioni, i loro veri mali e problemi interni; e questa è la priorità che dovrà affrontare la nuova amministrazione. Questa è la prima cosa che è apparsa durante queste elezioni.

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Sulle accuse di frode elettorale

Il secondo punto è l’umiliazione della [sedicente] democrazia statunitense che Washington invita il mondo intero a prendere come esempio, affermando il primato delle decisioni popolari, delle elezioni, ecc. Se la stessa amministrazione statunitense, parliamo oggi non solo dal Presidente Trump ma dalla sua intera amministrazione, perché non si può dire che “è pazzo”, “deciso a mantenere la sua poltrona”, ecc.: l’intero Partito Repubblicano lo sostiene. Se due senatori [repubblicani] si congratulano con Biden, è comunque l’intero Partito Repubblicano, ufficialmente, con tutti i suoi leader, dirigenti e ranghi, a sostenere la battaglia elettorale che Trump sta portando avanti e che non riconosce i risultati. Di quale democrazia parliamo?

Vi ricordo una cosa: come hanno dichiarato tutte le persone che hanno seguito le elezioni e gli inviati speciali dei media – anche quelli dei canali vicini a Trump – durante queste elezioni alcuni cittadini hanno votato per posta, alcuni hanno votato in anticipo – come lo stesso Trump – e alcuni hanno votato infine di persona il giorno delle elezioni. Quando hanno iniziato il conteggio, sono stati conteggiati prima i voti espressi il giorno delle elezioni, poi i voti anticipati e infine i voti per corrispondenza. È risaputo che la maggioranza dei voti per corrispondenza è a favore dei Democratici. Per i primi voti, abbiamo un elettorato misto. Per le votazioni dirette nel giorno delle elezioni la maggioranza è a favore dei Repubblicani. Non appena il conteggio dei voti delle schede elettorali è terminato, Trump si è alzato ed ha esclamato: “Fermate il conteggio dei voti! Fermate il conteggio dei voti!” Perché? Perché si considerava indubbiamente vincitore, il che è naturale quando si contano solo i voti espressi il giorno delle elezioni. Ma quando si contano i 70 milioni – se non di più – di primi voti, e i voti per posta, il risultato cambierà sicuramente. Vuole quindi gettare nell’oblio le voci di decine di milioni di cittadini per poter dichiarare “io sono il vincitore, punto”. Si è dichiarato vincitore e non riconosce i risultati, considerando tutto ciò che sta accadendo come una mera frode. E dietro tutto questo c’è il Partito Repubblicano. Sarebbe sbagliato dire che è solo l’azione di una persona, di un uomo sciocco, febbricitante, nervoso, ecc., No! Ora non sappiamo dove l’amministrazione Trump e il Partito Repubblicano vogliono portare gli interi Stati Uniti, se manterranno questa linea. [Teniamo a mente tutta questa farsa] in modo che nessuno venga a parlarci della democrazia occidentale o della democrazia americana, né a presentare gli Stati Uniti come maestri in materia di elezioni e rispetto per il voto e la volontà del popolo, né all’interno degli Stati Uniti, né all’esterno.

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Israele sarà sempre la principale preoccupazione di qualsiasi amministrazione americana

In terzo luogo, ciò che per noi conta oggi rispetto alla nuova amministrazione – parlerò più tardi dei due mesi rimanenti di questa amministrazione Trump, insieme alla nostra reazione psicologica ed emotiva [alla sconfitta di Trump] -, la questione più ampia del nuova amministrazione [che prenderà il potere nel gennaio 2021], ciò che può essere previsto per gli altri popoli del mondo, gli altri Stati e governi, sono valutazioni che loro stessi devono fare… Ma per quanto ci riguarda, la nostra più grande calamità è che nella nostra regione, da molto tempo e da decenni, la politica statunitense nella nostra regione è una politica israeliana. La base [del pensiero e dell’azione] è Israele, [e tutto ciò che conta è la garantire] la forza di Israele, il rafforzamento di Israele, la sicurezza di Israele, la superiorità di Israele. È una delle costanti della politica statunitense, che si tratti di Democratici o Repubblicani, Bush, Clinton, Obama, Trump o Biden: chiunque sia [il presidente degli Stati Uniti], si precipitano e competono per vedere chi sostiene di più Israele, chi offre più copertura a Israele, chi difende di più Israele, chi protegge di più Israele, chi rafforza di più Israele, chi lo sostiene di più.

Quindi, per quanto ci riguarda, le cose non cambieranno. Forse la loro politica nei confronti di Russia, Cina, Corea del Nord, Cuba, Venezuela o qualsiasi altra cosa cambierà. Ma qui, nella nostra regione, per tutto ciò che ha a che fare con l’entità usurpatrice della Palestina occupata, e per l’intera area che include Iran, Iraq, Siria, Golfo, Yemen, Nord Africa, tutta questa regione arabo-islamica, come per quanto riguarda gli Stati Uniti, l’unica costante fondamentale, o almeno la principale se non è l’unica, è Israele e il dominio di Israele. Pertanto, creare promettenti speranze in cambiamenti fondamentali e strategici [nelle politiche dell’amministrazione Biden] è inutile: nessuno si illuda o menta a se stesso, né niente del genere.

È vero che su alcuni dettagli potranno esserci delle modifiche… Ma non considero ad esempio assolutamente probabile l’ipotesi che l’amministrazione Biden faccia marcia indietro sul riconoscimento di Al-Quds (Gerusalemme) come parte integrante dell’entità sionista e quale eterna capitale di Israele, o che sposti l’ambasciata degli Stati Uniti da Al-Quds a Tel Aviv, o non riconosca più il Golan come territorio israeliano… Ma è possibile che per quanto riguarda gli insediamenti, la Cisgiordania, la questione dei due Stati e dei loro confini, questi siano dettagli sui quali ci potrebbe essere un margine di manovra. Ma anche in questi dettagli, il principio fondamentale e la massima priorità rimarranno come rendere Israele il più forte possibile, il più dominante possibile, superiore a tutti, ecc. Quindi non perdiamo tempo nel contare sulla nuova amministrazione [Biden], immaginando prospettive differenti o volendo vivere di sogni e illusioni.

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L’Asse della Resistenza accoglie con favore l’umiliante sconfitta di Trump

Ovviamente, emotivamente, non c’è dubbio – e sto parlando dei miei sentimenti personali qui – che quando si guarda all’amministrazione Trump, al governo Trump, risulta essere il peggior governo o, se non il peggiore, uno dei peggiori governi statunitensi della storia. Questo governo era il più odioso, il più vile, il più dispotico, il più arrogante, il più sprezzante dei suoi amici e alleati. Vi era una differenza ad esempio nel modo in cui Trump si comportava con [ripetute umiliazioni verso] l’Arabia Saudita e il suo modo di rivolgersi all’Iran: quando si è rivolto all’Iran era più equilibrato, più misurato, più cauto. E lascerà il potere con l’amarezza di non essere riuscito a trovare un solo funzionario iraniano disponibile a rispondergli al telefono. Era il più tirannico, il più dispotico, il più arrogante, il più criminale, il governo più terrorista… Tale era l’amministrazione Trump.

Ricordiamo cosa ha fatto in questi quattro anni. Per quattro anni ha portato il mondo intero sull’orlo della guerra, sull’orlo dell’abisso, sia che giocasse al livello di guerra psicologica, sia che fosse serio nell’intraprendere una guerra vera e propria. Contro la Corea del Nord ha portato le cose sull’orlo della guerra. Allo stesso modo con la Cina, con l’Iran, con il Venezuela, con Cuba, con la Siria, e con molti altre nazioni nel mondo. Ha portato il mondo intero sull’orlo della guerra! Per quanto riguarda gli Stati e i popoli ha intensificato i blocchi, gli atti di manifesta aggressione e la più esplicita ingerenza negli affari interni… Certo, riconosciamo in Trump una qualità molto importante, che è quella di aver mostrato il vero volto degli Stati Uniti. Questo è il loro vero volto. Arroganza, tirannia, aggressione, dispotismo, imperialismo, terrorismo, bestialità, criminalità, omicidi, corruzione… Questo è ciò che Trump ha mostrato. I suoi predecessori si truccavano e misuravano le loro parole, ma la sua qualità è quella di aver mostrato gli Stati Uniti come realmente sono ai popoli del mondo.

Pertanto, quando si vede la lunga lista dei suoi crimini, quali quelli compiuti in Palestina riconoscendo Al-Quds (Gerusalemme) come eterna capitale di Israele, il trasferimento dell’ambasciata americana [da Tel Aviv ad Al-Quds], la concessione del Golan [siriano], così come delle fattorie [libanesi] di Shebaa, lo strangolamento che ha esercitato contro i palestinesi – sia l’Autorità Palestinese, l’OLP, che il popolo palestinese… Ma nonostante ciò, Trump è stato sconfitto, e ne parlerò. In Iran ha imposto le sanzioni più severe [della storia] contro un paese di 80-85 milioni di persone nell’anno del Coronavirus, per non parlare delle minacce di guerra! Allo stesso modo in Siria, con minacce costanti di guerra e le “sanzioni di Cesare”. L’Aperto sostegno alla guerra saudita-emiratina contro lo Yemen e il popolo oppresso dello Yemen. Ha ravvivato la sedizione in Iraq e sta tentando di ravvivare la sedizione in Libano. Ha cercato di rovesciare il governo del Venezuela, di Cuba, della Corea del Nord, ecc. ovunque, al punto che è [quasi impossibile] contare i suoi crimini!

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La politica estera di Trump è un fallimento monumentale

Ma ovviamente, se vogliamo dare un titolo a tutte queste azioni, è quello di un fallimento. Ha fallito in tutti questi tentativi! Non è riuscito a infrangere la volontà del popolo palestinese, ed è per questo che oggi nessuno parla più dell’“Accordo del Secolo”. Dov’è andato? In passato, quando l’“Accordo del Secolo” stava prendendo forma, ho detto che si basava su tre pilastri: 1) Trump, 2) Netanyahu e 3) Bin Salman.

Oggi, grazie a Dio, Trump se ne andrà. O se ne andrà o, se non riconoscerà i risultati, porterà gli Stati Uniti alla loro rovina Il secondo pilastro, Netanyahu, si trova ora in una situazione peggiore che mai. Anche con la presenza di Trump aveva toccato il punto più basso della sua intera storia politica, e ora sta facendo anche peggio. Lo stesso vale per Bin Salman, forse il più preoccupato di tutti tra i leader della regione. Chissà se Biden manterrà le sue promesse elettorali di punire Bin Salman e incriminarlo per l’omicidio e lo smembramento di Khashoggi con una sega, se porrà fine al sostegno degli Stati Uniti alla guerra saudita in Yemen e smetterà di vendergli armi… Se Biden mantiene le sue promesse elettorali, Mohammad Bin Salman ha tutte le ragioni per essere molto preoccupato. Quindi c’è un pilastro sconfitto che lascerà la scena [Trump], e due pilastri scossi, pronti a crollare [Netanyahu e Bin Salman]. La probabilità di caduta è massima per Netanyahu, perché il sistema politico dell’entità usurpatrice è diverso da quello del Regno dell’Arabia Saudita. E questo “Accordo del Secolo” scomparirà con i suoi pilastri.

La volontà del popolo palestinese non è stata spezzata nonostante tutte le difficoltà, lo stato d’assedio, le pene, le sofferenze. La volontà dell’Iran non è stata infranta, nonostante le sanzioni più dure [della storia] e le dure condizioni causate dal Coronavirus. La volontà della Siria non è stata infranta. Gli iracheni stanno lottando per sconfiggere la sedizione quotidiana interna. In Libano abbiamo sconfitto la sedizione. Parlerò del Libano nell’ultima parte del mio intervento. In Venezuela, Trump ha fallito. Ha fallito a Cuba, ha fallito in Corea del Nord, non è riuscito a sottomettere la Cina, e ha fallito, fallito e fallito [ovunque]. Nel complesso, il titolo [della politica estera di Trump] è “fallimento”.

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Nel Vicino Oriente nessuno rimpiangerà l’assassino di Qassem Soleimani

Ecco perché trarrò due conclusioni da questa esposizione. La prima conclusione è che sì, a livello personale sono contento della partenza, della caduta, dell’umiliante caduta di Trump. Non ci interessa la nuova amministrazione, sono tutte uguali. Non cambierà. Ma abbiamo tutte le ragioni per essere felici [della sconfitta di Trump], soprattutto considerato il crimine che ho lasciato per ultimo nella [lunga lista] dei suoi crimini, il [più grande] crimine del nostro tempo che Trump ha commesso assassinando il Generale Hajj Qassem Soleimani e il Comandante Abu Mahdi al-Muhandis, i suoi attacchi contro l’Iraq e l’Iran e il fatto che si sia vantato pubblicamente di questo crimine. Anche durante la sua campagna elettorale – che ho seguito – in più occasioni ha rivendicato con orgoglio questo crimine atroce che ha commesso. Perciò, a livello emotivo, abbiamo tutte le ragioni – nessuno può impedircelo – per rallegrarci di questa umiliante sconfitta di Trump, inflitta dal suo stesso popolo. Non fingiamo di averlo abbattuto noi. È stata la sua gente a farlo cadere. Questo popolo americano che Trump ha umiliato, mentre si sforzava di umiliare i suoi alleati e amici e continuava la sua aggressione contro i popoli di tutto il mondo. Questo per quanto riguarda il livello emotivo.

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Trump ha dimostrato la debolezza degli Stati Uniti

Ma a livello pratico dobbiamo sapere, attraverso la nostra valutazione di questi quattro anni [di governo di Trump], che sotto un governo così aggressivo, con un livello così alto di tirannia e volontà di entrare in guerra … È ovvio che la possibilità che l’amministrazione Trump entrasse in guerra era più alta e rimarrà maggiore di quella della prossima amministrazione. Questa amministrazione era molto propensa ad andare in guerra. Non avevano nessuna cautela, nessun limite. Nonostante ciò, i nostri popoli e l’Asse della Resistenza hanno persistito nella loro determinazione, e sono riusciti a contrastare e ad impedire che questo progetto si materializzasse e raggiungesse i suoi obiettivi. Significa che la nostra volontà è più forte della loro tirannia, più forte del loro assedio, più forte della loro arroganza.

Ciò significa che nonostante tutto ciò che Trump o il suo governo possono dire, o che potrà dire il governo a venire, gli Stati Uniti non sono un “destino manifesto”, e i popoli del mondo, i governi del mondo e gli oppressi del mondo possono alzarsi e dire di “No!”, qualunque siano le conseguenze. E alla fine sono i popoli del mondo ad essere vittoriosi. E quanto a colui che li ha combattuti, assaliti e si è scagliato contro di loro, è lui ad essere sconfitto, umiliato e distrutto. Anche questa deve essere una delle lezioni di queste elezioni.

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Tutto può succedere negli ultimi due mesi dell’amministrazione Trump

L’ultima cosa che voglio dire sulle elezioni americane riguarda ciò che è rimasto degli ultimi due mesi dell’amministrazione Trump. Sia i media che i massimi funzionari del Pentagono hanno espresso i loro timori [di una guerra prima della fine del mandato di Trump], così come il presidente della Camera dei rappresentanti e altri funzionari statunitensi nella regione. Molti hanno affermato che licenziando il suo Segretario di Stato alla Difesa [Mark Esper], sostituendolo con un altro [Christopher C. Miller], che è diventato Segretario ad interim per la Difesa, si stava preparando a fare qualcosa negli ultimi due mesi del suo governo. Ma cosa? Questa è una grande domanda che tormenta il mondo intero. Non so cosa possa fare in quei due mesi, ma tutto è possibile. Con qualcuno come Trump dobbiamo aspettarci qualsiasi cosa. Può essere che questo licenziamento sia stato solo un atto impulsivo a causa del suo ego ferito, perché immaginava che il Segretario alla Difesa Esper fosse sempre docile e non potesse contrario a certe cose che Trump voleva fare. Esper aveva preparato la sua lettera di dimissioni e quindi Trump ha mangiato Esper a pranzo prima che Esper mangiasse Trump a cena. È del tutto possibile, non sarebbe sorprendente [da uno come lui].

Ma è anche possibile che questa mossa abbia a che fare con decisioni importanti e pericolose che Trump sta per prendere. Tra queste decisioni importanti e pericolose, il mondo intero ha subito pensato alla possibilità di agire al di fuori degli Stati Uniti. Perché ci sono due ipotesi. O ha licenziato Esper perché l’ultima volta, quando vi erano manifestazioni [negli Stati Uniti] e Trump voleva inviare l’esercito per sopprimere i manifestanti, questo Segretario alla Difesa ha minacciato di dimettersi, o almeno si era opposto all’intervento dell’esercito. Ho sentito che ha minacciato di dimettersi. E forse Trump ha visto che uno dei motivi della sua sconfitta era che negli ultimi mesi non poteva porre fine a [queste proteste] una volta per tutte, a causa delle possibili ripercussioni interne. Ed è noto che le ragioni principali della caduta di Trump sono ragioni interne. Forse Trump ha incolpato Esper per la sua sconfitta, e si è vendicato su di lui punendolo così. Ma d’altra parte, il licenziamento di Esper potrebbe essere stato dovuto alla volontà di Trump di usare le forze armate statunitensi all’interno degli Stati Uniti. E’ un’ipotesi possibile. E l’altra ipotesi è rivolta al di fuori degli Stati Uniti: il Partito Repubblicano, l’estrema destra e il loro alleato Israele potrebbero pensare che ora nel Vicino Oriente dovrebbero fare qualcosa di importante che non hanno potuto fare in questi quattro anni e che vogliono recuperare negli ultimi due mesi. Anche questa è una possibilità. Non so quale delle due ipotesi sia più probabile. Ci vogliono analisi, e queste sono notizie nuove che sono appena uscite, ma potrebbe anche non esserci nulla di serio dietro tutto ciò. Potrebbe essere una questione domestica o potrebbe essere che qualcosa sta fermentando fuori. Tutto è possibile.

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L’Asse della Resistenza rimane in allerta, pronto per qualsiasi guerra USA-Israele

All’interno dell’Asse della Resistenza, Stati, governi, Presidenti, movimenti della Resistenza e popoli dell’Asse della Resistenza, sono tutti invitati ad essere vigili, a stare attenti. In tutto ciò che diciamo, in tutto ciò che facciamo, in tutto ciò che seguiamo, dobbiamo essere attenti e vigili, prendere le nostre precauzioni, perché è ciò che la saggezza e la ragione richiedono da noi. Dobbiamo immaginare il peggio, anche se non dovesse accadere nulla, ed essere pronti ad affrontarlo. Dobbiamo essere all’erta durante questi due mesi, sperando che con la grazia di Dio finiscano bene. Dobbiamo anche stare ad un alto livello di preparazione, pronti ad affrontare qualsiasi pericolo, qualsiasi aggressione, qualsiasi danno, e ripagare colpo su colpo e anche di più se l’imbecillità degli Stati Uniti o di Israele giungerà a qualcosa del genere […]

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Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Attualità, politica e società , Novità

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