Una lunga scia di sangue (R.Arcadi)

Una lunga scia di sangue

R. Arcadi

Parecchi mesi fa, alle prime avvisaglie di quella che sarebbe divenuta, di lì a poco, la quasi generale sollevazione del mondo arabo, non avevamo ritenuto fosse opportuno pronunziarci a questo medesimo proposito, preferendo restare a guardare, in attesa di ulteriori sviluppi. Sviluppi che non sono certo in seguito mancati, del massimo interesse, ed altamente significativi, nel senso che avremo modo di chiarire più oltre.

Il risveglio del mondo arabo in seno all’Islam, in quanto sua componente fondamentale, era stato un evento continuamente atteso, e ripetutamente disatteso. In passato le masse arabe si erano purtroppo fatte indurre sin troppo spesso a seguire l’uno o l’altro capo di turno, l’uno o l’altro imbelle fantoccio o capo avventurista, che lo si induceva a credere essere divenuto la guida dell’uno o dell’altro popolo, se non dell’intera nazione araba, ma sempre a prescindere, od addirittura contro il fondamento islamico della sua compagine.

Ed i risultati si premuravano, di volta in volta, di smentire e deludere le infondate ed inconsistenti speranze ed aspettative. In tutto questo alternarsi di vicende, talvolta anche assai devastanti, il mondo occidentale la faceva sempre da padrone, anche a prescindere da contatti diretti con quello che veniva spontaneamente ed unanimemente percepito come il nemico assoluto, con l’entità sionista che usurpa la Palestina.

Contatti, e vere e proprie rese all’entità sionista, sarebbero di seguito venute, ad ulteriore umiliazione e conculcazione di quelle genti nobili e generose, ma illuse ed ingannate. In tutto questo svolgimento, l’evento esemplare della Rivoluzione islamica iraniana non aveva potuto avere nell’immediato, in ragione di tutti questi limiti imposti e subiti, ed in particolare, della prevenzione nazionalistica, quella funzione trainante preconizzata dalla sua Guida, e dei suoi più stretti seguaci e collaboratori.

Nel contempo, dittatorelli e regoli impopolari, proni al volere dell’America, se non addirittura, nascostamente o palesemente, del sionismo, la facevano da padroni, prendendo di mira, secondo quella che è la regola sperimentata dell’imposizione violenta della modernità occidentale, specialmente il sentire, la fede e gli atti di culto dei devoti musulmani, che continuavano purtuttavia a costituire, al di là d’ogni tentativo demolitore, la stragrande maggioranza della popolazione, con cui era necessario alla fin fine, in un modo o nell’altro, fare i conti.

Ne era conseguito il tentativo di limitare almeno la funzione popolare dell’Islam con una irregimentazione governativa a sfondo poliziesco, da parte di chi, non potendo del tutto distruggere, si adoperava in tutti i modi per limitare, secondo quello che era stato il vecchio e sperimentato, anche se fallimentare, modello turco ed iraniano. Ma il grande Satana americano, non contento di tutto questo, di comune sentire col mostriciattolo sionista, suo aborto immondo, e suo mentore e guida, s’adoperava per imporre ulteriori vessazioni.

Il cosiddetto “processo di pace” lo si era imposto, e lo si andava conducendo, a dispetto di tutte le evidenze in contrario, sulle teste del popolo palestinese, e di tutti i popoli del Vicino Oriente, e dell’intero mondo islamico. Inoltre, i ripetuti tentativi maldestri e velleitari di rovesciare, un governo forse il più popolare del mondo, quale quello iraniano, avvalendosi della violenza più becera di sparuti gruppuscoli di violenti e simulatori, e dei traditorelli di turno, si succedevano con regolarità ed ostinazione degne di miglior causa: tentar non nuoce, tanto vale!

Noi, che ne eravamo stati testimoni diretti nei due anni passati, così come delle grandi manifestazioni di decine di milioni di persone con cui a più riprese il popolo iraniano, in tutto il paese, aveva ribadito la sua assoluta fedeltà alla sua Guida, e la sua estraneità e ripulsa di quei corpi estranei, ci eravamo permessi di prevedere che il tutto si sarebbe alfine rivoltato contro i suoi ispiratori e procacciatori. E così è stato puntualmente, e ne sia lode e ringraziamento a Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato.

Il succedersi delle provocazioni, delle umiliazioni, delle imposizioni, degli inganni occidentali era ininterrotto. Non ultima la vicenda del Sud Sudan, dove la popolazione era spossata da lunghi anni di guerra intestina imposta, e sobillata dalle promesse menzognere di americani e sionisti, e dall’ignoranza, stupidità e cialtroneria dei missionari cattolici (in attesa forse della protestantizzazione del paese, come nel Sud America?), pervicaci nella loro fanatica ripulsa della legge islamica (ricordiamo qui che il Cristianesimo non ha una sua legge comunitaria, una sua šarī°aħ, e deve appoggiarsi alla bisogna a leggi prese da altre tradizioni), a favore delle immonde contraffazioni giuridiche dell’Occidente liberale, a tutto favore di corruzione e tralignamento, strumenti indefettibili di governo. Dove, in seguito ad un plebiscito truffaldino messo in mano alle solite, sataniche strutture internazionali, non certo neutrali; la popolazione approvava alfine, con una maggioranza che in passato si sarebbe detta “bulgara”, la secessione dal Nord.

E non vogliamo qui certo negare che il colonialismo abbia creato stati dalle frontiere fasulle ed artificiali; solo che, nel caso in questione, il rimedio era assai peggiore del male. E siamo convinti che gli eventi si daranno presto premura di confermare questa previsione oltre ogni aspettazione, essendo il tutto in mano ai piccoli e grandi Satana d’Occidente, a cui sta a cuore tutt’altro che il destino ed il benessere dei popoli.

È così che la via dei due Nili, quello Bianco e quello Azzurro, dall’infelice Etiopia cristiana in mano sionista, sino alle rive del Mediterraneo, la via dell’approvvigionamento delle acque, dell’alimentazione dell’agricoltura, delle comunicazioni fluviali, e dell’attacco definitivo al cuore del mondo arabo, era aperta alle brame insaziabili dei due mangia mondo americano e sionista, e dei loro servitorelli europei, o almeno, così si sperava empiamente.

Ma è qui che le cose sono improvvisamente cambiate. Prima in Libano la caduta del governo di un traditore che, dopo d’essersi guadagnato truffaldinamente la fiducia del popolo e delle resistenza antisionista, era andato a prosternarsi davanti all’immondo mostro americano, pronto a vendere la sua nazione, uno dei pochi che fingono di non sapere ancora chi ha veramente ucciso suo padre.

Caduta accompagnata da quei torbidi che sono, sul modello fallimentare iraniano, e su quello riuscito dei vari staterelli dell’Europa Orientale e dell’ex Unione sovietica, la carta che più volte un Occidente del tutto privo d’immaginazione tenterà di giocare: qualche migliaio di tagliagole prezzolati, di baldracche e pervertiti, o di borghesucci qualunquisti resi arditi dalla protezione di un padrone potente, contro il corpo vivo e la volontà d’intere nazioni.

Poi la vicende tunisina, sottovalutata all’inizio, dove un popolo nobile e coraggioso, stanco di lunghi anni di crimini, soperchierie, tradimenti, sfruttamento, si scrollava di dosso uno degli oppressori più detestabili, additato più volte dalle autorità del “libero” Occidente democratico dei diritti dell’uomo, come guida esemplare e modello di democrazia: alla faccia del popolo! Abbiamo ancora nelle orecchie i racconti terribili dei testimoni diretti e delle vittime, degli ottimi fratelli tunisini, sulle ben poco edificanti imprese di questo fantoccio sanguinario.

Poi l’Egitto. Iniziata come in sordina, la rivolta dell’antico, grande, valoroso popolo egiziano procedeva travolgente, sino alla caduta del fantoccio di turno, uno dei mostri sacri del Vicino Oriente, anch’egli preteso modello di democrazia, quegli che aveva venduto il proprio paese al nemico oppressore americano e sionista per il proprio squallido rendiconto, suo e dei suoi cortigiani, condannandolo alla miseria, alla fame, ad un’intollerabile oppressione poliziesca, a pro dei sopraddetti interessi stranieri. Sempre pronto, lo abbiamo ancora negli occhi, a stringere servilmente la mano a questo o quel capo di stato occidentale, sulla tesa del suo popolo. Troppo grande per cadere, si era detto. Ma alla fine è caduto.

E poi lo Yemen, il Bahrain, la Libia, la Giordania il Marocco, l’Oman, il Kuwait, e la stessa Arabia Saudita, vero e proprio cancro del mondo islamico, sempre pronta a favorirne le mene dei nemici, camuffandosi dietro le specie di un rigorismo e di un letteralismo beceri e fasulli. Non ci attarderemo qui ad esaminare i singoli casi di questa sollevazione, che ha, a dire il vero, del miracoloso. Ci limiteremo ad alcune considerazioni generali.

Quel che ci preme di rilevare, a questo medesimo riguardo, è che questi eventi sono ancora in pieno movimento, laonde è ben difficile, nell’uno o nell’altro caso particolare, prevederne l’esito, al di là delle nostre suppliche e dei doverosi buoni auspici. Ma ad ogni modo, a prescindere da ogni eventuale intoppo, il movimento è iniziato, e sarà certo assai difficile, per chi lo voglia, fermarlo durevolmente, o riportarlo indietro.

La contrapposizione tra popoli, o è meglio dire, tra la comunità islamica e le bande di governanti fantoccio corrotti, oppressori e traditori, è pressoché assoluta, a dispetto delle mene e dei tentativi d’aggiustamento e deviazione da parte occidentale. Ad essa fa da corrispettivo l’unità popolare, sempre più pronunziata, la quale, si osa sperare, sarà in grado di pervenire ad una sua piena affermazione, aperta ed operativa, vale a dire, al pieno conseguimento dei suoi fini. Questa unità, lo avevamo appena detto, si contrappone alle leghe di governanti soperchiatori, criminali, e corrotti, imposti dall’Occidente prevaricatore.

Ed è questa, a nostro modesto avviso, una delle note fondamentali che contraddistinguono questo movimento, al di là della sua fondamentale connotazione islamica, vale a dire, la sua contrapposizione alla soperchieria occidentale, e nella sua fattispecie, alla funzione di guida che americani e sionisti si arrogano ed esercitano, sulle teste e sulla pelle di tutto e di tutti. E pertanto, anche moto che trae origine dalle difficoltà materiali di vita in cui si sono venute a trovare quelle genti generose, com’è stato detto con intenti riduttivi, ma solo come conseguenza della suddetta prevaricazione.

Il tentativo ridicolo di associare nei primi tempi a questi eventi, per falsarne gli obiettivi, addirittura l’Iran, con una maldestra opera di disinformazione inventata di sana pianta, ed in seguito la Siria, con le operazioni ivi condotte da bande di terroristi prezzolati, del tutto estranei al sentire del popolo siriano, che ha avuto modo di mostrarlo agli occhi del mondo intero, con manifestazioni popolari ha cui hanno preso parte milioni di persone, non è stata che un’operazione maldestra e fallimentare. Operazione condotta dai servizi segreti occidentali avvalendosi dei soliti strumenti informatici e satellitari di falsificazione della realtà, di elaboratori e telefonini, capaci talora d’insinuarsi nelle case e nelle menti della gente, ma in definitiva senza risultati di rilievo.

Il movimento è un moto di rinascita islamica e di contrapposizione alla prevaricazione occidentale. Ma non soltanto, a dire il vero. La Guida dei Musulmani, Seyyed Alì Ķameneī, ha affermato, non è da molto, che queste agitazioni si sarebbero propagate alla stessa Europa. E così è stato puntualmente. All’interno della stessa Europa sono incominciate proteste contro l’inganno imposto ai popoli da parte di chi ha fatto finta di dare molto, per riprendersi tutto alla bisogna.

E già nell’America Latina era iniziata, da qualche tempo a questa parte, una reazione alla secolare oppressione nordamericana, foriera di miseria e degradazione umana. L’Africa stessa, ne siamo certi, risponderà all’appello, incominciando a muoversi per scrollarsi di dosso le catene del secolare sfruttamento materiale, e dell’oppressione morale e spirituale impostale dai nemici dell’uomo. E dagli stessi Stati Uniti, centro di questo cancro, sono incominciati a pervenire interessanti segnali in tal senso.

E che nel mondo musulmano, la cosa sia andata ben oltre i confini del mondo arabo, lo dimostrano non soltanto l’evento esemplare della Rivoluzione Islamica Iraniana, il primo in ordine di tempo e d’importanza, ed i rivolgimenti del Pakistan e dell’Afghanistan, al di là d’errori e deviazioni.

In ogni caso, uno dei centri, se non il centro dello svolgersi degli eventi, è la cosiddetta “Mezzaluna Fertile” del Vicino oriente, dalla valle del Nilo a quella dell’Indo, che gli occidentali hanno tentato a più riprese, in quanto prima linea della resistenza e della reazione all’abominio sionista, di distruggere e ridurre alla miseria; per poi intervenire con intenti simulatori di beneficio, in realtà per conseguire un dominio ancor più stretto e rigido su quelle popolazioni, per tacere del fatto che gli “aiuti” finiscono nelle tasche dei soliti asserviti; e per offrire un ventre molle o d’incapacità di reazione militare, o di supina accondiscendenza, alle iniziative sioniste.

Piano che è stato sventato in Iran e nel Libano, al di là della guerra civile, e di quelle d’aggressione, ma che è parzialmente riuscito in Iraq, in Afghanistan, in Pakistan, ed in un Egitto, ridotto alla miseria anche senza bisogno di guerre. Dietro le linee, i mendaci simulatori Wahabiti dell’Arabia Saudita, e gli staterelli petroliferi dei regoli del Golfo persico, creazioni artificiose del colonialismo occidentale, dove la mancanza dei vere e proprie nazioni ha consentito la formazione artefatta di una classe sociale completamente asservita ai nemici dell’uomo e d’Iddio, sia benedetto ed esaltato.

Tutto questo, al di là dei loro stessi interessi, di là dai vantaggi apparenti ed ingannevoli, dato che tutto in questi paesi è in realtà in mano agli occidentali, che si riprendono il danaro sborsato da questi stolti ed inetti, che nulla finiscono con l’avere per le mani, se non trastulli di lusso, che essi sono del tutto incapaci di usare, e che rimangono per ciò stesso in mano ai padroni originari, che li avevano venduti. Ad eccezione del Bahrein, dove c’è un popolo, e lo sta dimostrando a prezzo del suo stesso sangue.

Quello che volevamo da ultimo osservare a questo medesimo riguardo, facendo riferimento ad un altro ordine di considerazioni, è che invero lo svolgersi delle vicende umane nel suo complesso, al di là di quelle che sono le concezioni di stampo umanista e materialista, comunque camuffate, è compreso tra due estremi, tra due poli che danno loro un senso univoco, oltre ogni astrazione limitativa che le consideri parzialmente.

Questi due poli sono la creazione ed il Giorno del Giudizio, che a loro volta si riflettono nel dominio di queste vicende in altri poli, che sono il succedersi del Vaticinio e delle relative Rivelazioni, e la consumazione che addiviene ai singoli ambiti di questo nostro basso mondo. Vale a dire, o la punizione divina dei singoli popoli tralignati e corrotti e la loro fine, o la rettificazione connessa al Vaticinio Muhammadico, di cui sarà latore, per Volontà Divina, l’Imam oggi occulto, all’atto del suo palesamento glorioso, voglia Iddio Altissimo affrettarcene la gioia.

A questa stregua, il circolo principiale della discesa e dell’ascesa, attuato quest’ultimo anche dall’itinerario degli uomini di conoscenza, si riflette all’interno della sequela delle singole vicende mondane, dando un significato agli eventi ed alle realtà tutte, siccome segni della trascendenza, nell’uno nell’altro verso. Ora, e non vogliamo qui discutere nei suoi particolari questo argomento dal punto di vista della dottrina dell’essere, al segno compete un’estraniazione dal Principio, che lo rende, solo e soltanto sotto questo riguardo, privo di ogni proporzione nei suoi confronti.

Ed applicando il discorso alla manifestazione finale ed ai suoi segni, questi non hanno a questa stregua misura comune con quella, e si riducono così a mere indicazioni ed a mere cause occasionali, di cui quella s’avvale ad extra. D’altra parte sarà pure che, sotto il riguardo opposto, questi segni sono anche determinazioni della profusione principiale, che concede loro ogni sussistenza, ed a questa stregua sono come raggi, il cui riflesso conduce alla sorgente della luce.

Queste considerazioni valgono anche per i circoli minori del profondersi del Principio dell’essere. E pertanto a questi eventi, nel senso suddetto, nel rispetto della loro modulazione qualitativa, va attribuita la dignità di significazioni, anche se non certo di efficienze complete e necessitanti. Ed è così che su di essi non dobbiamo e non possiamo chiudere gli occhi, quantunque nulla di univoco noi si possa affermare quanto al palesamento dell’Imam Mahdi, il cui momento è noto soltanto a Iddio Altissimo, sia benedetto e glorificato, ed a coloro a cui Egli, in tutto segreto, voglia concederne la rivelazione.

Dalle narrazioni pervenuteci, appare evidente come molti di questi segni, in particolare ci riferiamo a quelli più legati allo svolgersi di queste vicende, si sarebbero già attuati. Lo stesso nemico è all’erta, e da indiscrezioni degne dei fede, starebbe preparando tutte le miserie delle sue tele di ragno, all’insegna del progresso materiale, del suo velleitario e folle tentativo d’opporsi all’evento voluto da Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato.

Ma un particolare ci sembra debba essere messo in rilievo, di somma importanza, nella sua indole inclusiva. E ci riferiamo qui ancora alla qualifica significativa degli eventi. Il fatto è che, la principale narrazione che ci dà ragguaglio sul palesamento del XII Imam, ci parla di un mondo in cui l’oppressione ed il sopruso avranno raggiunto il culmine. Ma non si fa menzione, a questo medesimo riguardo, di un tralignamento generale ed assoluto.

Il che significa che vi sarà una resistenza, pronta a muoversi, e già in moto in direzione della luce, a dispetto d’ogni conculcamento, perché altrimenti il destino del mondo altro non sarebbe che la sua completa distruzione. Essendo questa invero la conclusione d’una sequela minore, e non della sequela dell’esistenza creata, vale a dire, la fine di un mondo, e non del mondo, siccome è stato giustamente detto.

Ed è questo ciò a cui noi stiamo oggigiorno assistendo: una contrapposizione tra i detentori di un potere ora ingannevole, ora oppressivo, e le sue vittime, sempre più disingannate. E questo pare a noi il fatto più comprensivo e significativo, al di là di quelli che sono e saranno gli eventi e segni minori. A questo contrasto, che rende pienamente conto di quanto è stato tramandato a questo medesimo riguardo, corrisponde un conflitto ulteriore, che s’attua in due unità contrapposte, una fasulla ed una reale.

Esse sono, da un lato la Rivoluzione Islamica Iraniana, rivoluzione assurta finalmente, dopo oltre trent’anni d’inganni, per scelta spontanea dei popoli, senza nessuna imposizione, al rango di ispiratrice e guida che le compete di diritto, nei confronti e del mondo arabo ed islamico, e dell’umanità tutta. Unità che culmina in quella della sua guida palese, e della sua guida occulta, che le danno senso ed attuazione.

Mettendo questo stesso evento e queste sue circostanze in rapporto al suo significato profondo e trascendente, che è la profusione di luce del palesamento dell’Imam Mahdi, voglia Iddio Altissimo affrettarcene la gioia, come sua prefigurazione minore, è possibile a questa medesima stregua rendersi conto appieno di tutta quella che è l’altezza significativa ed attuativa di questa vicenda davvero esemplare.

Dall’altra parte, l’America ed Israele. È questa una realtà in definitiva unica, al di là delle escrescenze tumorali dei suoi vari satelliti obbedienti e servitorelli abietti sparsi per il mondo. Non vogliamo qui attardarci sugli abomini dell’entità sionista proclamatasi “stato d’Israele”, ben note, lo speriamo, a chi abbia a leggere queste nostre righe di scrittura. E chi non ne sia al corrente, si documenti.

Vogliamo qui discorrere un poco dell’America, vale a dire degli Stati Uniti, di questo corpaccio immane e ributtane, del quale quella falsa unità capovolta, quel falso principio rovesciato, quella falsa intelligenza invertita s’avvale a suo piacimento, nell’indifferenza indolente, o nei ciechi sussulti di collera di quello che ha la disgrazia di essere il suo popolo, forse il più oppresso del mondo, al di là della lotteria ingannevole dell’arricchimento facile, che facile non è, propalata dal cosiddetto “sogno americano”: il sogno del nulla.

Noi reputiamo che all’interno dello stesso Occidente s’abbiano ben pochi ragguagli, propinati ad arte, essendo i più nascosti di proposito, sugli orrori della triste realtà americana. Gli stessi suoi abitanti e diretti testimoni e vittime finiscono il più delle volte col tacere, resi stolidi da una propaganda capace d’insinuarsi in profondità nella compagine delle potenze animiche, che ne fa loro accettare l’illusione satanica; o perché preferiscano restare in silenzio su questi orrori, o per scoramento, o per timore delle possibili reazioni di un potere assoluto ed omnipervasivo, capace di reagire sia occultamente che palesemente, alla faccia delle pretese libertà.

Qualche mese or sono, in seguito della solita, becera montatura antiiraniana messa su dai mezzi d’informazione occidentali (tentar non nuoce…), uno dei soliti giornalistucoli prezzolati ed ignoranti di un grosso, e non grande giornale italiano, sempre in prima linea in queste squallide mene, imposte dall’alto, in barba alla libertà di stampa, ebbe la stolidezza d’affermare e d’argomentare in tutta fallacia, dopo d’avere insultato il Presidente dell’Iran Islamico (alla faccia delle leggi italiane sul “vilipendio ad un capo di stato estero”, almeno in questo caso), rendendo il tributo dovuto a chi gli comanda e lo paga, che “l’Iran non è l’America”: a tutto favore dell’America, non c’è neppure bisogno di dirlo.

E si profondeva inoltre in squinternate elucubrazioni sull’abolizione della pena di morte, forse auspicabile in Occidente, datane l’arbitrarietà e fallacia delle sue leggi, ma non certo nel mondo islamico, bene applicate che ne siano le leggi. E che non avrebbe in definitiva altro risultato se non quello di disarmare le vittime, garantendo ogni impunità ai carnefici, ignorando tutte le leggi del Vaticinio, a cominciare da quella dello stesso Gesù, la pace su di lui, che ha affermato a chiare lettere, ch’egli non era certo venuto ad abrogare la legge mosaica.

Ora, vogliamo essere buoni, riconoscendo che questo cialtrone, almeno verbalmente, ha ragione. L’Iran non è l’America. L’Iran islamico si fonda su di una civiltà giuridica antichissima e profondissima, radicata nella Legge e nella Rivelazione d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, dove nulla v’è d’arbitrario, ma ogni norma o deve essere dedotta dai suoi principi, conformemente ai dettami di una scienza esattissima e sottilissima adoperata a tal uopo, o deve esserne vagliata, senza che nulla le sfugga. Qualcosa di simile a quello che era stato da noi in passato il diritto romano.

Nulla di tutto questo per l’America, e per il mondo anglosassone in genere, nella sua barbara commistione di modernismo sfrenato e di primitivismo il più retrivo. Qui il Mos Maiorum degli antichi romani, il ma°rūf della tradizione giuridica islamica, ciò che è noto dalla tradizione primordiale adamica e dall’intelletto, è contraffatto dalle ridicole sentenze di giudici o pazzi, o stupidi, o ignoranti, che poi fanno supinamente testo, contro ogni codificazione scritta.

Qui il potere poliziesco (in particolare, lo “sceriffo”, o gli agenti federali, ma non solo), possono incarcerare a piacimento, ed anche ammazzare il disgraziato che capiti loro per le mani: altro che habeas corpus (la norma giuridica per cui l’incarcerato deve essere rilasciato entro un certo tempo, se non viene formulata nei sui confronti un’accusa)! Qui il giudice, eletto “democraticamente” dalle mafie locali, che ne fanno poi uso a piacimento, può condannare chiunque, anche un minorenne, anche per futili motivi, alle pene più arbitrarie ed aberranti, inventate di sana pianta, a prescindere dalle indicazioni di un qualche codice.

Qui solo chi ha i soldi può difendersi. E le galere, le più affollate del mondo, sono affollate di disperati, anche minorenni e minorati mentali, il cui solo peccato è di non avere le tasche piene di danari, nei cui confronti viene spietatamente applicata la pena di morte, con funzione precipua di deterrente sociale. Qui una donna povera e gravida può vendere, anche prima del parto, quello che sarà il frutto del suo grembo al ricco di turno. Qui un povero può morire per la strada, perché non ha i soldi per pagarsi l’ospedale. Qui i servizi segreti, “poteri forti” onnipotenti e senza responsabilità palese, possono fare sparire nel nulla il malcapitato di turno, ammazzandolo, o facendolo finire in uno dei tanti campi di concentramento. Qui si spara sui disperati che cercano di procacciarsi il cibo nei quartieri poveri, o sugli studenti che protestino contro una delle tante guerre di regime. Qui la polizia può spezzare impunemente le ossa al malcapitato indigente di turno. Qui la costituzione può difendere, come avvenne in passato, il diritto al possesso di schiavi negri. Qui le elezioni si restringono, per scelta legislativa, ad una minoranza della popolazione. Qui la droga viene usata, all’interno ed all’estero, come strumento per debilitare chi non si adegui. Qui la mafia viene usate come strumento di potere. Qui ognuno può acquistare e portare armi, per compiacerne gli interessi dei fabbricanti. E chi più ne ha, più ne metta, in questa poco edificante galleria degli orrori.

E tacciamo delle abominazioni, per certi versi anche peggiori, del mentore, nel nome della fratellanza massonica, di questa meravigliosa “civiltà giuridica”, sospesa tra il patibolo, ed il suo sinistro carnevale perenne, dell’Inghilterra, il cosiddetto “‘paese delle libertà”, vale a dire, della libertà di potere fare tutto, a condizione di non contare nulla. Con il suo sistema elettorale truffaldino ed impopolare, con i sui privilegi riservati ai detentori del potere e del denaro, con la sua “legge comune”, che altro non è che, come avevamo detto, l’accettazione delle decisioni arbitrarie di giudici completamente asserviti al potere, con la sua “Magna Charta Libertatum” (in mancanza di una costituzione), che è in realtà  codificazione dei privilegi dei potenti, con tutte le stragi, l’oppressione disumana, lo sfruttamento bestiale del suo impero coloniale, e le sue poco edificanti imprese nel campo della pirateria, del commercio degli schiavi, e di quello della droga, e così via dicendo.

E per tornare all’America, non possiamo tacere sulle varie, innumerevoli guerre d’aggressione con cui il Presidente di turno, più o meno pazzo, se ne va a fare lo spaccone per il mondo, prendendosela sempre con deboli o indifesi (spesso dopo d’averli talora ingannevolmente disarmati, come avveniva per gli indiani). Per tacere delle guerre vinte con le armi altrui, e dell’uso, unico sinora, dell’arma nucleare, sui crimini di guerra, sulle stragi d’intere popolazioni, sino agli ultimi noti, tristi fatti, che hanno accompagnato la vicenda umana di questo paese maledetto da Iddio, sia magnificato ed esaltato, e dagli uomini.

L’inventario delle città distrutte dai bombardamenti aerei, delle stragi grandi e piccole, dei popoli ridotti crudelmente all’inedia, degli atti terroristici (e poi ne danno la colpa agli altri!), delle messe in scena a giustificazioni delle aggressioni, sarebbe sin troppo lungo. Quello di cui siamo certi, è che il mostro immondo è vicino alla fine, assieme al suo aborto sconcio e ributtante, il sedicente Israele, ed ai suoi vari reggicoda. Ne siamo certi, e ne supplichiamo l’Altissimo, Ne sia esaltato l’Essere O che esso venga distrutto dal Suo stesso intervento, come la Babilonia dell’Apocalissi, o da un disastro apparentemente naturale, come successe già per altri empi, o dall’Imam Mahdi al tempo del suo palesamento, o dalla giusta collera degli uomini prima della sua manifestazione, noi siamo fatti certi dalle promesse divine che il suo destino è segnato, e che, a Iddio piacendo, la sua ora è vicina.

Noi siamo convinti che quando il mostro immondo, sozzo di sangue umano, cadrà, e finirà la sua lunga scia di sangue, vi sarà un immenso grido di giubilo, in cielo, ed in terra, da parte di tutti gli oppressi, di tutti i prigionieri del suo apparato iniquo, di tutti gli sfruttati ridotti alla miseria, di tutti gli internati addetti al lavoro coatto nei campi di concentramento eretti dalla sua barbara brama di lucro, di tutti quelli che abbiano dovuto soffrire dell’avidità insaziabile di questo simulacro disgustoso, incarnato nei suoi vari fantocci dalle mosse meccaniche, e dall’espressione o stolida o feroce, che se ne vanno per il mondo, in tutta sicumera, a dare ordini ed a proferire minacce. Perché Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, come recita il Sacro Corano, ha potere su tutte le cose.

 

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Writer : shervin | 0 Comments | Category : Attualità, politica e società

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