Breve analisi della storica rappresaglia iraniana (Hassan Illaik)

Analisi della storica rappresaglia iraniana

Hassan Illaik (giornalista libanese)

Questa è la storia che viene fatta proprio davanti a noi, dal vivo, nella notte tra il 13 e il 14 aprile 2024.

Un resoconto preliminare della lunga notte, prima di andare a dormire:

Per la prima volta “Israele” è stato colpito dall’interno del territorio iraniano, sebbene questo attacco costituisca una risposta alla distruzione del consolato iraniano a Damasco. Poiché l’attacco era una risposta all’aggressione “israeliana”, l’Iran aveva la legittimità sia interna che esterna per intraprendere questa azione senza precedenti.

“Israele” si stava preparando all’attacco iraniano, insieme all’intero Occidente con i suoi aerei e le sue difese aeree sul campo [di battaglia]. Tuttavia, l’Iran ha saturato lo spazio aereo “israeliano” con droni e missili, da “Kiryat Shmona” nel nord a Umm al-Rashrash (“Eilat”) nel sud. Per diversi giorni, i sionisti e l’Occidente avevano accresciuto le aspettative sulla risposta iraniana per farla apparire debole dopo la sua esecuzione, eppure le sirene hanno suonato 720 volte nella Palestina occupata, aggiungendo un motivo in più nel calo di fiducia della società “israeliana” per la sua sicurezza in Palestina.

Questa inondazione mirava a dimostrare capacità e, d’altro canto, ha permesso ai missili iraniani di raggiungere due obiettivi predefiniti: due basi militari, una delle quali era la base aerea utilizzata dall’esercito di occupazione per attaccare il consolato iraniano a Damasco.

Nonostante la mobilitazione occidentale, “israeliana” e giordana, e l’iniziativa di questi e altri Paesi di affrontare l’attacco iraniano in difesa di “Israele”, i missili iraniani hanno colpito almeno due basi dell’esercito di occupazione “israeliano”. Prima ancora che l’esercito di occupazione lo riconoscesse, i Guardiani della Rivoluzione Islamica iraniana hanno annunciato che i loro missili hanno colpito almeno una base aerea “israeliana”. Questi colpi sono stati ottenuti anche se l’Iran non si trovava di fronte solo all’entità occupante, ma all’intero Occidente e ai suoi regimi affiliati. In questa notte tutti i dispositivi di intelligence, i sistemi di monitoraggio e i sistemi di difesa, che l’Occidente aveva costruito nel corso di decenni, sono stati schierati sul campo per difendere “Israele”.

L’Iran non ha utilizzato il migliore dei suoi droni, e forse in questo round si è limitato al più lento dei droni iraniani. Come se l’Iran dicesse: “Questo è quello che posso fare con meno di 200 droni di questo tipo, e sono pronto a usarne di più avanzati se ci fosse un attacco al territorio iraniano, quindi non andate oltre”.

La deterrenza “israeliana” è al suo peggior livello, e nessuna risposta militare “israeliana” all’interno dei confini iraniani potrà ripararla. Qualsiasi dura risposta “israeliana” all’interno dell’Iran provocherà una risposta iraniana più dura di quella vista oggi nella Palestina occupata, sia in quantità che in qualità. Qualcosa si è rotto e potrà essere riparato solo con la completa sconfitta dei nemici di “Israele”, qualcosa che non è alla portata dell’Asse del Genocidio.

Dopo il 7 ottobre, “Israele” ha dichiarato di essere diretto a cambiare il “Medio Oriente”. In questo contesto, l’aggressione contro il consolato iraniano a Damasco ha rappresentato un salto di qualità che ha superato ogni linea rossa. Tuttavia, la risposta iraniana all’interno dell’occupante ha vanificato l’obiettivo “israeliano”. “Israele” è stato costretto a fare marcia indietro rispetto a ciò che cercava di imporre bombardando il consolato.

Gli eventi di ieri sera, come l’Alluvione di al-Aqsa, hanno rivelato la fragilità della realtà “israeliana” e il bisogno vitale da parte di questa entità della protezione occidentale, anche per contrastare meno di 400 droni e missili, nonostante “israeliani” e americani si vantino della strati di difesa aerea nell’entità occupante. In uno scontro limitato come quello di ieri sera, “Israele” per difendersi ha avuto bisogno degli eserciti dell’Occidente e degli arabi della ‘normalizzazione’, anche se tutti gli aerei dell’aeronautica “israeliana” erano in volo per contrastare i missili iraniani e proteggersi dai danni che potevano essere arrecati alle basi aeree nell’entità occupante.

Dopo la risposta iraniana, Benjamin Netanyahu ha messo da parte il suo orgoglio. Quest’uomo ha costruito tutta la sua carriera politica sulla lotta alla minaccia iraniana. E quando l’Iran è arrivato a sferrare un colpo storico all’entità (descritta come “storica” dallo stesso “Israele”), avrebbe dovuto rispondere duramente all’Iran, all’interno dei suoi confini, senza esitazione. Ma si è trovato di fronte al dilemma che gli Stati Uniti e “Israele” sono pienamente consapevoli che qualsiasi attacco al territorio iraniano incontrerà una risposta più dura di quella che abbiamo visto ieri sera. Pertanto, è difficile prevedere se la decisione americana che verrà presa nelle prossime ore consentirà o meno a “Israele” di attaccare il territorio iraniano, sapendo che recenti indiscrezioni suggeriscono che Biden non è favorevole a una risposta “israeliana”, temendo risposte iraniane e un giro di reazioni reciproche che potrebbe infiammare l’intera regione. La risposta al consolato ha fatto sì che l’Iran rispondesse in questo modo, quindi quale sarebbe la risposta a qualsiasi attacco al territorio interno iraniano?

Un ultimo punto: la risposta iraniana contribuirà a rafforzare la posizione della Resistenza palestinese a Gaza nei negoziati che sta conducendo per raggiungere un cessate il fuoco, poiché l’attacco iraniano esacerba la tensione regionale che Washington cerca di controllare dallo scorso 7 ottobre.

Possiate svegliarvi con la bontà e la vittoria.

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Writer : shervin | 0 Comments | Category : Notizie , Novità

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