Sondaggio di istituti scientifici americani mostra il vero volto dell’Iran

Sondaggio di istituti scientifici americani mostra il vero volto dell’Iran

I teppisti, presentati dai media e governi occidentali come “popolazione che reclama democrazia e libertà”

Una recente ricerca sull’opinione della popolazione iraniana all’indomani delle recenti proteste avvenute nel paese, condotta dal “Center for International and Security Studies at Maryland” (CISSM) dell’Università del Maryland e dall'”IranPoll”, della quale fornisce oggi un resoconto il “The Washington Post”, mostra che se da un lato il malessere per la corruzione e la cattiva gestione economica da parte del governo è ampiamente condiviso dalla popolazione, la richiesta di cambiamento dell’ordinamento politico iraniano, di un ‘allentamento’ delle norme islamiche o la critica alla politica estera iraniana in Siria e Iraq non sono invece affatto così condivise dagli iraniani.

Gli iraniani ritengono che il sostegno alle proteste offerte dal Presidente americano Trump e da altre autorità statunitensi non ha aiutato i dimostrati, con il 39% degli intervistati che ritiene che ne abbia danneggiato le richieste e solo il 9% che le abbia aiutate.

Quanto alla loro opinione sul governo americano, l’85% degli iraniani ha espresso una opinione molto sfavorevole, mentre meno dell’1% una molto favorevole.

La ricerca è stata condotta dal 16 al 24 gennaio scorso, a ridosso delle proteste svoltesi nelle settimane precedenti in diverse zone dell’Iran, manifestazioni inizialmente pacifiche contro i rincari e i problemi economici del paese e poi – con l’ingresso di agenti infiltrati e anti-rivoluzionari sobillati dall’estero – diventate violente e dirette contro l’ordinamento della Repubblica Islamica

Nel sondaggio il 69% degli intervistati descrive come negativa la situazione economica, la percentuale più alta dall’ultima ricerca realizzata da IranPoll nel 2015. Secondo la maggioranza – il 58% – le condizioni economiche generali sono peggiorate, mentre il 41% ha dichiarato che la situazione economica della propria famiglia è peggiorata negli ultimi quattro anni, durante il primo mandato del governo Rohani.

Quanto ai temi più cari alla propaganda dei contro-rivoluzionari e del Fronte dell’Arroganza e del sionismo internazionale, i risultati emersi risultano molto interessanti: meno del 5% ritiene che sia necessario un cambiamento radicale (regime change) dell’ordinamento politico, solo il 21,7% richiede un ‘allentamento’ della Legge islamica, soltanto il 21,5% sostiene che il governo debba spendere meno in Iraq e Siria e appena il 17,2% crede che il coinvolgimento in Siria e Iraq sia contrario agli interessi nazionali.

Il sondaggio mostra infine il sostegno generale della popolazione iraniana all’azione delle autorità contro i rivoltosi, con addirittura il 63% che ritiene che sarebbero dovute intervenire in modo più duro.

Gli istituti che hanno condotto la ricerca sono noti per l’accuratezza scientifica delle proprie ricerche; durante le ultime tre elezioni presidenziali in Iran avevano previsto il risultato finale con un margine di errore del 2-3%.

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Writer : shervin | 0 Comments | Category : Notizie

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