La vera aspirazione: la storia di un’anziana donna
Finché ne abbiamo l’opportunità, la nostra ‘ardente aspirazione’ deve essere quella di ottenere la ‘graziosa dimora’ prima di lasciare questo mondo e non poter più fare nulla. A tal proposito, abbiamo un episodio molto interessante narrato in Rawdat al-Kāfī dall’Imām Muhammad al-Bāqir (as) [1]:
عَنْ أَبِي جَعْفَرٍ (ع) قَالَ إِنَّ رَسُولَ اللَّهِ (ص) كَانَ نَزَلَ عَلَى رَجُلٍ بِالطَّائِفِ قَبْلَ الإسْلاَمِ فَأَكْرَمَهُ. فَلَمَّا أَنْ بَعَثَ اللٌّهُ مُحَمَّداً (ص) إِلَى النَّاسِ، قِيلَ لِلرَّجُلِ: أَتَدْرِي مَنِ الَّذِي أَرْسَلَهُ اللّهُ عَزَّ وَجَلَّ إِلـى النَّاسِ؟ قَالَ: لا. قَالُوا لَهُ: هُوَ مُحَمَّدُ بْنُ عَبْدِ اللّهِ، يَتِيمُ أَبِي طَالِبٍ، وَهُوَ الَّذِي كَانَ نَزَلَ بِكَ بِالطَّائِفِ يَوْمَ كَذَا وَكَذَا فَأَكْرَمْتَهُ. قَالَ: فَقَدِمَ الرَّجُلُ عَلَى رَسُولِ اللٌّهِ (ص) فَسَلَّمَ عَلَيْهِ وَأَسْلَمَ، ثُمَّ قَالَ لَهُ: أَتَعْرِفُنِي يَا رَسُولَ اللّهِ؟ قَالَ: وَمَنْ أَنْتَ؟ قَالَ: أَنَا رَبُّ الْمَنْزِلِ الَّذِي نَزَلْتَ بِهِ بِالطَّائِفِ فِي الْجَاهِلِيَّةِ يَوْمَ كَذَا وَكَذَا فَأَكْرَمْتُكَ. فَقَالَ لَهُ رَسُولُ اللّهِ (ص): مَرْحَباً بِكَ، سَلْ حَاجَتَكَ. فَقَالَ: أَسْأَلُكَ مِائَتَيْ شَاةٍ بِرُعَاتِهَا. فَأَمَرَ لَهُ رَسُولُ اللّهِ (ص) بِمَا سَأَلَ. ثُمَّ قَالَ لأَصْحَابِهِ: مَا كَانَ عَلَى هذَا الرَّجُلِ أَنْ يَسْأَلَنِي سُؤَالَ عَجُوزِ بَنِي إِسْرَائِيلَ لِمُوسَى (ع) ؟ فَقَالُوا: وَمَا سَأَلَتْ عَجُوزُ بَنِي إِسْرَائِيلَ لِمُوسَى؟ فَقَالَ: إِنَّ اللّهَ عَزَّ ذِكْرُهُ أَوْحَى إِلَى مُوسَى أَنِ احْمِلْ عِظَامَ يُوسُفَ مِنْ مِصْرَ قَبْلَ أَنْ تَخْرُجَ مِنْهَا إِلـى الأَرْضِ الْمُقَدَّسَةِ بِالشَّامِ، فَسَأَلَ مُوسَى عَنْ قَبْرِ يُوسُفَ (ع) ، فَجَاءَهُ شَيْخٌ فَقَالَ: إِنْ كَانَ أَحَدٌ يَعْرِفُ قَبْرَهُ فَفُلانَةُ. فَأَرْسَلَ مُوسَى (ع) إِلَيْهَا، فَلَمَّا جَاءَتْهُ قَالَ: تَعْلَمِينَ مَوْضِعَ قَبْرِ يُوسُفَ (ع) ؟ قَالَتْ: نَعَمْ. قَالَ: فَدُلِّينِي عَلَيْهِ وَلَكِ مَا سَأَلْتِ. قَالَتْ: لاَ أَدُلُّكَ عَلَيْهِ إِلاَّ بِحُكْمِي. قَالَ: فَلَكِ الْجَنَّةُ. قَالَتْ: لاَ، إِلاَّ بِحُكْمِي عَلَيْكَ. فَأَوْحَى اللّهُ عَزَّ وَجَلَّ إِلَى مُوسَى (ع): لاَ يَكْبُرُ عَلَيْكَ أَنْ تَجْعَلَ لَهَا حُكْمَهَا. فَقَالَ لَهَا مُوسَى (ع): فَلَكِ حُكْمُكِ. قَالَتْ: فَإِنَّ حُكْمِي أَنْ أَكُونَ مَعَكَ فِي دَرَجَتِكَ الَّتِي تَكُونُ فِيهَا يَوْمَ الْقِيَامَةِ فِي الْجَنَّةِ. فَقَالَ رَسُولُ اللّهِ (ص): مَا كَانَ عَلَى هذَا لَوْ سَأَلَنِي مَا سَأَلَتْ عَجُوزُ بَنِي إِسْرَائِيلَ؟
“Prima dell’avvento dell’Islam, mentre il Santo Profeta (S) si recò a visitare Tā’if, una persona lo ospitò generosamente. Più tardi, quando il Profeta (S) fu nominato Messaggero di Dio, chiesero a questa persona: ‘Sai Dio chi ha nominato come Suo Messaggero per le genti?’ ‘No’, rispose l’uomo. Dissero: ‘È Muhammad bin ‘Abdillāh, l’orfano di Abī Tālib, che quel giorno fu tuo ospite a Tā’if e che tu hai gentilmente accolto.’ Sentendo questo, la persona si recò dal Profeta (S), lo salutò, abbracciò l’Islam e disse: ‘O Messaggero di Dio, mi riconosci?’ Il Profeta (S) disse: ‘Chi sei?’ L’uomo allora rispose: ‘Sono il proprietario della casa in cui sei stato a Tā’if durante l’era dell’Ignoranza (prima dell’avvento dell’Islam) e ti ha ospitato’. Il Santo Profeta (S) disse: ‘Benvenuto; chiedimi pure ciò che vuoi.’ L’uomo disse: ‘Voglio duecento pecore insieme a dei pastori.’ Il Santo Profeta (S) ordinò che gli venisse dato quanto richiesto. Poi, rivolgendosi ai suoi Compagni, l’Inviato di Dio (S) disse che avrebbe desiderato che quell’uomo desiderasse quello che l’anziana donna dei Banī Isrā’īl chiese al Profeta Mosè (as).
I Compagni allora domandarono: ‘Cosa chiese a Mosè (as) l’anziana donna dei Banī Isrā’īl?’ Il Profeta (S) disse: “In verità Dio ha rivelato al Profeta Mosè (as) di trasportare le ossa del Profeta Giuseppe (as) prima che egli lasciasse l’Egitto per recarsi nella terra santa di Shām (regione che allora comprendeva Siria, Libano, Palestina e Giordania, N.d.T.). Il Profeta Mosè (as) chiese allora dove si trovasse la tomba del Profeta Giuseppe (as). Un anziano uomo si avvicinò e disse: ‘Se c’è qualcuno che sa dove si trova la sua tomba, è tale anziana donna…’. Il Profeta Mosè (as) chiese allora che gli venisse portata l’anziana donna, e quando ella giunse le chiese: ‘Conosci il luogo della tomba del Profeta Giuseppe (as)?’ ‘Si’, rispose l’anziana. Il Profeta Mosè (as) disse: ‘Guidami allora verso la tomba e riceverai tutto ciò che chiederai.’ Ella disse: ‘Non ti ci condurrò finché non avrai accettato quanto ti chiedo in cambio.’ Il Profeta Mosè (as) disse: “Riceverai il Paradiso.” L’anziana disse: ‘No, eccetto quello che ti ordino.’ Allora Iddio Onnipotente rivelò al Profeta Mosè (as) che approvare la richiesta della donna non sarebbe stato per lui una cosa insormontabile. Perciò il Profeta Mosè (as) disse: ‘Va bene, avrai quello che vorrai.’ Quindi l’anziana disse: ‘Vorrei essere con te nella stessa stazione che avrai in Paradiso nel Giorno del Giudizio’.”
Raccontando questo episodio il Santo Profeta Muhammad (S) disse: “Perché quest’uomo non ha desiderato quello che cercava l’anziana dei Banī Isrā’īl?”
Questo aneddoto costituisce una lezione molto importante per noi. Riflettiamo sull’aspirazione dell’anziana donna. Alla donna venne offerto il Paradiso, ma ella rifiutò. La sua aspirazione andava oltre. Essa anelava alla stessa stazione che il Profeta Mosè (as) avrebbe raggiunto nell’aldilà, che non è altro che quella della prossimità divina o Jannat al-liqā’ (il Paradiso dell’Incontro con Dio). I seguenti versetti del Corano alludono a questa elevate stazione:
1) Sacro Corano, 89: 27-30:
يَا أَيَّتُهَا النَّفْسُ الْمُطْمَئِنَّةُ. ارْجِعِي إِلـى رَبِّكِ رَاضِيَةً مَرْضِيَّةً. فَادْخُلِي فِي عِبَادِي. وَادْخُلِي جَنَّتِي
“O anima ormai acquietata, ritorna al tuo Signore soddisfatta e accetta; entra tra i Miei servi, ENTRA NEL MIO PARADISO.”
2) Sacro Corano, 54: 54-55:
إِنَّ الْمُتَّقِينَ فِي جَنَّاتٍ وَنَهَرٍ. فِي مَقْعَدِ صِدْقٍ عِنْدَ مَلِيكٍ مُقْتَدِرٍ
“I timorati saranno tra Giardini e ruscelli, in un luogo di verità, presso un Re onnipotente.”
Chiaramente l’aspirazione della vecchia donna dei Banī Isrā’īl ci spinge a comprendere il nostro vero bisogno innato e pregare di conseguenza. La nostra aspirazione dovrebbe essere il perdono dei peccati e la prossimità divina. Sì, cercare una “lunga vita”, “ampio sostentamento”, ecc. come mezzi per permetterci di raggiungere la vicinanza di Dio è altamente raccomandato. Le nostre suppliche sono piene di espressioni di tali bisogni. Ma i bisogni materiali devono sempre essere cercati quali mezzi per il “Grande Ritorno” a Dio. Altrimenti questi stessi benefici mondani possono solo ampliare il divario. Apprendiamo la lezione della Nobile Āsiya, la moglie del Faraone, che nonostante avesse goduto di tutti i piaceri mondani non si arrese a Faraone e affrontò dolorose torture per mano sua. Iddio Onnipotente menziona la sua supplica come segue:
رَبِّ ابْنِ لِي عِنْدَكَ بَيْتاً فِي الْجَنَّةِ
O Signore, costruisci per me, VICINO A TE, una casa in Paradiso
L’Āyatullāh al-‘Uzmā Shaykh Jawādī Āmūlī (che Iddio possa prolungarne la vita), commentatore contemporaneo del Corano e vero successore del suo maestro ‘Allāmah Tabātabā’ī nella scienza del tafsīr, dice [2]:
“Questa donna chiede il Paradiso vicino a Dio, mentre altri cercano solo il Paradiso…Tuttavia questa signora prima chiede Dio, e solo dopo una casa vicino a Dio. Non dice: Rabbibni lī baytan fi’l Janna (‘O Signore, costruisci per me una casa in Paradiso’), né dice: Rabbibni lī baytan ‘indaka fi’l Janna (‘O Signore, costruisci per me UNA CASA vicino a Te in Paradiso’). Ella dice piuttosto: Rabbibni lī ‘indaka baytan fi’l Janna (‘O Signore, costruisci per me VICINO a Te una casa in Paradiso’). Prima menziona ‘la vicinanza di Dio’ e poi parla del Paradiso. Se parliamo in termini di al-Jār Thummaddār (“prima il vicino, poi la propria casa”, celebre hadith di Fatima Zahra, N.d.T.), questa signora dice: Allāh, thumma al-Janna (Prima Dio, poi il Paradiso). Certamente il Paradiso che è indallāh (presso Iddio) è molto diverso dal Paradiso ‘al di sotto del quale scorrono i fiumi’…”
‘Allamah Tabataba’i dice [3]:
الْجَمْعُ بَيْنَ كَوْنِ الْبَيْتِ الْمَبْنِيِّ لَهَا عِنْدَ اللٌّهِ وَفِي الْجَنَّةِ، لِكَوْنِ الْجَنَّةِ دَارَ الْقُرْبِ مِنَ اللٌّهِ
“Cercare al tempo stesso una casa costruita vicino a Dio e in Paradiso è dovuto al fatto che il Paradiso è la dimora della prossimità divina”.
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NOTE
[1] Rawdat al-Kāfī, v. 8, pp. 110-111
[2] Zan dar āineye Jamālo Jalāl, pp. 156-157
[3] Tafsir Al-Mīzān, v. 19, pag. 344
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