Il Profeta Ayyub (A), Giobbe in italiano, visse circa 2500 anni fa. Conduceva una vita felice insieme alla moglie Rahma, possedeva molti campi coltivati e prati in cui faceva pascolare il suo bestiame. Allah l’Altissimo gli concesse molti figli e figlie che abitavano con lui in una grande casa. Ayyub (A) adorava solo Allah e non gli associava nessuno. Seguiva la religione dei suoi avi Abramo, Isacco e Giacobbe (A). Il Giorno in cui gli angeli gli annunciarono la sua profezia, egli si prostrò ad Allah e lo ringraziò.
Il Profeta Ayyub (A) amava i poveri, donava loro cibo e vestiti. Invitava sempre un povero o un orfano a mangiare con lui, non negava un favore a chi glielo chiedeva e mai glielo rinfacciava. Tutti lo amavano per questo suo comportamento.
Un giorno un uomo anziano andò da Ayyub (A) per chiedergli cibo e vestiti per i suoi figli.
Ayyub (A) gli chiese: “Sei straniero?”
“No – rispose l’uomo – vivo in questa terra”.
Ayyub (A) si addolorò: “Come sono egoista! Ho la casa pena di cibo e tu sei affamato!” L’uomo disse: “E’ colpa mia, sono io che non ti ho mai chiesto niente prima d’ora”.
“No – rispose Ayyub – è colpa mia. Io non ti ho mai cercato!”
Il Profeta Ayyub (A) lavorava i suoi campi mentre la moglie, aiutata dalle figlie e dalle serve, macinava il grano. I suoi figli andavano a cercare i poveri per aiutarli, i servi riempivano le dispense con i prodotti dei campi e i pastori pascolavano il bestiame.
Ayyub (A) ringraziava Allah per tutti i beni che gli aveva concesso. La gente lo amava perché pensava fosse stato benedetto da Allah.
Satana invece invidiava Ayyub (A) e voleva traviare la sua gente. Cominciò ad insinuare dubbi nelle loro menti sussurrando: “Ayyub serve Allah solo perché teme che Lui possa portagli via le sue proprietà. Se fosse povero non lo servirebbe e non s’inchinerebbe davanti a Lui!”.
La gente cominciò a credere alle parole di Satana e a diffonderle.
Allah volle dimostrare alla gente che Satana era un bugiardo e che Ayyub (A) era veritiero, paziente e fedele. Così lo mise alla prova con molte disgrazie.
Un giorno un gruppo di malvagi uccise i suoi contadini e i suoi pastori portandosi via tutto il bestiame. Ayyub (A) era addolorato, ma non perse la pazienza. Disse: “Ad Allah apparteniamo e a Lui è il nostro ritorno!”.
Il giorno successivo i fulmini colpirono le sue fattorie e i suoi campi bruciando tutto.
Rahma disse: “Tutte le disgrazie del mondo ci colpiranno!”
Ayyub (A) le consigliò di avere pazienza poiché questa era la volontà di Allah che prima o poi mette alla prova tutti i profeti. Ayyub (A) poi si rivolse ad Allah e lo pregò di renderlo paziente, infine ordinò ai suoi servi e serve di ritornare dalle loro famiglie poiché non voleva che anche loro fossero colpiti dalle sue disgrazie.
Ayyub (A) dovette affrontare anche un’altra prova: perse tutti i suoi figli!
Satana non abbandonava mai Ayyub (A) e gli sussurrò: “Com’è grande questa disgrazia! Sette maschi e tre femmine morti insieme. Erano la tua speranza. Chi ti rallegrerà ora?”.
Ayyub (A), guardò il cielo pieno di stelle e disse: “Allah, io so che tu sei la fonte del bene! Signore, concedimi la pazienza!” Satana scappò nel sentire il nome di Allah.
(Lo fa sempre quando qualcuno invoca il Suo nome. Allah protegge e rende puro il cuore di chi dice: “Mi rifugio in Allah contro Satana lapidato”. Traslitterazione: “A’udhu billahi min-ash-shaytani-r-rajim”).
Satana però continuava ad influenzare la gente, e questa pensava che Ayyub (A) fosse stato punito da Allah per aver commesso dei gravi peccati. Gli uomini gli chiesero di abbandonare la sua casa per timore che Dio maledicesse anche tutti gli abitanti del villaggio.
Ayyub (A) disse loro gentilmente: “Allah mi manda queste disgrazie per mettermi alla prova come già fece con gli altri profeti. Temete Iddio e non fate del male al vostro profeta!”
Gli abitanti insistettero perché lui se n’andasse e Ayyub (A) si ritirò nel deserto chiedendo ad Allah di perdonare la sua gente poiché era ignorante e non conosceva la verità, altrimenti non lo avrebbe trattato così.
Tutti abbandonarono Ayyub (A), tranne sua moglie Rahma la quale prendeva da lui la forza d’essere paziente. Rahma era costretta a lavorare nelle case dei villaggi per guadagnarsi un pezzo di pane per sé e suo marito. Spesso andava da Ayyub (A) nel deserto, temeva che lupi e iene lo potessero mangiare poiché era diventato molto debole e non avrebbe avuto la forza di difendersi. Gli costruì anche un riparo dal sole e dalla pioggia.
Infine gli abitanti del villaggio non le diedero più lavoro e per procurarsi due pagnotte di pane fu costretta a vendere la sua treccia. Ayyub (A) fu molto dispiaciuto quando seppe quel che aveva fatto sua moglie e si rifiutò di mangiare il pane. Rahma pianse molto perché non ce la faceva più ad affrontare tutte quelle difficoltà. Tuttavia cercò rifugio in Allah.
Era devota a suo marito e continuò a curarlo. A sua volta Ayyub (A) amava la moglie perché era credente, paziente e accettava la volontà Divina.
Il giorno successivo, Rahma tornò dalla gente del villaggio sperando che qualcuno fosse gentile con loro. Ayyub (A) era rimasto solo sotto il sole, era sempre paziente e la sua fede in Allah aumentava di giorno in giorno.
Quella mattina passarono due persone, si fermarono a guardare Ayyub (A) e poi una di loro disse: “Tu hai commesso un peccato, perciò Allah ti ha punito!” L’altra disse: “Tu hai commesso un peccato mortale. Ce lo hai tenuto nascosto e ora Allah ti punisce!” Ayyub era triste a motivo di quelli che lo accusavano di peccare, ma era innocente e rispose: “Giuro su Allah Onnipotente, Allah sa che invitavo gli orfani, i deboli e i poveri a mangiare con me!”
Ayyub (A) guardò il cielo e disse: ”Signore, io accetto la Tua volontà! Il bene è nelle Tue mani. Solo Tu puoi farmi guarire. Satana cerca di sussurrarmi il male!”
Le due persone furono sorprese dalla pazienza di Ayyub (A) e se ne andarono pensando alle sue parole. Improvvisamente il luogo s’illuminò di una bellissima luce trasparente.
L’aria era profumata. Un angelo discese dal cielo e disse ad Ayyub (A): “Pace ad Ayyub, il più caro dei servitori di Allah. Ayyub, tu sei il miglior servo. Allah ti manda i suoi saluti e ti dice: – Ho accettato le tue preghiere. Ti darò la ricompensa dei pazienti. Ayyub, colpisci la terra con la tua gamba. Lava il tuo corpo nella Sacra Fontana!”
L’angelo scomparve e Ayyub (A) fece quel che gli era stato detto. Colpì la terra e ne uscì dell’acqua fresca. Ayyub (A) la bevve e la debolezza nel suo corpo scomparve, era più forte che mai. Indossò abiti bianchi col profumo del Paradiso. Pian piano il terreno intorno a lui si riempì di piante.
Rahma, intanto, era tornata e cercava suo marito. Vide una persona dall’aspetto sano e chiese: “Hai visto Ayyub, il profeta di Allah?” Ayyub (A) rispose: “Sono io!”
Rahma fu molto sorpresa nel vedere suo marito guarito e ringiovanito e lui le spiegò che Allah fa ammalare e poi guarire, essendo Egli Onnipotente. Disse a Rahma che Allah aveva deciso di porre fine alle sue disgrazie e la invitò a bagnarsi nella Sacra Fontana per poter riacquistare la salute e la giovinezza.
L’acqua continuava a scorrere e irrigò i campi che erano stati bruciati; bagnò anche le tombe dei suoi figli che ritornarono in vita. Tutto ritornò come sette anni prima.
Con la storia di Ayyub (A), Allah ha voluto dimostrare che tutto ciò che abbiamo viene da Lui e quando vuole ci può togliere tutto e poi ridonarcelo e nessuno ha il diritto di allontanare le persone povere, deboli o anziane.