La donna nella cultura islamica
Mehdi Mehrizi
Introduzione
Dal momento che le donne rappresentano la metà della società umana, il loro status, la loro posizione ed il loro ruolo in tale società, possono essere un valido criterio per valutare il livello di ogni società e cultura. Esse hanno un ruolo importante nello sviluppo o nell’involuzione della loro società, e sono un fattore determinante nella crescita della qualità della vita.
La cultura di una società è costituita dai suoi costumi, dalle tradizioni, dalle credenze e dal comportamento dei suoi membri. Parimenti, la cultura di una scuola di pensiero è costituita dai suoi principi, dal suo credo e dalle azioni dei suoi membri fondatori. Pertanto, se si volesse studiare una particolare scuola di pensiero, occorre riferirsi a ciò che i suoi capi e fondatori dicono. Quindi, per comprendere il ruolo della donna nella cultura islamica, occorre studiare quello che l’Islam e le sue guide religiose affermano a questo riguardo.
Comunque prima di incominciare qualsiasi discussione in merito, è bene precisare una cosa fondamentale: cultura islamica e cultura musulmana non riflettono necessariamente gli stessi valori. Sebbene la cultura musulmana derivi dalla cultura islamica, le due non sono sempre la medesima cosa in quanto non possiamo tralasciare che nel corso dei secoli svariate società musulmane hanno deviato dall’originale cultura islamica. Tale deviazione è avvenuta in misura diversa nelle varie parti del mondo, ma il risultato è che oggi le varie società musulmane esprimono delle sfaccettature della cultura musulmana, ma non necessariamente la vera cultura islamica.
La vera cultura dell’Islam può essere valutata soltanto attraverso il Santo Corano e le tradizioni profetiche (Ahadith, plurale di hadith) e studiando la vita, il carattere e la condotta del Santo Profeta (S), degli infallibili Imam (as) nonché delle nobili Khadija (as) e Fatima (as), così come, d’altro canto, la cultura musulmana va valutata studiando le norme ed i modelli comportamentali dei musulmani e le opere culturali dei loro scrittori, artisti e poeti. Comunque, chiunque voglia approfondire uno studio comparativo fra queste due culture, e trovarne le affinità e differenze, dovrebbe accostarsi a questo studio in modo obbiettivo e senza pregiudizi. Dopo aver chiarito questo punto fondamentale, possiamo procedere nella discussione dello status femminile nella cultura Islamica. Per fare questo ci baseremo sulle sue tre principali fonti: Il Santo Corano, i detti del Profeta (S) e le sue tradizioni.
.
La prospettiva coranica
Quasi duecento versetti del Santo Corano si occupano di rango, ruolo e responsabilità della donna negli aspetti individuale, familiare e sociale. Secondo il Santo Corano, uomini e donne hanno pari diritti sebbene, per alcune questioni particolari tali diritti possano sembrare dissimili. La Legge Divina considera infatti che uomo e donna, pur ugualmente “umani” e con lo stesso fine nella Creazione, abbiano specifiche e peculiari esigenze ed attitudini. Almeno quindici punti rivelano tale approccio equilibrato, dimostrando come l’Islam non lasci spazio alcuno all’oppressione sessuale.
– La creazione: nei versetti in cui il Santo Corano descrive la creazione dell’uomo, la sua posizione di vicario di Dio, la prostrazione degli angeli davanti ad Adamo (as), il soffio dello Spirito Divino nell’uomo, l’insegnamento dei Nomi Divini, il sussurro di Satana, la disobbedienza di Adamo (as), il suo pentimento ecc., non viene operata alcuna specifica distinzione tra uomo e donna. Tutti questi versetti parlano di “umano”, “uomo”, “figli di Adamo”, non operando alcuna differenza tra i due sessi (1).
– Potenziale comune: rispetto alle potenzialità nella conoscenza esoterica, al possesso di uno Spirito Divino, alla capacità intellettiva, alla consapevolezza etica e al ruolo di vicario di Dio, il Santo Corano non distingue tra uomo e donna, bensì riferisce le citate caratteristiche ad ambedue; se ne deduce che l’uomo e la donna sono assolutamente paritetici a questo proposito.
– Il fine della creazione: secondo il Santo Corano, il fine della creazione dell’uomo e della donna è la sottomissione a Dio, la messa alla prova ed il conseguimento di una vita pura, senza nessun distinzione di genere.
– Valori umani: riguardo alle virtù e ai valori umani quali la fede, la conoscenza, la purezza, la pietà, e alle buone azioni, Hajj (pellegrinaggio alla Mecca) e Jihad (sforzo sulla via di Dio) compresi, il Santo Corano non fa distinzione tra uomo e donna. Il Santo Corano, nella Sura al-Ahzâb, (33: 35), pone l’accento su tale uguaglianza dicendo:
“In verità i musulmani e le musulmane, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i leali e le leali, i perseveranti e le perseveranti, i timorati e le timorate, quelli che fanno l’elemosina e quelle che fanno l’elemosina, i digiunatori e le digiunatrici, i casti e le caste, quelli che spesso ricordano Dio e quelle che spesso ricordano Dio, sono coloro per i quali Dio ha disposto perdono ed enorme ricompensa .
– Cammino verso la perfezione: secondo l’Islam, uomo e donna hanno ricevuto entrambi l’ordine da Dio di percorrere la Retta Via e di tendere verso la perfezione.
– Nemico comune: secondo il Santo Corano, Satana è il nemico comune dell’uomo e della donna; entrambi sono suscettibili alle sue insidie malefiche, e ad entrambi si chiede di guardarsi dai complotti malvagi del nemico dell’umanità (2). Secondo l’Islam, Satana al principio della creazione ha ingannato entrambi allo stesso modo, e il Santo Corano non considera la donna responsabile della “caduta dell’uomo” (3).
– L’uomo e la donna si completano a vicenda: il Santo Corano attesta che l’uomo e la donna si completano l’uno con l’altra. (4)
– Credenti e miscredenti: il Santo Corano utilizza anche esempi femminili per descrivere Credenti e Miscredenti: Maryam (as) e Asiyah (as), la moglie del Faraone, sono usate per descrivere delle persone pie e religiose, mentre i nomi delle mogli del profeta Noè (as) e di Lot (as) sono utilizzati al fine di rappresentare il prototipo del miscredente. Il Santo Corano, nella Sura at-Tahrim (66:10-12), dice:
“Dio ha proposto ai miscredenti l’esempio della moglie di Noè e della moglie di Lot. Entrambe sottostavano a due dei Nostri servi, uomini giusti. Entrambe li tradirono, ed essi non poterono in alcun modo porle al riparo da Dio. Fu detto loro: «Entrate entrambe nel Fuoco, insieme con coloro che vi entrano». Dio ha proposto ai credenti l’esempio della moglie di Faraone, quando invocò: « Signore, costruiscimi vicino a Te una casa nel Giardino. Salvami da Faraone e dalle opere sue. Salvami dagli ingiusti». E Maria, figlia di ‘Imrân, che conservò la sua verginità; insufflammo in lei del Nostro Spirito. Attestò la veridicità delle Parole del suo Signore e dei Suoi Libri e fu una delle devote”.
– Ricompense: il Santo Corano valuta le buone azioni di uomini e donne allo stesso modo e promette loro le stesse ricompense per il loro agire. Così si legge nella Sura ali-Imran (3: 195):
“Il loro Signore risponde all’invocazione: “In verità non farò andar perduto nulla di quello che fate, uomini o donne che siate, ché gli uni vengono dagli altri … ”.
– Diverse responsabilità: in alcuni versetti (ayat) del Santo Corano, Dio ha imposto agli uomini doveri specifici, distinti da quelli delle donne. Per esempio, il Santo Corano, nella Sura an-Nisa (4: 19), indica il dovere specifico dell’uomo trattare le donne gentilmente:
“Comportatevi verso di loro convenientemente. Se provate avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate avversione per qualcosa in cui Dio ha riposto un grande bene”. Questi versetti, tuttavia, non possono ne devono essere considerati segno di oppressione sessuale.
– Dovere di ordinare il bene e proibire il male: il precetto islamico di ordinare il bene e proibire il male (Amri bi-l-ma’ruf wa Nahyi ani-l-munkar) è tale per uomini e donne. Il Santo Corano, nella Sura at-Tawba (9:71), dice:
“I credenti e le credenti sono alleati gli uni degli altri. Ordinano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole, eseguono l’orazione, pagano la decima e obbediscono a Dio e al Suo Messaggero. Ecco coloro che godranno della misericordia di Dio. Dio è eccelso, saggio”.
– Uguale partecipazione: secondo l’Islam, l’Uomo e la Donna hanno ugualmente il diritto di stipulare alleanze, giurare, votare, eleggere o stringere accordi. Il Santo Corano, nella Sura al-Mumtahana (60: 12), dice:
“O Profeta, quando vengono a te le credenti a stringere il patto, [giurando] che non assoceranno a Dio alcunché, che non ruberanno, che non fornicheranno, che non uccideranno i loro figli, che non commetteranno infamie con le loro mani o con i loro piedi e che non ti disobbediranno in quel che è reputato conveniente, stringi il patto con loro e implora Dio di perdonarle. Dio è perdonatore, misericordioso”.
– Pietas: il Santo Corano intima la pietà e la purezza ugualmente all’uomo e alla donna. La castità va preservata, nell’Islam, da parte di entrambi i sessi. Il Santo Corano, nella Sura an-Nur (24: 30-31), dice:
“Di’ ai credenti di abbassare il loro sguardo e di essere casti. Ciò è più puro per loro. Dio ben conosce quello che fanno. E di’ alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare …”.
– Parità dignità tra i sessi: L’Islam condanna decisamente l’oppressione sessuale. Prima della Rivelazione, la condizione della donna in tutto il mondo era miserabile. Nell’Arabia pre-islamica, in particolare, la nascita di una bambina era considerata infamante ed era diffusa l’usanza di seppellire vive le neonate. L’Islam ha condannato con forza e posto fine a tali usanze barbariche e crudeli. Il Santo Corano ammonisce, nella Sura an-Nahl (16:58–59):
“Quando si annuncia ad uno di loro la nascita di una figlia, il suo volto si adombra e soffoca [in sé la sua ira]. Sfugge alla gente, per via della disgrazia che gli è stata annunciata: deve tenerla nonostante la vergogna o seppellirla nella polvere? Quanto è orribile il loro modo di giudicare”.
– Rispetto verso entrambi i genitori: Gli insegnamenti islamici impongono di rispettare entrambi i genitori e, in ambito coranico, sia il padre che la madre detengono una posizione elevata. Il Santo Corano enfatizza il rispetto e le attenzioni per i genitori e in special modo per la madre. Nella Sura al-Ahqaf (46: 15), è scritto: “Abbiamo ordinato all’uomo la bontà verso i genitori: sua madre lo ha portato con fatica e con fatica lo ha partorito ”.
E nella Sura Luqman, (31: 14) si afferma: “Abbiamo imposto all’uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzò dopo due anni”.
.
La cultura islamica attraverso le Tradizioni Profetiche (Ahadith)
Il Profeta dell’Islam (S) ha detto:
“Le donne sono uguali agli uomini” (5)
“Il Paradiso giace sotto i piedi della madre” (6)
“Il Paradiso giace sotto i piedi delle donne” (7)
Il Profeta (S) rispettava profondamente le donne e diceva: “I migliori tra voi sono quelli che trattano bene le donne” (8)
Un altro famoso detto profetico (hadith) è: “Gli uomini generosi rispettano le donne, mentre gli uomini vili mancano loro di rispetto e sono sgarbati con loro” (9)
Durante tutta la sua vita, il Profeta Muhammad (S) trattò le donne gentilmente e diede l’esempio ai suoi seguaci, affinché le rispettassero e fossero gentili e generosi con loro. Una tradizione profetica (hadith) narra: “Nel distribuire tra i vostri figli siate equi e giusti. Se io potessi scegliere di preferire qualcuno, darei la precedenza alle femmine sui maschi”. (10)
.
Il comportamento del Profeta (S) verso le donne
Sebbene questa fosse una pratica molto comune in quei tempi, e specialmente nell’Arabia pre-islamica, il Profeta (S) mai alzò le mani su una donna. Egli insegnò che soltanto i vili picchiano le donne. (11)
Il Profeta (S) consultava le sue mogli e sua figlia su varie questioni. Si narra per esempio che ogni volta che qualcuno gli chiedeva la mano di sua figlia, lui la consultava e ascoltava la sua opinione. Si narra inoltre che egli usasse consultare le sue mogli per questioni mediche e ne accettasse i consigli.
Ogni qualvolta si metteva in viaggio, portava con sé una o due delle sue mogli. (12)
Il Profeta (S) trattava tutte le donne con grande delicatezza e rispetto e non solo quelle della sua famiglia. Egli inoltre usava visitarle qualora fossero malate. (13)
Le donne potevano facilmente avvicinare il Profeta (S) per porgergli domande ed esporgli le proprie difficoltà, ed egli le accoglieva sempre con gioia.
.
Conclusione
Da quanto sopra esposto, è possibile comprendere la condizione e la posizione della donna nella cultura islamica e come questa incoraggi un’interazione sociale tra i credenti basata sulle umane virtù e su un comportamento etico, e non certo fondata sul sesso di appartenenza. Ci permettiamo di evidenziare quanto segue:
.
NOTE
1) A questo proposito confrontare il Santo Corano, 12:5 e 36:60
2) Al contrario dell’Ebraismo e del Cristianesimo, a questo proposito cfr. Santo Corano, 7:19-22.
3) A questo proposito cfr. Santo Corano, 2:187
4) Musnad, Ahmad Ibn Hanbal, v. 6 p.256
5) Kanzu-l-Ummal, v. 16, p. 261
6) Tabaqat al-kubra, Ibn Sa’d, v. 2, p. 272
7) Sunan Ibn Maj’ah, v. 2, p. 636
8) Tarikh Damashqi, v. 7, p. 50
9) Sahih, Bukhari, v. 3, p. 157
10) Tabaqat al-Kubra, Ibn Sa’d, v. 8, pp.204-205
11) Sunan Ibn Maj’ah, v. 1, p. 633
12) Sunan at-Tirmidhi, v. 1, p. 456
Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte