Discorso integrale dell’Imam Khamenei nella VI Conferenza internazionale di sostegno all’Intifada palestinese (2017)
Presentiamo di seguito la traduzione integrale del discorso tenuto dalla Guida della Rivoluzione Islamica, l’Imam Khamenei, in occasione della XVI Conferenza Internazionale di sostegno all’Intifada palestinese tenutosi a Teheran il 21 febbraio 2017.
Prima di iniziare il mio discorso, poiché oggi ricorre l’anniversario del martirio di Malcolm X, la guida dei musulmani afroamericani, vorrei chiedere a tutti i presenti di recitare la Sura Fatiha e la Sura Tawhid per l’anima di questo martire.
Col Nome d’Iddio Clemente e Misericordioso
Ogni lode appartiene [esclusivamente] a Dio, il Signore dei mondi, e la pace e le benedizioni di Dio discendano sul Maestro di tutti gli uomini, Muhammad al-Mustafa, sulla sua immacolata Famiglia e sui suoi prescelti Compagni.
Iddio Onnisciente dice nel Libro Manifesto [il Sacro Corano]: “Non perdetevi d’animo, non vi affliggete: se siete credenti avrete il sopravvento.” (3:139). E il più Possente degli Oratori dice ancora: “Non siate dunque deboli e non proponete l’armistizio mentre siete preponderanti. Dio è con voi e non diminuirà [il valore del]le vostre azioni.” [47: 35].
Nell’iniziare ritengo necessario porgere il benvenuto a tutti voi cari ospiti, onorevoli Presidenti dei Parlamenti islamici, capi dei vari gruppi palestinesi, intellettuali, sapienti e personalità del mondo islamico e agli amanti della libertà. Vi do il benvenuto per la vostra presenza in questa importante conferenza.
La dolorosa storia della Palestina e la straziante tristezza causata a dell’oppressione contro questo paziente, perseverante e resistente popolo affligge veramente ogni persona amante della libertà, della verità e della giustizia e provoca un dolore e una sofferenza atroce nel suo cuore.
La storia della Palestina è piena di alti e bassi, segnata dall’occupazione crudele di quella regione, da milioni di persone rese profughe e senza casa e dalla coraggiosa resistenza di quegli eroici uomini. Una ricerca storica intelligente dimostra che nessun popolo, in nessuna epoca della storia, è mai stato sottoposto a tale dolore, sofferenza e crudeltà. Non si è mai stati testimoni del fatto che una nazione venisse completamente occupata in una trama sovraregionale, che un popolo venisse scacciato dalla propria casa e paese e che un altro gruppo di persone provenienti da zone remote del mondo venisse lì condotto al fine di sostituire quella nazione. Non si è mai stati testimoni che un’entità reale venisse ignorata e una artificiale prendesse il suo posto.
Ma questa è un’altra sporca pagina della storia che, al pari di altre pagine sporche, con il permesso e l’aiuto di Dio Altissimo verrà chiusa: “la falsità è destinata a svanire” (Sacro Corano, 17:81). Ed Egli dice: “La terra sarà ereditata dai Miei servi devoti” (21:105)
La vostra conferenza si tiene in una delle circostanze più difficili a livello mondiale e regionale. Questi giorni la nostra regione – che ha sempre sostenuto il popolo della Palestina nella sua lotta contro un complotto mondiale – sta attraversando numerose crisi e sconvolgimenti. Le crisi esistenti in molte nazioni islamiche della ragione hanno sbiadito il sostegno alla causa della Palestina e al sacro ideale della liberazione di al-Quds (Gerusalemme). Prestare attenzione al risultato di queste crisi ci aiuterà a capire quali potenze ne hanno tratto beneficio.
Coloro che hanno creato il regime sionista con l’obiettivo di ostacolare la stabilità, la solidità e il progresso della regione imponendo un conflitto a lungo raggio, sono gli stessi che si trovano dietro anche alle sedizioni esistenti oggi. Sedizioni che hanno fatto si che le potenzialità dei popoli della regione venissero sprecate in conflitti futili e insignificanti per neutralizzarsi a vicenda, preparando così il terreno per il rafforzamento costante del regime usurpatore sionista. In mezzo a tutto ciò siamo testimoni degli sforzi di persone sagge, illuminate e ben intenzionate della Ummah Islamica. In modo diligente essi cercano di risolvere queste differenze ma purtroppo, traendo beneficio dalla negligenza di alcuni governi, le complesse trame del nemico sono riuscite a imporre guerre civili ai popoli della zona. Questi complotti sono riusciti a mettere le nazioni l’una contro l’altra e a contrastare gli effetti degli sforzi realizzati da queste persone animate da buon intenti nella Ummah islamica.
Ciò che è significativo al riguardo è l’indebolimento della questione della Palestina e lo sforzo per farla uscire dalla lista delle priorità. Nonostante le differenze che esistono tra le nazioni islamiche – alcune di queste differenze sono naturali, altre originate dai complotti del nemico e il resto frutto di negligenza – la questione della Palestina può e deve essere il pilastro dell’unità di tutti i popoli musulmani. Uno dei risultati di questa conferenza è l’annunciare la principale priorità del mondo islamico e dei combattenti della libertà di tutto il mondo, che è la questione della Palestina e la creazione di un’atmosfera di armonia e unanimità con l’obiettivo di raggiungere l’elevato scopo di sostenere il popolo della Palestina e la sua lotta per la Verità e la Giustizia.
Non bisogna mai essere negligenti verso l’importanza del sostegno politico al popolo palestinese, che nel mondo di oggi gode di una priorità speciale. I popoli musulmani e quelli amanti della libertà possiedono differenti punti di vista e opinioni ma possono unirsi con lo stesso obiettivo, che è la Palestina e la necessità di liberarla. Con l’emergere dei segni del collasso del regime sionista e la debolezza che affligge i suoi principali alleati – in particolar modo gli Stati Uniti d’America – siamo testimoni del fatto che anche l’atmosfera mondiale si sta gradualmente orientando in senso contrario alle ostili, illegali e inumane attività del regime sionista. Ovviamente la comunità internazionale e i popoli della regione non hanno ancora adempiuto alle loro responsabilità verso tale questione umanitaria.
L’oppressione brutale della popolazione palestinese, l’arresto di numerose persone, l’uccisione e il saccheggio, l’occupazione delle terre che appartengono alla nazione palestinese e il costruirvi delle colonie, il compiere sforzi per cambiare il volto e l’identità della sacra città di al-Quds, della Moschea di al-Aqsa e di altri luoghi sacri cristiani e islamici, la violazione dei diritti basilari dei cittadini e molti altri abusi continuano ad esistere. Questi atti godono del sostegno totale degli Stati Uniti d’America e di altri governi occidentali, senza purtroppo ricevere una reazione appropriata dal mondo.
Il popolo palestinese è orgoglioso che Iddio Altissimo gli abbia donato il grande favore di aiutarlo nell’assumersi il pesante carico della difesa di questa terra santa e della Moschea di al-Aqsa. Questo popolo non ha altra opzione oltre quella di tenere viva la fiamma della lotta, facendo affidamento in Dio Altissimo e nelle proprie innate capacità, come invero ha fatto sino ad oggi. L’Intifada iniziata per la terza volta nelle terre occupate è sottoposta a maggiore oppressione delle prime due, ma sta procedendo in maniera speranzosa e luminosa. E con il permesso di Dio vedremo che questa Intifada darà vita a un capito molto importante nella storia della lotta e infliggerà un’altra sconfitta a questo regime usurpatore.
Sin dall’inizio questo tumore cancerogeno si è sviluppato in differenti fasi fino a trasformarsi nel disastro attuale. Anche la cura per questo tumore deve svilupparsi in più fasi. Fino ad oggi differenti Intifada e una Resistenza costante e continua hanno permesso il raggiungimento di importanti graduali obiettivi. L’Intifada palestinese continua a procedere in maniera galoppante fino a realizzare l’obiettivo della completa liberazione della Palestina.
Il grande popolo della Palestina – che da solo porta sulle proprie spalle il grande peso della lotta contro il sionismo internazionale ed i suoi arroganti sostenitori – con pazienza ma anche perseveranza e forza ha offerto l’occasione di dimostrare la loro sincerità a tutti coloro che pretendono di difendere la giustizia. Il giorno il cui, con l’errata pretesa di essere realisti e la necessità di accettare il minimo dei diritti per evitare che andassero perduti nella loro totalità, vennero presentati i cosiddetti “piani di pace”, il popolo palestinese e persino tutti i movimenti che criticavano questa prospettiva decisero di offrirgli un’opportunità. Ovviamente, sin dall’inizio, la Repubblica Islamica dell’Iran insistette sull’erroneità della strategia del compromesso e mise in guardia sul suo effetto dannoso e gli ingenti danni che avrebbe causato. L’opportunità fornita a questi “piani di pace” ha causato effetti distruttivi al sentiero della Resistenza e della lotta del popolo palestinese, ma l’unico beneficio è stato quello di aver mostrato nella pratica l’erroneità del cosiddetto sguardo “realista”.
Fondamentalmente il regime sionista venne creato in modo da non potersi astenere dal cercare la prevaricazione, l’oppressione altrui e la violazione dei giusti diritti dei palestinesi. Questo perché la sua entità e identità dipendono dalla distruzione graduale dell’identità ed entità della Palestina. L’illegittima entità del regime sionista continuerà ad esistere solo se fondata sulle rovine dell’identità ed entità della Palestina. E’ per questo che la protezione dell’identità palestinese e la salvaguardia tutti i simboli di questa vera e naturale identità sono necessarie e costituiscono una lotta sacra (jihad muqaddas).
Fin quando il nome e la memoria della Palestina e le fiamme luminose della Resistenza onnicomprensiva di questo popolo verranno preservate, le fondamenta di questo regime usurpatore non potranno rafforzarsi. Il problema con i “piani di pace” non risiede nel solo legittimare un regime usurpatore attraverso la violazione dei diritti di un popolo – il che è già in se stesso un errore grande e imperdonabile – ma è quello di non avere nessuna idoneità con la situazione attuale della Palestina e di non tenere in conto delle espansioniste, oppressive e avide caratteristiche dei sionisti. Ma questo popolo, cogliendo le occasioni [che gli si sono presentate] è riuscito a dimostrare la fallacia di coloro che sostenevano i “piani di pace”. Come conseguenza di ciò è emersa una sorta di consenso nazionale sulla correttezza dei metodi di lotta per recuperare i veri e giusti diritti della nazione palestinese.
Il popolo palestinese ha sperimentato due differenti modelli nei passati tre decenni della propria storia e ha compreso la loro idoneità in relazione alle proprie condizioni. Il modello dell’eroica e continua Resistenza e sacra Intifada contro quello dei “piani di pace”. Il primo è quello che ha donato grandi risultati a questo popolo, e non è senza motivo che in questi giorni vediamo che la Resistenza viene attaccata e l’Intifada messa in dubbio dalle note centrali [di potere e propaganda].
Non ci si aspetta che il nemico agisca altrimenti perché è completamente consapevole della correttezza e fruttuosità di questo sentiero. Alcune volte siamo stati però testimoni che certi movimenti e perfino nazioni che apparentemente difendono la questione della Palestina ma che in realtà cercano di deviare il vero sentiero di questo popolo, attaccano la Resistenza. La loro pretesa è che nella sua lunga decennale vita la Resistenza non è riuscita ancora a realizzare la liberazione della Palestina e pertanto questo metodo deve essere rivisto.
Nel rispondere affermiamo che sebbene la Resistenza non sia ancora riuscita a raggiungere il suo obiettivo finale – la liberazione completa della Palestina – è comunque riuscita a mantenerne viva la causa. Bisogna vedere in quale condizione ci troveremmo ora se la Resistenza non fosse esistita.
Il più importante traguardo della Resistenza è stato quello di creare un solido ostacolo sulla strada del progetto sionista. Il successo della Resistenza risiede nell’aver imposto una guerra di attrito al nemico. In altre parole è riuscita a sconfiggere il progetto principale del regime sionista, il dominio dell’intera regione.
Dobbiamo qui elogiare e ricordare l’essenza della Resistenza e i combattenti che sin dagli inizi hanno partecipato alla Resistenza contro la creazione del regime sionista e, offrendo le loro vite, hanno aiutato a issare lo stendardo della Resistenza e a trasmetterlo alle future generazioni.
Il ruolo della Resistenza nell’era post-occupazione non è un segreto per nessuno e non è possibile neanche negare il suo ruolo nella pur parziale vittoria della guerra del 1973. Dal 1982 la responsabilità della Resistenza è ricaduta praticamente sulla popolazione all’interno della Palestina, ma la Resistenza Islamica del Libano – Hezbollah – è giunta per aiutare i palestinesi sul sentiero della loro lotta. Se la Resistenza non avesse messo in ginocchio il regime sionista, oggi saremmo stati testimoni delle sue aggressioni contro altre nazioni della regione, dall’Egitto alla Giordania, dall’Iraq alla zona del Golfo Persico e oltre.
Questo traguardo è molto importante, ma non è l’unico raggiunto dalla Resistenza. La liberazione del sud del Libano e di Gaza rappresentano il raggiungimento di due importanti graduali obiettivi nel processo di liberazione della Palestina. Ciò ha invertito il processo di espansione geografica del regime sionista.
A partire dai primi anni ’80 non solo il regime sionista non è più stato in grado di occupare nuove terre, ma ha anche iniziato la ritirata. Questo ritiro è iniziato con la sua umiliante uscita dal sud del Libano ed è continuato con un’altra umiliante fuga da Gaza. Nessuno può negare il ruolo centrale e determinante della Resistenza della prima Intifada, che è stato fondamentale ed eminente anche nella seconda. Si è trattata di un’Intifada che ha poi obbligato il regime sionista ad abbandonare Gaza. La guerra dei trenta tre giorni in Libano, e le guerre di ventidue, otto e cinquantuno giorni a Gaza costituiscono pagine splendenti nella pagella della Resistenza. Queste guerre sono una fonte di orgoglio per tutte le nazioni della regione, per il mondo islamico e per tutti i combattenti della libertà nel mondo.
Nella Guerra dei trenta tre giorni tutte le vie per aiutare la nazione libanese e i valorosi combattenti di Hezbollah sono state bloccate, ma con l’aiuto di Dio e affidandosi alla grande forza del resistente popolo libanese, il regime sionista e il suo principale sostenitore – gli Stati Uniti d’America – hanno patito un’umiliante sconfitta, tale che non avranno più il coraggio di attaccare così facilmente quella terra. La costante Resistenza di Gaza – che è diventata ora una fortezza invincibile – ha mostrato nel corso delle molteplici guerre che questo regime è troppo debole per rimanere in piedi di fronte alla volontà di un popolo.
Il principale eroe durante le guerre di Gaza è stato il popolo coraggioso e resistente, che continua a difendere questa roccaforte facendo affidamento al potere della fede, nonostante i molti anni di continuo embargo economico. E’ necessario elogiare tutti i gruppi coinvolti nella Resistenza palestinese – “Sarayah al-Quds” del Jihad Islamico, “Kataeb al-Izz ad-Din al-Qassam” di Hamas, “Kataeb al-Shuhada al-Aqsa” di Fatah e “Kataeb Abu Ali Mustafa” del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – ognuno dei quali ha svolto un prezioso ruolo in queste guerre.
Cari ospiti!
I pericoli originati dalla presenza del regime sionista non devono mai essere ignorati! La Resistenza deve pertanto trarre beneficio da tutti i mezzi a disposizione per continuare il suo compito, e su questo sentiero tutte le nazioni e governi della regione e tutti gli amanti della libertà del mondo hanno il dovere di esaudire le principali necessità di questa nazione resistente. Il principale pilastro della Resistenza è la fermezza e perseveranza del popolo palestinese che ha allevato figli coraggiosi e resistenti. Esaudire le necessità del popolo e della Resistenza palestinese è un importante e fondamentale dovere che noi tutti dobbiamo assolvere.
Nel fare ciò non dobbiamo ignorare le necessità basilari della Resistenza nella Cisgiordania, perché è essa adesso a portare sulle proprie spalle il peso principale dell’oppressa Intifada. Apprendendo dal passato la Resistenza palestinese deve prestare attenzione a questo importante punto: la Resistenza e i palestinesi sono più preziosi e superiori del rimanere coinvolti nelle differenze tra le nazioni arabe e islamiche o in quelle interne, etniche e settarie che esistono nei differenti paesi. I palestinesi, e in particolare i movimenti della Resistenza, devono apprezzare il valore delle loro preziose posizioni e astenersi dall’entrare in queste divergenze. Le nazioni arabe e islamiche e tutti i movimenti islamici e nazionali devono essere al servizio della causa palestinese.
Sostenere la Resistenza è una responsabilità di tutti noi. Nessuno ha il diritto di avere delle particolari aspettative in cambio di questo sostegno. L’unica condizione per il sostegno è quello che venga offerto nel rafforzamento del popolo della Palestina e dell’edificio della Resistenza. La fedeltà all’idea della fermezza di fronte al nemico e alla Resistenza in tutte le sue dimensioni garantisce la continuazione di questo sostegno.
La nostra posizione sulla Resistenza è di principio e non è legata ad alcun gruppo particolare. Noi siamo al fianco di ogni gruppo che è saldo su questo sentiero mentre ogni gruppo che lo abbandona si allontana da noi. La profondità della nostra relazione con i gruppi coinvolti nella Resistenza Islamica dipende soltanto dal livello della loro fedeltà al principio della Resistenza.
Un altro punto che bisogna affrontare è l’esistenza di alcune differenze tra i vari gruppi palestinesi. L’esistenza di opinioni differenti è naturale e comprensibile per la diversità del ‘gusto’ di queste organizzazioni, e finché queste differenze rimangono confinate a questo aspetto potrebbero perfino comportare l’aumento della cooperazione e della profondità della lotta del popolo palestinese. Il problema sorge però quando queste differenze culminano in schermaglie e – Dio non voglia – in seri conflitti.
Se ciò accade, questi differenti gruppi – neutralizzando a vicenda il proprio potere e capacità – avranno in pratica compiuto un passo nel sentiero desiderato dal comune nemico di tutti loro.
La gestione dei disaccordi e delle differenze di opinione è un’abilità che deve essere utilizzata da tutti i movimenti principali. Devono formulare i loro vari piani di lotta in modo che facciano pressione soltanto sul nemico e rafforzino la causa. L’unità nazionale basata su un piano militante (jihadi) è una necessità nazionale per la Palestina. Ci si attende che tutti i gruppi cerchino di raggiungere questa unità in linea con le richieste dell’intero popolo palestinese.
In questi giorni la Resistenza sta lottando anche contro un altro complotto, che è lo sforzo di alcuni sedicenti amici di deviare dal suo corso la Resistenza e l’Intifada del popolo palestinese e usarli nelle loro trattative segrete con i nemici del popolo palestinese. La Resistenza è comunque troppo intelligente per cadere in questa trappola. Uno dei motivi è che il popolo palestinese è la vera guida della lotta e della Resistenza, e le passate esperienze mostrano che ottenendo un’accurata comprensione delle condizioni esistenti, esso impedirà queste deviazioni. Se, Dio non voglia, uno dei movimenti della Resistenza cadesse in tale trappola, questo stesso popolo produrrà nuovamente ciò di cui necessita, come ha già fatto in passato. Se un gruppo ammaina lo stendardo della Resistenza, senza dubbio un altro gruppo emergerà dal cuore del popolo della Palestina per issarlo nuovamente.
In questa conferenza voi onorevoli partecipanti affronterete soltanto la questione della Palestina, che purtroppo negli ultimi anni è stata vittima della mancanza di un’appropriata e necessaria attenzione. Indubbiamente le crisi esistenti in ogni parte della regione e della Ummah Islamica meritano attenzione, ma la causa di questa riunione è la Palestina. Questa conferenza può rappresentare un modello per tutte le nazioni islamiche e della regione per rimuovere gradualmente le loro differenze basandosi sui loro punti comuni e preparando il terreno per risolvere le differenze, rafforzando così la Ummah di Muhammad (S).
In ultimo, ritengo necessario una volta ancora ringraziare voi tutti onorevoli ospiti per la vostra importante presenza e ringrazio inoltre lo stimato Presidente dell’Assemblea Consultiva Islamica e i suoi colleghi del decimo Majlis per gli sforzi realizzati nell’organizzarla.
Chiedo a Dio di aiutare tutti voi nel riuscire a servire la causa della Palestina, principale questione del mondo islamico e pilastro dell’unità di tutti i musulmani e di tutte le persone libere nel mondo.
La pace e le benedizioni di Dio discendano sulle nobili anime di tutti i martiri, in particolar modo dei nobili martiri della Resistenza contro il regime sionista, su tutti i sinceri combattenti del Fronte della Resistenza e sulla pura anima del fondatore della Repubblica Islamica [l’Imam Khomeyni] che è stato colui che maggiormente ha prestato attenzione alla causa palestinese.
Vi auguro successo e vittoria.
Wassalam alaykum wa rahmatullah wa barakatuhu
Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte