Gli aspetti spirituali dell’Hajj:
l’Imam Zayn al-ʿĀbidīn (as) e Al-Shiblī
Introduzione all’hadith
L’hadith di al-Shiblī è riportato nel Mustadrak al-Wasāʾil da Mīrzā Ḥusayn al-Nūrī, che la riporta dal Sharḥ al-Nukbah di al-Sayyid ʿAbd Allah Nūr al-Dīn Niʿmat Allah al-Mūsawī. (1) L’hadith è sotto forma di una conversazione tra l’Imam Zayn al-ʿĀbidīn (ʿas) – recentemente ritornato dal Pellegrinaggio – e un altro pellegrino chiamato al-Shiblī. Nel corso dell’affascinante discussione l’Imam spiega sinteticamente le dimensioni spirituali dei riti dell’Hajj e, come si può notare alla fine della narrazione, le parole dell’Imam sortirono un profondo effetto su al-Shiblī.
Molte opere scritte da sapienti sciiti sugli aspetti spirituali dell’Hajj menzionano in qualche misura questa tradizione. (2)
Nella sua opera Ṣahbāy-i Ḥajj, l’Ayatullah Jawādī Āmulī attinge a questa narrazione in più passi, descrivendo il suo testo come ‘profondo e radiante’ e in una parte riportandola integralmente. (3) L’Ayatullah menziona inoltre un numero di aspetti utili riguardanti l’affidabilità e l’utilizzo della narrazione; nel proseguo di questa introduzione includeremo gli aspetti da lui menzionati.
La precisa identità di al-Shiblī non è chiara. Diverse persone chiamate al-Shiblī sono state menzionate nelle narrazioni, e fra loro lo gnostico Abū Bakr Dulf Juḥdar al-Shiblī che visse in prossimità dell’epoca degli Imam (as). Egli nacque però circa due secoli dopo il martirio dell’Imam Zayn al-ʿĀbidīn (as), e pertanto non può aver riportato questa tradizione direttamente da lui.
L’affidabilità della narrazione è stata alcune volte messa in dubbio in quanto hadith mursal, ovvero alcuni dei narratori non sono menzionati nella catena di trasmissione. Inoltre, lo stile del discorso attribuito all’Imam Zayn al-ʿĀbidīn (as) nella narrazione è piuttosto differente dallo stile che troviamo in altri detti dell’Imam; si è quindi ipotizzato che le parole possano essere state originate da alcuni gnostici e poi falsamente attribuite all’Imam nel corso del tempo. (4) Un altro punto conteso è il fatto che alcuni dei riti dell’Hajj menzionati nell’hadith non sono riportati nell’ordine in cui vengono normalmente realizzati dai pellegrini.
Nessuna di queste critiche costituisce comunque un terreno solido per ignorare tale narrazione, prima di tutto perché essa non attiene ciò che è obbligatorio e ciò che è proibito, e quindi non è sottoposta agli stessi severi criteri di affidabilità delle narrazioni di questa categoria. Inoltre, per il semplice fatto che l’interlocutore immediato del detto è sconosciuto, o perché la narrazione è mursal, o perché lo stile del discorso è piuttosto differente da quello di altri detti dell’Imam, non significa che non possiamo trarre beneficio da questa narrazione. Quanto al differente ordine in cui alcuni riti dell’Hajj sono menzionati, forse è dovuto al fatto che l’Imam non intendeva affatto parlare delle dimensioni ‘esteriori’ dell’Hajj; in altre parole, in quel particolare momento, egli non era preoccupato nello spiegare le norme giuridiche del Pellegrinaggio. Infine, poiché questa tradizione è conforme agli insegnamenti e non contraddice il Corano, la Sunnah o l’intelletto, non vi è problema nell’utilizzarla, e può aiutare i pellegrini ad ottenere una comprensione più profonda dei riti dell’Hajj e rendere il loro Pellegrinaggio più significativo.
Traduzione della narrazione
Al-Sayyid ʿAbd Allah, nipote di al-Muḥaddith al-Jazāʾirī, dice in Sharḥ al-Nukbah: “Ho trovato questa narrazione mursal in diverse fonti, le più autentiche delle quali erano scritte per mano di alcuni sapienti nostri contemporanei”:
Quando il nostro mawla [l’Imam] Zayn al-ʿĀbidīn (as) era di ritorno dal Pellegrinaggio (Hajj), [un pellegrino chiamato] al-Al-Shiblī si avvicinò per riceverlo.
L’Imam (A) gli chiese: “O Al-Shiblī , hai realizzato il Pellegrinaggio?”
– “Si, o figlio dell’Inviato di Dio!”
– “Sei giunto al Miqat, hai tolto i tuoi vestiti cuciti e realizzato il ghusl (l’abluzione rituale maggiore)?”
– “Si”, rispose Al-Shiblī.
– “Quando sei giunto al Miqat, eri consapevole di toglierti gli abiti della disobbedienza ed indossare quelli dell’obbedienza [a Dio]?”
– “No.”
– “E quando hai rimosso i tuoi abiti cuciti, intendevi rimuovere l’ostentazione (riya), l’ipocrisia (nifaq) e astenersi dalle cose su cui vi è il dubbio (che siano lecite)?”
– “No.”
– “E quando hai realizzato il ghusl (l’abluzione rituale maggiore), intendevi purificarti dai tuoi errori e peccati?”
– “No.”
– “Allora non sei passato per il Miqat, non ti sei spogliato dei tuoi vestiti cuciti, né hai realizzato il ghusl,” disse l’Imam (as).
Poi chiese: “Hai purificato te stesso, sei entrato nello stato di ihram (stato di consacrazione al Pellegrinaggio) e formulato l’intenzione per l’Hajj?”
– “Si.”
– “Mentre lo facevi, intendevi volgerti a Dio attraverso la luce del pentimento (tawba), ritornando a Lui sinceramente e purificando la tua anima dai peccati e dalle bassezze?”
– “No.”
– “E quando sei entrato in stato di ihram, intendevi proibirti tutto ciò che Dio, l’Altissimo, ha proibito per sempre?”
– “No.”
– “E quando hai fatto il patto (ahd) dell’Hajj, intendevi rimuovere ogni legame con altri che Dio e sottometterti solamente al patto formulato con Lui?”
– “No.”
– L’Imam (A) gli disse: “Allora non hai purificato te stesso, non sei entrato in stato di ihram, né hai prestato il patto dell’Hajj.”
L’Imam (A) gli chiese poi: “Sei entrato al Miqat, hai realizzato due raka’at di Preghiera di ihram e pronunciato (lo dhikr) ‘Labbaik’?”
– “Si”, rispose Al-Shiblī.
– L’Imam (A) chiese: “E quando sei entrato al Miqat, lo facevi con l’obiettivo di una visita [spirituale]?”
– “No.”
– “E quando hai offerto due raka’at di Preghiera, intendevi avvicinarti ad Dio attraverso la migliore delle azioni e la più grande virtù dei (Suoi) servi, che è la salah (Preghiera rituale)?”
– “No.”
– “E quando hai pronunciato la talbiyah (la formula rituale che si recita durante il Pellegrinaggio), la tua intenzione era quella di aprire la tua bocca solo nella perfettamente obbedienza a Dio e chiuderla ad ogni peccato?”
– “No.”
– “Allora non sei entrato al Miqat, non hai realizzato le tue Preghiere, né hai pronunciato la talbiyah.”
Poi l’Imam (A) gli chiese: “Sei entrato nell’Haram, visto la Ka’bah e offerto le Preghiere?”
– “Si.”
– “Quando sei entrato nell’Haram, intendevi proibirti la maldicenza e l’offesa verso ogni musulmano?”
– “No.”
– “E quando hai raggiunto Makkah, la tua intenzione era quella di avvicinarsi a Dio?”
– “No.”
– “Allora non sei entrato nell’Haram, non hai visto la Ka’bah, né offerto le tue preghiere.”
– Poi l’Imam (A) chiese: “Hai fatto il Tawaf (la circumbulazione intorno alla Ka’bah), toccato i suoi angoli e realizzato il sa’ì (la corsa rituale tra Safa e Marwah)?”
– “Si.”
– “Mentre realizzavi il sa’ì, la tua intenzione era rifugiarti in Dio il Conoscitore dei segreti, dei pensieri e delle intenzioni?”
– “No.”
– “Allora non hai realizzato il Tawaf, non hai toccato le pareti della Ka’ba né hai fatto sa’ì.”
– L’Imam proseguì: “Al-Shiblī, hai toccato la pietra nera, ti sei fermato al Maqam Ibrahim (as) e realizzato due raka’at di Preghiera?”
– “Si”.
Ascoltando ciò l’Imam levò un grido come se stesse abbandonando questo mondo e poi disse:
– “Ahi, Ahi! In verità toccare la Pietra Nera è come dare la mano a Dio, l’Altissimo! Per tanto attento a non trasgredire questo patto di somma importanza e sporcare la tua mano con l’impurità dei peccati di cui sono impuri i peccatori.”
Poi l’Imam chiese: “Quando ti trovavi nel Maqam Ibrahim, avevi l’intenzione da quel momento in avanti di essere obbediente al Creatore e voltare le spalle ad ogni atto di disobbedienza?”
– “No”, rispose.
– “Nel realizzare la Preghiera presso questo luogo eri cosciente che stavi realizzando la Preghiera del Profeta Ibrahim e che attraverso essa stavi sconfiggendo Satana?”
– “No.”
– “Allora non hai toccato la pietra nera, né sei stato nel Maqam Ibrahim, né hai realizzato la Preghiera.” Poi l’Imam chiese: “Ti sei forse diretto al pozzo di Zam-Zaman e hai bevuto dalla sua acqua?”
– “Si”, rispose Shiblí.
– “Mentre la bevevi, avevi l’intenzione di obbedire pienamente a Dio e di chiudere i tuoi occhi alla totalità dei peccati?”
– “No.”
– “Allora non ti sei diretto al pozzo, né hai bevuto della sua acqua. Hai corso tra le colline di Safa e Marwa?”
– “Si.”
– “Nel farlo, sapevi che ti trovavi tra il timore e la speranza (nei confronti di Dio)?”
– “No.”
– “Allora non hai corso tra le due colline. Ti sei forse recato da Mecca verso Mina?”
– “Si.”
– “Nel percorrere il tragitto avevi l’intenzione di mettere al riparo il tuo prossimo dalla tua lingua, dal tuo cuore e dalla tua mano?”
– “No.”
– “In questo caso, non sei andato a Mina!”
Poi l’Imam chiese: “Sei stato ad Arafah, ti sei recato sul Jabal al-Rahma (la Montagna della Misericordia), hai riconosciuto la valle di Namarat (montagna che si considera appartenente a Arafat) e presso al-Mil e Jamarat hai conversato (munajat) con Dio?”
– “Si”, fu la risposta.
– “E durante la tua permanenza ad Arafah, hai compreso che ogni scienza e sapienza appartiene a Dio, e che il tuo destino e il computo delle tue azioni si trovano nelle Sue mani e che Lui conosce i segreti del tuo cuore?”
– “No.”
– “Nello scalare Jabal al-Rahma, sapevi che Dio è misericordioso verso ogni uomo e donna credente, ed è Egli a guidarli e sostenerli?”
– “No” fu la risposta.
– “Mentre eri a Namarat, hai formulato l’intenzione di non ordinare ad altri ciò che tu non faresti e di non vietare qualcosa che tu faresti?”
– “No.”
– “E durante la tua permanenza presso Alam e Namarat (segni dell’Haram che si trovano nella montagna di Namarat), sapevi che entrambi sono testimoni dei tuoi doveri e che insieme agli Angeli guardiani ti stavano proteggendo?”
– “No.”
– “Allora non sei stato a Arafat, non hai scalato la Montagna della Misericordia, non hai conosciuto Namarat, né parlato con Dio.”
Poi l’Imam chiese: “Sei passato forse tra i Due Segni (Al-Alamain), offerto prima due raka’at di Preghiera, camminato per Muzdalifah, raccolto le pietre e fatto ingresso nel Ma’sharul Haram?”
– “Si”, rispose Al-Shiblī.
– “Nel realizzare la Preghiera, sapevi che si trattava di una preghiera di ringraziamento che si compie nella notte del decimo giorno, che facilita le difficoltà e riporta serenità e tranquillità?”
– “No.”
– “E nel passare tra questi Due Segni, sei stato attento a non volgere il tuo corpo verso sinistra o destra e avevi l’intenzione di non deviare mai dalla religione divina per voltarti a destra o sinistra, né con il tuo cuore, né con la lingua o qualsiasi altro dei tuoi organi?”
– “No.”
– “Quando camminavi per Muzdalifah e raccoglievi le pietre, avevi l’intenzione di allontanarti dai peccati e dall’ignoranza e ottenere la conoscenza e realizzare buone opere?”
– “No.”
– “Nel fare ingresso nel Ma’sharul Haram, avevi l’intenzione di far assaporare al tuo cuore il motto della Gente della Taqwa e del timore di Dio?”
– “No.”
– “Allora non sei passato per i Due Segni, né hai pregato, né camminato per Muzdalifah, né hai raccolto le pietre, né sei entrato Ma’sharul Haram.”
– “E quando sei giunto a Mina, hai lanciato le pietre, tagliato i tuoi capelli, sacrificato [un agnello], compiuto la Preghiera nella moschea di Khif e al ritorno a Mecca realizzato il Tawaf?”
– “Si.”
– “E quando eri a Mina e hai lanciato le pietre, sapevi di aver raggiunto il tuo obiettivo e che Dio ha esaudito le tue richieste?”
– “No.”
– “E nel tagliarti i capelli, eri cosciente che dovevi rimanere puro da ogni malvagità e ingiustizia verso il prossimo ed astenerti dai peccati e impurità come il giorno in cui sei nato?”
– “No”, disse Al-Shiblī .
– “Nel realizzare la Preghiera nella moschea di Khif sapevi che non dovevi temere alcuno e riporre speranza in altri che il tuo Signore?”
– “No.”
– “E nel sacrificio [dell’agnello], sapevi che stavi uccidendo la tua avarizia e stavi seguendo la Tradizione di Abramo (A), che voleva sacrificare suo figlio Ismaele (A), frutto del suo cuore e tranquillità della sua anima [per adempiere all’ordine d Dio]?”
– “No.”
– “Dimmi, Al-Shiblī, al tuo ritorno a Mecca e nel momento di fare il Tawaf, sapevi che eri tornato ad obbedire Dio, che ti eri avvicinato a Lui, che eri Suo amico e che avevi adempiuto ai tuoi doveri?”
– “No.”
– “Allora non sei andato a Mina, non hai lanciato le pietre, né tagliato i tuoi capelli, né hai sacrificato un animale. Non hai pregato, né realizzato il Tawaf, né ti sei avvicinato a Dio. Torna a Mecca perché, in realtà, non hai realizzato l’Hajj (Pellegrinaggio).”
Ascoltando queste parole Al-Shiblī iniziò a piangere per la sua negligenza e colpa e per aver perso tutto le benedizioni, influenze spirituali e segreti preziosi contenuti nell’Hajj e da quel giorno fino all’arrivo del periodo successivo del Pellegrinaggio si impegnò nell’acquisizione della conoscenza dei segreti dell’Hajj e l’anno successivo, con una conoscenza profonda e un credo saldo, ha compiuto i riti dell’Hajj.
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NOTE
1) Al-Nūrī, M. Ḥ. (1987). Mustadrak al-Wasāʾil wa Mustanbaṭ al-Masāʾil. Qum: Muʾassasah Āl al-Bayt ʿAlayhim al-Salām. v. 10, pp.166-172.
2) In Nāmih-hā wa Barnāmih-hā (1994, Qum: Qiyām), l’Ayatullah Ḥasanzādih Āmulī descrive il contenuto della narrazione come ‘eccellente, e un modello per gli autori e compositori di prose e poesie sui segreti dell’Hajj’ (p. 132). Prosegue poi menzionando le opere poetiche composte da Nāṣir Khusraw (m. 1088 d.C.) e dal suo maestro Mīrzā Mahdī Ilāhī Qumshihʾī (m. 1973 d.C.) basate su questa narrazione.
3) Jawādī Āmulī, A. (1998), Ṣahbāy-i Ḥajj. Qum: Markaz-i Nashr-i Isrāʾ. pp.343-347.
4) Al-Rayshahrī, M. (1997). Al-Ḥajj wa al-ʿUmrah fī al-Kitāb wa al-Sunnah. Qum: Dār al-Ḥadīth. p.264.
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