FORMA SPECIALE DELLA WALA POSITIVA
Ayatullah Morteza Motahhari
La wala nei confronti dell’Ahl al-Bayt (la Casa del Profeta) costituisce la forma speciale della wala (1) positiva. È un fatto incontrovertibile che il Santo Profeta stesso abbia esortato i Musulmani a nutrire una wala particolare verso la propria pura Famiglia. Persino i dotti sunniti non negano questo. È a tale wala che si fa riferimento nel versetto sull’Ahl al-Bayt: “Di’: “Non vi chiedo alcuna ricompensa, oltre all’amore per i parenti”.” (Sura al-Shura: XLII, 23).
Il noto ed autentico hadith di Ghadir, secondo il quale il Profeta disse: «Chiunque mi consideri il suo mawla, deve considerare anche Ali come suo mawla» (2) implica anche una specie particolare di wala che verrà spiegata più avanti. La scuola sunnita e quella sciita sono entrambe concordi che il versetto: «In verità i vostri waly sono Allah e il Suo Messaggero e i credenti che assolvono all’orazione e pagano la decima, prosternandosi con umiltà..» (Sura al-Maida: V, 55), sia stato rivelato in riferimento all’Imam Ali (3). Tabari, nella sua Esegesi (4) del Santo Corano riporta numerose narrazioni in merito. Zamakhshari, che è uno tra i più eminenti studiosi sunniti, è tassativo nell’affermare:
«Questo versetto fu rivelato in riferimento all’Imam Ali. Quantunque attenga ad una singola persona, è stata usata la forma del plurale con l’intento di esortare i Musulmani a seguire il buon esempio mostrato da lui, per dar risalto al fatto che non bisogna ritardare di far del bene al povero e al bisognoso anche durante la Preghiera rituale». (5)
Anche Fakhr al-Din al-Razi, un altro importante studioso sunnita, asserisce che questo versetto è riferito all’Imam Ali (as); anche gli ulamà concordano che la donazione della zakat durante la Preghiera rituale non è stato effettuata da altri che ‘Ali. (6)
Tuttalpiù potranno evidenziarsi alcune differenze d’opinione riguardo al significato di wala. Tratteremo questo punto quando spiegheremo l’obiettivo del versetto.
Ali ibn Hammad Adwi Basri Baghdadi, noto come Ibn Hammad, che è uno dei più noti poeti sciiti imamiti del quarto secolo dell’Egira, richiamandosi a questo versetto dice: “Poiché l’Imam Ali pagava la zakat mentre pregava, Dio ha associato la wala a Lui resa con quella dovuta all’Imam. Nel caso della Mubahilah(7) Egli definì l’Imam Ali come “anima” di Muhammad. Questo è un fatto che non può esser negato.” (8)
Come puntualizzammo in precedenza, l’Islam ha attribuito una sorta di forma generale di wala positiva a tutti i Musulmani. Il versetto “I credenti e le credenti sono awliya gli uni degli altri” (IX: 71) fa riferimento a questo.
Ma il versetto che recita “In verità i vostri waly sono Allah e il Suo Messaggero e i credenti…” (V: 55) non è generico per quel che comporta. Non si può dire che si riferisca ad una wala generalizzata, perché in questo caso il Corano non intende offrire una norma generale. Non vuol dire che in quanto norma essa sia obbligatoria o persino che sia auspicabile pagare la zakat durante la recitazione delle Preghiere rituali. Esso cita unicamente un’azione peculiare di una persona e si riferisce a l’essere questa titolata da una speciale wala.
Questo uso stilistico del plurale in una frase che descrive un evento relativo ad un singolo, non è senza precedenti nel Santo Corano. Per esempio si legge: “Dicono: “Se ritorniamo a Medina, il più potente scaccerà il più debole”. (Sura al-Munafiqun: LXIII, 8). In questo caso anche il versetto fa riferimento ad un avvenimento connesso ad una singola persona. Esso recita “Dicono”, ma in effetti soltanto una persona, vale a dire Abdallah ibn Ubayy, disse così.
Secondo la lingua moderna inoltre, noi talvolta diciamo «così loro hanno detto» mentre ben sappiamo che solo un’unica persona ha fatto l’asserzione in questione.
Pagare zakat mentre si è genuflessi nella Preghiera rituale per i musulmani non era cosa comune da portare a presumere che Dio esalti tutti coloro che si comportano in tale maniera.
Ciò mostra che il versetto citato riveste il valore di un’applicazione particolare e personale. In altre parole esso descrive una persona che, assorta nell’adorazione di Dio, non è dimentica dei suoi fedeli. Ora il Santo Corano dice che al pari di Dio e del Suo Messaggero anche questa persona è il waly dei credenti; cioè una determinata persona, come Dio e il Suo Messaggero, è waly dei credenti e questi ultimi devono accettare la sua wala.
Per quanto attiene la natura di questa wala e se essa sia qualcosa di più elevato di quanto non siano l’amore ordinario e la stima, risponderemo brevemente a questa domanda. Al momento vogliamo solo sottolineare che, al contrario del parere di alcuni ulamà sunniti, questo versetto si riferisce a una wala particolare e non generica.
.
NOTE
1) Nel capitolo precedente al testo in oggetto l’autore ha spiegato l’origine e i significati del termine arabo wala’ e le due tipologie (positiva e negativa) introdotte dal Sacro Corano. Il capitolo è stato da noi tradotto con il titolo “L’autorità divina (wala’)” ed è consultabile su: http://islamshia.org/lintimita-divina-wala/
2) Sahih Tirmidhi, Vol. 5, p. 297; Sahih Muslim, Vol. 2, p. 362, edito in Egitto; Hakim, Mustadrak ‘ala al-Sahihayn, Vol. 3, p. 109; Ibn Kathir, Al-Bidayah wa’l Nihayah, Vol. 4, p. 211, stampato in Egitto; Ibn Hajar ‘Asqalani Shafi’i, Sawaiq al-Mohriqa, p. 25; Mus’udi, Tarikh-i Ya’qubi, Vol. 2, p. 93; Ibn Asbagh Maliki, Al-Fusul al-Muhimmah, p. 23, stampato in Egitto; Sulayman al-Qandudhy al-Hanafi, Yanabi al-Mawaddah, p. 29-38; Hakim al-Haskani, Shawahid al-Tanzil, Vol. 1, p. 190, edito a Beirut; Ibn Athir Shafi’i, Usud al-Ghaba, Vol. 1, p. 367, stampato in Egitto; Nisai Shafi’i, Khasais Amirul Mu’minin, p. 96, edito in Egitto; Ibn Asakir Shafi’i, Tarjuma al-lmam Ali bin Abi Talib min Tarikh Damshiq, Vol. 1, p. 211; Sayyid Hamid Husayn, Abaqat al-Anwar; Ibn Abi’l Hadid Mu’tazili, Sharh Nahj al-Balaghah, Vol. 4 p. 388, prima edizione, Egitto; Allamah Amini, Al-Ghadir, Vol.1, p.14. Per approfondimenti in italiano: “Il significato di Mawla a Ghadir Khum” http://islamshia.org/il-significato-di-mawla/
3) In italiano si veda la nota al versetto in questione nell’edizione del Sacro Corano tradotta dal fratello Hamza Piccardo, Newton, Roma, 2016, pag. 116; e la nota, sempre al medesimo versetto, contenuta nell’opera esegetica dei due grandi sapienti sunniti Jalal al-Din al-Mahalli e Jalal al-Din as-Suyuti tradotta con il titolo “Esegesi del Sacro Corano (Tafsir al-Jalalain)”, IISI, Milano, 2016 pag. 207.
4) Tafsir al-Tabari, Vol. 6, pp. 288-289.
5) Al-Kashshaf, Vol.1 p. 505, stampato in Egitto nel 1373 dell’Egira.
6) Al-Tafsir al-Kabir, Vol .12, p . 30, edito in Egitto nel 1375 dell’Egira.
7) Per approfondimenti si legga il nostro articolo “Il giorno della Mubahila (ordalia)” consultabile su: http://islamshia.org/il-giorno-della-mubahila-ordalia/
8) Raihanat al-Adab, Vol. 5, p. 311.
.
Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte