Discorso di Nasrallah nel giorno di Ashurà (8-12-2011)

Discorso integrale di Seyyed Nasrallah nel giorno di Ashurà

8-12-2011

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Decine di migliaia di fedeli e innamorati dell’Imam Husayn (A) si sono riuniti come ogni anno, nel decimo giorno di Muharram, nella marcia organizzata da Hezbollah nel sobborgo meridionale di Beirut per piangere il nipote del Profeta (S), rinnovare il loro giuramento e promessa di rimanere nel suo sentiero, esprimere appoggio alla Resistenza Islamica e respingere le insidie del Grande Satana, gli USA, e dell’entità sionista di occupazione.

Il primo mese dell’anno arabo è il mese di Muharram, il mese del lutto e del dolore, perché in questo mese, nell’anno 61 dell’Egira (680 d.C.) l’Imam Husayn (A), l’amato nipote del Santo Profeta Muhammad (S), con un manipolo di seguaci, partì da Medina alla volta di Kufa, viaggio che invece doveva concludersi tragicamente nella desolata piana di Karbala con il martirio suo, dei suoi familiari e dei suoi fedeli discepoli. L’Imam Husayn (A) era stato posto di fronte ad una scelta decisiva da parte del califfo usurpatore dell’epoca, Yazid: o accettare la sua illegittima autorità o il martirio. Ovviamente l’Imam (S) non potè che optare per la seconda opzione, affrontando serenamente e consapevolmente la morte sul sentiero di Dio.

La drammaticità e il significato di questo evento hanno fatto si che la Comunità Sciita in primis, ma la Comunità Islamica tutta, per amore verso la Ahl-al-Bayt, la famiglia del Profeta Mohammad (S), abbiano sempre ricordato i primi dieci giorni di Muharram, ed il decimo in particolare (giorno di ‘Ashura), con riunioni e manifestazioni di cordoglio che hanno contribuito nei secoli a tener vivo il dolore per quest’evento e a tramandarne il luminoso insegnamento. Tra le innumerevoli lezioni che ci ha tramandato l’Imam Husayn (A), particolare importanza rivestono quelle concernenti le virtù della fede e sottomissione totale a Dio, dell’amore per la verità e la giustizia, della pazienza e della resistenza di fronte agli oppressori, anche ponendo la propria vita come estremo sacrificio.

Dopo la marcia la folla si è diretta allo Statio al-Raya di Beirut, dove il Segretario Generale di Hezbollah, Seyyed Hassan Nasrallah, avrebbe dovuto tenere un discorso per la commemorazione

Comunque, a differenza di sempre, e mentre si attendeva che pronunciasse il discorso in videoconferenza per le ragioni di sicurezza conosciute, Seyyed Nasrallah ha sorpreso la folla apparendo in mezzo ad essa.

Il Segretario Generale di Hezbollah non era apparso in pubblico dal luglio 2008, il giorno in cui, in base ad un accordo per lo scambio di prigionieri, Samir Qantar e altri quattro combattenti della Resistenza vennero liberati dalle carceri israeliane e rientrarono in Libano.

 L’Hujjatulislam wal Muslimin Seyyed Nasrallah ha salutato i credenti e pronunciato un breve discorso dicendo: “Che Iddio aumenti le vostra ricompensa per la tragedia del nostro maestro e guida, Abi Abdillah al-Husayn (A). Volevo unirmi a voi alcuni minuti, sebbene mi piacerebbe essere sempre con voi…Io voglio unirmi a voi il giorno 10 di Muharram, in modo da poter rinnovare insieme – e il mondo ascolti – il nostro giuramento all’Imam Husayn, che in un giorno come questo affrontò da solo 30.000 persone, confermando quello che suo padre l’Imam ‘Ali ibn Abi Talib (A) era solito dire: “Giuro su Dio che [anche] se li incontrassi da solo ed essi riempissero la terra [a causa del loro numero elevato], non me ne interesserebbe [alcunché] e non avrei paura”. Quando all’Imam Husayn si presentarono due opzioni, combattere o accettare l’umiliazione, l’Imam dichiarò chiaramente: “Ben lontana da noi è la viltà!”.

Per sempre, e non importa quante sfide e pericoli esistano, diciamo a tutti coloro che vorrebbero intimidirci o minacciarci, che noi siamo i compagni di Abi Abdillah al-Husayn (A) che disse: “Ben lontana da noi è la viltà!”

“Miei fratelli e sorelle, il decimo giorno di Muharram rinnoviamo la nostra promessa a Husayn (A) e gli diciamo, al pari di quanto dissero i suoi compagni nel 10 di Muharram: “Come possiamo rimanere dopo di te…che lamentevole sarà la vita dopo di te, o Husayn. Per Allah! Se venissi ucciso, poi bruciato e i miei resti sparsi nell’aria, e poi tornassi nuovamente in vita, e di nuovo lottare, morire, essere bruciato e i miei resti venire sparsi in aria, e così ancora 1000 volte, non ti abbandonerei, o Husayn!”.

Seyyed Nasrallah ha poi concluso questo breve intervento nella piazza, per riapparire in videoconferenza alcuni minuti dopo e pronunciare il suo discorso integralmente, discorso che presentiamo qui di seguito.

 

Col Nome d’Iddio Clemente e Misericordioso

La lode appartiene a Dio, Signore dei mondi, e che la Pace sia sul nostro maestro e profeta, il sigillo dei profeti, Abul-Qasim Muhammad ibn Abdullah, la sua pura famiglia e i suoi scelti compagni, e su tutti i profeti e messaggeri.

Che la pace di Dio sia su di te, mio maestro e sovrano Abi Abdillah e sulle anime che si sono sacrificate per te. La pace di Dio sia con te sempre, da parte mia, fintanto che vivrò e fintanto che resteranno la notte e il giorno: chiedo a Dio di realizzare la mia promessa affinché questa non sia l’ultima volta che ti rendo visita. La Pace sia su Husayn, sui due Alì figli di Husayn, sui figli di Husayn e su tutti i compagni di Husayn.

Rispettabili sapienti, fratelli e sorelle, che la pace, la misericordia e le benedizioni di Dio siano su di voi. Che Iddio aumenti la vostra ricompensa per la tragedia che ha colpito il Profeta e la sua famiglia (S).

In primo luogo, vi ringrazio per la vostra grande lealtà, fedeltà, impegno, dedizione e pazienza…e chiedo a Dio che accetti tutti i vostri sforzi.

Mi unisco a voi nel giorno 10 di Muharram, il giorno del martirio di Abu Abdullah al-Husayn, della sua famiglia, dei suoi compagni, per porgere le mie condoglianze al Profeta e alla sua famiglia (S), ai nostri Imam (A), alla nostra guida l’Imam Mahdi, il nipote delll’Imam Husayn e signore del tempo (che Iddio affretti la sua manifestazione), e al suo rappresentante la Guida Imam Seyyed Khamenei (che Iddio lo protegga), come a tutti i nostri marja e sapienti, all’Ummah Islamica e a tutti i musulmani che seguono il Profeta (S).

Commemoriamo questo giorno per rinnovare il nostro cammino, impegno, fede, promessa, fermezza, perseveranza e ardente desiderio di continuare su questo sentiero che è stato percorso da tutti i profeti, messaggeri, intimi (di Dio) e giusti.

Milioni sono stati martirizzati seguendo questo esempio, e Karbala è un punto importante in questo sentiero storico, che sarà ricordato fino al Giorno del Giudizio.

Fratelli e sorelle. In questo giorno affronterò alcune questioni politiche e dobbiamo avvertire e ricordare che la vera minaccia per questa Ummah, per tutti i suoi paesi, persone e governi, è il progetto israelo-statunitense. Si tratta dell’Amministrazione statunitense, non importa chi ne sia il presidente, e del nemico che occupa la Palestina violando i luoghi santi, aggredendo il popolo palestinese e le popolazioni di questa regione. I maggiori saccheggiatori delle ricchezze della nostra Ummah sono gli USA e Israele.

I nostri popoli devono essere coscienti di questa verità, e non devono lasciarsi ingannare da questa nuova truffa statunitense. Gli USA hanno cercato nel corso di questo anno di presentarsi come i difensori dei diritti umani, della libertà e della democrazia nel mondo arabo, questi ipocriti e bugiardi, ma tutti conosciamo e siamo coscienti della loro storia di sostegno alle dittature. Tutte queste dittature che sono state rovesciate erano appoggiate dall’Amministrazione USA a livello politico, mediatico, di intelligence, militare, ecc.

Quando le popolazioni si sono ribellate e gli USA hanno visto che i loro seguaci venivano rovesciati uno dopo l’altro, li hanno abbandonati. Sapete voi, mie fratelli e sorelle, che queste sono le modalità che Satana utilizza, secondo quanto viene menzionato nel Sacro Corano? Satana farà questo nel Giorno del Giudizio, quando i suoi seguaci arriveranno ad un punto morto; egli li abbandonerà e agirà come se non avesse avuto mai nulla a che fare con essi. Le modalità sataniche dell’Amministrazione statunitense possono essere notate quando essa abbandona i suoi seguaci, alleati e burattini al sorgere dei primi segni di conflitto, cercando esclusivamente di difendere i propri interessi e di limitare le proprie perdite.

La nostra gente nel mondo arabo e islamico deve sapere che l’Amministrazione USA è il nemico e la minaccia. Forse non abbiamo ascoltato il presidente Obama, quando si rivolgeva alla lobby pro-israeliana e alle organizzazioni ebraiche degli USA, dire che “l’aiuto che il mio governo ha fornito alla sicurezza di Israele non è stato dato da nessun’altra amministrazione precedente”? E questo è certo.

Inoltre, nel periodo di Obama, la CIA si è trasformata in un servizio di spionaggio che in Libano lavora per il Mossad e gli apparati di sicurezza di Israele, fornendogli informazioni sui mujahidin che cercano luoghi di riparo per le loro armi, e sulle loro ubicazioni e abitazioni.

O popoli e forze politiche! Non lasciatevi ingannare dall’Amministrazione statunitense, giacché è quella che occupa la Palestina, viola la vostra Al-Quds (Gerusalemme), minaccia la sua Moschea Sacra, ed è responsabile – anche prima del nemico (sionista) – di mantenere migliaia di palestinesi nelle carceri, e di deportarli, torturarli e assediarli a Gaza e in Cisgiordania. Questi sono gli USA, dei quali dobbiamo ricordarci il 10 di Muharram, per non confondere il nemico con l’amico. Solamente dei ciechi possono confondere il nemico con l’amico.

Il nemico è l’Amministrazione statunitense e il suo “strumento” – e non “alleato” – nella regione, Israele, il quale viene utilizzato come punta della lancia per umiliare e opprimere gli arabi e i musulmani, e per imporre la propria volontà agli arabi e ai musulmani al fine di garantire un mercato per le sue armi e rubare il loro petrolio: bisogna tenere questo a mente.

In secondo luogo, anche in questo contesto dobbiamo essere tutti coscienti che, dopo il fallimento del precedente progetto dell’Amministrazione statunitense sul “nuovo Medio Oriente”, che è stato sconfitto dalla Resistenza in Libano, Palestina e Iraq, e dalla coscienza della gente di questa regione e dei paesi della Resistenza – alla testa dei quali si trovano Iran e Siria – gli USA e Israele hanno visto, nel contesto delle rivoluzioni e sollevamenti dei popoli arabi, un’opportunità per rilanciare il loro progetto sul “nuovo Medio Oriente”. Ma questa volta mediante una tattica differente, quella dei conflitti interni e della sedizione settaria, perché è l’unica opzione rimasta agli USA e a Israele per esercitare un controllo sulla regione.

In questo contesto abbiamo assicurato e torniamo a farlo, che bisogna evitare qualsiasi discorso settario o sedizioso perché serve gli interessi di Israele e degli USA. Dobbiamo rispettare le credenze sacre reciproche, e qui sottolineo la fatwa dell’Imam Khamenei, che ci obbliga a rispettare la santità e tutti i simboli di ogni scuola.

In terzo luogo, in questo contesto, parlo di Al-Quds (Gerusalemme), che è la causa centrale e il perno del conflitto in questa regione, e avverto in questo giorno sulla giudaizzazione che vi ha luogo. Ogni giorno vengono prese misure per giudaizzare l’intera Al-Quds.

Ieri sono state demolite delle case a Gerusalemme Est, tutti i giorni vengono prese decisioni per costruire migliaia di abitazioni nelle colonie e ci sono parti della Moschea Al-Aqsa che sono in pericolo a causa delle distruzioni che stanno portando avanti. Quello che temiamo e dobbiamo temere è che mentre gli arabi sono occupati con i loro problemi interni, Israele approfitti di questa opportunità e infligga a Al-Quds un colpo decisivo. Sebbene si tratterebbe della maggiore stupidaggine che potrebbe fare Israele sin dallo stabilimento di questa entità usurpatrice, i popoli devono essere coscienti delle minacce contro i loro luoghi santi.

La Palestina deve sempre continuare ad essere la prima causa centrale, non importa quanto possa peggiorare la situazione e aumentare i conflitti. Questo è quello che crediamo e per il quale lavoriamo.

Quanto alle opzioni dei popoli arabi, noi ci affidiamo alla coscienza di questi popoli.

Oggi a Tunisi il popolo ha trionfato sul suo tiranno, ha realizzato delle elezioni e ci si attende che le forze politiche rispondano alle aspettative del nobile e caro popolo tunisino.

Il popolo della Libia ha trionfato sul suo tiranno, e le forze politiche sono responsabili di adempiere alle aspettative di questa popolazione che ha sacrificato migliaia di martiri.

Nello Yemen la sfida è permanente, e ci sono parti che stanno cercando di dividere il paese e restaurare l’ambiente settario con il fine di porre fine alla rivoluzione ed alle sue aspirazioni.

In Bahrain il popolo continua con il suo movimento pacifico, nonostante tutta l’oppressione, inganno e ipocrisia, e insiste per la realizzazione dei suoi obiettivi nazionali e legittimi.

In Egitto i grandi cambiamenti hanno scioccato Israele. Ehud Barack non ha nascosto la sua preoccupazione al riguardo. Abbiamo tutti speranza nell’Egitto, giacché qualsiasi trasformazione reale in Egitto per il bene della Ummah e della Palestina cambierà la situazione strategica di Israele nella regione, limiterà le sue opzioni e lo porrà di fronte ad una situazione critica che minaccerà la sua esistenza. Questa è la maggiore sfida per le forze politiche egiziane che hanno vinto le elezioni e formeranno il nuovo governo. La sfida della Palestina, di Al-Quds, di Gaza, di Camp David e la posizione del paese di fronte a questa entità.

La nostra speranza è che i popoli arabi non vengano ingannati o illusi da tutta l’ipocrisia statunitense, e quando supereranno i loro problemi interni, tornino alla loro posizione normale e si occupino di questa causa centrale.

Gli statunitensi hanno fallito e continuano a fallire.

E da qui parlerò dell’Iraq, poi della Siria e poi del Libano.

In Iraq, oggi e nei prossimi giorni, si suppone venga completato il ritiro statunitense. Vi è una vera sconfitta statunitense in Iraq, giacché gli USA non si sono recati in questo paese per poi uscirne. Il loro obiettivo era rimanere in Iraq, controllare questa nazione e stabilire basi militari per decenni, ma la valorosa Resistenza irachena, la fermezza del popolo iracheno come delle sue forze politiche, e l’alto costo dell’occupazione hanno obbligato gli USA a scegliere un’altra opzione, che è stata quella del ritiro.

Voglio anche segnalare che le operazioni della Resistenza irachena non hanno ricevuto alcuna copertura da parte dei mezzi di comunicazione arabi e internazionali, e che molti dei gruppi della Resistenza erano soliti inviare video o DVD sulle loro operazioni militari ai canali televisivi satellitari arabi e internazionali, ma venivano da essi ignorati. Una gran parte delle operazioni della Resistenza irachena è stata celata per favorire l’esercito statunitense e l’Amministrazione USA, e questo rivela la natura di questi canali satellitari che controllano i mezzi di comunicazione nel mondo arabo e islamico.

Ad ogni modo, quello che è successo e sta succedendo in Iraq è una sconfitta reale che le forze della Resistenza ed il popolo iracheno devono celebrare. Anche se ci sono alcuni interrogativi sulla conclusione di tale questione, in generale si tratta di una storica vittoria del popolo iracheno e della Resistenza, e questo deve essere rivelato e presentato a tutti gli abitanti della regione.

Quando Israele è stato sconfitto in Libano e a Gaza, questo significa che Israele può essere vinto, e quando gli USA sono sconfitti in Iraq, questo significa che non sono imbattibili. Allo stesso modo in cui sono stati sconfitti in Iraq, gli USA possono essere sconfitti in qualsiasi altro paese, ma gli statunitensi vogliono occultare questa sconfitta.

In questo contesto, ciò che sta accadendo nella nostra regione, gli avvenimenti in Siria, le minacce all’Iran e la storia dell’ambasciatore saudita a Washington, non sono altro che tentativi per distrarre la gente della regione affinché non sappia che gli USA, che si presentano come l’unica superpotenza al mondo, sono stati sconfitti dai giovani e mujahidin dell’Iraq.

Sfortunatamente gli USA hanno avuto successo in questo. Se si guardano i canali satellitari arabi e internazionali non si trova alcuna notizia sul ritiro dall’Iraq, non appare nessuna immagina dei tank o il ritiro dell’esercito. Come è possibile che gli USA ritirino dall’Iraq 150.000 soldati senza che nessuno lo sappia?

Tutti i satelliti parlano oggi giorno della Siria prima, e poi di Egitto, di Libia, e poi di Tunisia, Yemen, ecc…e, a volte, troviamo una notizia molto piccola sul ritiro dall’Iraq. Questo non è un caso, è voluto.

Per tanto, la responsabilità delle forze della Resistenza nel mondo arabo e islamico oggi giorno, specialmente in Iraq, così come del popolo iracheno e dei mezzi di comunicazione iracheni e arabi, è quella di rivelare questa verità.

Il 10 di Muharram chiediamo a Dio di benedire un avvenimento storico nel quale il sangue ha trionfato sulla spada. Il popolo iracheno, che ha lottato con un fucile, un RPG e un Katyusha, è stato capace di sconfiggere l’esercito più potente del mondo. Se l’esercito israeliano è l’esercito più potente della regione, l’esercito statunitense è quello più forte al mondo, ma è stato sconfitto in pochi anni. E’ stato vinto dal sangue, dal jihad, dalla resistenza, dalla perseveranza e dalla fermezza.

Oggi è importante essere coscienti della fase che seguirà il ritiro statunitense dall’Iraq, della mente satanica statunitense così come del progetto settario che stanno preparando per la regione. Questo dipende dalla consapevolezza e dal dialogo dei nostri fratelli in Iraq, e dalla loro preoccupazione per il proprio paese.

Giungiamo quindi alla Siria. La nostra posizione è stata chiara dall’inizio. Appoggiamo le riforme in Siria ed un governo che ha resistito, ed ha sostenuto i movimenti di Resistenza nella regione. Diciamo si a quanto attiene alla lotta contro tutte le cause della corruzione, e si a tutte le riforme che sono state approvate dalla dirigenza siriana e vengono richieste dal popolo, ma ci sono alcuni che non vogliono riforme, né sicurezza, né stabilita, né pace civile, né dialogo in Siria, e che cercano piuttosto di distruggere il paese.

Essi vogliono compensare la loro sconfitta in Iraq – sapendo che la Siria ha avuto un ruolo in questo – e la loro possibile perdita strategica in Egitto, cambiando la situazione in Siria.

Il cosiddetto Consiglio Nazionale di Siria che si è formato a Istanbul, e che alcuni paesi occidentali considerano legittimo, ha un leader che è Burhan Galyoun. Due giorni fa, Galyoun ha dichiarato che “se cambiamo il regime in Siria taglieremo i nostri legami con l’Iran e con i movimenti di Resistenza in Libano e Palestina”, vale a dire Hezbollah e Hamas. Hanno presentato le loro credenziali agli USA e ad Israele!

E quando gli è stato chiesto riguardo alle Alture del Golan, ha detto che avrebbe fatto riferimento alla comunità internazionale. Dopo trenta anni di sforzi falliti da parte dell’ONU, questi vengono fuori dicendo che vogliono porre fine alla relazione della Siria con i movimenti di Resistenza e “ritornare alla comunità internazionale”.

Ciò che è peggio è che uno dei leader che è legato ad una organizzazione islamica della Siria ha detto che “quando cambieremo la situazione in Siria, attraverseremo le frontiere in Libano e castigheremo Hezbollah”. Un altro tentativo per accreditarsi di fronte agli USA e a Israele, perché Hezbollah è il loro nemico e colui che ha sconfitto Israele.

Dico questo ai siriani e ai libanesi che stanno mal interpretando la situazione in Siria: gli ultimi due giorni ci hanno mostrato che abbiamo compreso perfettamente la situazione e che l’obiettivo principale sono i movimenti di Resistenza nella regione. Quello che si esige dalla Siria non sono le riforme, ma un regime arabo traditore, sottomesso a USA e Israele.

Noi facciamo un appello alla pace, alla stabilità ed al dialogo in Siria, e condanniamo tutte le sanzioni che sono state imposte a Damasco ed ogni tipo di incitamento settario.

E, ovviamente, voglio ricordare a tutti coloro che ci minacciano con l’uso delle armi, che le loro navi sono state distrutte nelle coste di Beirut.

Sul Libano, che si trova nel mezzo degli avvenimenti regionali, abbiamo sempre insistito sul non affrontare la situazione di questo paese in modo indipendente da quello che accade nella regione. Ciò è fondamentale, e non risulta adeguato analizzare la situazione del Libano separandola dallo stato della regione, poiché è profondamente legata a quest’ultimo.

Plaudiamo la pace civile, rifiutando qualsiasi tipo di provocazione e continuiamo ad essere pazienti nonostante tutte le accuse e colpe che vengono addossate ad Hezbollah, che è costantemente attaccato, perché questo è solo un segno del loro timore di Hezbollah.

Ci sono alcune parti che stanno cercando di provocare la sedizione in Libano, ma noi la rifiutiamo, e affrontiamo questa minaccia in modo cosciente, saggio e paziente…

Facciamo una chiamata affinché il governo libanese si attivi e sottolineiamo l’importanza di rispondere alle legittime richieste del Movimento Patriottico Libero.

Facciamo un invito affinché venga riaperto il caso dei falsi testimoni, che deve essere affrontato perchè venga fatta giustizia: i responsabili non solo hanno accusato falsamente ad alcune persone, ma hanno anche danneggiato la situazione interna del Libano, così come le relazioni tra Libano e Siria, e causato la morte di decine di civili siriani innocenti.

Quella che è più importante è la costante minaccia di Israele al Libano, attraverso gli agenti israeliani e della CIA nel paese, i dispositivi di spionaggio che vengono scoperti gradualmente dalla Resistenza e dall’esercito, e le violazioni e assalti contro di esso.

In questo contesto, sottolineiamo l’importanza dell’asse di potere in Libano, che è Esercito-Popolo-Resistenza.

D’altra parte, nel 10 di Muharram, voglio inviare un chiaro nuovo messaggio a tutti coloro che cospirano e ci sfidano. Questa Resistenza in Libano, con le sue armi, formazione, mujahidin, mente, cultura e la sua presenza rimarrà e non sarà scalfita dalle vostre cospirazioni, complicità e attacchi mediatici, così come dalla guerra psicologica, politica e di intelligence.

Continuiamo aderendo alla Resistenza ed alle armi della Resistenza e vi dico oggi che, giorno dopo giorno, il nostro numero aumenta, l’addestramento migliora, e cresce anche la nostra fiducia nel futuro e negli armamenti.

Sulla questione delle armi, c’è un distorsione reale. Alcuni dicono che le armi della Resistenza sono la causa dei disturbi e dell’instabilità del Libano, ma questa è una frode, giacché le armi utilizzate nei conflitti interni sono i Kalashnikov, M-16 e altri fucili di assalto…e queste si trovano nelle mani di tutti i libanesi. I missili e le armi pesanti non sono utilizzati in questo tipo di incidenti.

Un problema per la sicurezza in Libano è costituito dal fatto che tutti i partiti, famiglie e individui possiedano questo tipo di armi leggere, e non dalle armi della Resistenza.

Chiunque desideri sicurezza in Libano deve sforzarsi per risolvere questo problema. Coloro che vogliono o pensano di eliminare i missili e le armi difensive, vogliono in realtà fare un favore a Israele, dare al nemico quello che non è riuscito ad ottenere in 33 giorni di guerra e con l’aiuto di tutto il mondo. Vogliono arrivare a questo attraverso il dialogo, le negoziazioni politiche o le campagne sui mezzi di comunicazione, ma vi dico che non accadrà.

Nel 10 di Muharram, il giorno delle scelte decisive e storiche, voglio dire al mondo che noi in Libano abbiamo preso l’iniziativa sin dal 1980. Non aspettiamo la comunità internazionale, la Lega Araba, l’Organizzazione della Conferenza Islamica né nessuno al mondo.

Con la nostra ferma volontà, desiderio, gioventù, donne, uomini e modesto potenziale, abbiamo resistito, lottato e siamo stati martirizzati, ci siamo riappropriati la nostra terra, prigionieri, dignità, e con la nostra Resistenza preserveremo la nostra terra, dignità ed onore e li difenderemo contro chiunque al mondo.

I pericoli, le minacce e i cambiamenti non ci impediranno di adempiere a questo dovere ed a questa responsabilità.

Noi apparteniamo all’Imam il quale era solo in un giorno come questo contro 30.000 uomini. Ognuno di noi non si trova ora solo di fronte a tale numero. Siamo decine di migliaia di combattenti armati e addestrati, pronti al martirio e seguaci di Abi Abdullah al-Husayn (A).

Siamo una potenza che il nemico ancora non conosce, e mai conoscerà. Sorprenderemo ogni nemico con una presenza forte e creativa in tutti i campi.

Per tanto, nel giorno 10 di Muharram, dico che il tempo del compromesso riguardo alla nostra dignità, alla nostra presenza, al nostro orgoglio, al nostro paese, alla nostra terra e ai nostri luoghi santi è terminato.

Concludo rinnovando la nostra lealtà all’Imam Husayn (A) al quale diciamo: “O Maestro e Imam! Come tu ti sei sacrificato per i tuoi grandi obiettivi e hai preferito essere ucciso insieme alla tua famiglia e compagni per la verità e il bene, preserveremo questo sentiero e inoltre trionferemo grazie al tuo sangue, alla tua mente e alla tua cultura.

Rinnoviamo la nostra fedeltà a te nel 10 di Muharram. Dopo che tutti erano stati martirizzati, l’Imam Husayn (A) rimase solo, ma fermo e forte, e non si rivolse all’esercito nemico ma a tutte le genti rivolgendogli una domanda che passerà alla storia: “C’è qualcuno pronto ad aiutarmi?”

La risposta sarà sempre con il nostro sangue, lacrime, anima, posizione, mente, jihad e Resistenza: “Labbayka ya Husayn!” (Al tuo servizio o Husayn).

Traduzione a cura dell’Associazione Islamica Imam Mahdi (aj) – www.islamshia.org

Writer : shervin | Comments Off on Discorso di Nasrallah nel giorno di Ashurà (8-12-2011) Comments | Category : Ashura e il martirio dell’Imam Husayn(AS) , Islam

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