Il re saudita: Pellegrinaggio in “tranquillità e comodità”
Soumaya Ali
Dopo aver ascoltato la notizia della lettera di ringraziamento del Re Saudita Salman bin Abdul Aziz al Principe ereditario Mohammad bin Nayef “e a tutti gli altri funzionari, i nostri figli della Sicurezza, i loro fratelli e sorelle negli apparati governativi e civili che hanno partecipato nel servire i pellegrini della Santa Mecca, per i loro nobili sforzi e alta disciplina nel fornire ai pellegrini le condizioni che hanno loro permesso di adempiere al dovere del Pellegrinaggio (Hajj) con comodità e tranquillità”, molte persone probabilmente si sono ricordate quanto detto dal Direttore del “Washington Institute’s Gulf and Energy Policy Program” Simon Henderson.
Lo scorso anno Henderson aveva detto che l’attuale re saudita soffre di demenza presenile (Alzheimer). Pertanto il re ha dimenticato l’incidente della ressa che ha avuto luogo meno di una settimana fa (1) che ha causato (secondo le fonti saudite) la morte di 769 pellegrini, il ferimento di 934 e al momento circa 600 dispersi, e continua a ritenere che la realizzazione dell’Hajj quest’anno sia stata accompagnata dalla “tranquillità”?!
Oltretutto, la lettera di ringraziamento sopra menzionata mostra il rifiuto da parte del Regno delle proprie responsabilità verso i pellegrini morti, feriti e dispersi nell’incidente di Mina, verso le loro famiglie e le nazioni a cui appartengono, “come se non fosse accaduto”, oltre che della responsabilità nel fornire il più alto livello di organizzazione e buona gestione del Pellegrinaggio verso tutti i pellegrini che sono entrati nel territorio saudita.
Fino ad ora il Regno non ha rilasciato alcun tipo di scuse, chiarimenti o spiegazioni ufficiali per quanto accaduto. Il Regno non ha mostrato neanche sufficiente cooperazione con le nazioni interessate, avendo causato il ritardo dell’arrivo della delegazione iraniana sul territorio, negandogli il rilascio di visti urgenti. E’ stato inoltre ritardato anche l’invio dei corpi delle vittime nelle loro nazioni per poter effettuare i dovuti riti funebri.
Nonostante la tragedia, i media sauditi hanno svolto il loro ruolo nel diffondere i rumori; forse il più illustre di questi era l’affermare che l’ex ambasciatore iraniano in Libano Ghadhanfar Roknabadi era entrato in territorio saudita con un altro nome. Successivamente il visto di Roknabadi è stato mostrato pubblicamente, unitamente al video che lo ritraeva realizzare i riti della dissociazione dai politeisti (bara’ah min al-mushrikin) prima dell’incidente, palesando così le menzogne partorite da questi media e sollevando la questione di quale fosse l’interesse delle autorità saudite nel diffondere tali tipi di rumori.
Se il Pellegrinaggio quest’anno ha testimoniato “alta disciplina”, allora perché qualche giorno fa il re Saudita ha emesso cinque ordini reali di rimozione dal loro incarico per il Ministro del Pellegrinaggio, il Direttore della Sicurezza Generale e altri tre alti funzionari?
Vi è chiara discrepanza tra il numero ufficiale delle vittime e l’entità reale dell’accaduto.Sul sito internet del “Ministero della Salute Saudita – Direzione Generale delle Relazioni e Media della Sanità” è stato improvvisamente annunciato, e poi riportato dal vice-Ministro della Sanità Hamad bin Mohammad Dwaile’, che l’incidente di Mina aveva provocato 4.173 morti.
La notizia è poi stata subito rimossa, chiara indicazione della confusione che regna nel Regno nel trattare la tragedia, sia prima del suo avvenimento con la chiusura di alcune strade di fronte ai pellegrini causando così la ressa che ha portato all’incidente della calca come riportato da testimoni, sia successivamente quando non sono riusciti a controllare la situazione, oltre ai tanti motivi che abbiamo già menzionato. Comunque l’atteggiamento più provocatorio è stato l’oltraggio alle anime di coloro che sono morti, col capo del Regno che ha definito di “comodità e tranquillità” la situazione che quest’anno ha accompagnato i pellegrini alla Santa Mecca.
NOTE
1) La strage è avvenuta il 24 settembre scorso, in occasione della celebrazione dell’Eid al-Adha, la Festa del Sacrificio che sancisce la chiusura del Pellegrinaggio (Hajj). (ndt)
Fonte: Al-Manar Tv
Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte