L’Imam Mahdi, il salvatore dell’umanità
Seyyed Ali Shahbaz
Nella prospettiva sciita il Mahdi, il Salvatore dell’Umanità, il vindice degli oppressi e dei diseredati della terra, colui che verrà alla fine del nostro ciclo a dar battaglia alle forze della sovversione e della controtradizione, alle potenze sataniche della miscredenza, dell’empietà, dell’arroganza globale e dell’ipocrisia, e che libererà alfine il mondo dall’abominazione della loro tirannia, per instaurarvi il regno della giustizia, dell’armonia e della divina sapienza, viene identificato nel XII Imam della Casa del Profeta.
L’articolo che segue, tratto da un giornale iraniano, oltre a dare esaurienti ed interessanti ragguagli sulla figura e sulla funzione del Mahdi nell’ordine della storia e della ierostoria, mette pure in luce, facendo sempre riferimento a dati rigorosamente scritturali e tradizionali, il possibile significato escatologico di eventi ben noti e contrapposti della storia più recente del nostro secolo.
Ibn Sabbagh Malesi, un autorevole studioso sunnita, nella sua celebre opera Fusulu al-Muhumma riferisce una traduzione secondo la quale, allorché all’ultimo Imam della Casa del Profeta (Ahl ul-Bayt), il Mahdi, riapparirà, si appoggerà al muro della Ka’bah, circondato da 313 dei più giusti tra i credenti, che lo saluteranno con l’appellativo di “Baqiyatullah”, che significa “l’ultimo”, “colui che rimane”, o “il permanente da Allah”. Egli inizierà allora la sua marcia vittoriosa e libererà il mondo dalla miscredenza e dall’oppressione, instaurando un reggimento di giustizia e d’armonia.
La fine dell’oscurità e l’aurora della signoria globale della giustizia sono state predette in tutte le Sacre Scritture. Avrà allora inizio una nuova era in cui l’umanità potrà realizzare quella pace e quell’armonia a cui aveva sempre aspirato, dopo essersi alfine sbarazzata dell’illegalità eretta a norma in nome delle leggi internazionali dall’arroganza mondana globale, dal potere temporale satanico. L’avvento del Salvatore è l’ultima speranza che rimanga ai nobili ed oppressi, ai diseredati della terra, schiacciati sotto il peso d’ogni specie di tirannia da tempo ormai immemorabile. Ed invero, quanto più brutale sarà l’oppressione esercitata dalle potenze delle tenebre, tanto più splendida brillerà la luce al dileguarsi delle ombre della notte. L’Onnipotente è Giusto, e per i credenti la promessa del loro Creatore è certezza.
“Ed invero…i miei giusti servitori erediteranno la terra” (Sacro Corano, XXI, 105).
“E Noi desiderammo accordare il nostro favore a coloro che vennero stimati deboli sulla terra, e farne gli Imam, e farne gli eredi” (Sacro Corano, XXVIII, 5).
Con l’Islam, la legge divina è giunta alla sua perfezione, e con il Profeta Muhammad (S), la cui missione, a differenza di quella dei Profeti precedenti, è universale, le possibilità umane giungono al loro culmine. Egli è il “Sigillo dei Profeti”, e per far sì che l’umanità non deviasse dalla retta via dopo di lui, pronunziò la formula dell’unità e dello sviluppo, nella famosa tradizione dei “due gioielli” (“Taqhalayn” ovvero il Corano e l’Ahl ul-Bayt), che proteggesse l’Ummah dai pericoli della discordia e della decadenza. Come gli fu comandato dall’Onnipotente, egli proclamò apertamente che il suo cugino e genero Alì era il maestro (Mawla) di tutti quelli di cui egli era il maestro (con riferimento all’evento di Ghadir Khum quale viene riferito da eminenti autorità sunnite quali Ahmad ibn Hanbal, Nasai, Hakim Nishaburi e Wahidi).
Il Profeta (S) non lasciò l’Ummah nel dubbio, e come riferiscono le fonti sia sciite che sunnite, affermò che non avrebbe avuto più di dodici successori (Khufafa) (Suyuti in Tarikh al-Khulafa, Ibn Hajr Asqalani in Fath al-Bari fi Sharh Sahih Bukhari) e che l’ultimo sarebbe stato il Qaim (fermamente stabilito) o Mahdi (colui che guida), che apparirà prima della fine dei tempi per colmare il mondo di giustizia.
Un esame accurato della storia dell’Islam chiarisce ogni dubbio sul significato della parola “Khulafa” usata dal Profeta, che certo non si riferisce ai Califfi che esercitarono il potere temporale dopo di lui. Né questi sovrani furono in numero di dodici, né tanto meno si può dire che i tiranni, i beoni e i pervertiti che compaiono tra di loro assomiglino sia pur minimamente al Profeta (S).
In effetti il Profeta Muhammad (S) intendeva riferirsi agli Imam infallibili dalla sua Casa, che sono appunto in dodici, e la cui natura immacolata venne riconosciuta persino dai loro avversari.
È molto interessante notare come anche la Torah, a dispetto delle manipolazioni e delle mutilazioni subite nel corso dei millenni, abbia da dire quanto segue rispetto al figlio primogenito del Profeta Abramo (as), Ismaele (as), dal quale discendono il linea diretta il Profeta Muhammad (S) e i dodici Imam: “E quanto ad Ismaele, ti ho esaudito. Ecco, Io l’ho benedetto, e lo renderò prolifico, e moltiplicherò in sovrabbondanza la sua stirpe. Egli genererà Dodici Profeti, e farò di lui un grande popolo” (Genesi, XVII, 20).
L’ultimo di questi Dodici Principi è indubbiamente il Mahdi (possa Iddio affrettare la gioia della sua ricomparsa). Abu Dawud, il compilatore di uno dei sei autorevoli libri sunniti noti collettivamente con il nome di Sihah al-Sitta, riferisce il seguente detto del Profeta (S): “Allah susciterà un uomo della mia progenie, il cui nome sarà il mio stesso nome, e che colmerà la terra di giustizia e di armonia, allorché la tirannia e l’oppressione l’avranno soverchiata”. Ahmad Ibn Hanbal, Tirmidhi, Ibn Maja ed altri, hanno anch’essi riferito le tradizioni che riguardano il Mahdi, che dicono che apparterrà alla Casa del Profeta, e sarà un discendente di Nostra Signora Fatima attraverso il figlio minore Husayn. Essi sono anche d’accordo sul fatto che il Profeta Gesù (as), del quale il Sacro Corano dice che non è stato crocefisso ed è vivo, riapparirà anch’egli a dar man forte al Mahdi nella lotta dell’empietà…
La credenza nel Mahdi è pertanto parte integrante della fede. Se essa ha ispirato e sollevato lo spirito dei diseredati e degli oppressi, ha invece suscitato terrore e costernazione nei cuori dei tiranni e dei corrotti, perché costoro sanno bene che quando il Mahdi apparirà, rovescerà nella polvere le potenze sataniche piccole e grandi, con tutte le loro pretese d’egemonia locale e globale. Alcuni di costoro sono giunti al punto di negare questa verità di fede, ed hanno incaricato falsificatori ed interpolatori di distorcere i fatti. Il risultato disastroso di questi sforzi è stata l’apparizione nella storia dell’Islam di individui che hanno reclamato per se quel titolo, spalancando così a se stessi e ai propri seguaci le porte dell’inferno. Questi impostori non hanno nessuno dei caratteri del Mahdi quali sono menzionati nelle tradizioni.
Alla luce del Corano e dei detti del Profeta (S), è evidente che il Mahdi non è altri che il XII ed ultimo Imam della Casa del Profeta, l’Imam del nostro tempo, che porta lo stesso nome del Profeta (S) ed è collegato al suo grande antenato da una catena ininterrotta di successori. Egli non è un comune mortale prescelto da creature fallibili, né in quanto esecutore della volontà divina la sua missione dipenderà dalle fantasie e dai capricci, o da quel che piace o dispiace a menti tronfie e ottuse.
L’Imam Mahdi nacque nell’anno 255 dell’Egira (873 dell’era volgare, N.d.T.) a Samarra, nel mattino benedetto del quindicesimo giorno del mese di Shaban. Suo padre, Hasan al-Askari, era l’undicesimo Imam della Casa del Profeta…Sua madre Narjis discendeva da Simone, il discepolo di Gesù (AS). La nascita dell’Imam fu tenuta segreta dall’undicesimo Imam, per paura delle autorità Abbasidi, che avevano un grande terrore delle profezie che lo riguardavano. Egli fu allevato nella cantina della casa paterna, ed aveva cinque anni quando suo padre fu martirizzato col veleno.
In seguito, le autorità tentarono invano di trovarlo, ma la divina provvidenza lo sottrasse alle loro macchinazioni. In questo periodo, noto come “Ghaybat al-Sughra”, o occultazione minore, l’Imam si mantenne in contatto con l’Ummah attraverso quattro suoi rappresentanti, noti sotto il nome di “Nawabin al-Arba”. In seguito iniziò il periodo dell’occultazione maggiore, “Ghaybat al-Kubra”, al termine della quale l’Imam del tempo riapparirà a colmare la terra di giustizia e di armonia, come è stato predetto nel Sacro Corano e nei detti del Profeta (s).
Egli è il “Signore delle faccende” del nostro tempo, e la sua prossima venuta sarà preannunziata da segni sicuri nel mondo umano e naturale. Vi saranno frequenti terremoti, e divamperanno grandi incendi. Gli uomini non conosceranno la misericordia, e stragi, tirannia, immoralismo e pratiche sessuali contro natura saranno assai diffuse. Il mondo sarà un’immagine del caos, come risultato del dominio delle potenze sataniche.
Cionondimeno, i veri fedeli non si lasceranno prendere dallo sconforto, e non tutto sarà perduto per gli oppressi, perché prima dell’avvento del Mahdi un popolo d’Oriente si solleverà in difesa della verità e dell’onore. Secondo quel che dicono le narrazioni, i fedeli del Mahdi che spianeranno la via della sua signoria, saranno un popolo del Khorasan, ovvero delle terre ad Oriente del fiume Tigri. Ahmad ibn Hanbal, Tirmidhi, Ibn Khatir ed altri riferiscono che il colore delle bandiere dei seguaci della verità che verranno dal Khorasan sarà il nero, e che costoro avanzeranno verso Occidente e libereranno Gerusalemme dalla dominazione delle potenze sataniche. Nella sua “Dhakhair al-Uqba”, Muhibuddin Tabari ha riportato la seguente narrazione del Profeta (S):
“Dopo di me, la mia Casa dovrà affrontare difficoltà, stenti e persecuzioni, fino a che un popolo non avrà di là (e puntò il dito verso Oriente), portando bandiere nere. Essi reclameranno i propri diritti, e verranno loro negati. Allora combatteranno, e saranno vittoriosi. Ad essi verrà concesso quel che avevano reclamato, ma non lo accetteranno (il diritto di governare), e lo rimetteranno ad un uomo della mia Casa, che colmerà la terra di giustizia quando sarà stata colma d’oppressione. Chiunque si trovi a vivere in quel tempo, si unisca a loro”.
L’avvento del Mahdi (che Iddio lo affretti), è qualcosa di cui solo l’Onnipotente ha piena conoscenza. Ciononostante, il suo pensiero ha ispirato i virtuosi a battersi per il bene dell’umanità in ogni tempo. Ai nostri giorni, la Rivoluzione dell’Imam Khomeyni, che ha scosso le fondamenta delle potenze sataniche, è stata forse uno dei segni della prossima venuta dell’Imam infallibile. Essa ha aiutato a far rivivere gli insegnamenti genuini dell’Islam a detrimento dell’arroganza globale, e con i raggi di questa speranza che, Dio volendo, continueranno a illuminare il mondo attorno a noi, i musulmani potranno prepararsi alla grande venuta alla Ka’bah della Mecca, ed all’instaurazione della signoria della giustizia a Kufa, in Iraq. Si tratta invero di un evento prestabilito dalla divina provvidenza, e qualunque cosa facciano o tentino le potenze sataniche, con tutte le loro tecnologie sofisticate e con tutti i loro arsenali militari, nulla potranno per impedirlo.
(“Kayhan International”, 27.1.1994)
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