L’esempio perfetto: uno sguardo alla condotta morale del Profeta (seconda parte)

L’ESEMPIO PERFETTO:

Uno sguardo alla condotta morale del Profeta dell’Islam (seconda parte)

 

L’igiene del corpo

L’Islam è la religione completa, e cura tutte le dimensioni e tutti gli aspetti della vita umana. È per questo motivo che il sommo Profeta (S) dava una grande importanza all’igiene del corpo, ed esortava altresì gli altri a curarsi dell’igiene e della salute del proprio corpo. Esistono molti esempi che dimostrano che il nobile Profeta (S) curava con attenzione l’igiene e la salute del proprio corpo. Citiamo di seguito alcuni di questi esempi.

1. “Il Messaggero di Allah (S) non respirava mai nel recipiente in cui beveva, e quando voleva respirare, allontanava il recipiente dalla bocca, e poi respirava” [1]

2. Fu chiesto al Profeta (S) perché i musulmani si ammalano di meno, ed egli disse: “Noi siamo gente che non mangiamo finché non abbiamo fame, e quando mangiamo non ci saziamo completamente” [2]

3. L’Imam Amir-ul-Muminin Alì (pace su di lui) dice: “Mettevamo a bagno, per il Messaggero di Allah (S), dei datteri o dell’uva passa, in un recipiente; ne beveva il primo e il secondo giorno, e quando si alterava, ordinava di gettarlo via” [3]

4. “Il Messaggero di Allah (S) ogni volta che andava di corpo non mancava mai di fare l’abluzione rituale, iniziandola con il siwāk [4]” [5]

Il Messaggero di Allah (S), tagliandosi le unghie, ungendosi il corpo, passando l’antimonio fra le palpebre, eliminando i peli superflui, ed accorciandosi i baffi – programma con il quale il sommo Profeta (S) curava ogni settimana la propria igiene personale – fece comprendere ai musulmani l’importanza dell’igiene. Le parole del Messaggero di Allah (S) riguardo all’igiene delle unghie e dei baffi, espongono i salutari effetti fisici e spirituali, e le conseguenze positive che queste norme igieniche hanno per il miglioramento della vita mondana ed ultraterrena dell’essere umano. A tal proposito, citiamo la seguente tradizione: “Chiunque si tagli le unghia il venerdì, Iddio tira fuori il morbo da esse, e vi introduce la guarigione” [6]

In un’altra tradizione leggiamo: “Nessuno di voi tenga lunghi i baffi, poiché satana [7] li prende come rifugio e si nasconde in essi” [8]

 

Astinenza e semplicità di vita

La semplicità di vita e il non annegarsi nei piaceri e nelle lusinghe materiali e nella vita mondana, sono principi luminosi e edificanti, in grado di far emergere le capacità soprannaturali dell’essere umano, ed elevare il suo spirito. Più l’uomo cede alle lusinghe della vita mondana, più si priva dei piaceri e delle gioie spirituali, della luce della sapienza e della saggezza.

Gli uomini di Dio, che vivono in questo mondo per uno scopo sublime, non si fanno mai sedurre dalle lusinghe della vita terrena. Essi sanno bene che i fallaci piaceri materiali e le veraci gioie spirituali, sono come l’occidente e l’oriente: avvicinandosi all’uno ci si allontana dall’altro. Perciò si adoperano con tutte le loro forze per avvicinarsi quanto più possono al loro amato Creatore, ed è questo invero il sublime scopo della creazione. Essi non spendono la loro preziosa vita per cose di poco conto, poiché non è possibile raggiungere il suddetto sublime scopo senza astinenza e semplicità di vita, cose che richiedono uno sforzo serio e continuo. Bisogna tuttavia fare attenzione che quanto abbiamo ora detto non è in contraddizione con la bonifica dei terreni, il miglioramento dei paesi e delle città, il progresso scientifico, tecnico ed industriale, che sono parte dei doveri dell’essere umano in questo mondo materiale. In realtà, ciò che è riprovevole è:

I. l’attaccamento alle cose mondane e l’amore per i fugaci beni terreni;

II. l’annegarsi nei piaceri materiali e in una vita piena di vani sfarzi.

Il nobile Profeta dell’Islam (S), perfetto esempio di integrità per tutti gli esseri umani, rispettava in modo completo il principio della semplicità di vita, e in questo modo guidava l’uomo a riscoprire le sue immense capacità spirituali. Conviene qui ricordare che questo principio etico è relativo, e può variare col tempo e col mutare delle condizioni di vita. È dunque possibile che in alcune condizioni si possa considerare agiato un certo stile di vita, e in altre condizioni, considerando i cambiamenti avvenuti nella società, reputare sobrio e modesto questo stesso stile di vita. Perciò, quando si dice che è necessario prendere esempio dal sobrio e modesto modo di vivere del sommo Profeta (S), non si intende che bisogna fare identicamente quello che egli faceva, nella stessa, identica maniera e quantità (stessa casa, stessa cavalcatura, stesso cibo, stessi abiti ecc.); è piuttosto necessario valutare le condizioni dell’epoca in cui si vive, considerare l’evoluzione dei mezzi di vita, comprendere bene quali sono i criteri in base al quale la consuetudine e la società considerano un certo stile di vita semplice o meno, e poi scegliere con saggezza il migliore e più modesto e sobrio modo di vivere. In altre parole, dal suesposto principio, non bisogna dedurre che, ad esempio, siccome il sommo Profeta (S) viveva in una casa costruita con mattoni crudi, o siccome beveva in un recipiente di terracotta, o montava una particolare cavalcatura, ebbene anche noi dobbiamo fare altrettanto; dobbiamo piuttosto rispettare il suddetto principio etico considerando attentamente le particolari condizioni del tempo e del luogo in cui viviamo. Citiamo di seguito alcune tradizioni che dimostrano l’estrema semplicità di vita del nobile Messaggero di Allah (S).

1. Anas Bin Malik dice: “Il Messaggero di Allah (S) non mangiava mai da vassoi o cose simili, né in stoviglie molto grandi, e non si cibava mai di pane bianco delicato di farina setacciata” [9]

2. Una delle mogli del sommo Profeta (S) dice: “Il Messaggero di Allah non si riempì mai di cibo” [10]

3. L’Imam Baqir (pace su di lui) dice: “Portarono al Messaggero di Allah (S) un poco di khabiş [11], ma egli si rifiutò di gustarlo. Gli fu allora detto: ‘Te lo sei forse proibito?’. Rispose: ‘No, però detesto abituarmi a questo tipo di cibi‘.

Dopodiché recitò il seguente versetto: ‘Avete consumato i vostri beni puri nella vostra vita mondana [da egoisti]’” [12]

4. Il nobile Imam Amir-ul-Muminin Alì (pace su di lui), riguardo al sommo Profeta (S), disse: “Del mondo s’accontentò del necessario, e non gli mise mai gli occhi addosso; i suoi fianchi erano i più magri, il suo ventre era il più vuoto. In verità, il Messaggero di Allah (S) mangiava seduto a terra, sedeva alla maniera dei servi, rattoppava le proprie scarpe e rammendava i propri abiti con le sue stesse mani, cavalcava l’asino a disdosso e faceva salire gli altri con sé. Quando vide che sulla tenda della porta di casa sua vi erano dei disegni, disse ad una delle sue mogli: ‘Sottrai alla mia vista questa tenda, poiché, ogni volta che la vedo, mi ricordo del mondo e delle sue lusinghe’” [13]

 

Dell’adempimento alle faccende personali

Il nobile Profeta dell’Islam (S), nonostante il suo sublime grado spirituale, l’immenso amore che i musulmani e i credenti avevano per lui, e l’assoluto rispetto che la sua famiglia aveva per lui, non amava mai che gli altri eseguissero le sue faccende personali, si sforzava bensì di essere indipendente dagli altri, e adempiere di persona alle proprie faccende. Così facendo, il sommo Profeta (S) dimostrava il suo rispetto per gli altri, ed insegnava alla gente di non credersi mai privilegiati rispetto agli altri e di fare sempre affidamento sulle proprie forze.

Deylami, nell’opera ‘Irshād-ul-Qulūb’, narra che: “Il Messaggero di Allah (S) rammendava i propri abiti, rattoppava le proprie scarpe, mungeva le proprie pecore, mangiava assieme ai servi, si sedeva sempre per terra, e senza farsi inibire dalla vergogna portava quanto gli occorreva dal mercato alla propria famiglia” [14]

In un’altra tradizione leggiamo: “In un viaggio, il Messaggero di Allah (S), assieme ad un gruppo di persone, aveva camminato per diverse ore, ed i segni della stanchezza si erano manifestati nei viaggiatori e nelle loro cavalcature. La carovana sostò in una posta nella quale v’era un pozzo o uno stagno pieno d’acqua. Il Messaggero di Allah (S) fece distendere il proprio cammello e smontò. Prima di ogni cosa, tutti volevano raggiungere l’acqua e preparare i preliminari della preghiera. Il Messaggero di Allah (S), non appena sceso dal suo cammello, andò verso l’acqua, ma senza aver percorso molta strada, senza dire nulla, ritornò verso la sua cavalcatura. I suoi compagni dissero fra di loro stupiti: ‘Non ha gradito questo luogo per smontare, e intende ordinare di ripartire?’. Gli occhi erano attenti e le orecchie in attesa di sentire l’ordine del sommo Profeta (S). Lo stupore della gente aumentò quando videro che non appena il Messaggero di Allah (S) raggiunse il proprio cammello, prese la ginocchiera e con essa legò le ginocchia della bestia, e si diresse nuovamente verso l’acqua. I compagni sbalorditi chiesero: ‘O Messaggero di Allah (S), perché non ci hai ordinato di eseguire questo lavoro per te, e sei ritornato, scomodandoti? Noi eravamo pronti a renderti questo servigio con estremo onore’. Il sommo Profeta (S) rispose loro dicendo: ‘Non chiedete mai aiuto agli altri nell’adempimento delle vostre faccende personali, e non appoggiatevi agli altri, nemmeno per un pezzo di legno per il siwāk [15]‘” [16]

 

Dell’adornarsi

Il sommo Profeta (S) curava costantemente la sua bellezza esteriore, e non vedeva alcuna contraddizione fra la cura della sfera interiore e l’aspetto esteriore dell’essere umano. La sua impareggiabile ascesi non lo distoglieva mai dalla cura del proprio aspetto esteriore. Ad esempio, egli si profumava, si pettinava sempre i capelli, i suoi abiti erano sempre puliti ed eleganti, prima di uscire di casa si guardava sempre allo specchio, e prima di eseguire l’abluzione rituale si puliva sempre i denti; il colore delle sue scarpe era sempre in armonia con quello dei suoi vestiti, e portava sempre un turbante che gli donava una particolare grazia, ed accresceva la sua attrattiva ed imponenza. Egli diceva: “In verità, Allah è bello ed ama la beltà” [17]

Nelle raccolte di tradizioni islamiche esistono molti esempi della grande cura che il sommo Profeta (S) aveva del suo aspetto esteriore. Citiamo di seguito alcune di queste tradizioni.

1. Il Tabrisiyy dice: “Il Messaggero di Allah (S) era solito guardarsi allo specchio e mettersi a posto i capelli e pettinarsi, e spesso si ordinava i capelli specchiandosi nell’acqua. Egli, oltre ad abbellirsi per la sua famiglia, si adornava anche per i suoi compagni, e diceva: ‘Iddio ama che il Suo servo si prepari e si adorni quando esce di casa per incontrare i suoi fratelli’” [18]

2. Fra le cose che accrescono la bellezza umana v’è il profumarsi, e il sommo Profeta (S) amava molto profumarsi: “Il Messaggero di Allah (S) spendeva più denaro in profumi che in cibo” [19]

3. Un uomo scarmigliato, con la barba lunga, sciatto, venne dal sommo Profeta (S), il quale disse: “Questo uomo non ha trovato dell’olio col quale ungersi i capelli e metterseli in ordine? Alcuni di voi venite da me con le sembianze di Satana” [20]

4. Il nobile Imam Baqir (pace su di lui) dice: “Il Profeta di Allah (S) non passava per nessuna strada, se non che chiunque vi passava, anche dopo due o tre giorni, dal buon profumo che era rimasto da lui, capiva che egli era passato per quella strada. Non gli portavano nessun tipo di profumo, se non che se ne cospargeva, e diceva: ‘L’aroma di un gradevole e buon profumo, il portarselo addosso, è cosa semplice‘” [21]

 

NOTE

1- Makarim-ul’Akhlaq, vol. 1, pag. 32.

2 –Sunan-un-Nabiyy, pag. 181.

3- Da’ayim-ul’Islam, vol. 2, pag. 128.

4- Particolare metodo islamico di pulizia dei denti (n.d.t.).

5 –Mahajjat-ul-Baydhaa’, vol. 1, pag. 296.

6- Makarim-ul’Akhlaq, vol. 1, pag. 123.

7 -Alcuni sono dell’idea che qui con il termine satana s’intende il microbo (n.d.t.).

8- Makarim-ul’Akhlaq, vol. 1, pag. 125.

9- Makarim-ul’Akhlaq, vol. 1, pag. 171.

10- Majmu’ah Warram, vol. 1, pag. 101.

11- Dolce preparato con datteri ed olio (n.d.t.).

12- Mahāsin, pag. 343.

13- Nahj-ul-Balagah (Faydh-ul’Islam), sermone 159.

14- Irshād-ul-Qulūb, cap. 32, pag. 155.

15- Particolare metodo islamico di pulizia dei denti (n.d.t.).

16- Kuhl-ul-Basar, pag. 69.

17- Nahj-ul-Fasāhah, pag. 159.

18- Makarim-ul’Akhlaq, vol. 1, pag. 36.

19- Makarim-ul’Akhlaq, vol. 1, pag. 66.

20- Mahajjat-ul-Baydhaa’, vol. 1, pag. 309.

21- Makarim-ul’Akhlaq, vol. 1, pag. 66. 

 

Tratto da: “L’esempio perfetto. Uno sguardo alla condotta morale del Profeta dell’Islam (S)”, Majma Ahlalbayt.

 

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Writer : shervin | 0 Comments | Category : Novità , Tradizioni

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