Iran: L’UE accoglie gli assassini di 17.000 iraniani, ma sanziona chi protegge la sicurezza

Iran: L’UE accoglie gli assassini di 17.000 iraniani, ma sanziona chi protegge la sicurezza

Il responsabile iraniano per i diritti umani ha criticato il doppio standard dell’Unione Europea sulla questione dei diritti umani, dopo che ha varato nuove sanzioni contro la Repubblica Islamica con il pretesto della violazione dei diritti umani.

Il segretario generale dell’Alto Consiglio iraniano per i diritti umani Kazem Gharibabadi ha affermato che l’Unione Europea impone sanzioni a coloro che difendono la sicurezza e l’incolumità del popolo iraniano di fronte alle recenti rivolte sostenute dall’Occidente, ma ospita i terroristi che hanno “ucciso 17.000 iraniani innocenti”, in riferimento alla setta terroristica dell’Organizzazione Mujahedin-e-Khalq [MKO].

L’UE ha “violato i diritti di milioni di civili iraniani a causa imponendo sanzioni unilaterali e crudeli orchestrate dagli Stati Uniti, e ha fornito riparo e sostegno duraturo ai terroristi che hanno ucciso 17.000 iraniani innocenti”, ha twittato Gharibabadi.

L’Unione Europa “adesso, una volta ancora, ha creato una patetica farsa affermando di difendere i diritti umani imponendo al contempo sanzioni contro coloro che salvaguardano la sicurezza del popolo iraniano contro le rivolte sostenute dall’Occidente”, ha aggiunto, in post sul suo account Twitter.

Dopo essere stata fondata più di 50 anni fa, l’MKO ha lanciato una campagna di attentati e omicidi in Iran. Dei quasi 17.000 iraniani uccisi in attacchi terroristici negli ultimi quattro decenni, circa 12.000 sono caduti vittime degli atti terroristici del gruppo. Il famigerato gruppo terroristico ha attualmente sede in Albania, dove gode della libertà di attività dopo essere stato rimosso dalla lista dei gruppi terroristi dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti rispettivamente nel 2009 e nel 2012.

Il tweet di Gharibabadi è arrivato dopo che lunedì una riunione dei ministri degli Esteri dell’UE ha deciso di imporre delle sanzioni contro undici persone e quattro enti iraniani per la risposta del governo alle rivolte seguite alla morte in ospedale di una giovane donna iraniana, Mahsa Amini, dopo essere svenuta da sola in una stazione di polizia.

Le sanzioni hanno preso di mira una sezione delle forze di sicurezza iraniane, le forze di volontariato Basij e la divisione informatica dei Guardiani della Rivoluzione Islamica [Sepah Pasdaran]. L’Unione Europa ha inserito anche il ministro iraniano delle comunicazioni e della tecnologia dell’informazione Issa Zarepour per aver rallentato l’accesso a Internet. Le misure coercitive includono divieti di viaggio e il congelamento dei beni.

Lunedì il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha criticato le sanzioni, definendole “superflue” e “un atto non costruttivo dovuto a un errore di calcolo”.

“Su un percorso ben sperimentato di sanzioni inefficaci, l’UE ha adottato oggi ulteriori sanzioni superflue nei confronti di alcune persone iraniane. È un atto non costruttivo dovuto a un errore di calcolo, basato su una diffusa disinformazione”, ha affermato Amir-Abdollahian.

Più tardi lunedì, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani ha affermato che la decisione dell’UE equivale a una violazione del diritto internazionale e costituisce un esempio sfacciato di ingerenza negli affari interni della Repubblica Islamica, promettendo sanzioni reciproche contro persone ed enti europei.

Le proteste per la morte di Amini sono scoppiate prima nella sua provincia natale del Kordestan e poi in diverse città, inclusa la capitale Teheran. La ragazza è svenuta in una stazione di polizia ed è stata dichiarata morta in un ospedale di Teheran tre giorni dopo, il 16 settembre. Elementi estremisti hanno presto fatto deviare le proteste e incitato alla violenza contro le forze di sicurezza, portando all’uccisione di almeno 26 poliziotti.

Nel frattempo, un’indagine condotta dal parlamento iraniano ha concluso che la morte di Amini non era collegata a una presunta aggressione fisica, ma piuttosto è morta per una malattia.

Secondo il rapporto, la giovane non è stata né aggredita durante il suo trasferimento al centro di polizia di Teheran, dove è caduta in coma, né colpita mentre era lì detenuta.

 

Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Notizie

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