A proposito di un “errore” coranico: Maria, sorella di Aronne?

“Tornò dai suoi portando [il bambino]. Dissero: “O Maria, hai commesso un abominio! O sorella di Aronne, tuo padre non era un empio, né tua madre una libertina!”” [Sacro Corano, 19:27-28]
Una delle più note, presunte contraddizioni contenute nel Corano presenti nella letteratura cristiana, è probabilmente l’attribuzione a Maria madre di Gesù, del titolo onorifico di “sorella di Aronne”. La questione si rivelò controversa sin dagli albori del dialogo islamo-cristiano. Niceta di Bisanzio, un teologo cristiano dell’XI secolo d.C., famoso per i suoi testi polemicamente anti-islamici, sottolinea che nel Corano Maria veniva descritta come “sorella di Aronne” (Corano, 19: 28) e giunse alla concluse che Maria, il cui nome in greco e arabo è Maryam, era stata confusa con Maria la sorella di Aronne che troviamo nell’Antico Testamento.[1]
Questo argomento fu successivamente sviluppato da vari autori, come mostreremo, facendo notare che il nome ‘Imran, attribuito dal Corano al padre di Maria, suona molto simile a quello di Amram, nome che l’Antico Testamento attribuisce al padre di Mosè, Aronne e Miriam nel Vecchio Testamento (Numeri 26:59). Per esempio Abraham Geiger nel suo libro “Was hat Mohammed aus dem Judenthume aufgenommen?” scrive:
“Secondo Muhammad Miriam è la madre di Gesù. Sebbene il nome Miriam non sia menzionato nel passaggio in cui viene menzionata nella storia di Mosè, non vi è tuttavia dubbio che Muhammad abbia preso entrambe le Marie per una sola e identica persona…”[2]
In quello che è stato definito come un “classico” articolo di Theodor Nöldeke, pubblicato nella “Encyclopædia Britannica” nel 1891 e successivamente ristampato più volte, troviamo un’affermazione simile:
“Il più ignorante ebreo non avrebbe potuto sbagliarsi…Miriam la sorella di Mosè con Maria (Miriam) la madre di Cristo”.[3]
Alphonse Mingana ripeté più o meno la stessa affermazione:
“Chi non rimarrà stupito nel sapere che nel Corano Miriam, la sorella di Aronne, viene confusa con la Vergine Maria? (Sūrat Ali-Imrân, iii. 31 et seq.)”[4]
Questa presunta contraddizione storica divenne prominente negli scritti di St. Clair Tisdall, un missionario cristiano che si era recato ad evangelizzare la Persia. Nel suo “Original Sources Of The Qur’an”, egli afferma:
“Nella Sûrah XIX, Maryam, 28-29, ci viene detto che Maria si recò dalla gente dopo la nascita del nostro Signore, ed essi le dissero: “O Maria, hai commesso una cosa abominevole. O sorella di Aronne, tuo padre non era un malvagio né tua madre una ribelle”. Da queste parole è evidente che, nell’opinione di Muhammad, Maria era identica a Miriam, la sorella di Mosè e Aronne!”[5]
Allo stesso modo D. S. Margoliouth, professore di arabo alla Oxford University, scrive:
“Avendo sentito una Maria menzionata nella storia di Mosè e un’altra nella storia di Gesù, non gli è venuto in mente di distinguere tra loro”.[6]
Da dichiarazione più forte su questo tema è forse quella di Henri Lammens, il quale afferma che nel Corano uno:
“degli anacronismi più clamorosi” è “la confusione tra le due Marie (19,22)“[7]
Questa fantomatica confusione tra le due Marie fu citata da Richard Bell [8], Arthur Jeffery [9] e Charles Torrey [10], tra gli altri [11], e fu ampiamente diffusa da missionari e apologisti cristiani senza alcuna analisi o ricerca indipendente.[12]
Curiosamente la contraddizione storica in oggetto è simile a quella di Haman, menzionato nel Corano accanto a Faraone e a Mosè. Secondo molti eruditi occidentali la presenza di Haman nella storia coranica di Mosè e Faraone sarebbe frutto di un travisamento della Bibbia, che avrebbe portato l’autore del Corano a spostare Haman dalla corte persiana del Re Ahasuerus alla corte egiziana del Faraone. Allo stesso modo, la collocazione di Maria “sorella di Aronne” durante l’epoca di Maria, madre di Gesù, sarebbe il risultato della confusione tra le due Marie.
Qui la questione nasce da una lettura alquanto superficiale del versetto coranico 19:28 e che non tiene in considerazione le caratteristiche di Maria, la madre di Gesù. Né i primi eruditi occidentali né i primi missionari cristiani hanno compiuto un reale sforzo intellettuale per comprendere il contesto in cui la frase “sorella di Aronne” si colloca. Sebbene questa presunta contraddizione storica venga oggi rifiutata, come vedremo, dai moderni studiosi occidentali, vale la pena sottolinearne il motivo. Richiameremo inoltre l’attenzione su alcuni aspetti importanti della storia di Maria nel Corano che vennero ignorati dai primi studiosi.
Al contrario del Nuovo Testamento, il Corano ha menzionato frequentemente Maria, iniziando con la sua nascita, il suo ritiro, l’annunciazione e il parto di Gesù. Mentre il Corano ha molte cose da dire riguardo l’infanzia di Maria, il Nuovo Testamento non contiene nulla del genere. Esso praticamente non getta alcuna luce sulla vita di Maria prima che rimanesse incinta.
La narrazione coranica inizia con la gravidanza della moglie di ‘Imran. Quando la moglie di ‘Imran rimase incinta, ella fece voto di dedicare il bimbo nei suoi lombi a Dio [Corano, 3:35]. Rimase delusa quando diede alla luce una bambina, che fu chiamata Maria; tuttavia Dio accettò la bambina [v. 36-37] e Zaccaria fu designato come suo guardiano [v. 37]. Gli angeli informarono Maria che Dio l’aveva purificata e prescelta tra tutte le donne del mondo; le venne chiesto di inchinarsi in preghiera e trascorrere il tempo in adorazione [v. 42-43]. Essendo una donna pia, Maria si isolò dalla gente e consacrò la sua vita a Dio. Ogni volta che Zaccaria entrava nel mihrāb di Maria, con sua grande sorpresa, la trovava sempre rifornita miracolosamente di cibo. Quando Zaccaria, il custode di Maria, le chiese chi le fornisse questa assistenza misteriosa, ella disse: ““Da parte di Allah”. In verità Allah dà a chi vuole senza contare” [v. 37]. Era pertanto Dio, non Zaccaria, che realmente custodiva Maria.
Il Corano ci informa che Dio preferì la famiglia di ‘Imran su tutte le altre genti [v. 33]. Questo è in linea con l’immagine di Maria raffigurata nel Corano, una donna pia, casta, dedita a servire Dio e riporre fiducia in Lui. Dio la scelse tra tutte le donne del mondo. Quindi Maria non solo proveniva da una famiglia particolarmente illustre ma anche molto devota. Il Corano lega Maria ad un’altra illustre e pia famiglia del passato; gli eventi ci portano a ciò su cui riporgeremo la nostra attenzione.
Quando Maria raggiunse l’età della maturità, venne divinamente informata che avrebbe dato alla luce un bambino prodigioso: Gesù [Corano, 3:45]. Quando Maria concepì Gesù, si ritirò con lui in un posto lontano [Corano, 19:22]. Possiamo leggere la narrazione della natività di Gesù e delle doglie di Maria nel Corano [19:23-26]. Dopo aver partorito Gesù, entrambi si recarono dalla loro gente. La gente fu sorpresa nel vedere Maria con un bambino. Essi dissero: “O Maria, hai commesso un abominio! O sorella di Aronne, tuo padre non era un empio, né tua madre una libertina!”
UNA RICERCA GENEALOGICA
Come abbiamo accennato, i primi studiosi critici del racconto coranico (del quale Muhammad è ritenuto autore), hanno fatto una semplice asserzione: Muhammad avrebbe confuso le vite di due Marie, cioè Maria la madre di Gesù con Maria la sorella di Aronne e Mosè. In altre parole, Muhammad credeva che Maria – il cui padre era Amram – avesse due fratelli, Mosè e Aronne. Questo può essere graficamente rappresentato come segue:

Fondamentale, il Corano ci informa che Maria era anche la madre di Gesù. Concentrandosi sulla discendenza immediata e trascurando l’intero quadro delle relazioni familiari fornite nel Corano, inclusa la menzione di altre personalità storiche (come Zaccaria), la genealogia risultante diventa insostenibile in quanto non può essere desunta dalle informazioni fornite nel Corano. Se questa relazione venisse inclusa nella genealogia asserita dai primi studiosi, ne risulterebbe il seguente grafico:

Si potrebbe controbattere che i versetti esaminati menzionano solamente che Aronne è il fratello di Maria, quindi forse Muhammad non sapeva che Aronne avesse un fratello chiamato Mosè. A questo si può rispondere leggendo il Corano dove Mosè e Aronne sono chiaramente rappresentati come fratelli. La domanda posta è quindi: Muhammad e/o il Corano hanno davvero ritenuto che Mosè fosse lo zio di Gesù? Gesù e Mosè erano separati da una sola generazione? Il Corano afferma che sia Gesù che Mosè raggiunsero entrambi la maturità e l’età adulta. Di conseguenza, applicando la confusa genealogia dei critici, il Gesù e il Mosè del Corano sarebbero stati entrambi contemporaneamente vivi. Per quanto possa sembrare sorprendente, per quanto ne sappiamo, nessuno dei primi studiosi ha approfondito ulteriormente le genealogie proposte, oltre a sostenere che Muhammad pensava che Gesù figlio di Maria fosse il fratello di Aronne e Mosè. Ci sono delle affermazioni presenti nel Corano che suggeriscono che Gesù e Mosè vivessero nella stessa epoca? No. Infatti Mosè e suo fratello Aronne sono collocati in un’antica ambientazione egiziana durante il periodo del Faraone, molto lontana dal luogo e dal tempo della Palestina del primo secolo.
Se l’utilizzo da parte del Corano dei termini “moglie”, “figlia” e “sorella” in questo particolare contesto non può essere inteso in senso letterale, come abbiamo mostrato sopra, vi è un altro modo per comprendere questi termini e quali circostanze storiche possono giustificare simile spiegazione?
UNA RICERCA STORICA
La domanda ora attiene il perché dell’epiteto “O sorella di Aronne”. Nel vedere Maria con un bambino, e non sapendo se avesse sposato qualcuno o fosse impudica, la sua gente gridò usando l’epiteto “yā ukhta Harūn” (“O sorella di Aronne”). Dal contesto immediato è ovvio che l’epiteto viene utilizzato per richiamare l’attenzione di Maria e può significare due cose:
Primo, per ricordarle la sua somiglianza con Aronne nella pietas e nell’adorazione di Dio. Quindi l’affermazione diventa un rimprovero per aver partorito un bambino senza essere sposata, un peccato scioccante vista la sua pietas e la nota rettitudine della sua immediata famiglia e dei suoi antenati.[13]
Secondo, l’epiteto “yā ukhta Harūn” ricordava a Maria anche della sua pia antenata Miriam, la sorella di Aronne (e Mosé), alla quale venne dato il titolo di “profetessa” (Esodo, 15:20), molto apprezzata nella Bibbia ebraica e nella letteratura rabbinica. Ella viene menzionata in Michea 6:4insieme a Mosè ed Aroenne come una dei tre che guidò Israele fuorì dall’Egitto. La letteratura rabbinica elabora il racconto biblico dove Miriam è descritta come una persona per la quale intervenne Dio. Dio l’ha onorata officiando Lui stesso come cohen per dichiararla definitivamente lebbrosa e successivamente per dichiararla purificata (Zebahim 102a).[14] Poiché aveva aspettato Mosè vicino al fiume, gli Israeliti attesero che guarisse (Sotah 11a).[15] Un pozzo miracoloso, creato durante il crepuscolo alla vigilia del primo Sabbath (Avot. 5:6), accompagnò i Figli di Israele nel deserto grazie ai suoi meriti (Ta’an. 9a).[16] Come Mosè e Aronne, anche ella morì con il bacio di Dio, giacché l’angelo della morte non aveva potere su di lei (Baba Bathra 17a).[17]
Entrambe queste spiegazioni sono state sostenute da un ḥadīth del Profeta Muhammad (S). I cristiani di Najran durante l’epoca del Profeta (S) sollevarono un’obiezione simile alla quale rispose il Profeta. Nel “Ṣaḥiḥ Muslim”, un ḥadīth riportato da Mughirah ibn Shu‘bah [5326] dice:
“Mughira b. Shu’ba riferì: Quando venni a Najran, loro (i cristiani di Najran) mi chiesero: ‘Voi leggete “O sorella di Aronne” nel Corano, mentre Mosè nacque molto prima di Gesù.’ Quando tornai dal Messaggero di Dio (S) gli chiesi al riguardo, ed egli disse: “(La gente dell’antichità) era solita chiamare (le loro persone) con i nomi degli Apostoli e delle persone pie che li avevano preceduti”.
Risulta chiaro da questo ḥadīth che il Profeta non “confuse” le due Marie.[18] Egli evidenziò che gli antichi utilizzavano i nomi delle persone pie che li avevano preceduti. Gli esegeti musulmani hanno inoltre già confutato la presunta confusione delle due Marie utilizzando il summenzionato ḥadīth e il Corano stesso. Per esempio Barbara Freyer Stowasser rileva:
“La designazione di Maria come “sorella di Aronne” (e anche “figlia di Amram”) ha portato alcuni non musulmani ad asserire una “confusione” coranica tra Miriam (Maryam) la sorella di Aronne e Mosé, e Maria (Maryam) la madre di Gesù. Questa controversia è molto antica…, e la confutazione di questa pretesa da parte delle autorità islamiche è ben documentata. Secondo il tafsir [esegesi], Maria venne appellata come “sorella di Aronne” perché il Corano ha tracciato una comparazione, o perché aveva un fratello con quel nome”.[19]
Altrove, riguardo alla presunta contraddizione delle due Marie, Stowasser cita Ibn Kathir e dice:
“Questa controversia è vecchia quanto il dialogo islamo-cristiano. E’ riportato che il Profeta ha rifiutato simili argomenti presentati dai cristiani di Najran durante la sua vita; “confondere Maria la madre di Gesù con Maria la sorella di Mosé e Aroenne nella Torah è completamente errato e in contraddizione con i solidi Hadith e il testo coranico, come abbiamo stabilito nel Tafsir” (Isma’il ibn Umar Abu l-Fida Ibn Kathir, Qisas al-anbiya’, ed. Mustafa Abd al-Wahid, vol. II [Dar al-kutub al-haditha, 1968] pp. 393-394;[20]
Pertanto l’epiteto “O sorella di Aronne” utilizzato dal popolo di Maria quando vide un neonato nelle sue braccia mirava semplicemente a ricordarle che la gente che l’aveva preceduta ed era pia e casta. Il Corano, come il Nuovo Testamento, colloca inoltre Maria madre di Gesù al tempo di Zaccaria. Questo rende la questione della “confusione” tra le due Marie insostenibile.
UNA RICERCA LESSICALE
I termini “sorella”, “fratello”, figlio” e “figlia” in arabo possiedono connotazioni davvero molto ampie. Su questa stessa base gli eruditi occidentali moderni hanno rifiutato la pretesa della “confusione” tra le due Marie, vale a dire tra Maria madre di Gesù e Miriam sorella di Mosè e Aronne. Per esempio A. J. Wensinck, scrivendo nella sua Encyclopaedia Of Islam, dice:
“Maryam è chiamata sorella di Aronne (sūra XIX, 29), e l’utilizzo di questi tre nomi – ‘Imrān, Hārūn (Aronne) e Maryam – ha portato alla supposizione che il Corano non distingua chiaramente tra le due Marie, quella del Vecchio e quella del Nuovo Testamento. Il Corano cita due famiglie in particolare come prescelte: quella di Abramo e quella di ‘Imrān (sūra III, 32). E’ alla famiglia di ‘Imrān, importante grazie a Mosè e Aronne, a cui appartiene Maryam. Non è necessario ritenere che questi legami familiari siano da interpretare in termini moderni. I termini “sorella” e “figlia”, come le loro controparti maschili, nell’uso arabo possono indicare una parentela allargata, una discendenza o un’affinità spirituale. Questo secondo ‘Imrān, insieme ad Aronne, può essere preso come puramente coranico… la tradizione islamica è chiara sul fatto che vi fossero diciotto secoli tra l’Amram biblico e il padre di Maryam”.[21]
Similmente, l’ampio utilizzo del termine ebraico ’achôwth, equivalente dell’arabo ukhtun, che significa “sorella”, è presente anche nella Bibbia Ebraica. Il materiale che segue è tratto da Gesenius’s Hebrew And Chaldee Lexicon To The Old Testament Scripture.

Figura 1: L’utilizzo di ’achôwth, vale a dire “sorella”, nella Bibbia Ebraica.[22]
Similmente, la Blue Letter Bible online, sotto il termine ’achôwth, elenca i seguenti significati nella Bibbia:
– sorella (stessi genitori)
– sorellastra (stesso padre)
– parente
°(metaforico) della relazione tra Israele e Judah
– amato/a
– sposa
°(fig.) di intima connessione
– Un altro
Simili affermazioni possono essere rinvenute anche in The Brown-Driver-Briggs Hebrew And English Lexicon.[23] The New Strong’s Exhaustive Concordance Of The Bible descrive molto brevemente il termine ’achôwth, “sorella”, e dice che nella Bibbia Ebraica è ampiamente utilizzato tanto nel suo senso letterale quanto in quello figurativo.[24]
Secondo i missionari cristiani la frase “fratello di” (e conseguentemente la frase “sorella di” nel Corano) “non si riferisce ai discendenti ma a due contemporanei”. Non esiste una definizione così limitata. Consultando il termine “’Achôwth” nei vari lessici ebraici come Gesenius’s Hebrew And Chaldee Lexicon To The Old Testament Scripture[25], The Brown-Driver-Briggs Hebrew And English Lexicon[26], The Hebrew And Aramaic Lexicon Of The Old Testament[27], Theological Dictionary Of The Old Testament[28], A Comprehensive Etymological Dictionary Of The Hebrew Language For Readers Of English[29] e The Dictionary Of Classical Hebrew[30] viene rivelata l’infondatezza delle pretese dei missionari cristiani secondo i quali la frase “sorella di” può solo “riferirsi non a discendenti ma a due contemporanei”. D’altra parte, tutti i lessici ebraici forniscono un sostegno incondizionato al fatto che il termine ’achôwth può essere utilizzato tanto in senso letterale quanto in quello figurativo. Questo termine è utilizzato per denotare una sorella, una sorellastra, parenti, membri della stessa tribù, o qualcuno che è amato e perfino alla propria moglie. E’ interessante che Judah venga chiamata “sorella” di Israele (Geremia 3:7-10) non perché fossero fra loro contemporanei, ma perché erano discendenti di un comune antenato, vale a dire la monarchia unita di Israele (e del Profeta Giacobbe!).[31] Quindi il termine “sorella” descrive la stretta relazione tra Judah (regno meridionale) e Israele (regno settentrionale) dopo la divisione. Inoltre, “sorella” può significare “amata” o qualcuno che è vicino e quindi può riferirsi ad ogni numero di persone o gruppo di persone, passato o presente.

Figura 2: L’utilizzo di adelphe, “sorella”, nel Nuovo Testamento.[32]
Similmente, nel Nuovo Testamento il termine adelphe, “sorella”, è utilizzato per implicare una sorella di sangue o qualcuno collegato alla religione Cristiana (figura 2). Anche in questo caso non viene specificato che questa parola può riferirsi solo “non ai discendenti, ma a due contemporanei”.
Non sorprende che la presunta “confusione” tra le due Marie non compaia nemmeno in Encyclopaedia Of The Qur’an pubblicata nel 2003.[33] Questa presunta “confusione” ignora sia l’idioma arabo sia il contesto del versetto. In arabo, la parola akhun o ukhtun (sottolineata in rosso nelle immagini) ha due significati:
Il versetto in discussione ha usato la parola ukhtun nel secondo senso. Ciò non è insolito poiché il Corano usa la stessa espressione idiomatica in diversi versetti precedenti. Nel capitolo 11 versetto 78, il profeta Lot si riferisce alle donne della sua comunità come alle mie figlie.

“La gente del suo popolo andò da lui tutta eccitata. Già avevano commesso azioni empie. Disse [loro]: «O popol mio, ecco le mie figlie sono più pure per voi. Temete Allah e non svergognatemi davanti ai miei ospiti. Non c’è fra voi un uomo di coscienza?».” [Corano, 11:78]
Nel capitolo 7, versetti 65, 73 e 85, i profeti Hud, Saleh e Shu‘ayb sono definiti “fratelli” dei rispettivi popoli.

“E agli ‘Âd [inviammo] il loro fratello Hûd: «O popol mio, disse, adorate Allah. Per voi non c’è altro dio che Lui. Non Lo temerete?»”. [Corano, 7:65]

“E ai Thamûd [inviammo] il loro fratello Sâlih. [Disse]: «O popol mio, adorate Allah. Per voi non c’è altro dio all’infuori di Lui. Ecco che vi è giunta una prova da parte del vostro Signore: ecco la cammella di Allah, un segno per voi. Lasciatela pascolare sulla terra di Allah e non le fate alcun male: scontereste un doloroso castigo” [Corano, 7:73]

“Agli abitanti di Madyan [inviammo] il loro fratello Shu‘ayb! Disse: «O popol mio, adorate Allah. Per voi non c’è altro dio che Lui. Vi è giunta una prova da parte del vostro Signore. Riempite la misura e date il giusto peso e non danneggiate gli uomini nei loro beni. Non corrompete la terra dopo che Allah la creò pura: ciò è meglio per voi, se siete credenti”. [Corano, 7:85]
Anche la gente di Lot è menzionata nel capitolo 50 versetto 13 come fratelli di Lot, fatta eccezione per la parola banati che significa mie figlie in 11:78; tutti gli altri riferimenti hanno utilizzato la parola “akhun” che significa fratello.

“e gli ‘Âd e Faraone e i fratelli di Lot” [Corano, 50:13]
E in un altro passo, il Corano si rivolge ai credenti chiamandoli fratelli nella fede.

“In verità i credenti sono fratelli: ristabilite la concordia tra i vostri fratelli e temete Allah. Forse vi sarà usata misericordia”. [Corano, 49:10]
MARIA: UNA LEVITA?
Nel discutere l’epiteto yā ukhta harūn (“O sorella di Aronne”), studiosi musulmani come Yusuf Ali [34] e Muhammad Asad [35] hanno raffigurato Maria, madre di Gesù, come una levita e hanno affermato che proveniva da una famiglia sacerdotale. C’è un elemento di incertezza sulla genealogia esatta di Maria nel Nuovo Testamento. L’indizio sulla genealogia di Maria proviene dal Vangelo di Luca.
“Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile”. [Luca, 1:36]
La parola greca usata per “cugino” è suggenes. La The New Strong’s Exhaustive Concordance Of The Bible suggerisce che questa parola potrebbe significare “parente” o “familiare” o “cugina”.[36] Elisabetta era una discendente di Aronne, e Maria, madre di Gesù, era sua “parente” o “cugina”. Data la moltitudine di possibilità, gli studiosi biblici hanno suggerito che Maria potrebbe essere una levita o una mezza levita.[37] C’è un hadith profetico che getta ulteriore luce su questo argomento. L’hadith dice che sia Gesù che Yahya erano cugini da parte di madre (بابني الخالة). La traduzione dice:
“Quando sono entrato ‘Isa b. Maryam e Yahya b. Zakariya (pace su entrambi), cugini da parte materna, mi hanno accolto e hanno pregato per il mio bene…”
Ciò implica che Maria ed Elisabetta fossero strettamente imparentate, ma la loro esatta relazione non è chiara.
I missionari cristiani sono pronti a respingere qualsiasi ipotesi secondo cui Maria fosse una levita e sostengono che i musulmani “dovranno basare la loro argomentazione indipendentemente dalla Bibbia” per dimostrare che Maria fosse una levita. Invece, utilizzando il Nuovo Testamento, si sottolinea che Gesù era un discendente di Davide. Tuttavia, come è ben noto nella letteratura accademica, è stata spesa una grande quantità di inchiostro per determinare l’ascendenza di Gesù e Maria. Le genealogie di Gesù nel Nuovo Testamento sono piene di difficoltà e contraddizioni, di conseguenza è impossibile determinare la discendenza precisa di Gesù e quindi di Maria. Forse lo studio più completo degli ultimi tempi sulla questione delle genealogie di Gesù nel Nuovo Testamento è quello dello studioso cattolico Raymond E. Brown, The Birth Of The Messiah: A Commentary On The Infancy Narratives In The Gospels Of Matthew And Luke.[38] Le discrepanze nella genealogia di Gesù furono discusse brevemente anche da Lee Martin McDonald e Stanley E. Porter nel loro libro Early Christianity And Its Sacred Literature.[39] I problemi e le discrepanze all’interno delle genealogie di Matteo e Luca sono così schiaccianti che la stragrande maggioranza degli studiosi non si preoccupa di difenderli.[40] Invece, la spiegazione offerta è che Matteo e Luca possedevano un certo punto di vista teologico e un dogma che desideravano propagare. Perciò modellarono e plasmarono le genealogie in base alle loro visioni e prospettive teologiche. Ciò a sua volta suggerisce che queste genealogie potrebbero essere fittizie e prive di fondamento storico. Raymond E. Brown riassume la discussione sulle genealogie di Matteo e Luca dicendo:
“Riassumendo, quindi, l’elenco di Luca, pur essendo per certi versi più plausibile di quello di Matteo, difficilmente costituisce una registrazione esatta dell’ascendenza biologica di Gesù. Si può sempre ipotizzare che le ultime generazioni di antenati immediati possano essere corrette, ma la stessa ipotesi è possibile per l’elenco di Matteo, senza alcuna possibilità di provare nessuna delle due e con ben pochi elementi nel resto dell’elenco che giustifichino una simile ipotesi. Ciò che si può dire con certezza dell’elenco di Luca è che, in parte, è organizzato artificialmente in schemi numerici di sette e che contiene abbastanza imprecisioni e confusioni da suggerire una provenienza popolare (piuttosto che una provenienza d’archivio) tra gli ebrei di lingua greca. Luca adottò questo elenco e lo adattò a fini teologici, collocandolo tra il battesimo di Gesù e le sue tentazioni.
Ciò significa che, mentre le due genealogie del Nuovo Testamento ci dicono come valutare Gesù, non ci dicono nulla di certo sui suoi nonni. Il messaggio su Gesù, figlio di Giuseppe, non è che di fatto egli sia anche figlio (nipote) di Giacobbe (Matteo) o di Eli (Luca), ma che teologicamente egli è “figlio di Davide, figlio di Abramo” (Matteo) e “Figlio di Dio” (Luca).[41]
Paolo forse riconobbe la gravità dei problemi inerenti alle due genealogie inconciliabili di Gesù riportate nel Nuovo Testamento. Egli insegna che chiedere informazioni sulle genealogie è come fare domande sciocche. Pertanto, non bisogna prestar loro alcuna attenzione e dovrebbero essere evitate:
“…e di non aderire a favole e a genealogie interminabili, le quali sono più adatte a vane discussioni che non al disegno di Dio, che si attua nella fede”. (1 Timòteo, 1:4)
“Evita invece le questioni sciocche, le genealogie, le risse e le polemiche intorno alla Legge, perché sono inutili e vane”. (Tito, 3:9)
La controversia che circonda l’epiteto onorario “Sorella di Aronne” applicato nel Corano a Maria, madre di Gesù, è stata una caratteristica del dialogo islamo-cristiano fin dall’inizio della missione del Profeta. I cristiani di Najran hanno contestato l’uso di questo epiteto, suggerendo che il Corano avesse confuso Maria, madre di Gesù, con Maria, sorella di Aronne e Mosè. Questa osservazione ha sviluppato sfumature polemiche a partire dal IX secolo sotto forma di critiche taglienti di Niceta Coniata e di polemica anti-islamica generale.
Credendo che il Corano fosse semplicemente un miscuglio di testi ebraici e cristiani, gli studiosi occidentali hanno continuato a trasmettere questa presunta contraddizione storica fino a tempi recenti, dove uno sguardo equilibrato e imparziale ai testi rilevanti non mostra che esista un tale anacronismo.[42] Sebbene descrizioni come “Figli di Adamo”, “Figli di Israele”, “madre di”, “fratello di”, “sorella di”, “figlio di”, ecc., possano presupporre una consanguineità fisica diretta, non possono in tutti i casi essere intese come tali, senza imporre una comprensione palesemente assurda e senza senso del testo. E Dio ne sa di più!
Note
[1] A-Th. Khoury, Les Théologiens Byzantins Et L’Islam: Textes Et Auteurs (VIIIe -XIIIe S.), 1969, 2e Tirage, Éditions Nauwelaerts: Louvain & Beatrice-Nauwelaerts: Paris, p. 146.
[2] A. Geiger, Judaism And Islam (traduzione inglese di Was hat Mohammed aus dem Judenthum eaufgenommen?), 1970, Ktav Publishing House Inc., New York, pp. 136-137. Ristampato anche in A. Geiger, “What Did Muhammad Borrow From Judaism?” in Ibn Warraq (Ed.), The Origins Of The Koran: Classic Essays On Islam’s Holy Book, 1998, Prometheus Books, p. 213.
[3] Th. Noldeke, “The Koran”, Encyclopædia Britannica, 1893, Volume 16, Adam And Charles Black: Edinburgh, p. 600. Questo articolo è stato ristampato molteplici volte con alcune leggere modifiche. T. Nöldeke (J. S. Black [Trad.]), Sketches From Eastern History, 1892, Adam and Charles Black: London & Edinburgh, p. 30. Questo articolo è stato ristampato ed edito da N. A. Newman, The Qur’an: An Introductory Essay By Theodor Nöldeke, 1992, Interdisciplinary Biblical Research Institute: Hatfield (PA), p. 9; cfr. anche Th. Nöldeke, “The Koran” in Ibn Warraq (Ed.), The Origins Of The Koran: Classic Essays On Islam’s Holy Book, 1998, op. cit., p. 43; cfr. anche Th. Nöldeke, “The Koran” in C. Turner (Ed.), The Koran: Critical Concepts In Islamic Studies, 2004, Volume I (Provenance and Transmission), Routledge Curzon: London & New York, p. 77.
[4] Rev. A. Mingana & A. S. Lewis (Eds.), Leaves From Three Ancient Qur’âns Possibly Pre-‘Othmânic With A List Of Their Variants, 1914, Cambridge: At The University Press, p. xiv. Ristampato anche in A. Mingana, “Three Ancient Korans” in Ibn Warraq (Ed.), The Origins Of The Koran: Classic Essays On Islam’s Holy Book, 1998, op. cit., p. 79.
[5] Rev. W. St. Clair Tisdall, The Original Sources Of The Qur’an, 1905, Society For The Promotion Of Christian Knowledge: London, p. 150. Cfr. anche St. Clair-Tisdall, “The Sources Of Islam ” in Ibn Warraq (Ed.), The Origins Of The Koran: Classic Essays On Islam’s Holy Book, 1998, op. cit., p. 259.
[6] D.S. Margoliouth, Muhammad And The Rise Of Islam, 1905, G. P. Putnam’s Sons: London, p. 61.
[7] H. Lammens (tradotto dal francese da Sir E. Denison Ross), Islam: Beliefs and Institutions, 1929, Methuen & Co. Ltd.: London, p. 39. [In italiano, H. Lammens, Islam: credenze e istituzioni, 1947, La Terza e Figli].
[8] R. Bell, The Origins Of Islam In Its Christian Environment, 1926, The Gunning Lectures Edinburgh University, 1925, Macmillan And Co., Limited: London, p. 132.
[9] A. Jeffery, The Foreign Vocabulary of the Qur’an, 1938, Gaekwad’s Oriental Series No. LXXIX, Oriental Institute: Baroda, p. 262; idem., The Qur’an As Scripture, 1952, Russel F. Moore Company Inc.: New York, p. 37 nota 43; idem., The Koran: Selected Suras, 1958, The Heritage Press: New York, p. 226, nota 7.
[10] C. C. Torrey, The Jewish Foundation Of Islam, 1967, Ktav Publishing House, Inc.: New York, p. 70. Ristampato da C. C. Torrey, “The Jewish Foundation Of Islam” in Ibn Warraq (Ed.), The Origins Of The Koran: Classic Essays On Islam’s Holy Book, 1998, op. cit., p. 301.
[11] Cfr. ad esempio H. Schwarzbaum, Biblical And Extra-Biblical Legends In Islamic Folk-Literature, 1982, Beiträge Zur Sprach- Und Kulturgeschichte Des Orients – Volume 30, Verlag für Orientkunde Dr. H. Vorndran: Walldorf-Hessen, p. 99; K. Armstrong, Muhammad: A Biography Of The Prophet, 2001, Phoenix Press: London, p. 131; R. Tottoli, Biblical Prophets In The Qur’an And Muslim Literature, 2002, Curzon Press: Richmond (Surrey), p. 57, nota 36. Tottoli allude solo alla prima opera di Speyer in cui viene menzionata questa “confusione”.
[12] Cfr. per esempio Dr. A. A. Shorrosh, Islam Revealed: A Christian Arab’s View Of Islam, 1988, Thomas Nelson Publishers: Nashville, pp. 213-214; R. Morey, The Islamic Invasion: Confronting The World’s Fastest Growing Religion, 1992, Harvest House Publishers: Eugene (OR), p. 142; ‘Abdallah ‘Abd al-Fadi, Is The Qur’an Infallible?, 1995, Light of Life: Villach (Austria), pp. 38-39; Ibn Warraq, Why I Am Not A Muslim, 1995, Prometheus Books: Amherst (NY), p. 56 e p. 63; N. A. Newman, Muhammad, The Qur’an & Islam, 1996, Interdisciplinary Biblical Research Institute: Hatfield (PA), p. 388; J. Jomier (Trad. Z. Hersov), The Great Themes Of The Qur’an, 1997, SCM Press Limited: London, p. 75; Abdullah Al-Araby, Islam Unveiled, 2002 (decima edizione), The Pen Vs. The Sword: Los Angeles (CA), p. 42; D. Ali & R. Spencer, Inside Islam: A Guide To Catholics, 2003, Ascension Press: West Chester (PA), p. 74; M. Elass, Understanding the Koran: A Quick Christian Guide To The Muslim Holy Book, 2004, Zondervan: Grand Rapids (MI), p. 58.
[13] Questa sembra essere la spiegazione più accettata dagli esegeti islamici. Per i dettagli vedi A. Schleifer, Mary The Blessed Virgin Of Islam, 1998, Fons Vitae: Louisville (KY), pp. 36-37 e nota 63 a p. 113.
[14] Rabbi Dr. I. Epstein (Ed.), The Babylonian Talmud: Seder Kodashim In Three Volumes, 1948, Volume I, The Soncino Press: London (UK), p. 490.
[15] Rabbi Dr. I. Epstein (Ed.), The Babylonian Talmud: Seder Nashim In Four Volumes, 1936, Volume III, The Soncino Press: London (UK), p. 52.
[16] “Miriam”, Encyclopaedia Judaica, 1971, Volume 12, Encyclopaedia Judaica Jerusalem, col. 84.
[17] Rabbi Dr. I. Epstein (Ed.), The Babylonian Talmud: Seder Nezikin In Four Volumes, 1935, Volume II, The Soncino Press: London (UK), p. 86.
[18] Tisdall ha citato questo ḥadīth e affermato che i cristiani di Najran indicarono “l’errore” delle due Marie a Mughirah ibn Shu‘bah. Quando quest’ultimo chiese al Profeta, non riuscì a ottenere una “risposta soddisfacente”. Cfr. Rev. W. St. Clair Tisdall, The Original Sources Of The Qur’an, 1905, op. cit., p. 150, nota 1. I cristiani di Najran non tornarono mai con ulteriori domande riguardanti l’epiteto yā ukhta harūn. Nemmeno Mughirah ibn Shu‘bah trovò la risposta “insoddisfacente” poiché non ebbe ulteriori chiarimenti da fare su questo argomento.
Esistono approcci che rinunciano attivamente alla tradizione islamica nella sua interezza. Riferendosi a un incidente diverso che coinvolge anche i cristiani di Najran, Angelika Neuwirth afferma: “… l’interpretazione si basa, tuttavia, sui dati della sīra, che coinvolgono i cristiani di Najran, che secondo la tradizione islamica sono i destinatari nel Corano (3:63), mentre il nostro approccio cerca di fare a meno dei dati della tradizione islamica”. Vedere A. Neuwirth, “The House Of Abraham And The House Of Amram: Genealogy, Patriarchal Authority, And Exegetical Professionalism” in A. Neuwirth, N. Sinai & M. Marx (a cura di), The Qur’ān In Context: Historical And Literary Investigations Into The Qur’ānic Milieu, 2010, Koninklijke Brill NV, Leiden: The Netherlands, p. 518, nota a piè di pagina 41. Allo stesso modo, riassumendo il punto delle ricerche su Maria e la sua presentazione nel Corano, Michael Marx non fa uso della tradizione islamica. Vedi ibid., pp. 533-563. L’approccio generale del Corpus Coranicum e di iniziative simili è quello di elevare la tarda antichità (leggi tradizioni cristiane ed ebraiche) come ermeneuticamente superiore alle tradizioni islamiche e, di conseguenza, considerare la sua produzione testuale come l’arbitro esplicativo del Corano.
[19]B. F. Stowasser, Women In The Qur’an, Traditions, And Interpretation, 1994, Oxford University Press: New York, p. 156, nota 23. Per quanto riguarda la questione se Maria “avesse un fratello” di nome Aronne, questa interpretazione sembra improbabile, poiché la madre di Maria pregava disperatamente per avere un figlio. Questo punto importante è stato notato da Aliah Schleifer nel suo Mary The Blessed Virgin Of Islam, 1998, op. cit., p. 36.
[20] Ibid., pp. 137-138, nota 24.
[21] A. J. Wensinck (Penelope Johnstone), “Maryam” in C. E. Bosworth, E. van Donzel, W. P. Heinrichs& Ch. Pellat (Eds.), The Encyclopaedia Of Islam (New Edition), 1991, Volume VI, p. 630.
[22] S. P. Tregelles (Trans.), Gesenius’s Hebrew And Chaldee Lexicon To The Old Testament Scripture: Translated With Additions And Corrections From The Author’s Thesaurus And Other Works, 1881, Samuel Bagster And Sons: London, pp. xxix-xxx.
[23] F. Brown, S. Driver & C. Briggs, The Brown-Driver-Briggs Hebrew And English Lexicon Coded With Strong’s Concordance Numbers, 2005 (nona edizione), Hendrickson Publishers: Peabody (MA), pp. 27-28, Strong’s Corncordance Number 269.
[24] J. Strong, The New Strong’s Exhaustive Concordance Of The Bible, 1990, Thomas Nelson Publishers: Nashville (TN), N. 269, p. 5 (ebraico): ’achôwth: … una sorella (usato molto ampiamente…lett. e fig.): – (an-) other, sister, together.
[25] S. P. Tregelles (Trad.), Gesenius’s Hebrew And Chaldee Lexicon To The Old Testament Scripture: Translated With Additions And Corrections From The Author’s Thesaurus And Other Works, 1881, op. cit., pp. xxix-xxx.
[26] F. Brown, S. Driver & C. Briggs, The Brown-Driver-Briggs Hebrew And English Lexicon Coded With Strong’s Concordance Numbers, 2005 (nona edizione), op. cit., pp. 27-28
[27] L. Koehler & W. Baumgartner (Rev. W. Baumgartner & J. J. Stamm), The Hebrew And Aramaic Lexicon Of The Old Testament, 1994, Volume I, E. J. Brill: Leiden, p. 31.
[28] G. J. Botterweck& H. Ringgren (Ed.) (Trad. J. T. Willis), Theological Dictionary Of The Old Testament, 1974, Volume I, William B. Eerdmans Publishing Company: Grand Rapids (MI), pp. 188-193.
[29] E. Klein, A Comprehensive Etymological Dictionary Of The Hebrew Language For Readers Of English, 1987, Carta: Jerusalem & University of Haifa, p. 17.
[30] D. J. A. Clines (Ed.), The Dictionary Of Classical Hebrew, 1993, Volume I, Sheffield Academic Press: Sheffiels (UK), pp. 184-186.
[31] Con il termine monarchia unita si intende un periodo della storia di Israele in cui le dodici tribù di Israele furono unite in un’unica monarchia sotto il re Saul, più o meno intorno al 1050 a.C.
[32] J. H. Thayer, Thayer’s Greek-English Lexicon Of The New Testament Coded With Strong’s Concordance Numbers, 2005 (settima edizione), Hendrickson Publishers Inc.: Peabody (MA), p. 10.
[33] B. F. Stowasser, “Mary” in J. D. McAuliffe (Ed.), EncyclopaediaOf The Qur’an, 2003, Volume III, Brill: Leiden, pp. 288-295.
[34] Y. Ali, The Holy Qur’ān: English Translation Of The Meaning And Commentary, 1410 AH, King Fahd Holy Qur’ān Printing Complex: Al-Madinah al-Munawarah, p. 860, nota 2481.
“Maria e sua cugina Elisabetta (madre di Yahyā) provenivano da una famiglia sacerdotale ed erano lì, “sorelle di Aronne” o figlie di ‘Imrān (che era il padre di Aronne)”.
[35] M. Asad, The Message Of The Qur’an, 1980, Dar al-Andalus: Gibraltar, p. 460, nota 22.
“Poiché Maria apparteneva alla casta sacerdotale e quindi discendente di Aronne, fratello di Mosè, veniva chiamata “sorella di Aronne”…”
[36] J. Strong, The New Strong’s Exhaustive Concordance Of The Bible, 1990, op. cit., N. 4773, p. 84 (Greek).
“Un parente (di sangue); per estensione, un connazionale: – cugino, parente, (-sfolk, -sman)”.
Vedere anche la versione online della concordanza: https://www.blueletterbible.org/lexicon/g4773/kjv/tr/0-1/
[37] P. H. Davids, “Mary” in W. A. Elwell (Gen. Ed.), Encyclopedia Of The Bible, 1988, Volume II, Marshall Pickering: London, p. 1411; E. P. Blair, “Mary Mother Of Jesus ” in G. A. Buttrick (Ed.), The Interpreter’s Dictionary Of The Bible, 1962 (1996 Print), Volume 3, Abingdon Press: Nashville, p. 290; “Elizabeth” in G. W. Bromiley (Gen. Ed.), The International Standard Bible Encyclopedia, 1982 (Fully Revised, Illustrated), Volume II, William B. Eerdmans Publishing Company: Grand Rapids (MI), p. 73.
[38] R. E. Brown, The Birth Of The Messiah: A Commentary On The Infancy Narratives In The Gospels Of Matthew And Luke, 1999 (Edizione aggiornata), The Anchor Bible Reference Library, Doubleday: New York, cfr. Libro I, Capitolo II “The Genealogy Of Jesus”, pp. 57-95.
[39] L. M. McDonald e S. E. Porter, Early Christianity And Its Sacred Literature, 2000, Hendrickson Publishers Inc.: Peabody (MA), pp. 123-125.
[40] La letteratura apologetica cristiana è unica nel suo genere quando si tratta di difendere le diverse genealogie di Gesù. Gli errori vengono motivati dando spiegazioni ingegnose che a volte vanno contro il buon senso. Ad esempio, cfr. N. L. Geisler & R. M. Brooks, When Skeptics Ask, 2001, Baker Books: Grand Rapids (MI), pp. 325-326 e pp. 385-386; “Genealogies, Open Or Closed” in N. L. Geisler, Baker Encyclopedia Of Christian Apologetics, 2002, Baker Books: Grand Rapids (MI), pp. 267-270; N. Geisler & T. Howe, When Critics Ask: A Popular Handbook On Bible Difficulties, 2004 (Settima edizione), Baker Books: Grand Rapids (MI), pp. 167-169; G. L. Archer Jr., New International Encyclopedia Of Bible Difficulties, 1982, Zondervan: Grand Rapids (MI), pp. 316-317. Confronta questa letteratura apologetica cristiana con quella di Raymond E. Brown The Birth Of The Messiah: A Commentary On The Infancy Narratives In The Gospels Of Matthew And Luke, 1999 (Edizione aggiornata), op. cit., Libro I, Capitolo II “The Genealogy Of Jesus”, pp. 57-95.
[41] R. E. Brown, The Birth Of The Messiah: A Commentary On The Infancy Narratives In The Gospels Of Matthew And Luke, 1999 (Edizione aggiornata), op. cit., pp. 93-94.
[42] Vale la pena menzionare George Sale, che nel 1825, scrisse quanto segue (G. Sale, The Koran Commonly Called Alcoran Of Mohammed Translated Into English Immediately From The Original Arabic With Explanatory Notes Taken From The Most Approved Commentators To Which Is Prefixed A Preliminary Discourse, 1825, Volume I, London, p. 56):
“Dall’identità dei nomi è stato generalmente immaginato dagli scrittori cristiani che il Corano qui confonda Maria, la madre di Gesù, con Maria di Miriam, la sorella di Mosè e Aaronne; il quale intollerabile anacronismo, se fosse certo, è sufficiente di per sé a distruggere la pretesa autorità di questo libro. Ma sebbene si possa supporre che Maometto fosse abbastanza ignorante nella storia antica e nella cronologia, da aver commesso un errore così grossolano; tuttavia non vedo come si possa dedurre dalle parole del Corano. Perché non ne consegue che se due persone possiedono lo stesso nome, e ciascuna ha un padre e un fratello che portano gli stessi nomi, debbano quindi necessariamente essere gli stessi, per cui appare chiaramente che Maometto sapeva bene e dichiarava che Mosè precedette Gesù di parecchie epoche. E i commentatori di conseguenza non mancano di dirci che erano trascorsi circa milleottocento anni tra Amran, il padre di Mosè, e Amrean, il padre della Vergine Maria: li rendono anche figli di persone diverse; il primo, dicono, era il figlio di Yeshar, o Izhar (sebbene fosse in realtà suo fratello) il figlio di Kahath, il figlio di Levi; e l’altro era il figlio di Matthan, la cui genealogia tracciano, ma in modo molto corrotto e imperfetto, fino a Davide e da lì ad Adamo. Bisogna osservare che sebbene la Vergine Maria sia chiamata nel Corano, la sorella di Aaronne, tuttavia non è mai chiamata la sorella di Mosè”.
Allo stesso modo, H. A. R. Gibb e J. H. Kramers dicono (H. A. R. Gibb & J. H. Kramers, Shorter Encyclopaedia Of Islam, 1961, E. J. Brill: Leiden, p. 328):
“Si è supposto che il nome di ‘Imrān, che apparentemente corrisponde al biblico ‘Amram, il padre di Mosè, così come il fatto che Maryam sia chiamata sorella di Hārūn (Sura xix. 28), sia dovuto a una confusione tra le due Maryam bibliche. Sale, Gerock e altri ritengono improbabile una tale confusione. In ogni caso, le tradizioni musulmane ci assicurano che c’è una distanza di 1.800 anni tra il biblico ‘Amram e il padre di Maria”.
Articolo originale: https://www.islamic-awareness.org/quran/contrad/external/mary
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