Per capire l’oggi: le radici delle proteste in Iran del 2009 

Per capire l’oggi: le radici delle proteste in Iran del 2009 

Le manifestazioni violente di questi giorni in Iran ad opera di diversi gruppi di facinorosi hanno riportato alla memoria quanto già accaduto in quel Paese nel 2009, all’indomani delle elezioni presidenziali. Allora il pretesto utilizzato per destabilizzare la Repubblica Islamica furono sedicenti brogli elettorali, mai dimostrati. Oggi invece è la morte di una ragazza, Mahsa Amini, la cui responsabilità viene fatta ricadere sulla polizia, altra accusa mai dimostrata, anzi smentita dai video delle telecamere a circuito chiuso che riprendono l’ingresso della 22enne in caserma fino al momento in cui cade al suolo senza che nessuno la tocchi. Per meglio inquadrare alcune delle organizzazioni ed enti che da sempre fomentano rivolte in Iran per rovesciare la Repubblica Islamica, il seguente testo può essere utile. I brani non sono tratti da un rapporto del governo iraniano né dei Guardiani della Rivoluzione, ma dal libro “Rivoluzioni S.p.A.”, Alpine Studio, 2012, dell’inviato di Mediaset Alfredo Macchi.

L’autore è lungi dal poter essere considerato un simpatizzante della Repubblica Islamica. Nel primo paragrafo della parte dedicata all’Iran, infatti, ad esempio scrive: “Tutti hanno paura di criticare gli Ayatollah che guidano il paese da trentatré anni o semplicemente di parlare di politica (sic!). La polizia segreta e le guardie religiose (?!) hanno orecchie e occhi dappertutto (sic!)“.

 

“A metà febbraio 2006 il Congresso [USA] vara il piano “Iran Democracy Program”, con uno stanziamento annuale di settantacinque milioni di dollari destinati ad aiutare “segretamente” le organizzazioni iraniane in lotta con il regime (…) Lo stanziamento viene confermato con sessanta milioni di dollari per il 2008 e sessantacinque milioni per il 2009 (…)

I veri soldi per l'”operazione Iran” però sono altri. Il notiziario della ABC News rivela che la CIA, il 23 maggio 2007, ha ottenuto il ‘nulla osta segreto presidenziale’ per operazioni destinate a destabilizzare il governo iraniano. (1)

Pochi giorni dopo, il londinese ‘Telegraph’ riferisce che Bush ha dato il via “ad una serie di piani della CIA per una campagna di propaganda e disinformazione intesa a rovesciare il regime teocratico dei mullah in occasione delle prossime elezioni presidenziali”. (2)

In un articolo del ‘New Yorker’, il reporter investigativo Seymour Hersh afferma che gli Stati Uniti hanno stanziato ben 400 milioni di dollari per compiere “operazioni coperte” contro la Repubblica Islamica dell’Iran. (3) (…)

La CIA, inoltre, ottiene cinquanta milioni di dollari per diffondere in Iran, tramite l'”International Broadcasting Bureau” del Dipartimento di Stato, programmi radio e tv in lingua Farsi attraverso la rete delle emittenti di Voice of America, Radio Farda e Radio Liberty (…)

Il professor Gene Sharp dell’Istituto Albert Einstein di Boston ha contatti con i membri della “Iran Foundation for Democracy” e altri gruppi iraniani pro-democrazia fin dal 1997. A Dubai, nell’estate del 2005, tre membri del gruppo serbo “Otpor!”, tengono un corso ad un gruppo di attivisti iraniani sui metodi che l'”International Repubblican Institute” cinque anni prima aveva fatto loro imparare per rovesciare Milosevic. Il giornale “Asia Times” descrive questo workshop come “molto riservato”. (4)

L’associazione “Freedom House” mette in piedi una Iran Strategy Task Force. (5)

Molto attiva è anche la “Foundation for Defense of Democracies”, con una martellante campagna nei confronti dell’opinione pubblica e dei membri del Congresso degli Stati Uniti affinché siano adottate “sanzioni energetiche” contro l’Iran, che saranno effettivamente approvate nel 2012. (6) (…)

Tra i soggetti che negli Stati Uniti si muovono per favorire la caduta del regime degli Ayatollah, c’è infine l'”Iran Institute for Democracy”, sorto per sostenere “i principi democratici, i diritti umani e un’economia di libero mercato in Iran.” L’organizzazione si occupa di diffondere notizie e sondaggi sulla situazione interna del paese. Il numero di telefonico indicato nel sito web, 202-251-8531, è lo stesso numero riportato nel sito di un’altra organizzazione, la “Foundation for the Promotion of Democracy”, con presidente Lance Copsey, il cui sito web risulta registrato dalla “Marsh Copsey & Scott”, società di pubbliche relazioni del Maryland, molto vicina al Partito Repubblicano. La fondazione lavora per diffondere programmi televisivi e radiofonici in lingua Farsi, tra cui i due documentari “A Force More Powerful” e “Bringing Down a Distator”, sulla resistenza non violenta e sulla rivoluzione serba del 2000, prodotti da Peter Ackerman e dalla scuola Canvas di Belgrado.

Nel 2004 la “Foundation for the Promotion of Democracy” tiene a Washington un corso di cinque giorni per giovani attivisti iraniani su temi come “l’organizzazione di manifestazioni e cortei e le tecniche di disobbedienza civile.” (7) (…)

“Una rivoluzione in Iran è solo una questione di tempo”, dice il 7 settembre 2011, nel corso dello show televisivo Charlie Rose, il Segretario alla Difesa americano Leon Panetta. Il nuovo numero uno del Pentagono sostiene che il movimento di riforma iraniano “sta imparando dalle rivolte esplose in Tunisia, Egitto, Libia e Siria”, anche se ritiene che l’Onda verde del 2009 sia stata la prima delle rivoluzioni della Primavera Araba. Considerato che Panetta conosce bene la materia, essendo stato il numero uno della CIA dal 2009 al 2011, come dargli torto?

 

Note

1) “Bush Authorizes New Covert Action Against Iran”, ABC News, 22 maggio 2007.

2) “Bush sanctions black ops against Iran”, Tim Shipman, The Telegraph, 27 maggio 2007.

3) “Preparing the Battlefield. The Bush Administration steps up its secret moves against Iran”, Seymour H. Hersh, The New Yorker, 7 luglio 2008.

4) “Inside the Us change regime school”, Asia Time, 14 marzo 2006

5) Responsabile del gruppo è Daniel Calingaert, vice presidente dell’organizzazione, ex ricercatore della Rand Corporation ed ex direttore dell’International Repubblican Institute per l’Est Europa. Nel 2008 alla voce Iran, il “National Endowement for Democracy”, riporta finanziamenti per 140 mila dollari, all'”Abdorrahman Boroumand Foundation” per “la promozione dei diritti umani e la democrazia” per 141 mila dollari al “Center for International Private Enterprise” e per 80 mila dollari all'”Association for Civic Society”.

6) Fondazione creata dall’ex capo della CIA James Woosley dopo l’11 settembre 2001 con lo scopo “di difendere le nazioni libere dai loro nemici”.

7) www.ffpd.org

 

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Writer : shervin | 0 Comments | Category : Attualità, politica e società , Novità

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