Una prospettiva islamica sul Natale
Ed ecco puntuale uno dei argomenti che riaffiora ogni volta che arriva il Natale.
E’ vero che ci sono molti altri temi importanti da discutere, ma purtroppo durante questo periodo l’argomento dei “musulmani che celebrano il Natale” è in cima all’elenco delle domande. È davvero sorprendente ricevere così tante domande su un evento che non ha nulla a che fare con noi come musulmani.
A dire il vero si tratta di un argomento controverso anche fra alcuni cristiani. Per noi non è importante se tutti i cristiani celebrano il Natale nello stesso giorno o se alcuni neanche lo celebrano; si tratta di una loro questione interna. Questo problema potrebbe comunque far riflettere anche noi musulmani quando vogliamo prender parte ad un evento o fenomeno senza basi religiose islamiche seppur in solidarietà con le persone che ci circondano.
L’Islam è una religione e un modo di vita completo e integrale con riti, ricorrenze e celebrazioni che ci terrebbero occupati durante l’intero anno. Se volessimo seguire scrupolosamente la nostra religione saremmo così impegnati che non avremmo tempo per nient’altro.
Come musulmani che viviamo in Occidente cosa facciamo per il mese di Ramadan, per Eid al-Fitr e per Eid al-Adha? Si tratta spesso di giorni trascorsi in famiglia in maniera abituale e di cui talvolta neanche ci ricordiamo. Non stiamo solo parlando del realizzare atti e riti mustahab (meritori) da compiere in questi giorni sacri ma anche di creare una particolare e speciale atmosfera in casa, che venga percepita e vissuta dai bambini, dalle famiglie e dai credenti tutti.
Perché introdurre pratiche non islamiche che non hanno fondamenti nella nostra tradizione spirituale o per la quale non vi sono solide basi storiche ma mere scelte convenzionali?
Non si tratta solo dell’avere un albero di Natale in casa, di fare il presepe o di mettere una calza vicino al camino, ma dell’esser fieri e orgogliosi della propria identità e tradizione.
Quando si apprende la Legge Islamica, una delle questioni che viene fortemente ribadita è il divieto di imitare i non musulmani e di compiere atti che fanno parte dei rituali, delle abitudini o delle pratiche dei non musulmani.
Molti hadith insistono ad esempio sul fatto che gli uomini debbano accorciarsi i baffi, e poi gli ulama spiegano che è perché gli uomini zoroastriani di quel tempo se li lasciavano crescere. L’accorciarli era quindi un modo per farsi riconoscere come musulmani.
Tutti i nostri giurisperiti – sunniti e sciiti – affermano che è Haram (proibito) per noi comprare, vendere o adornare noi stessi o le nostre case con statue o simboli di altre religioni. Non si può appendere un crocifisso o mettere una statua di Budda nella propria abitazione e poi dire innocentemente che non vi è nulla di male in ciò.
Non si tratta di sminuire o insultare le altre religioni. Come musulmani dobbiamo essere fieri dei nostri principi, della nostra cultura e della nostra visione e mantenere il nostro spazio personale nel modo più islamico possibile.
Possiamo ovviamente visitare i nostri amici non musulmani e augurargli bene e prosperità, ma vi è un grande problema quando si inizia a decorare la propria casa “musulmana” con oggetti e simboli estranei alla nostra fede o identità.
In questo modo, inoltre, ci facciamo trascinare dalla pressione che vuole sottometterci alla cultura consumistica di oggi. La società secolare e i marchi commerciali traggono enormi benefici da queste occasioni. Gli stessi cristiani dicono che lo “spirito” del vero Natale sta svanendo. In realtà il vero spirito non è nelle decorazioni ma nella fede e nella buona condotta.
A questo punto qualcuno potrebbe affermare di avere ormai una fede solida e sicura. Ma per quanto riguarda il resto? E i vostri figli? Perdere la fede e allontanarsi dalla pratica dell’Islam non sono cose che avvengono dall’oggi al domani. È un processo lento, ma che si insinua molto rapidamente, e quando ce ne accorgiamo sarà troppo tardi.
Quanto è forte ed efficace rafforzare l’identità di vostro figlio dicendogli semplicemente: “Non è la nostra celebrazione. Siamo musulmani”.
Non stiamo affermando di iniziare una qualche “campagna” contro il Natale, ma semplicemente di onorare i nostri principi e visione come musulmani e mantenere il nostro spazio personale il più islamico possibile.
Se non celebriamo il Natale ciò non significa che siamo anticristiani.
Molti musulmani si sentono in colpa e credono di dover “conformarsi” al resto della società moderna e arrendersi all’influenza occidentale. Purtroppo troviamo decorazioni di Babbo Natale anche in alcune delle nostre città sante!
Ciò mostra quanto alcuni musulmani siano confusi. Certi musulmani hanno un complesso di inferiorità e pertanto si sentono in obbligo di conformarsi a tutto pur di essere accettati. Alcuni credono che dovrebbero assimilarsi e adottare la cultura della maggioranza.
Esiste inoltre il problema di presentarsi come moderni, e il celebrare queste occasioni fa sentire qualcuno più “occidentale”, prestigioso o di classe superiore.
Dobbiamo stare molto attenti quando abbiamo a che fare con l’invasione culturale e dall’essere influenzati negativamente da pratiche che non ci appartengono.
Conservate la vostra identità e rafforzate la vostra fede sostenendo i riti e gli impegni che avete nel vostro calendario islamico. Siate fieri – e dimostratelo – di ciò in cui credete e di ciò in cui non credete. Impedite al vostro spazio personale di essere influenzato dalla cultura non islamica.
Allo stesso tempo potete salutare i vostri amici cristiani con cordialità ed essere gentili e premurosi nel rispetto delle loro credenze.
Onorare Gesù per noi significa fare la carità, aiutare i diseredati ed oppressi e sfamare i bisognosi: questa è vera solidarietà, non tappezzare la nostra casa di simboli che non hanno niente a che fare né con Gesù né con l’Islam.
Poi c’è l’impatto spirituale: seguire pratiche e costumi non islamici comporta inoltre un effetto che non sarà compreso completamente se non nell’altra vita.
Dobbiamo quindi chiederci quanto ci preoccupiamo di valorizzare le nostre festività e ricorrenze religiose e quanta attenzione prestiamo ad esse, soprattutto in un’ottica spirituale e trascendente.
Come musulmani abbiamo il dovere di onorare le nostre festività islamiche e viverle in modo tale da soddisfare sia le nostre esigenze sociali ma anche e in particolar modo quelle spirituali. Se celebrassimo le nostre bellissime occasioni religiose nel loro senso più profondo, non avremo bisogno di dover decorare la nostra vita con i rituali degli altri. Questo è certo.
Dobbiamo sforzarci di vivere una vita nobile e religiosa, rendere la nostra famiglia il più sicura, pura e islamica possibile e sforzarci di mantenere vivo il ricordo di Dio in noi, nelle nostre case e nella nostra vita. Insh’Allah.
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