L’Ayatullah Shaykh Ja’far Shushtari e la tragedia di Ashura
L’eminente filosofo e giurista Ayatullah Shaykh Ja’far Shushtari è l’autore dell’importante opera di Maqtal: “Khasais al-Husainiyyah” (Le caratteristiche del Movimento di Husayn). Egli racconta il seguente avvenimento riguardante il suo ‘incontro’ con il nostro terzo Imam, Husayn ibn Ali (as):
“Quando completai i miei studi nella Hawza di Najaf [Iraq] e ritornai nella mia casa a Shushtar [Iran], notai che vi fosse bisogno di rendere la gente maggiormente consapevole degli insegnamenti del Corano e dell’Islam in generale. Come primo passo decisi di tenere delle lezioni pubbliche ogni venerdì. Con il giungere del mese di Ramadan proseguii con le mie lezioni. Portavo con me il Tafsir Safi (di Mulla Muhsin Fayz Kashani) come fonte di riferimento. Terminavo sempre il mio discorso con alcune parole sulla tragedia dell’Imam Husayn (as) dall’opera “Rawdhatu’l Shuhada” (“Il giardino dei martiri) perché, come recita un detto popolare, “ogni cibo necessita di sale, ed il sale di ogni lezione religiosa è il ricordo della tragedia di Karbala”.
Comunque, per quanto cercassi, non riuscivo a recitare il masaib dell’Imam Husayn (A), vale a dire le narrazioni della tragedia di Karbala, dal minbar (pulpito) senza leggere dall’opera. Come conseguenza di ciò, esso non aveva grande effetto sulla gente. In ogni caso continuai in questa maniera per un anno intero. L’anno successivo, quando giunse il mese di Muharram, dissi a me stesso: “Per quanto continuerò a recitare il masaib da un libro? Quando potrò farlo a memoria?” Sapevo di dover trovare una soluzione a questa situazione indesiderata, ma per quanto cercassi, non riuscivo a trovarla. Iniziai ad essere costantemente preoccupato per questo ed un giorno, esausto dopo avervi a lungo pensato, mi addormentai.
Quel giorno sognai di essere nella piana di Karbala, nel momento in cui anche la carovana dell’Imam Husayn (as) era lì. Entrai nel campo e salutai questa santa e radiante personalità. L’Imam (as) mi fece sedere vicino a lui e poi disse al nobile Habib bin Mazahir: “Habib! Shaykh Ja’far è il nostro ospite, e un ospite deve sempre essere benvenuto. E’ vero che non vi è acqua nel campo, ma vi è un po’ di farina ed olio – quindi vai e prepara del cibo per il nostro ospite.”
Alle parole dell’Imam (as) Habib bin Mazahir si alzò e poco dopo ritornò e collocò del cibo di fronte a me. Non dimenticherò mai che vi era anche un cucchiaio nel piatto del cibo. Avevo mangiato solo alcuni cucchiai di questo cibo celeste quando mi alzai.
Percepii che grazie alla benedizione di questa ziyarat dell’Imam Husayn (as) ed alla sua gentilezza verso di me, ero stato ispirato con una speciale conoscenza rispetto alla famiglia del Profeta (S), inclusi molti fatti e dettagli sottili delle loro vite, che erano sconosciuti a chiunque prima di allora.”
La sua valorosa opera “Khasais al-Husainiyyah” contiene così tanti dettagli e riferimenti, che sono probabilmente il frutto della conoscenza che egli ha ricevuto dal suo incontro con l’Imam Husayn (as), che non erano conosciuti a nessuno prima di allora.
Estratto da: “Khasais al-Husainiyyah” p. 8, come citato in “Karamat wa Hikayate Ashiqane Khuda” (“Miracoli ed aneddoti dei servi scelti di Dio”)
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