Perché l’Occidente è in guerra contro la Repubblica Islamica dell’Iran? (F. Gholami)

Perché l’Occidente è in guerra contro la Repubblica Islamica dell’Iran?

Quello che segue è l’intervento che la sorella Farzane Gholami, a nome dell’Associazione Islamica Imam Mahdi (aj), tenne nel convegno “Basta guerre! No alla guerra di aggressione all’Iran”, organizzato a Roma il 4 Maggio 2012 dal movimento “Per il Bene Comune”. Nonostante risalga a più di dieci anni fa, il discorso qui trascritto conserva ancora intatta la sua valenza e attualità; ad esso andrebbero solo aggiunte le ulteriori aggressioni economiche, culturali, politiche, militari e terroristiche che l’Occidente ha condotto contro la Repubblica Islamica negli anni a seguire, e che continuano sino ad oggi.

 

Col Nome d’Iddio Clemente e Misericordioso

“E di’: “E’ giunta la Verità, la falsità è svanita”. Invero la falsità è destinata a svanire.” (Sacro Corano, XVII, 81)

Vorrei fare una premessa. Anche se sono iraniana e amo il mio Paese, cultura e storia, quanto esporrò nasce dalla mia visione religiosa e non dalla mia appartenenza etnica o culturale. Se un evento come quello della Rivoluzione Islamica fosse accaduto in qualsiasi altro Paese, o se una vera Repubblica Islamica fosse stata instaurata in qualsiasi altro Stato, avrei avuto la stessa posizione di elogio e sostegno, e laddove necessario anche di critica, che ho verso l’Iran.

Il problema dell’Occidente con l’Iran risale alla Rivoluzione Islamica, quando il popolo iraniano si è ribellato ed ha trasformato il proprio Stato, da servo oggettivo degli interessi degli Stati Uniti e di Israele, a portabandiera della lotta all’oppressione e all’egemonia americano-sionista nel mondo.

Ricordiamo infatti che prima della vittoria della Rivoluzione Islamica l’Iran veniva visto e presentato in modo molto differente in Occidente: le relazioni erano totalmente invertite tra Teheran e i Paesi occidentali, e lo Shah amava presentarsi come il “gendarme della regione”.

Cercherò quindi, nel tempo a disposizione, di fare una breve ricostruzione degli eventi avvenuti all’indomani della Rivoluzione Islamica, per mostrare come la ‘guerra’ all’Iran da parte degli Stati Uniti e del sionismo internazionale sia stata dichiarata da oltre trent’anni – sebbene in modo spesso sotterraneo, con mezzi e modalità generalmente differenti rispetto a quelli della guerra ‘classica’. Spiegherò infine quale è il nodo centrale di quest’odio e rabbia che l’Occidente nutre verso la Repubblica Islamica, al di là dei vuoti slogan e delle false accuse sulla questione nucleare, i diritti umani, la democrazia e la libertà, che servono solo ad ingannare l’opinione pubblica mondiale.

Anche se l’argomento di un attacco all’Iran su larga scala è un tema di cui si è iniziato a parlare solo negli ultimi anni, e con maggiore intensità negli ultimi mesi, in realtà l’Occidente – guidato dagli USA e dal sionismo internazionale – ha dichiarato guerra alla Repubblica Islamica sin dai suoi primi giorni.

Senza risalire poi al golpe del ’53 contro Mossadeq (che godeva dell’appoggio poco conosciuto ma essenziale del Grande Ayatullah Kashani nella nazionalizzazione del petrolio) da parte di Gran Bretagna e Stati Uniti, o alla creazione della SAVAK (la famosa polizia segreta dello Shah) da parte dei servizi segreti israeliani, americani e inglesi, SAVAK che torturò a morte ed eliminò migliaia di iraniani rivoluzionari o sospetti rivoluzionari. Andiamo quindi a quei giorni del 1979.

Dopo anni di sacrifici, martiri, lotte e sofferenze, il popolo iraniano, sotto la guida unica e incomparabile dell’Imam Khomeyni, iniziò a far vacillare il trono della dinastia Pahlavi. Gli Stati Uniti, vedendo lo Shah ormai arrivato alla fine, misero in atto tutta una serie di tentativi per mantenere in piedi un sistema che serviva i loro interessi e promuoveva i loro ‘valori’, anche senza la presenza fisica al potere dello Shah, come per esempio:

– proclamazione della legge marziale in tutto il paese;

– tentativo di creare una giunta militare con i generali fedeli allo Shah;

– instaurare un governo “civile” con il loro uomo, Bakhtiar, come Primo Ministro;

– invio del comandante della NATO in Europa, Generale Huyser, in Iran, per salvare il regime, o ‘controllare’ la Rivoluzione e, in ultimo, mettere in atto un colpo di Stato nel caso in cui le cose fossero sfuggite di mano.

Grazie alla saggia guida dell’Imam Khomeyni tutti questi tentativi iniziali fallirono. Ovviamente i servizi segreti americani ed i loro agenti presenti nel paese avevano iniziato già da tempo a prendere contatto con elementi di alcuni gruppi dell’opposizione, in particolar modo con quelli di tendenze liberali e laiche, che per natura erano più vicini ideologicamente e mentalmente alle posizioni atlantiche, in modo da veicolare la Rivoluzione su un sentiero che fosse in sintonia con la volontà americano-israeliana. Ciò è stato poi rivelato in seguito dai documenti rinvenuti dagli studenti rivoluzionari iraniani nella sede diplomatica americana a Teheran, sede che venne giustamente definita dall’Imam Khomeyni un “covo di spie”. Alcuni di questi elementi in contatto con gli agenti USA fecero parte del governo provvisorio che seguì la caduta dello Shah e precedette la nascita della Repubblica Islamica.

Con la creazione del governo islamico guidato dall’Imam Khomeyni, gli agenti USA tentarono in ogni modo di destabilizzare e rovesciare la neonata Repubblica Islamica:

– iniziarono a fomentare ed armare gruppi politici e separatisti tra le minoranze etniche, specialmente ai confini, come in Kurdistan e Khuzestan, che condussero attacchi a forze armate e luoghi istituzionali nel tentativo di creare disordini e insicurezza nel Paese;

– sostennero il terrorismo interno, in particolar modo il gruppo dei cosiddetti “Mujahidin-e Khalq”, che il nostro popolo chiama “Munafiqin”, “ipocriti”. Questo gruppo – la cui base principale è tutt’oggi protetta dagli USA in Iraq nonostante il governo di Baghdad da anni cerchi in ogni modo di liberarsene, e i cui membri sono ospitati generosamente in tutta Europa e ovviamente negli USA – ha le mani sporche del sangue di più di 15.000 cittadini iraniani, tra i quali molti esponenti dell’élite religiosa e politica iraniana, oltre a quello di moltissimi cittadini iracheni.

Quelli che accusano l’Iran di “esportare il terrorismo” ospitano, proteggono e sostengono persone che hanno assassinato il nostro Presidente della Repubblica, il martire Rajai, il nostro Primo Ministro, il martire  Bahonar, più di 70 tra ministri e alti esponenti politici in un solo attentato tra i quali l’Ayatullah Beheshti (allora Ministro della Giustizia), e poi molti Imam della Preghiera del Venerdì delle maggiori città iraniane, alti esponenti militari, giudici, pensatori religiosi, e tantissime persone ordinarie, civili, donne, bambini, con attentati perfino su autobus e treni.

La nostra stessa Guida, l’Imam Khamenei (che Iddio lo preservi), ha una mano completamente paralizzata a causa di un attentato realizzato contro di lui da questi ipocriti criminali.

– Scatenarono poi, tramite Saddam, una lunga e sanguinosissima guerra durata ben otto anni, mentre il Presidente iracheno riceveva ampio sostegno politico, economico, finanziario, logistico e militare da parte degli USA e dei Paesi europei ed arabi ad essi sottomessi. L’utilizzo di armi chimiche fornite dai Paesi occidentali a Saddam continua a causare morte e dolore ancora oggi in Iran. Questi sono i “difensori dei diritti umani”…

– Le attività di spionaggio e le azioni contro-rivoluzionarie del “covo di spie” USA che operava a Teheran sotto la copertura di sede diplomatica americana, che venne smascherato dagli studenti seguaci della linea dell’Imam – come già accennato – quando occuparono l’ambasciata e ricostruirono i documenti che le spie americane cercarono di distruggere, per poi pubblicarli in ben 44 volumi in inglese e persiano. Ho visto con i miei occhi l’interno di questa “ambasciata”, dove è chiaramente visibile come in realtà fosse una struttura che operava come centro di spionaggio e non come sede diplomatica!

– Il fallito tentativo di attacco militare nel 24 aprile 1980 per liberare le spie americane in mano agli studenti rivoluzionari. Tentativo nel quale i corpi di élite dell’esercito americano uscirono umiliati, costretti a fuggire in fretta e furia lasciando nel deserto di Tabas, ai confini orientali dell’Iran, diversi morti ed elicotteri di ultima generazione. Il piano americano prevedeva, tra le altre cose, il bombardamento della residenza dell’Imam Khomeyni. Il fallimento fu tale che portò alla creazione, negli USA, del “Comando delle Operazioni Speciali degli Stati Uniti”! Come dissero tutti gli esperti, l’operazione era stata calcolata nei minimi dettagli ed erano stati previsti tutti i possibili scenari. Ma ovviamente i calcoli e la prospettiva materialista americani non potevano comprendere né immaginare qualcosa al di fuori di questo mero livello materiale, ovvero la potenza e volontà divina. Non fecero i conti con Dio!

– L’abbattimento di un aereo di linea civile della compagnia “Iran Air” il 3 Luglio del 1988, con 290 morti, da parte di un incrociatore americano. Tutti gli uomini dell’incrociatore vennero poi premiati con medaglie di elogio. Gli Stati Uniti non hanno mai ammesso la propria responsabilità, né mai chiesto scusa, e anzi ancora continuano ad addossare all’Iran la colpa di questo atto vile e indescrivibile. L’allora vice-presidente Bush, padre del predecessore di Obama, disse: “Non chiederò mai scusa da parte degli Stati Uniti, mai. Non mi importa quali sono i fatti” (Newsweek, 15 Agosto, 1988). Questo crimine infame è un macchia nera che nulla potrà cancellare dalla storia già nefasta degli Stati Uniti d’America.

– L’embargo economico sempre più crescente, che colpisce tutti i settori della società, con sanzioni che furono varate sin dagli inizi della Rivoluzione.

– La propaganda mediatica e di demonizzazione del Paese, della sua Rivoluzione, delle sue istituzioni, delle sua Guida e del suo governo.

– I tentativi di isolamento internazionale, e il piano di accerchiamento e di assedio militare, mediante le forze USA e NATO (basta prendere una piantina e dare uno sguardo ai paesi sotto occupazione occidentale o alle basi militari atlantiche stanziate nei paesi confinanti).

– Il rapimento e l’uccisione di funzionari militari, ricercatori e scienziati nucleari

– L’aggressione culturale con decine di radio e tv americane, inglesi e israeliane in lingua persiana che trasmettono 24 ore su 24; e migliaia di siti, giornali, ecc. tutti miranti a colpire e infangare i principi religiosi, culturali e politici della Repubblica Islamica.

– I recenti tentativi di fomentare rivolte, soprattutto durante le ultime elezioni presidenziali (2009), dove la mano dell’Occidente è stata invisibile solo per i ciechi.

– Il tentativo di utilizzare alcuni elementi cosiddetti “moderati” o “riformisti” per colpire e distruggere la Repubblica Islamica dall’interno dell’ordinamento politico.

– Le attività di sedicenti “ONG”, molte delle quali fanno capo al celebre George Soros, operanti nel Paese dove cercherebbero di “introdurre” forme di “disobbedienza civile” e la democrazia liberal-capitalista “dal basso”

– Sostegno e rifugio a presunti “dissidenti”, in realtà agenti culturali e politici dell’imperialismo USA, che vengono generosamente ospitati ed elogiati negli ambienti accademici e mediatici occidentali, presentati come cosiddetti “esperti” di questioni iraniane.

– Il tentativo politico-militare di creare un fronte arabo “moderato” da aizzare contro la Repubblica Islamica

– La propaganda antisciita per fomentare i fratelli sunniti contro l’Iran, gli sciiti e l’unità islamica. L’Unità Islamica è uno dei principi cardine del pensiero dell’Imam Khomeyni e dell’Imam Khamenei e della politica interna ed estera della Repubblica Islamica. Un simile tentativo di creare divisioni e odio fra sciiti e sunniti non viene fatto solo in una direzione. Non è infatti un caso che due tv satellitari sedicenti sciite – guidate da presunti “eruditi sciiti” – che hanno l’unico obiettivo di fomentare tensioni e animosità tra sciiti e sunniti, una in lingua araba e una in lingua persiana, siano ospitate rispettivamente in Inghilterra e negli USA.

– La guerra dei 33 giorni in Libano, nel Luglio del 2006, che secondo molti analisti è stata una guerra condotta in piccola scala contro l’Iran, ma dalla quale grazie a Dio americani, sionisti e arabi traditori hanno ricevuto una amara e umiliante lezione per mano dei valorosi fratelli di Hezbollah, che hanno fatto fallire il piano denominato “Nuovo Medio Oriente”.

– Il sostegno ai terroristi del Pjak e Komle in Kurdistan e di Jundullah in Belucistan, autori di sanguinosi attentati contro militari e civili in queste zone.

Ho elencato tutte queste azioni ostili – a livello culturale, economico, politico, diplomatico, militare e di intelligence – per inquadrare nella giusta misura e nel corretto contesto le relazioni fra Occidente (guidato da USA e sionisti) e Iran. E per spiegare che l’attacco alla Repubblica Islamica è stato lanciato da quando il popolo iraniano ha scelto la via indicata dall’Imam Khomeyni, che è il sentiero della giustizia, dei valori spirituali ed etici, della lotta all’oppressione, all’egemonia americana ed al sionismo, la via dell’indipendenza e della sovranità. Da quando il nostro popolo, nazione e governo hanno scelto la via dell’Islam.

Ma quale è il motivo di tutta questa animosità, odio e rabbia dell’Occidente, e degli Stati Uniti e del sionismo in particolare, verso l’Iran?

Ovviamente ci sono ragioni politiche, strategiche ed economiche. L’Iran, da regime che con lo Shah per diversi decenni aveva servito gli interessi di USA ed Israele, grazie alla Rivoluzione Islamica ed alla guida dell’Imam Khomeyni, è uscito dalla zona d’influenza atlantica e sionista, togliendo le loro mani dalle enormi ricchezze naturali (greggio e gas) del Paese e chiudendo loro questo enorme mercato.

Ovviamente l’Iran ha dimostrato concretamente che si può essere indipendenti, sovrani, sulla propria terra, senza appoggiarsi o sottomettersi ad alcuna superpotenza, offrendo un modello ed un esempio, non solo per i Paesi della regione o del mondo islamico, ma per tutto il mondo.

L’Iran ha creato poi un fronte anti-mondialista che raccoglie forze, Stati e movimenti di diverso orientamento, ma accomunati dal desiderio di non lasciarsi cancellare e demolire dall’”american way of life” e dalla dittatura sionista.

La Repubblica Islamica ha sostenuto sin dal primo giorno la prima linea della battaglia planetaria, quella della Palestina, aiutando senza sosta e in ogni modo i movimenti di Resistenza della regione. Ovviamente questi sono motivi più che sufficienti per ‘provocare’ il risentimento e l’inimicizia di Washington e Tel Aviv, e che hanno causato e continuano a causare problemi anche a quei Paesi che, anche se solo parzialmente, condividono con Teheran questi punti in comune. Ma non sono sufficienti a spiegare i più di 30 anni di enorme accanimento israelo-americano contro la Repubblica Islamica. La demonizzazione di cui la Repubblica Islamica e le sue Guide sono state oggetto non ha equivalenti, neanche per Paesi che in passato – a livello militare, economico e tecnologico – rappresentarono una “minaccia” molto maggiore.

Il motivo principale e profondo va rintracciato su un altro piano, che è di natura culturale, filosofica e metafisica.

L’Iran, con la sua Rivoluzione, con i suoi milioni di persone, uomini e donne, che hanno sfidato l’esercito e la polizia dello Shah al grido di “Allah’u Akbar” e “Indipendenza, libertà, Repubblica Islamica”, presenta una sfida alle basi stesse dell’Occidente moderno, alla sua intera struttura e alle sue radici. E che alla guida di questa Rivoluzione vi fosse (e vi sia tutt’ora grazie a Dio) non un esponente politico o un professore che affidava le cure della Nazione a questa o quella ricetta politica o economica partorita dall’Occidente materialista e relativista, ma un uomo che aveva trascorso l’intera vita in tutta modestia e semplicità, conducendo una vita spartana, immerso negli studi metafisici, filosofici e religiosi, nella preghiera e nella contemplazione, nell’ascesi e nella purificazione interiore, un uomo che faceva sgorgare la propria visione della Rivelazione, dai mondi celesti! Questo è qualcosa che ancora oggi risulta incomprensibile per gli analisti e politologi americani ed europei.

L’Imam Khomeyni, e dopo di lui l’Imam Khamenei (che Iddio lo preservi), in piena epoca materialista, edonista, relativista e consumista, dove imperano laicismo e ateismo, dove la democrazia rappresenterebbe l’apice e la “fine della storia”, e i mercati e la borsa il ‘polso’ delle società, hanno dimostrato che è possibile instaurare un governo con basi religiose e spirituali, nel quale si cerca di far regnare la volontà e la legge divina.

Un governo islamico, guidato da un sapiente religioso, il Wali Faqih, che gode dell’appoggio popolare e non si piega alle minacce e pressioni più violente. Un modello – a dispetto di quanti affermano che il sacro, la legge divina, la religione e la spiritualità debbano essere confinati nei luoghi di culto ed alla sfera privata, e rimanere del tutto alieni dalla vita sociale e politica – che mostra come sia possibile governare la società e dirigerla tenendo in considerazione tutti gli aspetti dell’essere umano e orientandoli verso l’alto. Nella quale l’economia è un mezzo e non un fine.

Una visione religiosa e metafisica onnicomprensiva che presenta un’alternativa reale e realizzabile all’Occidente ed al suo nulla. Per questo l’Imam Khomeyni, la Rivoluzione Islamica e la Repubblica Islamica da essa nata sono sempre stati percepiti e visti come qualcosa di lontano – non solo in senso geografico o perfino temporaneo – ma a livello esistenziale, una lontananza simbolica e metafisica che sfugge a tutte le limitate misure dell’Occidente moderno e che ha la sua patria ideale nella Rivelazione profetica.

L’Imam Khomeyni e la Rivoluzione da lui guidata e portata a compimento hanno riunito la realtà interiore con quella esteriore, la spiritualità con l’azione politica e sociale. Hanno riportato Dio al centro dell’universo e dell’esistenza umana, hanno ripristinato le gerarchie e gli ordini naturali. Hanno reinserito l’essere umano al posto che gli compete nel cosmo ed hanno spiegato la ragione e l’obiettivo dell’esistenza, ed il sentiero da percorrere per raggiungere la sua perfezione, che è l’avvicinamento e l’unione con la Fonte dell’esistenza: Iddio l’Altissimo.

E questo è il centro, il motore ed il cuore della Repubblica Islamica. E questo è ciò che l’Occidente cerca di combattere e si illude di poter distruggere. Perché questa è la promessa divina, e la Verità vincerà sulla falsità:

“جاء الحق و زهق الباطل. انّ الباطل کان زهوقا”

“E di’: “E’ giunta la Verità  e la falsità è svanita”. Invero la falsità è destinata a svanire.” (Sacro Corano, XVII, 81)

 

A cura di Islamshia.org © È autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Attualità, politica e società , Novità

Comments are closed.