L’Intercessione (Shafa’ah)
Seyyed M. Qazwini
La questione dell’Intercessione (Shafa’ah) è una delle più controverse all’interno dell’Islam. La scuola di pensiero Sciita e alcune scuole all’interno della tradizione Sunnita credono nel concetto di Intercessione, mentre altre – come il Wahabismo – lo rifiutano e dicono che chi crede in esso non è musulmano, ma un eretico.
Il Corano discute questa questione in tre modalità. In primo luogo, vi sono dei versetti che negano l’Intercessione, come 2: 123 e 2:254. In secondo luogo, ci sono dei versetti che affermano che l’Intercessione è dominio esclusivo di Dio – Egli e solo Lui ha la capacità di intercedere, come 6:70 e 39:44. In terzo luogo, ci sono versetti che prevalgono sulle prime due categorie ed è in questi versetti che il potere e la capacità di intercessione sono meglio definiti. Essi affermano che mentre l’Intercessione è diritto assoluto di Dio, se Egli vuole può tuttavia estenderla ad alcune persone tra la Sua creazione. Il Corano afferma:
“Non vi è alcun intercessore, senza il Suo permesso” (10: 3)
“Chi può intercedere presso di Lui senza il Suo permesso?” (2: 255)
“In quel Giorno si potrà godere dell’intercessione solo con il permesso del Compassionevole e da parte di coloro le cui parole saranno da Lui accette.” (20: 109)
“ed essi non intercedono se non in favore di coloro di cui Si compiace, e sono compenetrati di timor di Lui.” (21: 28)
“non beneficeranno di nessuna intercessione, a parte colui che avrà fatto un patto con il Compassionevole.” (19:87)
“Nessuna intercessione varrà presso di Lui, eccetto per colui al quale [Egli] lo avrà permesso” (34: 23)
Secondo questi versetti, Dio garantirà il permesso ad alcune persone – come i Profeti, gli Imam e gli awliya’ (gli amici intimi di Dio) – di intercedere ed aiutare le genti, attraverso il Suo permesso. Senza il permesso di Dio non sarà accettata alcuna intercessione. Anche durante la loro vita, i Profeti avevano la capacità di intercedere a favore di coloro che si erano pentiti, cercavano il perdono ed erano tornati sul sentiero di Dio. Il Corano dice:
“Non abbiamo inviato un Messaggero se non affinché sia obbedito, per volontà di Dio. Se, dopo aver mancato nei loro stessi confronti, venissero da te e chiedessero il perdono di Dio e se il Messaggero chiedesse perdono per loro, troverebbero Dio pronto ad accogliere il pentimento, misericordioso” (4: 64)
“[I fratelli di Yusuf] Dissero: “O padre, implora perdono per i nostri peccati, ché veramente siamo colpevoli”. Rispose: “Implorerò per voi il perdono del mio Signore. Egli è il Perdonatore, il Misericordioso”.” (12: 97-98)
Il Profeta Muhammad (S) ha inoltre detto alle genti rispetto alla sua intercessione:
“Nel Giorno del Giudizio intercederò per chiunque ha fede nel proprio cuore” (al-Muttaqi al-Hindi, Kanz al-Ummal, hadith 39043)
“Ogni profeta prima di me supplicò a Dio qualcosa che gli venne garantito, e io ho celato la mia supplica fino al Giorno del Giudizio per intercedere in favore della mia Ummah” (Sahih Bukhari, Tawhid, 31, Da’wat, 1; Sahih Muslim, Iman, 334-345)
“La mia intercessione riguarda coloro che avranno commesso dei peccati maggiori (al-kaba’ir), eccetto shirk (politeismo) e dhulm (oppressione)” (al-Muttaqi al-Hindi, Kanz al-Ummal, hadith 39043)
“Gli intercessori sono cinque; il Corano, i parenti prossimi, i depositari di fiducia (amanah), il tuo Profeta e la famiglia del tuo Profeta (Ahlul Bayt)” (al-Muttaqi al-Hindi, Kanz al-Ummal, hadith 39041)
Shafa΄ah non significa pregare il Profeta o gli Imam per ricevere protezione, scongiurare una calamità o ottenere felicità e successo. Si tratta piuttosto di invocare Iddio l’Altissimo per amore di coloro che Gli sono vicini, come i Profeti e Imam.
Come dichiara il Nobile Corano, solo coloro che hanno ricevuto la promessa ed il permesso di dio possono intercedere ed aiutare le persone nel Giorno del Giudizio. L’Intercessione riguarderà coloro che hanno buone intenzioni e retto credo in questa vita, che non hanno sfidato Dio né contestato la Sua autorità ma non hanno forse riposto la dovuta attenzione a parte dei loro doveri religiosi. Il loro registro di buone intenzioni e azioni li aiuterà a ricevere l’intercessione dei Messaggeri, degli Imam e dei credenti nel Giorno del Giudizio.
L’Imam Ja’far al-Sadiq, il sesto Imam della scuola della Ahul Bayt, al tempo del suo martirio chiamò i suoi parenti e compagni e disse: “In realtà la nostra intercessione non raggiungerà mai coloro che sottovalutano la Preghiera.” (al-Majlisi, Bihar al-Anwar, 82:236)
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