Le esigenze e potenzialità dell’essere umano
Imam Musa Sadr
Quello che segue è il sermone sul digiuno, tenuto dall’Imam Musa Al-Sadr nella cattedrale latina di Marluis dei Padri Cappuccini a Beirut il 18 febbraio 1975. Si ringrazia l’Istituto Imam Musa Sadr di Teheran (www.imam-sadr.com) per averci gentilmente concesso l’autorizzazione a pubblicarlo sul nostro sito.
Ti lodiamo Dio e Ti ringraziamo, nostro Signore, Dio di Abramo e di Ismaele, Dio di Mosè, Gesù e Muhammad, Signore degli oppressi e Signore dell’intero creato.
La Lode appartiene a Dio, che rassicura chi ha paura, che salva i buoni, che innalza gli oppressi, che umilia i superbi, che fa perire i re e li sostituisce. La lode appartiene a Dio, che sprezza i tiranni, che annienta gli oppressori, che raggiunge i fuggitivi, che infligge punizioni esemplari agli ingiusti, che soccorre chi chiede aiuto.
Ti lodiamo Dio nostro Signore, in quanto ci hai donato il successo con la Tua Divina Provvidenza, ci hai radunato con la Tua Guida, hai unito i nostri cuori con il Tuo Amore e la Tua Misericordia. Eccoci incontrare le Tue mani in una delle Tue case, nel periodo di digiuno a Te dedicato. I nostri cuori a Te si rivolgono, le nostre menti da Te ricevono la luce e la guida, considerando che ci hai invitati a camminare vicini nel servire il Tuo creato ed a perseguire l’armonia per la gioia delle Tue creature. Allora, alla Tua porta abbiamo bussato e nei luoghi di preghiera da Te indicati abbiamo pregato.
Ci incontriamo per l’essere umano a cui erano rivolte le religioni, una sola all’epoca – l’una annunciava quella successiva e l’altra confermava quella precedente –e con essa Dio trasse gli esseri umani dall’oscurità alla luce, li salvò da molte discordie sterminatrici fonte di divisione ed insegnò loro a percorrere il sentiero della pace.
Le religioni erano una sola, in quanto questa serviva per il raggiungimento di un unico obiettivo: avvicinarsi a Dio e servire l’essere umano, entrambi essendo due facce di un’unica verità. Le differenze tra le religioni sorsero quando queste ultime si posero al servizio di loro stesse: fu allora che, intorno ad esse, un interesse autoreferenziale crebbe a tal punto da mettere a repentaglio il vero scopo, aumentando ed intensificando i contrasti ed accrescendo le afflizioni dell’essere umano e della comunità.
Le religioni erano una cosa sola e con un unico obiettivo: la guerra alle “divinità” della terra e agli oppressori (taghut) ed il sostegno ai diseredati, entrambi essendo le due facce di un’unica verità. Quando esse ebbero la meglio donando la vittoria anche ai diseredati, costoro scoprirono a loro spese come gli oppressori avessero solamente cambiato abito da guerra; questi ultimi, avendo compreso come ciò andasse a loro beneficio, presero a governare in nome delle religioni issandone lo stendardo: come conseguenza per gli oppressi ebbe inizio la lunga terribile tribolazione, e le religioni vennero funestate da afflizioni e discordie. Non esistono contrasti se non per alimentare gli interessi dei profittatori.
Le religioni erano una sola secondo il principio per cui Dio è uno, il destinatario è uno – l’essere umano – e uno è il cammino dell’universo. Quando dimenticammo lo scopo e ci allontanammo dal servire l’essere umano dimenticammo Dio ed Egli si allontanò da noi, ci dividemmo in infiniti gruppi e sentieri, fummo afflitti, nacquero divergenze tra di noi e l’intero universo ne risultò diviso; appagammo gli interessi personali, adorammo divinità al di fuori di Dio e schiacciammo l’essere umano sino a lacerarlo.
Adesso è tempo di far ritorno alla giusta via, di tornare all’essere umano affinché Dio torni da noi; torniamo all’essere umano sofferente per salvare noi stessi dalla punizione divina. Troviamo un punto comune nell’essere umano oppresso, schiacciato e lacerato per ritrovarci in ogni cosa, per ritrovarci in Dio. Solo allora le religioni torneranno a diventare una.
“Ad ognuno di voi abbiamo assegnato una via e un percorso. Se Dio avesse voluto avrebbe fatto di voi una sola comunità.Vi ha voluto però provare con quel che vi ha dato. Gareggiate in opere buone: tutti ritornerete a Dio” [Sacro Corano; Sura La Tavola Imbandita, 48].
In questo momento, nella chiesa, nei giorni di digiuno, durante il sermone religioso e su invito da parte dei devoti responsabili, mi trovo al vostro fianco nel mezzo del cammino. Trovo me stesso nel ruolo di predicatore, ma anche di chi riceve insegnamenti, di chi parla ed ascolta. Parlo con la lingua e ascolto con il cuore. Se la storia ci è testimone, allora ascoltiamola; poi testimoniamo per lei: essa a sua volta ci darà ascolto. La storia testimonia che il Libano è la nazione dell’incontro, il paese dell’essere umano, la patria degli oppressi ed il rifugio di chi ha paura. In questo clima ed in questo sublime orizzonte possiamo ascoltare i puri inviti celesti, poiché siamo vicini alle sorgenti.
Ecco il nobile [Gesù], magnificato sia nell’amor suo, gridare irritato: “No! Non si può amare Dio e odiare l’essere umano”. E mentre la sua voce continua ad echeggiare nelle menti ecco sollevarsi un’altra voce, la voce del Profeta della misericordia [Muhammad]: “Non crede in Dio e nel Giorno del Giudizio chi è sazio mentre il suo vicino è affamato”.
Con il passare del tempo le due voci quasi si fondono fino a che l’eco di entrambe viene a manifestarsi nelle parole di un grande Pontefice il quale, in occasione del digiuno, disse: “Il messia e il povero sono una sola persona”; egli nella sua illustre lettera “Popolorum Progressio” si infuria riguardo alla dignità dell’essere umano e, sull’esempio di Gesù nel Tempio, dichiara: “Grande è la tentazione di respingere con la violenza simili ingiurie alla dignità umana” aggiungendo ancora: “Meno umane: le strutture sono oppressive, sia che provengano dagli abusi del possesso che da quelli del potere, dallo sfruttamento dei lavoratori che dall’ingiustizia delle transazioni.”
In cosa discorda questa pura voce da ciò che è menzionato nelle solide fonti islamiche? “Io sono presso coloro che hanno il cuore afflitto. Io sono presso il malato nella sua guarigione, presso il povero nel suo soccorso e presso il bisognoso nel soddisfare la sua necessità.”
Inoltre riguardo al metodo, ogni sforzo per affermare la giustizia e sostenere gli oppressi fu ritenuto come lotta sul sentiero di Dio e sincera preghiera. Dio è l’unico garante per la vittoria.
Tramite queste testimonianze torniamo all’essere umano per cercare la forza che opprime e la forza che divide! l’essere umano: questo dono divino, questa creatura plasmata negli attributi sulle sembianze del Creatore e vicario di Dio sulla terra, l’essenza dell’esistenza e l’inizio della società, la meta e il motore della storia! Questo essere umano equivale a tutte le sue energie, non dal punto di vista filosofico o fisico come è inteso in questo nostro secolo sotto forma di scambi o trasformazioni tra materia ed energia, bensì per quello che confermano le religioni e le esperienze scientifiche,“invero, l’uomo non ottiene che il frutto dei suoi sforzi” [Sura La Stella, 39], ovvero che le opere sono eterne e che egli non vale nulla se non per la luce che emana agli orizzonti. Perciò più custodiamo ed accresciamo le potenzialità dell’essere umano, più l’onoriamo e lo rendiamo eterno.
La fede nella sua dimensione celeste fornisce all’essere umano l’illimitatezza nei sentimenti e nelle ambizioni, una eterna speranza, un annullamento delle preoccupazioni, una completa sintonia con se stesso e con i suoi simili da una parte e con se stesso e tutte le creature dall’altra. Se la fede da un lato concede all’essere umano una elevata posizione e bellezza, dall’altra essa lo protegge e custodisce, rendendo doverosa la sua salvaguardia. La fede sarebbe assente qualora venisse meno l’impegno nel servire l’essere umano.
Tutte le potenzialità dell’umanità e di ogni singolo essere umano devono essere custodite e sviluppate; per questo motivo troviamo che il principio della ricerca della perfezione sia presente fin dalle prime rivelazioni, giungendo sino a questo benedetto messaggio del Santissimo Padre in cui viene riportato: “E’ necessario, per raggiungere un autentico progresso, che esso sia completo, ovvero che fortifichi ogni essere umano e l’intera umanità”. E’ per questo che riscontriamo come tutte le religioni abbiano proibito, per esempio, il rubare, in quanto usurpamento delle potenzialità dell’essere umano e degli effetti da esse posseduti; oggi, viceversa, vediamo il rubare apparire sotto forma di sfruttamento e speculazione, con la scusa del progresso industriale, o peggio ancora mediante bisogni artificiali indotti dai mezzi di produzione obbliganti l’essere umano a percepire falsi desideri con un conseguente aumento dei consumi. Oggigiorno le nostre quotidiane necessità non sono affatto dettate da noi stessi, ma sono il frutto di artifici scientemente veicolati da mass-media sotto il diretto controllo del sistema produttivo.
Così ogni giorno ci vengono imposti nuovi bisogni che impegnano la totalità delle nostre forze e l’essere umano finisce con lo sprecare tutte le proprie energie senza però impiegarle nel percorso voluto. Allo stesso modo notiamo un cambiamento radicale nelle molteplici forze che osteggiano le energie umane, distruggendole o dividendole. Tali forze rimangono uguali nella loro essenza anche mutando il loro aspetto con l’avanzare del progresso.
La religione ha combattuto per esempio la menzogna, l’ipocrisia, l’arroganza e la superbia le quali, se analizzate nella loro essenza, ci portano a comprendere quanto questi attributi influenzino le energie della persona e della società. La menzogna falsifica le realtà e le energie predisposte per un interscambio tra gli esseri umani. L’essere umano di solito cresce nel donare e ricevere tali energie che purtroppo, falsificate dalla menzogna, finiscono per diventare sconosciute e corrotte. Si alterano quindi gli elementi di interscambio e le energie. Orgoglio e arroganza di contro paralizzano l’essere umano che sente di aver raggiunto un livello di autosufficienza; come conseguenza l’arrogante si rifiuta di ricevere e quindi di perfezionarsi, la gente si rifiuta di ricevere da lui e perfezionarsi per suo tramite e lo spazio per la reciproca ricezione e donazione viene a scomparire del tutto. Questa è la morte delle capacità e potenzialità dell’essere umano. Anche gli altri vizi simili alla menzogna, ipocrisia arroganza e superbia, hanno questo effetto.
Un altro esempio è la libertà: essa rappresenta il clima adatto per accrescere le potenzialità dell’essere umano e palesare le sue doti quando vi è l’occasione. Tale libertà è stata sempre soggetta ad aggressioni e usurpamenti da parte di chicchessia e con i pretesti più disparati poiché rappresenta l’atmosfera ideale per l’arricchimento delle potenzialità dell’essere umano, delle sue energie e delle sue doti; essa può essere ritenuta a buon diritto la madre di tutte le potenzialità. Ci furono quindi battaglie ed amari conflitti. Quando viene usurpata la libertà dell’essere umano le potenzialità della persona e della società sono limitate allo spazio concesso dall’usurpatore, con l’inevitabile ridimensionamento della persona e della società. Quando l’essere umano rifiuta questo ridimensionamento e tenta – nei limiti della propria fede – di delimitare le oppressioni di questa forza separatrice e distruttrice, in realtà egli difende la nostra umanità e protegge le potenzialità e la dignità dell’essere umano, al di là delle dimensioni e delle forme che questa forza possa assumere con il prolungarsi del tempo.
Le forme che limitano la libertà e distruggono l’essere umano sono mutate nel corso della storia: si è passati dalla tirannia alla colonizzazione, dal feudalesimo al terrorismo intellettuale, fino all’arrogarsi la rappresentanza dei popoli in nome di una non meglio definita immaturità intellettuale. Si è andati dal neocolonialismo alle imposizioni fatte a singoli ed a popoli interi attraverso pressioni economiche, culturali e intellettuali, dalla politica di abbandono e di rimozione totale o parziale delle opportunità fino a giungere alle politiche di ignoranza forzata e di privazione dell’igiene, della dinamicità e dello sviluppo… diversi sono i modi e le forme per usurpare la libertà e distruggere le energie.
Il denaro; il più grande idolo; quello che il Messia giudicò portatore di impedimenti all’ingresso nel Regno dei Cieli maggiori di quelli che potrebbe trovare un cammello che si provasse ad attraversare la cruna di un ago. Questo denaro è foriero di sedizione. Se è sfruttato nei limiti e nei posti adeguati risulta una grazia e una misericordia, se invece diventasse lo scopo, allora verrebbe adorato all’infuori di Dio e per l’essere umano si tramuterebbe nel più santo tra i santi, finendo egli per dipenderne orbitandovi intorno. Il denaro iniziò a crescere a scapito delle altre esigenze della persona e dell’umanità, diventando una forza schiacciante e separatrice che influenza profondamente la vita delle persone facendo valere la regola del più grande che mangia il più piccolo.
Lo stesso effetto hanno tutte le esigenze umane che crescono a spese di altri bisogni Ogni esigenza rappresenta una spinta e una scossa che alimenta il movimento dell’essere umano nella vita; se però questa esigenza dovesse crescere a scapito di altre, produrrebbe dei disastri. Questa è in effetti la causa della nostra grande responsabilità di fronte al potere, alla ricchezza, al prestigio, all’autorità ed alle altre tentazioni umane.
Se la fede, che crea un legame e un contatto costante tra Dio e l’essere umano, non diventa la base e la radice della nuova civiltà, avremo una civiltà fragile. Osservando la storia, vediamo che nella civiltà moderna ci si trovi di fronte ad una crescita monodimensionale dell’essere umano. La politica, l’amministrazione, il mercato e la costruzione hanno una crescita squilibrata perché non basate sui principi della fede, che è la fonte dell’equilibrio e dell’ordine al servizio di tutti. La politica, l’amministrazione, il mercato e la costruzione si sono trasformate in colonialismo, in guerre, in ricerca di nuovi mercati e in una pace con corsa agli armamenti. Questo ha fatto diventare la vita dell’umanità completamente immersa tra guerre calde e guerre fredde e tra il sanare le ferite e la corsa agli armamenti.
L’amore del sé, che è il motore della ricerca della perfezione per l’essere umano, quando si trasforma in egoismo diventa problematico. Subentrano quindi gli scontri, le discriminazioni razziali, il disprezzo degli altri, gli amari conflitti dalla famiglia alla comunità internazionale, che sono tutti conflitti di diverse forme ma con un’unica origine.
Questi conflitti, che sono stati considerati come parte integrante della creazione, sono una conseguenza dell’amore del sé trasformato in adorazione dell’io. L’egoismo colpisce anche la società; essa è stata costruita per servire l’essere umano il quale ha un innato senso di appartenenza alla comunità possedendo egli ben due dimensioni: una individuale ed un’altra comunitaria. Quando l’egoismo si impossessa profondamente della società sorgono allora dei problemi in vari ambiti. Si passa dall’egoismo individuale a quello familiare, tribale, confessionale e religioso, che hanno trasformato i valori celesti in attributi terresti, svuotando la religione del suo contenuto e distruggendo i valori nobili. Lo stesso settarismo, che commercializza i valori religiosi, alla fine diventa un nazionalismo egoista. Anche il patriottismo, che è una delle più nobili caratteristiche umane, si trasforma in razzismo, a tal punto che la persona giunge ad adorare la propria patria al posto di Dio ed è pronta a costruire la grandezza della propria patria e civiltà sulle rovine delle nazioni e civiltà altrui, ed elevare il livello del proprio popolo a costo di impoverire gli altri popoli. Il nazismo, che ha incendiato più volte il mondo, è uno dei chiari esempi di questo razzismo.
Noi abbiamo adorato questi sentimenti egoistici che si sono trasformati in catene e distruzioni, ma l’amore del sé, l’amore per i genitori, per la famiglia, l’amore per la comunità, il patriottismo e l’appartenenza nazionale sono attitudini benevole nella vita dell’essere umano se rimangono nei giusti limiti. A questo punto possiamo fare luce sul titolo scelto per questa conferenza: “Le esigenze e le potenzialità dell’essere umano”.
Una società che abbraccia l’essere umano deve essere coordinata nel suo insieme, laddove anche la persona deve essere in sintonia con se stessa. Ogni volta che l’essere umano dà maggiore spazio ad una esigenza a scapito di altre, ogni volta che la persona o le sue esigenze crescono a scapito delle altre persone ed ogni volta che crescono i gruppi o le loro esigenze a scapito di altri gruppi, si finisce invece nel disastro. L’equilibrio si ottiene con la sensibilizzazione, permettendo all’essere umano di percepire il dolore degli altri come il proprio. Questo è quello che viene richiesto dal digiuno. Questo equilibrio è la garanzia per la salvaguardia della crescita coordinata della persona e della comunità.
La nostra nazione è il Libano, il Paese la cui prima ed ultima riserva è l’essere umano che ha scritto la gloria del Libano con il suo sforzo, la sua emigrazione, i suoi pensieri e le sue iniziative. L’essere umano è colui che deve essere custodito in questa nazione. L’umanità è una ricchezza non solo per la nazione, ma anche per la persona, che ha come ricchezza la propria umanità. Per questo i nostri sforzi in Libano sono indirizzati a tale scopo, partendo dai luoghi di culto, ma anche dalle università e dalle istituzioni. Il nostro sforzo è indirizzato a salvaguardare il Libano ed a custodirlo, preservandone l’essere umano dalle differenti potenzialità che vive nelle varie sue regioni.
Perciò, se vogliamo preservare il Libano, esercitare il nostro spirito nazionale e applicare il nostro senso religioso tramite i principi che si sono affrontati, allora dobbiamo custodire l’essere umano in Libano con tutta la sua umanità e la sua potenzialità.
Vivendo in Libano rileviamo ogni giorno privazioni dovute a negligenze nell’amministrazione la cui responsabilità è di tutti noi. Come abbiamo sentito nel benedetto discorso, per l’essere umano la severità è consentita nei limiti necessari e a condizione che non lo danneggi.
Le regioni dove viviamo e vive la nostra gente sono un bene che noi e i responsabili [del paese] dobbiamo tutelare. Per Dio e per la patria occorre proteggere il sud e tutte le regioni, pertanto è indispensabile essere attenti nella progettazione e nella realizzazione, poiché un’errata progettazione ed esecuzione generano due tradimenti: un tradimento che porta ad una corruzione diretta, e uno ulteriore che sottrae opportunità alla popolazione e porta allo spreco di denaro e ad una carenza nei diritti pubblici. Imporre delle iniquità, in qualunque modo esse vengano presentate, causa discordia.
Il Libano, la nazione dell’uomo e dell’umanità, mostra la realtà umana tramite il confronto vissuto con il nemico, scoprendosi basato su una società razzista che esercita l’oppressione e la divisione in ogni sua forma: finanziaria, culturale, politica e militare. Ha avuto addirittura il coraggio di distorcere la storia, ebraicizzare la Santa Quds(Gerusalemme) e distruggere i suoi antichi reperti.
La nostra patria deve essere allora custodita non solo per Dio e per la persona che ci vive, ma per l’intera umanità, per svelarne la vera immagine e sfidare chiunque voglia distorcerla. Ora ci troviamo davanti ad una opportunità irripetibile: l’inizio di una nuova fase del Libano.
Troviamo un denominatore comune nell’essere umano con tutte le sue caratteristiche. Incontriamoci per l’essere umano in Libano, nel sud, a Hermel, ad Akkar, nelle periferie di Beirut, a Karentina, a Hay Assullum. Nessun essere umano è escluso o classificato; preserviamo quindi l’essere umano del Libano per proteggere questa nazione, una nazione che la storia e Dio ci hanno affidato.
La Pace, la Misericordia e la Benedizione di Dio siano su di voi.
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