LA STORIA DELLA MOSCHEA DI JAMKARAN
La Santa moschea di Jamkaran dista sei chilometri a est dalla città santa di Qom, in Iran. Credenti provenienti da ogni parte del mondo vengono a visitare la moschea per recitare le loro preghiere e invocazioni.
A questa moschea, l’Imam Mahdi (A), l’Imam del nostro tempo, ha prestato uno speciale tributo. Egli chiese infatti ai suoi seguaci di renderle omaggio e di porle il dovuto rispetto. Si tratta di un pezzo di terra consacrato poiché è stato scelto da Allah l’Onnipotente.
Ogni visitatore dovrà quindi rendere merito a questo luogo benedetto, guardare a sé stesso prima che all’Imam (A) ed evitare qualsiasi atto che possa esser sgradito alla sacralità del luogo. Dovrà inoltre pregare affinchè Dio affretti la parusia dell’Imam e la renda presto manifesta, poiché con tale avvento tutti i problemi e le disgrazie del mondo scompariranno…
Shaykh Hasan Ibn Muthleh Jamkarani riporta quanto segue:
La vigilia di martedì 17 Ramadan 373 dell’Egira., mentre stavo dormendo a casa, un gruppo di persone venne a svegliarmi dicendomi: “Alzati e accorri alla presenza dell’Imam Mahdi poiché ti sta aspettando”.
Essi mi accompagnarono laddove adesso è situata la presente moschea di Jamkaran. C’era un letto e un bel tappeto sul quale erano seduti un giovane ed un vecchio. Il vecchio era il Khidr (A), il quale mi disse di sedermi, e così feci.
Poi l’Imam Mahdi (A) mi chiamò per nome e pronunciò le seguenti parole: “Recati da ‘Ali al-Munthir, che coltiva questo pezzo di terra, e digli che questo è un nobile campo e Allah l’Eccelso lo ha preferito alle altre aree, e non dovrà quindi esser coltivato ancora a lungo”.
Io dissi: “Mio signore, dovrei avere qualche prova per questo, altrimenti la gente non mi crederà”.
L’Imam (A) continuò: “Vai e compi la tua missione, forniremo noi le prove per essa. Recati inoltre anche da Sayyed Abul Hasan, uno degli ulamà di Qom, e digli di prendere l’utile che ha guadagnato durante questi anni per far costruire qui una moschea”.
L’Imam Mahdi (A) disse ancora: “Dì alla gente di rendere omaggio a questo luogo, che è una Moschea, e di rispettarlo, e recitare quattro rak’at di preghiera“.
Le prime due rak’at sono per il rispetto e la benedizione della Moschea.
In esse, in ogni rak’at, si recita una volta la Surah Al-Hamd e sette volte la Surah Al-Ikhlas . Durante il ruku’ e il sujud, il dhikr deve esser pronunciato sette volte.
Nelle successive due rak’at, nel recitazione la Surah al-Hamd, l’Ayah “Iyyaka nabudu wa iyyaka nasta’in” (Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto) deve esser pronunciata cento volte. Poi deve esser recitato il resto della Surah, e una volta la Surah Al-Ikhlas. Durante il ruku’ e il sujud, il dhikr deve esser pronunciato sette volte.
Dopo aver finito la preghiera, bisogna dire “La ilaha ill-Allah” una volta, recitare il tasbih di Hazrat Fatima Zahra (A) – che consiste nel pronunciare 34 volte “Allahu Akbar“, 33 volte “Al–Hamdulillah” e 33 volte “Subhan-Allah“. Infine si deve compiere un sujud pronunciando la salawat per cento volte.
Dopo aver dato le istruzioni riguardo l’adempimento di questa preghiera, l’Imam disse: “Adempiere a queste due rak’at in questo luogo è come adempierle alla Sacra Ka’bah”.
Al-Hasan stava per andare quando l’Imam (A) lo richiamò dicendogli: “C’è una capra tra il bestiame di Ja’far di Kashan. Comprala e portala via da lì. Sgozzala e distribuiscine la carne ai malati. Chiunque mangerà quella carne, verrà guarito da Dio l’Eccelso”.
Hasan Ibn Muthleh tornò poi a casa e trascorse il resto della notte a riflettere su ciò che gli era accaduto. La mattina seguente, dopo aver adempiuto alla Preghiera dell’alba, egli raccontò la vicenda ad ‘Ali al-Munthir. I due si recarono allora insieme nel luogo in questione. Vi trovarono qualche pezzo di catena di ferro con dei chiodi che marcavano l’area della moschea.
Dopodiché, Hasan andò a Qom per incontrare Seyyed Abul Hasan Ibn Reda. All’entrata della sua abitazione, un servo lo fermò e gli chiese se stesse giungendo da Jamkaran. La risposta fu affermativa. Quindi il servo gli disse: “Seyyed Abul Hasan vi sta aspettando dall’alba”. Poi lo accompagnò da lui. Seyyed Abul Hasan fu estremamente cordiale con lui e gli disse che la notte precedente aveva avuto un sogno veritiero nel quale Hasan Ibn Muthleh sarebbe venuto a fargli visita da Jamkaran. Poi aggiunse: “Accetterò qualsiasi cosa mi direte di fare e ho fiducia in voi, poiché le vostre parole sono le nostre, e mai le contraddirò”. Dunque Hasan Ibn Mutleh raccontò tutta la storia a Seyyed Abul Hasan.
Sentito ciò, Seyyed Abul Hasan Ibn Reda montò sul suo cavallo e insieme al suo amico si recò a Jamkaran.
I due videro il bestiame di Ja’far di Kashan e una capra che era dietro al gregge. Quando essi scesero da cavallo, la capra corse verso Hasan Ibn Muthleh. Ja’far si meravigliò poiché non aveva mai visto una cosa simile. Quindi la comprarono e la portarono dove adesso è situata la moschea di Jamkaran, e lì la sgozzarono. Tutte le persone malate che mangiarono quella carne guarirono dalla loro malattia.
Fu così che Seyyed Abul Hasan utilizzò i suoi profitti per la costruzione della moschea, e vi fece costruire un tetto con dei pezzi di legno. Poi portò con sé a Qom le catene e i chiodi che delineavano l’area della moschea. Qualsiasi persona malata che venisse a contatto con tali catene e chiodi riusciva a guarire per grazia di Allah. Quando Seyyed Abul Hasan morì, quelle catene e quei chiodi sparirono. Nessuno li vide più (Tabarsi Turi, Najm ul-Thaqib, p. 383-388).
L’Imam Mahdi (A), l’Imam del nostro tempo, disse ai suoi seguaci: “Non desisteremo dall’aiutarvi e dal rendervi beneficio, e neanche vi dimenticheremo. Altrimenti, le vostre difficoltà accrescerebbero e i vostri nemici vi annienterebbero. In questo luogo, siate pii, pregate per noi per salvarvi dalle calamità che avete attorno” (al-Majlisi, Bihar al-Anwar, vol. 3, p. 175).
L’incontro con l’Imam Mahdi (A), prima che da fattori di studio, di tempo e di spazio, dipende da fattori spirituali. Ci sono ostacoli che devono esser rimossi dal volto dell’anima, lontano dalle percezioni dell’udito e della vista, così da poter esser realmente capaci di vederlo. Colui che ha predisposto il cuore allo splendore di tal celeste piacevolezza, racchiude in sé un vero amore per la sua anima, si tiene lontano dai peccati ed è attento riguardo ai precetti divini. Se le azioni di ogni credente non fossero dei peccati indegni per uno Sciita, non vi sarebbe nessuna distanza, né separazione alcuna. Per questo l’Imam disse: “Perché i vostri volti sfuggono alla mia presenza? Voi siete un velo, altrimenti il mio volto sarebbe visibile“.
Se diamo uno sguardo alla vita di coloro che incontrarono l’Imam Mahdi (A) e beneficiarono della sua luce, possiamo comprendere il fattore più importante che li ha condotti ad ottenere questo successo divino: la ricerca col cuore e il continuo Ricordo di Dio. L’importanza delle notti del giovedì, della notte di metà Sha’ban, della notte di metà Rajab e l’importanza di luoghi sacri quali Mecca e le moschee di Sahlah e Jamkaran, al fine di incontrare al-Qa’im Muhammad al-Mahdi (A) e di beneficiare della sua grazia, devono esser tenute in considerazione. Sicuramente, gli amanti che hanno lasciato i loro desideri sensuali, hanno condotto le loro anime lontano dalla perdizione, adornato i loro cuori della spiritualità e raggiunto la stazione dell’avvicinamento al loro Mawla, trarranno vantaggio dalle benedizioni dei giovedì notte e da luoghi come la moschea di Jamkaran, poiché tramite tali atti riusciranno facilmente a raggiungere i loro obbiettivi.
Essi saranno chiaramente benedetti dalla misericordia dell’Imam (A). Una volta compreso che la moschea di Jamkaran è la casa di al-Hujjat Ibn al-Hasan (A) e quella dei suoi ospiti, sarà naturale la completa evidenza della sua presenza. Non vi è dubbio che quando un viaggiatore spirituale inizia a conoscere sé stesso, gli altri, ciò che ha attorno e tutti i fenomeni che avvengono, tramite il cuore, beneficerà enormemente della presenza dell’Imam (A).
Abbiamo narrato la storia della moschea di Jamkaran, costruita per ordine dell’Imam Mahdi (A). Ci sono migliaia di dolci testimonianze, di miracoli e di lodi riguardo a Jamkaran e agli Sciiti che, da vicino e da lontano, vengono a rendere omaggio alla moschea e a rispettarla, pieni di speranza, trovare ciò di cui hanno bisogno, e ricevere il permesso di incontrarlo…
Tutte queste testimonianze, questi miracoli e queste lodi non potranno mai esser conservati, né alcuna bocca potrà spiegarli. Quindi, quel che vien detto sulla Santa moschea di Jamkaran riguardo alle vicende passate, presenti e future, sarà comprensibile nell’essenza solo da coloro che hanno deciso di andare alla “ricerca dell’invisibile” con cuore sincero e puro.