Il sermone della Nobile Zainab (as) a Damasco
Quello che segue è il sermone tenuto di fronte al califfo illegittimo del tempo, Yazid ibn Mu’awiya, dalla nobile Zainab – la figlia dell’Imam ‘Ali e di Fatima Zahra (as) e coraggiosa sorella dell’Imam Husayn (as) – dopo esser stata condotta insieme agli altri prigionieri della battaglia di Karbala nel Palazzo del califfo illegittimo a Damasco.
«La lode appartiene solamente a Dio, il Signore dell’Universo. La benedizione di Dio sia sul Suo Inviato e sulla famiglia del Suo Inviato. Iddio ha perfettamente rivelato la verità nel seguente versetto coranico:
“Quelli che hanno commesso le cattive opere sono arrivati al punto da smentire e schernire i Segni di Dio” (30:10)
O Yazid, pensi forse che dal momento che ci hai reso la vita difficile e ci hai trascinato da un posto all’altro, come si fa con degli schiavi, noi abbiamo perso la considerazione di Dio e tu hai acquistato in magnificenza e rango? Pensi davvero che questi avvenimenti siano il frutto del tuo elevato rango? Ti dai così tante arie e sei così felice per la prospera e agiata vita che hai, perché hai ottenuto ciò che volevi? Ah, quanta fretta! Ti sei forse dimenticato di ciò che dice Dio nel Corano:
“Non credano assolutamente quelli che sono diventati miscredenti che il fatto che abbiamo dato loro del tempo, torni a loro vantaggio! Noi diamo loro del tempo solo affinché possano aumentare i loro peccati. Essi avranno un castigo umiliante” (3:178)
O Figlio degli Schiavi Liberati, ti sembra giusto che tu tenga le tue donne e le tue schiave al riparo delle tende, facendo girare di città in città, insieme ai loro nemici, a viso scoperto, le figlie del Profeta, affinché tutti, vicini e lontani, vili e il nobili, le vedano, senza nessuno che le possa difendere?! Del resto, come si può sperare pietà dal figlio di chi {come tua madre Hind} mangia il fegato dei nobili uomini, lo mastica e poi lo sputa, da colui la cui carne è cresciuta sul sangue dei martiri?! Perché non ci dovrebbe essere ostile chi senza tregua ci contesta, ci odia ed è nostro nemico?! E ora, ubriaco e pieno di boria, senza neanche renderti conto di quali orribili peccati hai commesso, colpisci con il bastone i denti d’Abi Abdillah, Signore dei Giovani del Paradiso, dici apertamente: “…affinché i miei padri, vedendo questa scena, urlino dalla felicità, si allietino e dicano: ‘O Yazid, ti siamo infinitamente grati!’”.
Per quale motivo non dovresti parlare in questo modo?! Perché non dovresti recitare questa poesia, dal momento che ti sei macchiato del sangue della progenie di Muhammad, dal momento che hai spento le splendenti stelle della terra, vale a dire la progenie d’Abdu-l-muttalib {il nonno del Profeta (S)}?! Devi sapere però che con ciò che hai fatto ti sei rovinato, ti sei scavato la fossa! E ora invochi i vecchi della tua tribú e pensi che loro sentano la tua voce. Sappi che ben presto li raggiungerai all’Inferno e ti pentirai di ciò che hai fatto, di ciò che hai detto. O Dio, vendicaci e fai giustizia bruciando nel fuoco della Tua ira quelli che hanno oppresso noi e i nostri difensori.
O Yazid, sappi che con questo terribile crimine ti sei rovinato; presto, nel mahshar, sarai trascinato davanti al Messaggero di Dio, con a carico la pesante responsabilità di aver ucciso i suoi figli, mancato di rispetto alla sua famiglia, decapitato i suoi cari; ciò accadrà nel giorno in cui Dio li riunirà, trasformerà la loro dispersione in riunione e farà valere i loro diritti:
“E non pensare che quelli che sono stati uccisi sul sentiero di Dio siano morti, anzi essi sono vivi e presso il loro signore godono dei {Suoi} beni” (3: 169).
O Yazid, ti basterà {per finire dannato in eterno} che Dio sia tuo giudice e il Profeta, aiutato da Gabriele, ti combatta. Presto quelle persone che ti hanno appoggiato, ti hanno fatto sedere su questo trono e ti hanno fatto dominare i Musulmani, comprenderanno che grande ingiustizia hanno commesso, capiranno chi di voi è il più sciagurato, il più vile di tutti.
O figlio di Muawiah, anche se le avversità e le tristi vicende mi costringono a parlare con te, sappi però che io ti considero più basso dell’apparente posizione che occupi. Io ti rimprovero e ti biasimo, perché non dovrei farlo dal momento che gli occhi piangono e i cuori soffrono per la lontananza dei cari.
Ah! È incredibile che i nobili uomini del Partito di Dio (Hizbullah) siano uccisi da quelli del Partito di Satana (Hizbushaytan). Le vostre criminali mani si sono macchiate del sangue della nostra famiglia e le vostre bocche sono piene della nostra carne. Certo, è proprio così! Non è forse vergognoso che quei casti corpi rimangano abbandonati a terra, siano sbranati dai lupi del deserto e tu, pieno di boria ed ebbro di potere, te ne stia qui, appoggiato al trono, a vantarti {dei tuoi crimini}.
O figlio d’Abu Sufian, anche se tu oggi consideri l’averci uccisi e fatti prigionieri una {grande} conquista e tutto ciò è per te motivo di vanto, sappi però che presto la pagherai, in un giorno in cui non avrai con te nessuna buona e utile riserva e sarai costretto a scontare da solo la punizione delle tue {malvagie} azioni. Dio non fa mai ingiustizia alle Sue creature. Noi denunciamo le tue iniquità a Dio. Lui è il nostro unico rifugio, la nostra unica speranza.
O Yazid, trama pure i tuoi inganni, sforzati quanto vuoi; sappi però che non riuscirai mai a farci dimenticare, a distruggere la nostra rivelazione e a raggiungere in tal modo i tuoi vili obiettivi. I tuoi sforzi non riusciranno mai a lavare l’onta della quale ti sei ricoperto. Mai! Mai! Non è forse vero che manchi di discernimento, hai i giorni contati e il tuo gruppo è ormai destinato a disgregarsi. Verrà un giorno in cui la voce della verità dirà: “La maledizione di Dio sia sugli iniqui”.
Ora lodo Iddio che ha fatto iniziare la vita della nostra famiglia con la beatitudine e il perdono e l’ha conclusa con il martirio e la benedizione. Chiedo a Dio che completi la ricompensa che ha dato ai martiri, li arricchisca {di maggiore grazia e misericordia} e ci dia modo di essere loro fedeli depositari e degni successori, poiché Dio è benevolo e amorevole. In Lui solo ci rifugiamo e speriamo. Egli è il miglior protettore, difensore dei nostri diritti»
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Tratto da: Sayyed Ibn Tawus “Alluhuf: le vicende di Karbala”, Fondazione Imam °Ali, Qom (Iran)
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