Il banchetto di Dio

Il banchetto di Dio

Il santo mese di Ramadan è un evento unico. Si tratta infatti del mese in cui Dio ha rivelato il sacro Corano e il mese in cui l’accettazione delle richieste di perdono da parte dei credenti sinceri vengono assicurate. Durante questo mese benedetto Dio ci invita a prender parte al Suo banchetto divino e ci esorta al bene e alla comprensione della vera spiritualità. E’ il mese dunque in cui siamo ospiti d’onore al cospetto dell’Altissimo.

Il nobile Profeta (S) ha detto riguardo al mese di Ramadan: “Si tratta del mese in cui siete stati invitati al banchetto di Dio1.

Lo stesso concetto di ospitalità è molto importante in seno all’Islam. Il nobile Profeta (S) ha infatti detto: “L’ospite è un’indicazione verso il paradiso2 e “Invero chi odia un ospite odia Dio, e chi odia Dio viene odiato da Dio” 3.

Secondo le Tradizioni dell’Ahl al-Bayt, il profeta Ibrahim (A) fu la prima persona ad aver ospitato qualcuno. L’Imam al-Sadiq (A) ha detto: “Ibrahim fu la prima persona ad aver ricevuto ospiti4. L’Islam esorta i credenti a mantenere un’attitudine divina nei confronti dei propri ospiti, ossia li esorta ad onorarli. Ciò è quanto il profeta Ibrahim (A) stesso fece nei confronti dei suoi ospiti. Il sacro Corano afferma: “Non ti è giunta la notizia degli ospiti onorati di Ibrahim?” 5 .

A questo punto si dovrà fare una distinzione essenziale tra due concetti fondamentali inerenti alla presente discussione. Infatti l’ospitalità divina differisce in natura dall’ospitalità che può avvenire tra credenti. La correlazione che avviene tra colui che ospita e l’ospite, quando questi sono entrambi esseri umani, è voluta (i’tibari), ma la correlazione presente tra colui che ospita e l’ospite, quando il primo è Dio e il secondo è il credente, è ontologica (haqiqi).

Da qui si deduce che l’invito di Dio nei confronti del credente non sia altro che una chiamata all’ottenimento della sapienza divina (ma’rifatullah) la quale può essere definita anche come una vera e propria “ricchezza gnostica”: “O uomini! Voi siete bisognosi di Dio mentre Dio basta a Sé stesso, [Egli è] il degno di lode” 6 . Ecco dunque il vero banchetto divino ove il credente assapora un cibo spirituale ben superiore a quello che quotidianamente è abituato a gustare.

Una volta fu chiesto all’Imam al-Baqir (A) il significato del versetto “Non osserva l’uomo il suo cibo?7 . Egli rispose dicendo: “Si tratta della conoscenza che ha acquisito e della sua fonte [di origine]” 8 .

Inoltre vi sono casi in cui questo cibo spirituale prende addirittura sembianze terrestri. Nell’introduzione alla sua opera “Shahrullah fil-Kitab”, l’Ayatullah Muhammadi Rayshahri cita un testo intitolato “al-Risalah al-Majdiyyah” di Shaykh Rida al-Isfahani ove l’autore racconta una sua esperienza personale. Questi, durante un giorno del mese di Ramadan, si era recato a far visita all’Imam ‘Ali (A) nel suo mausoleo di Najaf e iniziò a recitare la celebre “Ziyarah Aminullah”. Quando giunse al passo che dice “wa mawa’id mustat’imina mu’addah” (“il banchetto di coloro che cercano il sostentamento è pronto”), egli notò improvvisamente un banchetto con vari tipi di cibo e bevande steso innanzi a lui. Poi, dopo aver riflettuto sul fatto che il cibo spirituale non rompe il digiuno, si cibò di quanto gli si era presentato davanti. Dopo aver vissuto quest’esperienza insolita, a Shaykh Isfahani venne in mente il seguente versetto coranico: “Dio li abbevera di una bevanda pura9 .

Ovviamente il cibo spirituale, lungi da sembianze fisiche in tutto e per tutto, è di gran lunga superiore al cibo che siamo generalmente abituati a pensare. Si tratta infatti del cibo più puro ed elevato che di cui hanno usufruito il nobile Profeta (S) e la sua Ahl al-Bayt.

Secondo una Tradizione, disse il nobile Profeta (S): “Ho trascorso la notte con il mio Signore ed Egli mi ha sfamato e dissetato10. Nel commentare questa Tradizione l’‘Allamah al-Majlisi afferma: “Non vi sono dubbi sul fatto che il ‘bere’ in questo caso si riferisca alla gnosi, all’amore e alla ricerca dell’illuminazione interiore attraverso le luci del regno invisibile” 11 . Non a caso, nella lessicografia araba, il termine “shurb”, tradotto comunemente con “bere”, indica più generalmente “qualcosa che viene trasmesso all’interno” 12. A conferma di questo significato generale è possibile citare il versetto “… e i loro cuori si abbeverarono [di amore] del vitello a causa della loro miscredenza13 e la seguente invocazione dell’Imam al-Sajjad (A) che pronunciò contro Shaytan: “O mio Dio! Abbevera i nostri cuori di disprezzo per le sue opere14 .

Per quanto concerne l’Ahl al-Bayt, ci è stato trasmesso attraverso le nobili Tradizioni che il nobile Profeta (S) ‘Ali, Fatimah, Hasan e Husayn, pace su di loro, digiunarono per tre giorni ma rinunciarono al loro cibo, composto esclusivamente da pane, con il quale avrebbero dovuto rompere il digiuno e si accontentarono di farlo con sola acqua. Infatti la prima sera alcuni bisognosi giunsero alla loro porta chiedendo l’elemosina e tutti e cinque donarono la loro razione di cibo. La seconda sera avvenne la stessa cosa per mezzo di alcuni orfani e la terza a causa di alcuni ex-prigionieri. A ciò allude il sacro Corano quando afferma: “Sfamano il povero, l’orfano e il prigioniero per amor Suo [e dicono]:- Invero [vi] sfamiamo per il compiacimento di Dio, non vogliamo da voi alcuna ricompensa o ringraziamento-”15 . Durante queste notti, ci è detto, i “cinque del mantello” vennero nutriti dai frutti dell’“albero della conoscenza” 16 .

Il banchetto divino, in definitiva, consiste nell’avvicinarsi a Dio attraverso quei mezzi che Egli stesso ci ha concesso (quali l’adorazione e il digiuno) e nel gustare i piaceri racchiusi nella profonda spiritualità di cui ci parlano il sacro Corano e le nobili Tradizioni. Preghiamo quindi Dio Onnipotente di farci prender parte al Suo banchetto e di concederci quei favori divini che dona solo ai Suoi intimi devoti.

 

Note

1 “al-Iqbal” di Seyyed Ibn Tawus, vol. 1, p. 26.
2Bihar al-Anwar” di ‘Allamah al-Majlisi, vol. 75, pp. 460-461.
3Mahajjah al-Bayda’” di Mulla Faydh al-Kashani, vol. 3, p. 32.
4Tafsir Nur al-Thaqalayn” di Shaykh al-Huwayzi, vol. 1, p. 55
5 Il sacro Corano (15:24).
6 Il sacro Corano (35:15).
7 Il sacro Corano (80:24).
8Usul al-Kafi” dello Shaykh al-Kulayni, vol. 1, p. 39.
9 Il sacro Corano (76:21).
10Riyadh al-Salikin” di Seyyed ‘Ali Khan al-Husayni, vol. 1, p. 280.
11Bihar al-Anwar” di ‘Allamah al-Majlisi, vol. 6, p. 208.
12al-Tahqiq fi Kalimat al-Qur’an al-Karim”, vol. 6, p. 30.
13 Il sacro Corano (2:93).
14Sahifah al-Sajjadiyyah” dell’Imam al-Sajjad (as), invocazione 17.
15 Il sacro Corano (76:8-9).
16Tafsir al-Safi” di Mulla Faydh al-Kashani, vol. 1, p. 116.

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Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | Comments Off on Il banchetto di Dio Comments | Category : Via Spirituale

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