Hezbollah: la liberazione della Palestina è entrata nella sua ultima fase
Intervista a Sayyid Hashim Safi al-Din, capo dell’ufficio esecutivo di Hezbollah, 11 maggio 2021.
Questa intervista doveva essere dedicata esclusivamente al martire Sayyid Mustafa Badr al-Din, conosciuto con il nome di battaglia “Sayyid Zulfiqar”, comandante militare di Hezbollah diventato martire in Siria il 13 maggio 2016 – che era succeduto in questo ruolo al leggendario martire Hajj Imad Moghniyeh – ma gli ultimi sviluppi provenienti da Gaza sono stati evocati all’inizio e alla fine dell’intervista. Abbiamo quindi tradotto solo questi estratti.
Giornalista: […] Prima di entrare nel vivo della questione, dobbiamo parlare di ciò che sta accadendo in Palestina, soprattutto perché la causa palestinese era molto importante per Sayyid Zulfiqar. Come vede Hezbollah la violenta escalation israeliana contro i palestinesi ad Al-Quds (Gerusalemme) e Gaza? Quali sono le sfide e gli orizzonti di questa escalation e perché sta accadendo ora?
Sayyid Safi al-Din: Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Consentitemi innanzitutto di congratularmi con i musulmani negli ultimi giorni del mese di Ramadan e per l’Eid al-Fitr, che sarà celebrato tra uno o due giorni. Chiedo a Dio l’Altissimo di rendere queste occasioni una benedizione per la nostra Ummah (Comunità Islamica mondiale), per i combattenti della Resistenza e gli altri mujahidin. Il mio pensiero speciale va alle famiglie dei martiri, alla famiglia di Sayyid Badr al-Din, alle sue figlie, ai suoi figli, ai suoi genitori e ai suoi fratelli, così come a tutti i suoi cari e a tutte le famiglie dei martiri. Chiedo a Dio l’Altissimo di colmarli di benedizioni in questi giorni.
Devo anche estendere saluti sinceri e decisi, dal profondo del cuore, all’anima e allo spirito dei Mujahidin in Palestina, al popolo palestinese di Al-Quds (Gerusalemme), ai suoi uomini, donne, giovani e bambini, e ai giovani di Gaza, a tutti gli eroici combattenti di tutti i movimenti palestinesi della Resistenza. Li salutiamo con profondo rispetto e li ringraziamo per tutto quello che fanno in questi giorni e ore, in questi stessi minuti. Essi difendono l’onore dell’intera Ummah. Al-Quds rappresenta l’onore e la dignità dell’intera Comunità Islamica.
Quello che sta accadendo in Palestina oggi è un segno della fine di una fase e dell’inizio di una nuova fase del conflitto arabo-israeliano. Abbiamo assistito, negli ultimi anni, ad alcuni esempi di arroganza e superbia israeliana e americana, ed esempi di servilismo, tradimento e umiliazione dei governanti arabi che si sono vilmente indirizzati verso la normalizzazione delle loro relazioni con Israele. Alcuni pensavano che questo fosse l’ultimo atto di capitolazione, ma abbiamo detto loro che non era la fine, perché la Comunità Islamica è più grande e più forte di ciò. La Ummah in cui ci sono tanti combattenti, martiri e comandanti come Sayyid Mustafa Badr al-Din, per il quale la Palestina era presente negli occhi, nel cuore e in tutta la sua esistenza… Questa Comunità Islamica possiede tante benedizioni, forza, capacità e grandezza, ed è in grado di plasmare essa stessa il futuro.
Gli eventi di Al-Quds si sono verificati, con gli eventi che ne sono seguiti, arrivando all’uso di razzi ieri e oggi, a centinaia, una vera e propria tempesta di razzi che ha scosso l’entità sionista, per affermare due cose: in primis, dire agli israeliani che la Resistenza è molto più forte di quanto immaginavano; e secondo, dire ai sionisti e anche agli americani e a tutti i ‘normalizzatori’, codardi e traditori [del mondo arabo-musulmano] che il popolo palestinese è molto più forte e non abbandonerà mai la Palestina o Al-Quds.
Questi sconvolgimenti che accadono oggi apriranno nuove porte, creeranno una nuova realtà. Una realtà carica di enormi conseguenze, ovvero nuove equazioni. L’equazione delle vittorie, l’equazione della vicina Liberazione dei territori palestinesi occupati, a Dio piacendo. Sono equazioni che si basano sui sacrifici degli ultimi anni. Negli ultimi anni ci sono stati molti sacrifici da parte del popolo palestinese, della Resistenza, dell’Asse della Resistenza, in tutte le direzioni e su tutti i fronti e campi di battaglia. Tutti questi sacrifici hanno prodotto ciò che vediamo oggi, hanno prodotto alcune delle scene che vediamo oggi. E ciò che deve ancora venire è più grande, molto più grande, a Dio piacendo […]
Giornalista: Per tornare a quello che sta accadendo in Palestina, cosa rappresentavano Al-Quds e la Palestina agli occhi di Sayyid Zulfiqar? Quali legami emotivi e di jihad lo legavano alla causa palestinese?
Sayyid Safi al-Din: La Palestina rappresenta il jihad, e il suo primo collegamento con essa è (attraverso) armi, pistole e proiettili. Egli ha iniziato il suo viaggio come combattente nelle file della Resistenza Palestinese [durante l’era dei Fedayn in Libano], e con essa ha mantenuto forti legami, esperienze, relazioni e attività. Successivamente, la sua esperienza all’interno di Hezbollah si è concentrata principalmente su Al-Quds e la Palestina. Non è un segreto, è la verità. Anche lui appartiene a questa cultura. Per lui la Palestina era la bussola, la causa centrale, l’obiettivo finale e la speranza. Al-Quds è stata per lui il luogo per il quale abbiamo dovuto compiere ogni sacrificio onde raggiungere la fase della sua Liberazione, perché liberando Al-Quds (Gerusalemme) non solo libereremo i luoghi santi, ma recupereremo tutto l’onore e tutta la dignità che ci è stata sottratta in tutti gli ultimi decenni. Per quanto ci riguarda, Al-Quds è tutto ciò per cui viviamo. E in questi giorni, sentiamo più che mai la presenza di figure come Sayyid Zulfiqar, Hajj Imad Moghniyeh, e il grande Comandante Hajj Qassem Soleimani: alla fine, anche se hanno raggiunto il martirio in Siria, in Iraq o altrove, la loro causa essenziale, la loro più grande speranza, ciò a cui tendevano con tutto il loro essere era portare il mondo islamico da un punto all’altro, fino a raggiungere Al-Quds e poter finalmente liberare la Città Santa.
E sì oggi, come abbiamo sentito in alcuni commenti, quei razzi che sono stati lanciati contro Israele sono la speranza di Hajj Qassem Soleimani. Portano la speranza di Hajj Imad Moghniyeh. Portano l’ardente aspirazione di Sayyid Zulfiqar. Portano tutte queste anime pure. Sono queste anime che hanno agito e compiuto ogni sforzo senza sosta, assumendosene tutti i rischi e realizzando costanti sacrifici per garantire che questa capacità balistica raggiungesse le mani della Resistenza a Gaza. E grazie a Dio, oggi, queste capacità sono arrivate a Gaza! Queste capacità crescono e si sviluppano. Il primo merito va ai combattenti palestinesi lì, ovviamente, qualunque sia il loro movimento, ma quelli che hanno agito, sostenuto e permesso tutto questo, sono questi martiri, questi comandanti, incluso Sayyid Zulfiqar, che ha lavorato giorno e notte per la Resistenza in Palestina affinché ottenesse grandi capacità.
Giornalista: Quindi Sayyid Mustapha Badr al-Din [il vero nome di Sayyid Zulfiqar] ha aiutato a trasferire competenze e supporto ai movimenti della Resistenza all’interno della Palestina occupata?
Sayyid Safi al-Din: Ha fatto più che contribuire! Ha agito costantemente per la Resistenza Palestinese!
Giornalista: In cosa consisteva questa azione?
Sayyid Safi al-Din: Trasferire l’esperienza, addestrare, mantenere i contatti con tutte le forze palestinesi resistenti, aiutandole a ottenere le capacità e le abilità in tutti i campi, sia che si trattasse di ottenere armi, sia che si trattasse della capacità di fabbricarle, del loro utilizzo, e tutte queste capacità. In generale, Hezbollah ha svolto un ruolo importante in questo senso e ne siamo molto orgogliosi. Si tratta comunque del nostro dovere. Tutti i nostri comandanti vi hanno preso parte. Questo non è né un segreto né una vergogna, ma al contrario è una questione di orgoglio!
Giornalista: Eminente Sayyid, quanto è importante l’equazione imposta dalla Resistenza Palestinese per collegare il destino di Gerusalemme a quello di Gaza? In che modo questa equazione influenzerà le regole di ingaggio e l’equilibrio di potere in futuro?
Sayyid Safi al-Din: Se ricordi bene, questa Gaza che ha appena annegato gli israeliani sotto un diluvio di razzi…il nemico ha ritenuto che tutto ciò che Gaza potesse fare fosse farsi strada attraverso le varie calamità in cui era stata abbandonata, lottando per far fronte ai problemi creati dall’occupante e dagli Stati Uniti, come l’assedio, le pressioni, le tensioni politiche, ecc., e quindi Israele riteneva di non avere nulla da temere da loro. Non ho intenzione di ricordare tutti questi elementi ben noti, che fanno parte della storia. Ma oggi, questa Gaza non si sta solo riprendendo la sua vita, il suo futuro e tutto ciò che ha in Palestina e Al-Quds, no! La vera anima di Gaza ora sorge ad Al-Quds! L’anima della Resistenza che l’occupante voleva schiacciare e soffocare a Gaza è oggi presente ad Al-Quds, in Cisgiordania, e sorgerà domani in tutti i territori occupati da Israele nel 1948!
La conseguenza più importante di ciò che sta accadendo oggi è che la causa palestinese è ripresa ovunque, a tutti i livelli, con tutte le sue armi, tutti i suoi combattenti, tutti i suoi razzi e missili, in tutta la Palestina! E questo è solo l’inizio!
Israele voleva neutralizzare Gaza attraverso massacri e distruzioni, e poi neutralizzare un’intera parte della Cisgiordania occupata attraverso il muro di separazione. Hai visto come il Muro di Separazione è costruito, con aree off-limits per i palestinesi, rendendo loro la vita impossibile. Israele considerava i territori conquistati nel 1948 sicuri e parte della “storica entità israeliana” per sempre. Gli arabi potevano dimenticare i territori del 1948, irrimediabilmente assorbiti! Dimenticate Gaza, che è fuori dai giochi! Questo è quello che pensava Israele. C’erano ancora alcuni luoghi assediati in Cisgiordania, sia a Hebron che altrove. Ma la realtà è che oggi tutta la Palestina storica è in fiamme e abbraccia la Resistenza! Oggi tutta la Palestina sta resistendo! Tutta la Palestina è Al-Quds! Questa città di Al-Quds (Gerusalemme) che hanno voluto cancellare dalla causa palestinese, facendo dimenticare anche il suo nome arabo e la sua memoria, sia attraverso l’Accordo del Secolo, sia lo spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, e tutte queste campagne per liquidare la causa palestinese, le visite umilianti di alcuni regimi arabi codardi e schiavi, le promesse di stabilire relazioni normali, ecc. Ma nonostante tutto questo, Al-Quds oggi brilla. Risplende attraverso i suoi martiri, risplende attraverso i martiri di Gaza. Gli israeliani oggi stanno uccidendo bambini, donne e uomini che muoiono perché difendono Al-Quds! Questi martiri rendono Al-Quds ancora più splendente e gli donano un valore ancora maggiore nelle menti dei palestinesi, nelle menti degli arabi e nelle menti di tutti i musulmani di tutto il mondo.
Quello che succede oggi avrà conseguenze molto grandi, persino grandiose, come ho detto prima. Certo, ora è il momento della battaglia, non dell’analisi, adesso è il momento della lotta. Successivamente sarà il momento di trarre tutte le conclusioni. In questo momento di battaglia, il nostro dovere comune è stare con il popolo palestinese. Salutiamo questi sforzi, questi sacrifici, salutiamo questi eroi – uomini, donne e bambini – che sono andati ieri all’alba nella santa moschea di Al-Aqsa per entrare e affermare il loro diritto di essere presenti lì, nel distretto di Sheikh Jarrah, alla Porta di Damasco, ovunque, in ogni punto in cui coloni e la polizia dell’occupante cercavano di cacciarli; salutiamo questi uomini, queste donne, questi giovani, questi bambini, tutti coloro che si sacrificano. Salutiamo i combattenti che, come ho detto, restituiscono onore alla Ummah. Mandiamo loro mille saluti e, con la grazia di Dio, tutto il mondo islamico e tutto il mondo arabo sarà con loro.
Ciò che sta accadendo oggi è il trionfo della verità. La verità del nostro mondo arabo-islamico è visibile a tutti. La nostra Ummah è profondamente immersa nella Resistenza: il suo nucleo interno è la Resistenza. La sua storia, la sua cultura, la sua identità sono la Resistenza! Tali sono i nostri popoli, tale è la nostra Comunità Islamica. Potrebbero esserci, in questo o quel paese, problemi economici, politici o di qualsiasi altro tipo, possiamo dire che il mondo arabo è annegato nella cosiddetta Primavera araba, sia in Egitto, in Tunisia, Siria, Iraq o ovunque altro, ma nonostante tutti i loro sforzi per presentare queste realtà come preponderanti per esaurire i popoli della nostra regione, oggi la Palestina, Al-Quds e Gaza stanno facendo rivivere tutti questi elementi di forza presenti nella nostra Comunità. E la nostra Ummah dichiara agli Stati Uniti, a Israele e a tutti i codardi: no, la Ummah è più forte e più grande di ciò ed è in grado di plasmare il suo futuro. Ed è esattamente quello che farà.
Oggi parliamo di realtà ed equazioni, non slogan vuoti o speranze, per niente. Come vi ho detto all’inizio, quello che è successo in Siria non è stato cosa di poca conto. Non è stato cosa di poco conto quanto accaduto in Iraq, a livello dell’azione della Resistenza. E quello che sta accadendo in Palestina ora non è cosa da poco. Quello che è successo in Yemen non è cosa da poco. Questa lotta vittoriosa dell’Asse della Resistenza, tra le altre conseguenze oggi chiaramente visibili, porta i popoli del mondo islamico, a poco a poco, a unirsi a questo Asse della Resistenza, fino a diventare la scelta dominante e la priorità per tutta la nostra regione.
E oggi posso affermare categoricamente e senza alcuna esitazione che ieri e oggi abbiamo avuto la prova lampante del fallimento di Trump quando ha preso di mira Hajj Qassem Soleimani, che Dio sia soddisfatto di lui. La Forza Al-Quds (il reparto dei Guardiani della Rivoluzione Islamica guidato da Soleimani), che ha guidato questo Asse della Resistenza, sta ora ottenendo grandi vittorie. Certo, è il popolo palestinese che ottiene queste vittorie nella Palestina occupata, ma a livello di visione e causa comune, ciò che accade è una delle conseguenze dell’opera di Hajj Qassem. E con la grazia di Dio, ciò che accadrà nelle prossime battaglie sarà ancora più grande.
Giornalista: Può dirci, vista la sua stretta vicinanza ai movimenti della Resistenza Palestinese, fino a che punto possiamo dire che Gaza ha ancora sorprese e carte segrete nelle sue mani, che potrà usare se lo scontro si prolungherà?
Sayyid Safi al-Din: Tocca a loro parlare di questo. La Resistenza Palestinese, attraverso i suoi movimenti combattenti e resistenti, è capace di esprimersi: attraverso le dichiarazioni, attraverso i missili e attraverso le azioni, quando lo ritiene opportuno. Questo è il loro diritto esclusivo e non dobbiamo interferire con esso. Ma quello che so e posso dire in generale è che le capacità della Resistenza in Palestina sono molto grandi, in termini di tempo – possono tenere il passo per settimane e mesi – di, capacità, di armi, e di abilità di combattere vittoriosamente, ecc. Le loro capacità sono grandi, molto più di quanto Israele possa immaginare.
Giornalista: Mi è stato riferito proprio ora che l’aeroporto Ben-Gurion è stato appena preso di mira. Cosa indica questo? È un simbolo forte?
Sayyid Safi al-Din: Colpire Tel Aviv è una cosa molto importante, un notevole sviluppo qualitativo in termini di azioni della Resistenza. Lo stesso vale per l’attacco all’aeroporto Ben Gurion. Tutto questo è dovuto alla grazia di Dio e alle benedizioni che derivano dal difendere Al-Quds. Il fatto che Gaza sia entrata in azione in difesa di Al-Quds comporta grandi benedizioni divine. Quando la Comunità Islamica decide di difendere Al-Quds, Dio riversa su di essa enormi opportunità e benefici.
Ovviamente tutto questo non può avvenire senza sacrifici. Ogni volta che in una battaglia la Resistenza Islamica raggiunge grandi traguardi, dobbiamo sempre ricordare che queste imprese avvengono grazie alla grazia del sangue dei martiri, agli sforzi dei combattenti, ai sacrifici, alla pazienza e alla perseveranza mostrate dalla Resistenza, sia in Palestina, Libano o in qualsiasi altro luogo. […]
Fonte: https://program.almanar.com.lb/episode/167851
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