Esortazioni dell’Imam Khomeyni nell’approssimarsi del mese di Ramadan

Esortazioni dell’Imam Khomeyni nell’approssimarsi del mese di Ramadan

Avete recitato la Munajat di Sha’ban per Dio Benedetto ed Altissimo nel corso del mese di Sha’ban, nel quale è stato raccomandato di recitare questa invocazione dal primo fino all’ultimo del mese? Avete tratto beneficio dai suoi significati elevati che trasmettono maggior fede e conoscenza in relazione alla stazione del Signore? È riportato, a proposito di questa invocazione, che si tratta della munajat dell’Imam Alì, la pace discenda su di lui e sui suoi discendenti, e che tutti i puri Imam, la pace discenda su di loro, invocavano Dio attraverso di essa. (1)

Possiamo trovare davvero poche suppliche e invocazioni intime [du’a wa munajat] per Dio che siano state recitate da tutti gli Imam. Questa invocazione costituisce in verità un’introduzione atta ad ammonire e preparare l’uomo ad accettare i doveri del sacro mese di Ramadan, ed è possibile che condurrà la persona consapevole a ricordare il motivo del digiuno e i suoi preziosi frutti.

I puri Imam, la pace discenda su di loro, hanno insegnato molte realtà attraverso il linguaggio delle invocazioni. Il linguaggio delle invocazioni è molto differente dagli altri linguaggi attraverso cui questi grandi hanno insegnato i precetti. Essi hanno spiegato gli argomenti più spirituali, trascendenti e propriamente divini, e ciò che attiene alla conoscenza di Dio, attraverso il linguaggio delle invocazioni. Ma noi recitiamo le invocazioni fino alla fine senza però purtroppo prestare attenzione ai loro significati, e falliamo nel comprendere quello che veramente vogliono dire.

In questa munajat noi leggiamo:

O Dio! Concedimi totale distacco da tutto quello che non sei Tu e avvicinami a Te; illumina la visione dei nostri cuori con la luce che sorge nel guardarTi, affinché possiamo attraversare i veli di luce e raggiungere la Fonte della Magnificenza, e i nostri spiriti siano elevati con lo splendore della Tua Santità”. (2)

È possibile che il significato della frase «concedimi totale distacco da tutto quello che non sei Tu», sia che le persone spiritualmente consapevoli, prima del sacro mese di Ramadan, dovrebbero prepararsi a isolarsi e distaccarsi dai piaceri mondani, e questo isolarsi significa distaccarsi da tutto ad eccezione di Dio. Distaccarsi da tutto non è un qualcosa che si ottiene facilmente. Ciò richiede una dura pratica supplementare, intraprendere alcuni lunghi esercizi spirituali, perseveranza e disciplina, fino a quando non si sarà capaci di riporre totalmente la propria attenzione su nient’altro che Dio e distaccarsi da tutto il resto. Se qualcuno è in grado di fare questo, raggiungerà una grande felicità. A ogni modo, prestando anche la minima attenzione a questo mondo sarà impossibile distaccarsi da tutto ad eccezione di Dio.

Chiunque voglia compiere il digiuno del sacro mese di Ramadan nei modi richiesti, deve completamente distaccarsi da tutto, in modo da poter osservare le discipline per la celebrazione e il Banchetto [di Dio], giungendo così a conoscere la stazione dell’Ospite, per quanto sia possibile. Secondo l’ordine del Santo Messaggero, la pace discenda su di lui e sulla sua progenie, contenuto in uno dei suoi sermoni, tutti i servi di Dio l’Altissimo sono stati da Lui invitati a un Banchetto nel sacro mese di Ramadan, e saranno ospiti di Colui che elargisce al Suo Banchetto. In esso egli dice:

O gente! Il mese di Dio si sta avvicinando a voi…e durante esso siete stati invitati al Banchetto di Dio”. (3)

In questi pochi giorni che vi separano dal benedetto mese di Ramadan dovete riflettere, riformare voi stessi e prestare attenzione a Dio l’Altissimo, cercare il perdono per il vostro comportamento e i vostri atti indecorosi e se, Dio non voglia, avete commesso un peccato, pentitevi di esso prima di entrare nel benedetto mese di Ramadan. Abituate la vostra lingua a recitare le invocazioni intime [munajat] a Dio l’Altissimo.

Dio non voglia che nel benedetto mese di Ramadan compiate maldicenza o diffamazione o, in breve, pecchiate, contaminandovi così con il peccato in presenza del Signore Altissimo al Suo banchetto. Durante questo nobile mese siete stati invitati al Banchetto di Dio l’Altissimo – «e durante esso voi siete stati invitati al Banchetto di Dio» – preparatevi quindi per il magnifico Banchetto dell’Altissimo.

Rispettate almeno le pratiche formali ed exoteriche del digiuno. Le vere discipline del digiuno sono tutt’altra cosa e richiedono attenzione e sforzo costanti. Il significato del digiuno non è meramente astenersi dal mangiare e dal bere, ma bisognerebbe anche astenersi dal peccato. Questa è la regola primaria del digiuno per i novizi. La regola del digiuno per le persone divine che vogliono raggiungere l’apice della grandezza è altra da questa.

Dovete osservare almeno la regola primaria del digiuno, e nello stesso modo con cui vi astenete dal mangiare e dal bere, dovreste tenere lontani dal peccato gli occhi, le orecchie e la lingua. Da adesso in poi, proteggete la vostra lingua dalla maldicenza, dalla diffamazione, dal parlare male e dalle bugie, ed espellete dai vostri cuori ogni tipo di rancore, invidia e altri brutti tratti satanici. Se ne siete capaci, distaccatevi da tutti eccetto Dio. Realizzate i vostri atti sinceramente e senza ambiguità.

Isolatevi da tutti i demoni tra gli uomini e i jinn, sebbene noi stessi apparentemente non possiamo aspirare a raggiungere tale prezioso stato di felicità. Cercate almeno di fare in modo che il vostro digiuno non sia accompagnato dal peccato. Altrimenti, anche se il vostro digiuno sarà corretto dal punto di vista della Legge islamica, esso non ascenderà per essere accettato da Dio. C’è una grande differenza tra l’ascensione delle opere di un uomo e la loro accettazione da una parte, e la loro correttezza religiosa formale dall’altra.

Se alla fine del benedetto mese di Ramadan non vi è alcun cambiamento nelle vostre opere e nelle vostre azioni, e la vostra condotta e comportamenti non sono diversi da quelli precedenti il mese di digiuno, è evidente che il digiuno che vi aspettavate di realizzare non è stato compiuto, e quello che avete fatto non è niente più che un volgare digiuno fisico.

In questo nobile mese, in cui siete stati invitati al Banchetto divino, se non ottenete la Conoscenza [ma’rifat] di Dio l’Altissimo né quella di voi stessi, significa che non avete partecipato propriamente al Banchetto di Dio. Non dovete dimenticare che in questo mese benedetto, che è il “mese di Dio”, la via della misericordia divina è aperta ai servi di Dio e i demoni e i diavoli, secondo alcune tradizioni, sono legati in catene. (4)

Se non siete capaci di riformare voi stessi e perfezionarvi, di dominare e controllare la vostra nafs al-ammarah [l’anima concupiscente; Sacro Corano, XII, 53], di sottomettere i vostri desideri egoistici e di distaccarvi dalle relazioni e dagli interessi di questo basso mondo e dalle cose materiali, dopo la fine del mese del digiuno per voi sarà molto più difficile essere in grado di compiere questo. Approfittate quindi di questa opportunità prima che la sua grazia magnificente svanisca, e purificate e riformate voi stessi.

Siate pronti e preparatevi a compiere i doveri del mese di digiuno. Non lasciate che prima dell’arrivo del mese di Ramadan siate come colui che è finito nelle mani di Satana, cosicché in questo unico mese in cui i demoni sono incatenati, voi siete automaticamente occupati a compiere peccati o azioni contrarie agli ordini dell’Islam!

A volte, a causa della sua distanza da Dio e del gran numero dei suoi peccati, l’essere umano ribelle e peccatore cade così in basso nelle tenebre e nell’ignoranza che non ha bisogno che Satana lo tenti, perché egli stesso assume la “tintura” di Satana. Sibghatullah (la “tintura di Dio”; Sacro Corano, II:138) è l’opposto della “tintura” di Satana.

Chiunque persegue desideri egoistici e obbedisce a Satana assume gradualmente la “tintura” di Satana. Voi dovreste, almeno in questo mese, decidere di controllare voi stessi e di astenervi da discorsi o comportamenti che dispiacciono a Dio l’Altissimo. Proprio ora, in questa stessa sessione, prendete l’impegno con Dio che durante il benedetto mese di Ramadan vi asterrete dallo spettegolare, dal calunniare o dal parlar male degli altri.

Ponete sotto il vostro controllo la lingua, le mani, gli occhi, le orecchie e gli altri organi e parti. Controllate le vostre azioni e le vostre parole. È possibile che questo stesso atto meritevole farà sì che Dio ponga attenzione a voi e vi benedica. Dopo il mese del digiuno, quando i demoni saranno liberati dalle loro catene, voi sarete stati riformati, e non ascolterete più le menzogne di Satana, e raffinerete voi stessi.

Lo ripeto, decidete durante questi trenta giorni del benedetto mese di Ramadan di controllare la vostra lingua, i vostri occhi, le vostre orecchie e tutti gli organi e parti, e prestate costantemente attenzione al giudizio della shari’ah circa le opere che intendete compiere, le parole che intendete pronunciare e l’argomento che intendete ascoltare. Questo è il modo esteriore ed elementare di compiere il digiuno. Praticate almeno l’aspetto esteriore del digiuno!

Se osservate che qualcuno è sul punto di compiere maldicenza, impediteglielo e ditegli che avete preso l’impegno, durante questi trenta giorni del Ramadan, di tenervi lontano dagli affari proibiti. E se non siete capaci di impedirgli di fare maldicenza, abbandonate quella riunione. Non rimanete lì seduti ad ascoltare. I musulmani devono essere al riparo da voi.

Colui dalle cui mani, lingua e occhi gli altri musulmani non sono al riparo, non è un vero musulmano (5), sebbene egli possa essere esteriormente e formalmente un musulmano che ha dichiarato formalmente: «La ilaha illallah» (non vi è altro divinità all’infuori di Dio). Se, Dio non voglia, voi volete offendere qualcuno, calunniarlo o parlar male di lui, dovreste sapere che siete in presenza del Signore; voi sarete ospiti di Dio l’Altissimo, e in Sua presenza.

Vi comportereste sgarbatamente di fronte a uno dei Suoi servi, e calunniare uno dei servi di Dio è come calunniare Dio. Essi sono i servi di Dio, specialmente se essi sono dei sapienti sulla via della conoscenza e del timor di Dio [taqwa]. A volte vedete che, a causa di simili cose, l’essere umano raggiunge un tale stato in cui giunge a negare Dio in punto di morte! Egli nega i segni divini:

E fu triste il destino di quelli che fecero il male, smentirono i segni di Allah e li schernirono” [Sacro Corano, XXX, 10].

Queste cose accadono gradualmente. Oggi, una visione errata; domani, una parola di maldicenza, e il giorno dopo una calunnia contro un musulmano. A poco a poco questi peccati si accumulano nel cuore, oscurandolo, e impediscono all’uomo di ottenere la conoscenza [ma’rifat] di Dio, finché si raggiunge il punto in cui egli nega ogni cosa e rifiuta la verità.

Secondo alcuni versetti del Corano, così come interpretati in alcune narrazioni, le azioni degli uomini saranno presentate al Profeta (S) e ai puri Imam (as), e saranno da loro riesaminate. (6)

Quando il Profeta rivede le vostre azioni e osserva quanti errori e peccati vi sono, quanto triste e afflitto diverrà? Voi non volete che il Messaggero di Dio diventi triste e afflitto; non volete spezzargli il cuore e rattristarlo.

Quando egli testimonia che il libro delle vostre azioni è pieno di maldicenze, calunnie e diffamazioni di altri musulmani, e che tutta la vostra attenzione era riposta a questi affari mondani e materiali, e che il vostro cuore era ricolmo di malizia, odio, rancore e sospetto reciproco, è possibile che in presenza di Dio, il Supremo e il Santo, e degli angeli di Dio, egli sarà imbarazzato del fatto che la sua comunità e i suoi seguaci erano ingrati per le loro benedizioni divine, e così sfrenati e disattenti essi tradiscono la fiducia di Dio, il Santo e il Supremo.

Se qualcuno a noi legato sbaglia, diventiamo imbarazzati. Voi siete legati al Messaggero di Dio, possano la pace e le benedizioni di Dio discendere su di lui e sulla sua progenie; entrando in seminario, vi siete legati alla Legge dell’Islam, al Messaggero più Nobile e al Nobile Corano. Se compiete delle azioni indegne, ciò rattristerà il Profeta ed egli non potrà sopportarlo, e Dio non voglia, voi potreste essere dannati. Non lasciate che il Messaggero di Dio, la pace discenda su di lui e sulla sua progenie, e i puri Imam diventino turbati e tristi.

Il cuore dell’uomo è come uno specchio, chiaro e lucente, e a causa della troppa attenzione risposta a questo mondo e dei troppi peccati, esso diviene oscuro. A ogni modo, se una persona compie almeno il digiuno per Dio l’Altissimo, sinceramente e senza ambiguità (non sto dicendo che gli altri atti di adorazione non dovranno essere puri; è necessario che tutti gli atti di adorazione siano compiuti sinceramente e senza ambiguità), allora questa adorazione, che è un voltar le spalle alla lussuria, un mettere da parte il piacere e un distaccarsi da tutto eccetto Dio, se compiuta bene in questo singolo mese, forse attirerà la grazia di Dio e lo specchio del suo cuore sarà ripulito della sua oscurità e opacità.

E c’è speranza che egli possa cambiare i suoi atteggiamenti e venga dissuaso da questo deserto e dai piaceri mondani. Quando giunge la Notte del Destino [Laylat al-Qadr] (7), otterrà l’illuminazione che viene ottenuta in quella notte dagli Amici di Dio e dai credenti.

La ricompensa di un tale digiuno è Dio stesso, così come è stato riportato: «Il digiuno è per Me e Io sono la sua ricompensa». (8) Nient’altro può essere la ricompensa di un tale digiuno.

Un giardino di benedizioni non sarebbe da considerarsi una degna ricompensa per una tale digiuno. Se per un uomo digiunare significa chiudere la sua bocca al cibo ma aprirla alla maldicenza, e in affettuosi e amichevoli incontri in compagnia nelle notti in cui ve ne è la possibilità e il tempo, si immerge nello spettegolare fino al sahar [periodo tra la prima luce del mattino e l’alba], tale digiuno non gli sarà di alcun beneficio e non avrà alcun effetto. Anzi, colui che digiuna in questo modo non ha osservato il cerimoniale del Banchetto di Dio.

Egli ha violato i diritti del suo Benefattore, il Benefattore che gli ha fornito tutti i mezzi e i vantaggi della vita prima di crearlo, e gli ha donato altresì i mezzi del suo sviluppo. Egli ha inviato i profeti a guidarlo, ha rivelato i libri celesti e all’uomo è stato dato il potere di raggiungere la Fonte di Magnificenza e la luce della felicità, è stato eletto con l’intelletto e il discernimento, è stato il recipiente della Sua generosità.

Ora, Egli ha invitato i Suoi servi a entrare nella Sua casa e a sedersi al tavolo delle Sue benedizioni, ove essi Lo ringrazieranno e Lo loderanno fin dove possano arrivare le loro lingue e le loro mani. È giusto che i servi che traggono beneficio dal tavolo delle Sue benedizioni e che usano i mezzi e i vantaggi che Egli ha generosamente donato loro, si oppongano al loro Signore e Ospitante e si ribellino contro di Lui?

È giusto che usino queste cose in contrasto con Lui, contro le Sue volontà? Non sarebbe questo un mordere la mano che lo nutre, e il massimo dell’ingratitudine per l’uomo sedere al tavolo del suo Signore e, con azioni e modi rudi e sfacciati, insultare il suo onorato Ospitante, che è il suo benefattore, compiendo insolentemente atti indegni e malvagi di fronte all’Ospitante?

Gli ospiti devono almeno sapere chi è il loro Ospitante, e divenire consapevoli della Sua dignità. Essi dovrebbero conoscere le maniere e costumi degli incontri. Dovrebbero cercare di non ribellarsi compiendo atti contrari alla virtù e al decoro. Gli ospiti dell’Essere Supremo devono arrivare a conoscere la stazione divina della presenza del Signore della Maestà – una stazione di cui gli Imam, la pace discenda su di loro, e i grandi profeti divini hanno costantemente perseguito una maggiore conoscenza e una più perfetta consapevolezza, e volevano ottenere una tale fonte di luce e magnificenza.

“…illumina la visione dei nostri cuori con la luce che sorge nel guardarTi, affinché possiamo attraversare i veli di luce e raggiungere la Fonte della Magnificenza…”

Il banchetto di Dio è quella vera «Fonte di Magnificenza». Dio, il Benedetto e l’Esaltato, ha invitato i Suoi servi a penetrare la fonte di luce e magnificenza. A ogni modo, se il servo non è degno, non sarà capace di entrare in una così splendida e suntuosa posizione. Dio l’Altissimo ha invitato i Suoi servi a tutti i generi di favori e bontà e a numerosi piaceri spirituali, ma se essi non sono preparati per presenziare a tali sublime posizioni, non saranno in grado di farvi ingresso.

Come può uno giungere in presenza dell’Altissimo ed entrare nella casa del Signore dei signori, che è la Fonte di Magnificenza, con contaminazioni dello spirito, vizi e peccati dell’anima e del corpo? Ciò richiede merito. È necessaria della preparazione. In disgrazia, e con cuori contaminati coperti da veli di tenebra, una persona non sarà in grado di comprendere queste verità e significati spirituali. Uno deve temere questi veli e mettere da parte queste cortine di luce e tenebra che ricoprono il cuore e costituiscono delle barriere all’unione con Dio, cosicché uno sarà in grado di accedere alla splendida e brillante compagnia divina.

 

NOTE

1) Cfr. “Iqbal al-A‘mal”, Azioni per il mese di Sha‘ban, p. 685; “Misbah al-Mutahajjid wa Salah al-Muta‘bah”, p. 374; “Bihar al-Anwar”, vol. 91, p. 97-99, “Il libro degli Dhikr e Du‘a”, cap. 32, hadith 12.

2) Cfr. “Bihar al-Anwar”, vol. 19, parte 2, vecchia edizione, “Bab al-ad’iyyah wal-munajat”, pp. 89-90.

3) Cfr. “Wasa’il ash-Shi‘ah”, vol. 7, p. 227, ‘Il Libro del digiuno”, “Capitolo sul mese di Ramadan”, cap. 18, hadith 20.

4) È tramandato da Jabir che Abu Jafar, l’Imam al-Baqir, la pace discenda su di lui, disse: «Il Profeta di Dio voltò il suo viso vero la gente e disse: O uomini! Quando appare la luna crescente del mese di Ramadan, i demoni ribelli vengono incatenati, le porte del Paradiso, le porte del Cielo e le porte della Misericordia vengono aperte, le porte del Fuoco vengono chiuse, e le preghiere vengono esaudite» (“Wasa’il ash-Shi’ah”, Vol. VII, p. 224, “Il Libro del Digiuno”, La sezione sulle norme del digiuno e del mese di Ramadan, sezione 18, hadith 14).

5) Abu Jafar [l’Imam al-Baqir], la pace discenda su di lui, disse che il Messaggero di Dio, possano la pace e le benedizioni divine discendere su di lui e sulla sua progenie, disse: «Ti dirò del credente? Il credente è colui al quale i credenti affidano la propria vita e i propri beni. Ti dirò del musulmano? Il musulmano è quello dalla cui lingua e dalle cui mani i musulmani sono al sicuro» (“Usul al-Kafi”, vol. III, p. 331, “Il Libro della fede e della miscredenza”, Capitolo del credente, i suoi segni e attributi, hadith 19.

6) Cfr. «Dì: “Agite, Allah osserverà le vostre opere e [le osserveranno] anche il Suo Messaggero e i credenti. Presto sarete ricondotti verso Colui che conosce il visibile e l’invisibile ed Egli vi informerà di quello che avete fatto» [Sacro Corano, IX, 105]. Anche Abu Basir riportato che l’Imam as-Sadiq (a) disse: «Le azioni saranno riviste dal Messaggero di Dio, la pace discenda su di lui e sulla sua progenie. Le azioni dei servi, ogni mattina, tanto quelle buone quanto quelle cattive, quindi fate attenzione. Questo è quello che Dio l’Altissimo ha detto: “Agite, Allah osserverà le vostre opere e [le osserveranno] anche il Suo Messaggero…» (“Usul al-Kafi”, Vol. I, p. 318, “Il Libro della Hujjah”, Capitolo sulla presentazione delle azioni al Messaggero di Dio e agli Imam, pace su di loro, hadith 1, 2-6; “Tafsir Burhan”, Vol. II, p. 157).

7) La Notte del Destino (o della Potenza) è una notte delle ultime dieci notti dispare del mese di Ramadan in cui il Corano venne rivelato al Profeta e che, secondo lo stesso Corano, è “una notte migliore di mille mesi” (Cfr. Corano, surah al-Qadr, XCVII).

8) “Furu al-Kafi”, vol. 4, p. 63, “Il libro del digiuno”, “Capitolo della Grazia del digiuno e di colui che digiuna”, hadith 6.

Tratto da: Imam Khomeyni “La più grande lotta”

Traduzione a cura di Islamshia.org © È autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Novità , Via Spirituale

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