Consigli spirituali dell’Imam al-Jawad a un suo compagno
Hassan Ardeshir Lajimi
Sintesi
Non era insolito per le persone avvicinare il Profeta Muhammad e gli infallibili Imam per chiedere consigli durante i problemi che affrontavano nella loro vita e nel loro percorso verso Dio. Ricevere buoni consigli ci aiuta ad apprendere molte cose della vita e ci insegna ad approcciare in maniera saggia qualunque difficoltà si presenti sulla strada e ad evitare errori. Sprona inoltre le persone a mettere queste idee in pratica.
Quest’articolo è una breve spiegazione di una delle narrazioni raccontate dal nono Imam, l’Imam Al-Jawad, in cui un uomo gli chiede consiglio, e l’Imam gli suggerisce cinque cose: di avere pazienza, accettare la povertà, abbandonare desideri, opporsi ai capricci ed avere timore di Dio.
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Coloro che approcciavano il Messaggero di Allah e gli Imam chiedevano consigli su come percorrere la via spirituale e l’ascesi mistica e potevano gioire di una speciale misericordia Divina, attraverso le virtù contenute nelle luminose parole degli Infallibili.
I consigli svolgono un ruolo importante nella nostra vita. L’Imam Al-Jawad (as) ha detto: “Il credente ha bisogno del supporto di Dio, prudenza, e del consiglio altrui.” (1)
L’Imam Al-Baqir (as) inoltre ha detto: “A colui al quale Dio non ha dato un ammonitore dentro di sé, non riceverà profitto dai consigli delle persone.” (2) In altre parole, i credenti possono beneficiare ed accettare consigli solo quando ammoniscono prima se stessi.
Nell’opera Isharat (sermone sulle stazioni mistiche), Avicenna dice che il consiglio dato eloquentemente da un ammonitore virtuoso può svolgere un ruolo importante nel rendere l’anima carnale obbediente all’anima acquietata. (3)
IL CONSIGLIO DELL’IMAM AL-JAWAD
Un uomo disse al nono Imam: “Dammi un consiglio.” L’Imam Al-Jawad gli chiese: “Lo accetterai?” L’altro rispose: “Certamente!.” L’Imam disse: “Sii paziente, accetta la povertà, abbandona i desideri carnali e opponiti ai capricci. Sappi che Allah ti vede, quindi stai attento a come ti comporti.” (4)
In questa perla di saggezza, l’Imam Al-Jawad menziona cinque principi etici:
1- Pazienza
Ogni passo del cammino spirituale del credente verso la perfezione prende forma attraverso la pazienza, in maniera tale che più si allontana da essa più imperfette saranno le sue azioni. Quindi, l’Imam disse “Fai della pazienza il tuo cuscino (sii paziente).” Questa metafora si riferisce al fatto che quando una persona vuole riposarsi appoggia la testa sul cuscino. Allo stesso modo il credente ha bisogno di contare sulla pazienza per poter trovare pace mentale.
Quando al Profeta venne chiesto: “Cos’è la fede?” Egli rispose: “La pazienza.” (5)
Inoltre, secondo l’Imam Ali, la via della prossimità a Dio è la pazienza. Egli disse: “Chiunque pratichi la pazienza (al fine di avvicinarsi a Dio) la otterrà.” (6)Pertanto la pazienza in tutte le sue forme (ad esempio, evitando i peccati e nelle sofferenze) è il modo migliore per far prosperare la fede.
2- Povertà
Tra i problemi che diminuiscono la fiducia in sé stessi o interrompono il percorso spirituale di un credente, vi sono la povertà ed i problemi finanziari. L’Imam disse, “O credente! Accetta la povertà.”
In altre parole, se una persona accoglie la povertà, aumenterà la fiducia in sé stessa, e la povertà non impedirà il raggiungimento della perfezione da parte del viandante mistico.
Secondo la saggezza Divina e gli insegnamenti islamici che ci sono stati trasmess dall’Ahlul Bayt, questa sentenza può essere interpretata diversamente. Ossia, il viandante mistico è “per natura” povero paragonato a Dio, il Quale è “per natura” Ricco di tutto. Di conseguenza, egli si considera bisognoso, quindi si purifica dall’ostinazione e dall’arroganza. L’invocazione dell’Imam Ali nella moschea di Kufa indica anche questo: “O mio Dio! Tu basti a Te stesso, ed io sono povero; e chi ha misericordia dei poveri se non Colui che basta a Sé stesso?” (7)
3- Astenersi dai desideri carnali
Il punto cardine nella perfezione spirituale è quello di eseguire azioni prive di desideri carnali. I desideri carnali implicano egoismo ed egotismo ed impediscono all’uomo di acquisire i veri insegnamenti divini, mentre la sicurezza del credente risiede nel percorrere il sentiero divino. Pertanto, l’Imam Al-Jawad consigliò di “Abbandonare i desideri carnali.” In altre parole, le basi delle azioni di un credente sono gli ordini di Dio e non i suoi desideri carnali.
4- Opporsi ai desideri dell’anima concupiscente
Il passo più difficile nell’acquisizione delle virtù etiche e spirituali è lo sforzo di opporsi ai capricci. Il Profeta lo rese chiaro quando definì la battaglia contro i desideri: “Il più grande Jihad.” Tale questione è così importante che egli disse inoltre: “I tuoi più grandi nemici sono i desideri dell’ego” (9)
In un altro hadith il Profeta si riferisce alla battaglia contro il proprio ego come alla più virtuosa delle battaglie dicendo: “Il miglior Jihad è quello di combattere contro il proprio ego ed i propri capricci per amore di Dio, l’Onnipotente.” (10)
A questo proposito l’Imam Ali disse: “La prima cosa che non desideri nel Jihad è quella di combattere il tuo ego.” (11)
Perciò, l’opposizione a desideri dell’ego e il loro abbandono, apre la strada per l’ottenimento della prossimità divina.
5- Essere alla presenza di Dio
La cosa più importante per il viaggiatore spirituale è il fatto di non dimenticarsi mai che si trova sempre alla presenza di Dio, il Quale vede le sue azioni. L’Imam Al-Jawad disse: “Sappi che Allah ti vede, quindi stai attento alle tue azioni.”
A questo riguardo l’Imam Khomeini disse: “Il mondo si trova alla presenza di Dio, quindi non commettere peccati in Sua presenza.” Un fattore nel commettere peccati è infatti quello di trascurare il fatto di trovarsi alla costante presenza di Dio.
Il viaggiatore spirituale dovrebbe trovare sostegno nella contemplazione, una pratica considerata un mezzo di salvezza ed un requisito del viaggio spirituale; egli si sente costantemente davanti alla presenza di Dio, in qualunque luogo ed in qualunque circostanza, evitando così la negligenza, fattore che prepara le basi per commettere peccati.
L’Imam Al-Sadiq disse a Ishaq ibn ‘Ammar:
“O Ishaq! Temi Dio come se lo stessi vedendo anche se Lui non riuscisse a vederti. Certamente se credi che Lui non ti possa vedere, allora sicuramente Lo hai rinnegato. E se sai che Ti vede, e continui ancora a fare sfoggio dei tuo peccati, allora Lo ritieni sicuramente un osservatore senza alcun valore.” (12)
O Signore! Fammi conoscere la Tua luce e conferiscimi la Tua luce creando bellezza.
O Signore! Quando Sei presente, chi altri dovrei cercare? E adesso che Sei l’osservatore, cosa dovrei dire? (13)
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NOTE
1 Tuhaf-ul-‘Oqul, Ibn Shu‘bah Harrani, revisionato da Ali Akbar Ghaffari, tradotto dall’Ayatullah Kamare’i, Associazione degli insegnanti di Qum, Qum, seconda edizione, 4041 A.H., p. 754.المؤمن يحتاج إل توفيق من اله و واعظ من نفسه و قبول ممن ينصحه2.
2 Tuhaf-ul-‘Oqul, Ibn Shu‘bah Harrani, p.302.و قال عليه السلام من لم يجعل اله له من نفسه واعظا فإنَ مواعظ النّاس لن تغن عنه شيأ3.
3 Sharh-ul-Isharat wa a-Tanbihat, Khajeh Nasir-u-Din al-Tusi, annotato da Hassanzadeh Amuli, Edizioni Bustane Ketab, Qom, prima edizione, 1383 solar, the 2nd ed., p. 1054.
4 Bihar-ul-Anwar, Allāmah Majlisi, Dar-ul-Ihya-a-Turath, Beirut, 1403, A.H., vol.75, p. 358.قال للجواد عليه السلام رجل: أوصن قال عليه السلام , و تقبل ؟ قال : نعم قال عليه السلام : توسد الصبر و اعتنق الفقر و ارفض الشّهوات و خالفالهوى و اعلم أنك لن تخلو من عين اله فانظر كيف تون5.
5 Mizan-ul-Hikmah, Muhammad Muhammadi Rey-Shahri, tradotto da Hamid-Rida Shaikhi, 9731, the 2nd ed., 690,p.2958.
6 Bihar-ul-Anwar, vo. 71, p. 90. من صبر عل اله و صل اليه7.
7 Mafatih-ul-Jinan, gli atti da compiere nella Grande Moschea di Kufa, invocazione dell’Imam ‘Ali, pubblicata dalla casa editrice Nobugh, p. 707.مولاى يا مولاى ! انت الغن و انا الفقير و هل يرحم الفقير ا الغن
8 Jami’ al-Saghir, Jalal-u-Din Suyuti, revisionato da Ahmad Sa’d Ali, Cairo, 1373 A.H., the 4th ed., vol. 2, p. 85.
9 Bihar-ul-Anwar, v. 68, p. 64. أعدى عدوك نفسك الّت بين جنبيك10.
10 Mizan-ul-Hikmah, Muhammad Muhammadi Rey-Shahri, vol. 2, p.854.افضل الجهاد أن تجاهد نفسك و هواك ف ذات اله تعال
11 ibid., vol. 2, pp. 850-851. اول ما تنرون من الجهاد , جهاد أنفسم آخر ما تفقدون مجاهدة أهوئم و طاعة اول الأمر من
12 Usul Kafi, Kulayni, edito da Hassanzadeh Amuli, Maktaba-tul-Islamiyyah, Tehran, 1388 A.H., vol. 2, p. 55.يا إسحاق خف اله كأنك تراه و إن كنت لا تراه فانّه يراك فان كنت ترى أنّه لا يراك فقد كفرت و إن كنت تعلم أنّه يراك ثم برزت له بالمعصية فقد جعلتهمن أهون النّاظر ين عليك13.
13 Elahi-Nameh, Hassanzadeh Amuli, the 1st ed., Bustane Ketab, pp.3, 4.
Tratto da Message of Thaqalayn, vol. 17, n. 4, inverno 2017 – traduzione a cura della sorella Edit Meniku
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