Ayatullah Sistani: “Ho chiesto ai nostri combattenti di difendere con la loro vita i sunniti”
L’Ayatullah Mohsen Araki, Segretario Generale dell’“Assemblea Mondiale per l’avvicinamento tra le scuole islamiche” (Majma at-Taghrib al-alami bayn al-madhahib al-islamiah), ha incontrato nei giorni nella città santa irachena di Najaf, una delle principali autorità religiose del mondo islamico sciita, il Grande Ayatullah Seyyed Sistani.
Di seguito traduciamo parte delle parole che il Grande Ayatullah Sistani ha proferito nel corso di questa riunione:
“Durante un incontro con molti combattenti di Hashd al-Shaabi [movimento di resistenza islamica iracheno, ndt], uno di loro ha detto: “Noi, viviamo insieme e fraternamente con i nostri fratelli sunniti”. Io gli ho risposto: “Non dite ‘nostri fratelli’ (ikhwanana), ma dite ‘noi stessi’ (anfusana). Loro sono ‘noi stessi’ e non c’è differenza tra di noi.” Poi ho proseguito dicendo “voi [combattenti di Hashd al-Shaabi] dovete fare da scudo alla popolazione e alle famiglie sunnite che oggi sono sotto assedio dell’Isis e sono state private della loro sicurezza. Dovete difenderle con la vostra vita e i vostri beni. Nonostante i nemici dell’Islam abbiano tentato ripetutamente di conflitti tra sunniti e sciiti, ed alcuni insistevano perfino nell’ottenere qualche hukm (ordine giuridico-religioso emanato dalle autorità religiose, ndt) al riguardo da parte mia, ho rifiutato categoricamente, perché non lo ritengo affatto un bene per l’Iraq.
Quando l’ISIS ha attaccato le zone sunnite di al-Anbar e Mosul gli abitanti di queste regioni si sono rifugiati nelle nostre. Ho quindi ordinato e chiesto agli sciiti, nelle zone dove sono maggioranza, di aprire le porte delle loro case ed accoglierli con affetto, e così è stato. Noi stessi li abbiamo aiutati profondamente. Alle donne vedove, ai loro figli e a molte persone che non avevano la capacità di lavorare abbiamo prestato grande aiuto e sostegno e oggi, grazie a Dio, ne vediamo il risultato. Oggi siamo testimoni della fratellanza completa tra sciiti e sunniti. In una città a maggioranza sunnita come Mosul, ad esempio, nelle ultime elezioni è stato eletto un parlamentare sciita. Il fatto che i sunniti votino per uno sciita dimostra che grazie a Dio oggi vi è un ottimo clima di fratellanza e di amicizia tra tutto il popolo iracheno.
Dal primo giorno dalla caduta di Saddam gli americani insistevano di dividere l’Iraq in diverse parti e sin da quel momento mi sono opposto fortemente a tale progetto ed ho affermato che l’Iraq non deve essere diviso. Essi dicevano “con la divisione dell’Iraq voi sciiti avrete maggiori benefici perché la parte prevalente della zona petrolifera sarà sotto il vostro controllo” e con questo argomento volevano convincere gli sciiti a separarsi dalla zona araba-sunnita, però mi sono opposto e ho detto che l’Iraq non deve essere assolutamente diviso e il suo bene risiede nel rimanere unito e nel fatto che tutte le genti dell’Iraq – curdi, arabi sunniti e arabi sciiti – tengano legami fraterni e preservino l’unità. Ovviamente anche l’Iran ha aiutato; gli aiuti dell’Iran sono stati molto efficaci nel creare la calma e la sicurezza in Iraq.
Oggi noi siamo testimoni del fatto che nella marcia di Arbain partecipano persone di tutte le etnie, credenze e gruppi, e questo dimostra l’unità della Ummah Islamica, anzi l’unità delle religioni.
Oggi, in questa marcia, non vediamo accanto agli altri solo sciiti e sunniti, ma siamo testimoni della presenza anche di persone di altre religioni. Oggi Karbala e Arbain dell’Imam Husayn sono il simbolo e l’asse dell’unità nel mondo islamico.
Noi traiamo molti benefici dalle opinioni delle guide iraniane. Io leggo tanto. C’è da dire che nell’epoca di Saddam non avevamo molte possibilità, perché il canale per l’ingresso dei libri e delle opere per studiare era bloccato. Ma dopo la caduta di Saddam leggo molto anche sull’Iran e vedo che grazie a Dio nella Repubblica Islamica sono state scritte e pubblicate tante opere buone ed utili che leggo e da cui traggo beneficio.
Prego per il popolo e per i responsabili dell’Iran e spero che a Dio piacendo presto venga risolto il problema delle sanzioni economiche e che questa ombra pesante [delle sanzioni] venga rimossa e il popolo e le guide dell’Iran raggiungano la vittoria e possano risolvere tutti i problemi.”