Ali Shariati sulla Wilayat al-Faqih

Ali Shariati sulla Wilayat al-Faqih

In Occidente Ali Shariati è certamente uno dei più noti studiosi iraniani contemporanei. Sebbene alcune sue tesi siano indubbiamente problematiche e riflettano l’influenza di ideologie moderniste estranee all’Islam – fatto denunciato anche da eminenti autorità religiose – diverse sue opere hanno comunque svolto un ruolo importante nella formazione religiosa di molti musulmani, iraniani e non.

Pensatore e sociologo che una certa vulgata vorrebbe schiacciato su una posizione prettamente materialista e laicista, riteniamo perciò utile riportare la traduzione di questo estratto da un discorso che Shariati tenne nella Hosseynieh Ershad di Teheran il 30 ottobre 1971, otto anni prima della vittoria della Rivoluzione Islamica e della nascita della Repubblica teocratica iraniana, la cui trascrizione è stata pubblicata come opuscolo con il titolo “Entezar Mazhab-e Etteraz”.

“Vi sono due periodi di occultazione. Il primo era quello della ghaybat al-sughra (l’occultazione minore). In questo periodo quattro speciali rappresentanti che l’Imam Mahdi stesso aveva designato, quattro persone scelte dall’Imam – erano gli intermediari tra lui e i suoi seguaci, gli sciiti. Dopo queste quattro persone si conclude il periodo dell’occultazione minore e inizia la ghaybat al-kubra (la grande occultazione), che è l’epoca attuale. Con l’inizio del periodo dell’occultazione maggiore, queste quattro persone – che l’Imam stesso aveva designato e dichiarato come suoi rappresentanti – non sono più presenti. Come poteva allora la gente entrare in contatto con il loro Imam: la loro guida, che è [in realtà] viva e presente, ma invisibile agli occhi? Attraverso dei rappresentanti eletti e generali al posto di rappresentanti specificatamente designati. Chi sceglie questi rappresentanti? Al contrario dei quattro rappresentanti che erano stati designati specificatamente come suoi rappresentanti, l’Imam non ha nominato [alcun rappresentante durante la grande occultazione]. I seguaci dell’Imam stesso devono sceglierli. Come devono sceglierli? Valutando le qualifiche e le condizioni che proprio Imam ha determinato: ‘In ogni epoca bisogna scegliere il più timorato e il più sapiente tra di voi, esperto più di tutti della nostra religione, e che più di ogni altro sia risoluto nella purificazione spirituale e nella rettitudine delle azioni. Dovete scegliere lui come mio rappresentante, da lui dovete ascoltare il nostro messaggio; dovete seguirlo e accettare la sua guida in quanto rappresentante e luogotenente della mia.’ Vediamo quindi che durante la sua grande occultazione si è formato un sistema elettorale speciale. Il sistema elettorale [che sceglie] la Guida è democratico, ma non si tratta di una democrazia libera. Queste persone elette sono scelte per mezzo della gente ma è verso l’Imam che hanno una responsabilità, al contrario delle democrazie [occidentali], dove il responsabile viene eletto dalla popolazione ed è responsabile [solo] nei confronti di coloro che lo hanno eletto e gli hanno permesso di raggiungere quell’incarico. [Nell’Islam] la gente stessa, attraverso il proprio voto e discernimento, basato sui limiti e sulle condizioni [stabilite dall’Imam Mahdi], sceglie il proprio segretario generale, accetta la sua guida e lo considera come rappresentante dell’Imam, egli diventando così responsabile verso l’Imam e la sua dottrina. E’ responsabile nel senso che, contrariamente al rappresentante eletto nel sistema democratico [occidentale], non è obbligato ad applicare le idee della gente che lo hanno votato, né a soddisfare le loro esigenze e richieste. La sua responsabilità è piuttosto di guidare la popolazione in base alla volontà dell’Imam, in base alla legge e alla dottrina che l’Imam [ha stabilito]. Il compito della Guida è di guidare i seguaci di questa dottrina, educarli e trasformarli in base a questa dottrina. Anche questa elezione è comunque limitata, perché non tutte le persone possono essere elette o votare per poter rendere chiunque ottiene più voti come rappresentante dell’Imam, conferendogli in tal modo una posizione identifica alla sua, designandolo come suo vicereggente. Giacché questa persona, oltre ad essere stata incaricata della guida sociale, deve possedere anche [il più alto livello del]la conoscenza, le masse – che non sono in grado di discernere la conoscenza – non sono qualificate a sceglierlo da sole. Questo può essere giustificato sia razionalmente che attraverso le parole dell’Imam stesso. Coloro che possono discernere la conoscenza e conoscono chi è la persona più sapiente, più esperta e con maggiore familiarità in materia religiosa, ovvero coloro che sono in grado di riconoscere il più sapiente, sono costoro ad eleggere [la Guida]; e la gente, che è in contatto e segue i sapienti e gli ulamà della propria religione, accetta il loro voto per la scelta del rappresentante dell’Imam. E questo è un metodo perfettamente naturale per condurre un’elezione. Noi lo facciamo già scegliendo gli esperti negli altri campi. Per esempio se ho un problema al cuore ma non ho conoscenza della medicina, non sono io ad andare a scegliere il miglior esperto cardiologo. Normalmente faccio riferimento agli studenti di medicina, ai farmacisti e a coloro che sono addentro a questo campo, chiedendo loro chi è il più esperto [cardiologo]. E poiché credo in loro e nel loro giudizio, accetto il loro voto come il mio. E’ un naturale tipo di elezione in due fasi. L’Imam Mahdi, nell’era dell’occultazione, ha affidato la responsabilità di guidare le genti – i suoi seguaci – ai grandi ulamà, a coloro che sono esperti della religione e del suo sentiero, durante questa epoca fino alla sua parusia.”  

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Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Attualità, politica e società , Novità

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