Differenti approcci metodologici alla spiritualità
Hujjatulislam Mohammad ‘Ali Shomali
In questo articolo vedremo e discuteremo brevemente le differenti metodologie dei sapienti musulmani nello studiare la spiritualità in generale e l’etica (akhlaq) in particolare. In generale possiamo classificare le attitudini dei sapienti in tre principali approcci:
1) L’approccio filosofico
2) L’approccio gnostico
3) L’approccio scritturale o basato sui testi
L’approccio filosofico
Molti sapienti musulmani hanno ritenuto in larga misura lo sguardo di alcuni filosofi greci, soprattutto Aristotele, come una via attraverso la quale parlare dell’anima umana. Secondo questo punto di vista, l’anima umana possiede tre differenti facoltà (quwwah) responsabili per l’azione; esse sono:
1. La facoltà razionale (al-quwwah al-‘aqliyyah), la facoltà responsabile della conoscenza. Essa ci aiuta a comprendere le questioni e ci rende in grado di condurre discussioni. Se questa facoltà funziona in modo appropriato, è possibile ottenere la vera saggezza (hikmah). Questo non significa che uno deve sforzare in eccesso la facoltà razionale, perché questa è una delle cause dello scetticismo; significa piuttosto che dobbiamo essere attenti nel mantenere un equilibrio. Se una persona non è sufficientemente razionale, essa può accettare e credere a qualsiasi cosa ascolta. Questo tipo di persona può essere facilmente ingannata. Ibn Sina (Avicenna), in una profonda dichiarazione, dice: “Chiunque è solito accettare un argomento senza motivazione non è più un essere umano.” Questo perché una parte fondamentale dell’umanità è costituita dalla razionalità e l’essere umano è spesso definito dai filosofi come “animale razionale”. Quindi vi è bisogno di di trovare un equilibrio, e non essere troppo razionali e critici né troppo recettivi.
2. La facoltà della rabbia (al-quwwah al-ghadabiyyah), la facoltà che controlla il nostro temperamento. Senza questa facoltà, non saremmo motivati a proteggere noi stessi dal pericolo. Comunque, se qualcuno conduce questa facoltà all’estremo, diventerà aggressivo e sempre pronto ad attaccare gli altri. Dall’altro lato, se una persona è priva della facoltà della rabbia, sarà un codardo. I filosofi di questa scuola di pensiero ci incoraggiano ad ottenere un giusto equilibrio tra questi due estremi, in modo da poter ottenere la virtù del coraggio. Una saggia persona, quindi, è quella che conosce quando diventare arrabbiata e fino a che punto.
3. La facoltà passionale (al-quwwah al-shahwiyyah), la facoltà che consiste principalmente nell’appetito sessuale, ma include anche quello per il cibo ed altre cose. Se la forza del desiderio sessuale non fosse presente nell’essere umano, l’esistenza continua della specie umana sarebbe in pericolo. Anche questa facoltà deve essere portata a un equilibrio nel quale una persona è casta e modesta.
Quindi, se uno vuole trovare un equilibrio in tutte queste facoltà riceverà saggezza, coraggio e castità; questo è tutto ciò che è necessario per ottenere giustizia. Ciò significa che colui che è giusto o ‘adil è colui che ha ottenuto la perfezione in ogni aspetto della sua anima. Essere ‘adil non significa solamente astenersi dai peccati, ma attiene anche alla perfezione di ogni facoltà.
Questa scuola di spiritualità fornisce una risposta davvero razionale alla questione dell’edificazione di se stessi. Sebbene sia razionale, alcuni trovano che sia astratta e manchi di qualità intuitive ed emotive che possano impegnare realmente la gente e renderla motivata al cambiamento. Ci viene insegnato di trovare un equilibrio con le nostre facoltà, ma può esser difficoltoso conoscere dove si trovi questo equilibrio nelle differenti circostanze. Questo approccio è utile, ma non sufficiente; noi dobbiamo aggiungervi elementi pratici e intuitivi alla nostra visione dell’edificazione di se stessi.
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L’approccio gnostico
Gli gnostici considerano l’intero processo dell’edificazione di se stessi come un viaggio verso Dio o la perfezione, e come un aspetto di graduale sviluppo. La differenza tra l’approccio precedente e questo approccio è la seguente:
Secondo il primo approccio, la relazione tra l’anima e l’edificazione di se stessi può essere considerata nel seguente modo: immaginate una casa che volete adornare; ci sono un numero di cose che voi potete fare. Potete rimuovere la sporcizia, poi iniziare a decorare la casa e arredararla in una maniera saggia. Se uno si impegna a rimuovere la sporcizia e tutti gli elementi sgradevoli dalla casa, e la arreda con oggetti belli, la casa diventerà allora attraente. Alla stessa maniera possiamo considerare la casa che vogliamo imbellire come l’anima che vogliamo purificare e adornare con buone qualità. Dobbiamo rimuovere le qualità negative dai nostri cuori in modo che Iddio ponga luce in essi e ‘arredare’ i nostri cuori con un buon carattere. Per esempio, leggiamo in un hadith: “Gli angeli non entrano in una casa nella quale vi sono cani” (1). In una maniera simile noi dobbiamo considerare lo stato dei nostri cuori, e se essi sono aggressivi come un cane, irascibili o malati, non possiamo sperare che gli angeli vi facciano ingresso. Questo processo comprende quindi tre principali tappe:
– Takhliyah (purificazione)
– Tahliyah (adornamento)
– Tajliyah (splendore, frutto delle prime due tappe)
Sebbene questo approccio sia in una certa misura ispirante, e può fornirci una base attraverso la quale edificarci, non è dinamico, poiché non spiega pienamente dove uno deve iniziare e terminare precisamente il viaggio spirituale. Non ci dice cosa dobbiamo purificare per prima o con cosa adornare noi stessi. Questo approccio, inoltre, è utile, ma non sufficiente in sé stesso come piano completo di formazione di se stessi.
Secondo il secondo approccio, la relazione dell’anima con l’edificazione di se stessi può essere considerata nella seguente maniera. Una persona è simile ad un fiore, e un fiore non può crescere senza cura. Un fiore può crescere come ogni altro sorto nel passato; non è una cosa unica. E’ simile ad un bambino che gradualmente diventa adulto. Uno non può essere adolescente senza prima essere un bambino. Nello stesso modo, non possiamo dare il cibo di un bambino ad un adolescente o viceversa.
Quindi, il secondo approccio, vale a dire quello gnostico, guarda allo sviluppo spirituale in una maniera dinamica, come ad una procedura dettagliatamente pianificata. Vi è bisogno della guida di persone che hanno attraversato questo processo, che possono fornire consigli su cosa fare ad ogni tappa. Con questo approccio, ogni tappa deve essere intrapresa separatamente. Questo significa che le aspettative in ogni tappa devono essere differenti. Ciò che è buono per una persona ad un livello probabilmente non sarà necessariamente positivo per un’altra persona ad un livello più alto. Per esempio, se un piccolo bambino memorizza la Sura al-Fatihah (l’Aprente) e la recita, la gente lo elogerà e rimarrà impressionata, ma se un Imam della Preghiera recita la Surah nello stesso modo, la gente lo criticherà e non pregherà dietro di lui. Ogni cosa è quindi relativa a ciò che ci aspettiamo da noi stessi nelle differenti situazioni. Si tratta di un viaggio costante da una stazione a quella successiva.
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L’approccio scritturale o basato sui testi
Secondo questo punto di vista, il miglior approccio è fare riferimento al Corano ed alla Sunnah del Santo Profeta (S) e della sua famiglia (A). Coloro che difendono questo approccio sostengono quindi che non vi era bisogno di una struttura filosofica, e prestano piuttosto ascolto alle qualità desiderabili ed indesiderabili dell’essere umano descritte dal Corano. Per esempio, rispetto al vizio dell’avidità essi estrarranno dei versetti dal Corano che riveleranno che l’avarizia è una qualità indesiderabile e porteranno prove ed alcune soluzioni dagli ahadith.
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Quale deve essere la nostra attitudine?
Tutti questi sapienti hanno reso grandi contributi al pensiero etico islamico. Comunque, ognuno di questi approcci ha i propri punti forti e deboli e se vogliamo trarne beneficio, dobbiamo creare un approccio sintetico nel quale i vantaggi di ogni scuola di pensiero siano incorporati.
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Requisiti per un approccio adeguato
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Conclusione
Noi abbiamo bisogno di un sistema etico basato sul Corano e la Sunnah, che abbia al contempo basi razionali e filosofiche. Il sistema deve possedere anche priorità chiare, e se due cose sono in conflitto, il sistema deve mostra quale delle due è più importante. Dobbiamo infine esser capaci di individuare quanto ricerchiamo in ogni tappa, generalmente da coloro che hanno attraversato la tappa nella quale noi ci troviamo ora, poiché i loro consigli e indicazioni sono estremamente importanti. Tra i nostri sapienti contemporanei ci sono stati brillanti insegnanti di spiritualità che hanno combinato queste scuole di pensiero, e dai quali possiamo apprendere, come l’Imam Khomeyni, Allamah Tabatabai, l’Ayatullah Motahhari e l’Ayatullah Javadi Amoli.
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Note
1) Cfr. Bihar al-Anwar, vol. 56, pag. 177.
Tratto da “The Message of Thaqalayn” (Estate 2009, vol. 10, n. 2) – Traduzione a cura dell’Associazione Islamica Imam Mahdi (AJ)