A proposito del dialogo (Hujjatulislam Abdekhodai)

A proposito del dialogo

Hujjatulislam Abdekhodai*

 

Dì ai Miei servi che parlino tra loro nel migliore dei modi, poiché Satana semina fra essi la discordia. Satana è per l’uomo un nemico manifesto”“ (1) .

La parola e il dialogo sono fra i più nobili strumenti che l’uomo possiede per amministrare la propria esistenza e per soddisfare le proprie esigenze. L’uomo, non essendo in grado di soddisfare da solo le proprie necessità, ha bisogno dell’aiuto altrui e collaborazione(2). Proprio in virtù di tale principio l’uomo è considerato un essere sociale. La vita sociale, pur presentando numerosi benefici, comporta anche talune difficoltà. La necessità di instaurare relazioni, ad esempio, è fra i fondamenti imprescindibili della vita sociale, da cui conseguono inevitabilmente contrasti e tensioni.

In entrambi i casi – ovvero sia nell’instaurazione di rapporti, sia nella risoluzione dei contrasti – i migliori strumenti sono il dialogo e il confronto. Proprio attraverso la parola e il dialogo è possibile trasmettere le scienze e le conoscenze e risolvere le difficoltà e i problemi. E’ attraverso la parola e il dialogo che si creano l’amicizia e la reciproca comprensione e si eliminano le tensioni e le divergenze. Nel complesso, il dialogo determina lo sviluppo e l’elevazione della società umana.

Due lupi feroci, quando si scontrino i rispettivi interessi, mostrano l’un l’altro i denti e le unghie. Due uomini assennati, invece, chiariscono le rispettive vedute attraverso l’argomentazione logica.

Il Sacro Corano, dopo la grazia della creazione dell’uomo, menziona quella della parola (3).

Aristotele definisce l’uomo “animale parlante”. La parola e il dialogo sono quindi annoverabili fra le principali peculiarità che distinguono l’uomo dagli altri esseri viventi. In tal senso, attraverso la parola l’uomo rende partecipi i suoi simili delle proprie convinzioni e dei propri desideri. E attraverso la parole e il dialogo appiana le divergenze e risolve i problemi.

E qui comprendiamo l’origine del dialogo fra gli uomini e quindi del dialogo fra le civiltà, in particolare fra le civiltà religiose. Le civiltà religiose si distinguono e risplendono fra le altre, poiché sono le più nobili, le più antiche e le più vaste (4). Per il progresso e l’innalzamento dell’umanità è quindi necessario e importante che i credenti delle varie religioni, e in particolare delle religioni abramitiche, si riuniscano al fine di scambiare fra loro vedute e conoscenze.

Se i credenti non sapranno appianare le divergenze attraverso il dialogo, cospiratori politici e speculatori economici attueranno i propri nefasti fini nel quadro dei contrasti religiosi, come abbiamo visto e ancora vediamo in differenti aree del mondo.

Esistono diverse teorie riguardo alla questione dei rapporti fra le varie civiltà. Alcuni autori, come Fukoyama, considerano l’era presente come l’era dell’incontro fra le civiltà, altri, come Huntington, la considerano invece l’era dello scontro delle civiltà(5). Ma il più razionale, utile e attuabile metodo è quello della reciproca comprensione, della comunanza di pensiero, del dialogo, della convivenza e della cooperazione pacifiche fra la civiltà.

Per costruire una società sana e priva di tensioni, nella quale gli uomini possano vivere l’uno a fianco dell’altro nel migliore dei modi, sono necessari tre fattori: comunanza di pensiero, comunanza di linguaggio, cooperazione. Ci avvarremo del breve spazio che abbiamo a disposizione per illustrare uno per uno tali fattori.

Comunanza di pensiero

E’ necessario prestare attenzione ai principi comuni, che dovranno essere alla base della comunanza di pensiero, del dialogo e della cooperazione. Il Sacro Corano, nel suo messaggio, evidenzia l’importanza dei principi comuni, laddove recita:

“[…] addivenite a una dichiarazione comune tra noi e voi […]”(6)

Il primo fra i principi comuni alle religioni rivelate è la fede nell’unico Dio, origine e fonte di tutte le cose buone.

Fortunatamente dopo settant’anni di dispotismo, di vuoto religioso e morale e di recessione, gli stati comunisti sono crollati. Ma purtroppo il pericolo dell’ateismo e del secolarismo getta ancora la sua ombra come un incubo terrificante. Perciò i credenti di tutto il mondo devono prendersi per mano e salvare le nuove generazioni da tale baratro.

Per quanto riguarda la cooperazione, esistono numerosi principi comuni, quali la tutela dei diseredati, la lotta contro la povertà, la prevenzione della guerra e dell’alimentazione dei conflitti, la tutela dell’esistenza della famiglia e la sua promozione, la prevenzione delle eccessive sperequazioni fra le classi sociali e la lotta per colmare il notevole divario fra poveri e ricchi, la tutela della vita e la prevenzione dell’aborto, il rispetto della dignità umana – con particolare riferimento alla sacre figure della religione – e l’affermazione dei diritti religiosi dell’uomo, la protezione dell’ambiente e la prevenzione dell’inquinamento, la diffusione della pace e la prevenzione delle vessazioni, e, più in generale, l’affermazione dei valori morali.

In tale direzione bisogna individuare temi positivi e moralmente validi, e distinguerli da quelli negativi e immorali, affinché la collettività umana non divenga preda dell’errore. Si dovrà distinguere fra libertà e anarchia, fra principi e valori morali e costumi arretrati e tradizioni etniche locali. Si devono quindi esaminare le sfide ed escogitare delle soluzioni.

Comunanza di linguaggio

Il Sacro Corano prescrive ripetutamente di realizzare il dialogo nel migliore dei modi(7) e proibisce di operare diversamente (8).

Il miglior dialogo è quello che si fonda sull’onesta ricerca della verità, non sull’intransigenza (9); sulla benevolenza, non sull’ostilità (10); sulla scienza, non sull’ignoranza(11); sul desiderio di verità, non sul suo calpestamento (12); sulla buona fede, non sul sospetto e la malafede(13); sull’indulgenza, non sull’inflessibilità(14); sulla libertà, non sul dispotismo; sulla generosità, non sulla malvolenza (15) ; sulla mitezza, non sulla brutalità(16); sull’apertura d’animo, non sulla ristrettezza di vedute(17); sulla giustizia, non sull’oppressione(18); sull’amore e sulla cordialità, non sulla provocazione e sullo scherno (19); su argomenti utili e non su argomenti privi di valore(20); su fini precisi, non sulla vaghezza(21); sulla via del progresso e dell’innalzamento(22), non su quella della decadenza e del declino. Infine, il miglior dialogo è quello che si basa sulla via di Dio, non su quella del demonio. (23).

Cooperazione

E’ necessario individuare soluzioni pratiche, attraverso percorsi scientifici. Non dobbiamo limitarci esclusivamente al dialogo. Sappiamo ad esempio che la convivenza fondata sulla giustizia è cosa buona e necessaria, e che i diritti delle minoranze religiose devono essere garantiti in ogni paese. Dobbiamo perciò individuare dei percorsi di intervento in tale ambito. Attualmente milioni di musulmani in paesi differenti hanno difficoltà a potere organizzare le proprie cerimonie religiose, al di là del fatto che in alcuni paesi i loro diritti non vengono ufficialmente riconosciuti.

Mentre nella Repubblica Islamica dell’Iran gli appartenenti alle minoranze religiose, oltre a godere di tutti i privilegi di cui godono gli altri cittadini iraniani, hanno anche propri deputati all’Assemblea Consultiva Islamica, ovvero al parlamento(24), che, come gli altri deputati, possono avere un ruolo nel processo legislativo e nella scelta dei ministri, avendo diritto al voto in entrambi gli ambiti. Essi sono informati di tutti i problemi della nazione, hanno a disposizione la tribuna più libera e possono difendere i diritti dei propri elettori. Se invece le minoranze avessero voluto partecipare alle elezioni secondo le modalità e le condizioni del resto della popolazione, considerando il loro scarso rilievo numerico, non avrebbero ottenuto alcun deputato proprio.

Questo avviene mentre i musulmani, nonostante in alcuni paesi europei siano milioni, nei parlamenti nazionali non hanno diritto ad un solo deputato che possa tutelare i loro diritti religiosi e sociali.

Si auspica che in futuro le religioni abramitiche possano camminare fianco a fianco sul cammino del progresso e dello sviluppo delle loro finalità divine e che possano tendere l’orecchio alla comune esortazione dei Profeti di Dio, che dice: “Quello che desideri per te stesso, desidera anche per gli altri; quello che non desideri per te stesso, non desiderare nemmeno per gli altri” .(25)

 

* Il Dott. Mohammad Hadi Abde Khodai è docente presso l’Università di Mashad (Iran) ed ex ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso il Vaticano

NOTE

(1) Il Sacro Corano, XVII, 53.
(2)Ibn Sina, Al-isharat wa’l-tanbihat.
(3) Sura Al-Rahman, versetto 4.
(4) Huntington afferma: “Quando pensiamo al concetto di civiltà osserviamo che la religione è uno dei suoi principali fattori costitutivi, se non addirittura il più importante fra essi”. Citato in Ettela’at, domenica 12 àzar 1378 (corrispondente al 3 dicembre 1999).
(5) Cfr. “Lo scontro delle civiltà”, Garzanti, 2000.
(6) Il Sacro Corano, III, 64. .
(7) Il Sacro Corano, XVI, 125.
(8) Il Sacro Corano, XXIX, 46.
(9) Il Sacro Corano, IV, 107.
(10) Il Sacro Corano, XLVIII, 11.
(11) Il Sacro Corano, III, 66.
(12) Il Sacro Corano, XL, 5.
(13) Il Sacro Corano, XLIX, 12.
(14) Il Sacro Corano, III, 159.
(15) Si veda l’opera Tawhid Mofaddhal.
(16) Il Sacro Corano, XX, 44.
(17) Il Sacro Corano, VII, 199. .
(18) Il Sacro Corano, V, 8.
(19) Il Sacro Corano, CIV, 1. .
(20) Il Sacro Corano, IV, 114.
(21) Il Sacro Corano, III, 104.
(22) Il Sacro Corano, LVIII, 9.
(23) Il Sacro Corano, XVI, 125.
(24) Cfr. Costituzione della Repubblica Islamica dell’Iran.
(25) Si vedano il Vangelo di Matteo e l’opera Usul Kafi.

Writer : shervin | Comments Off on A proposito del dialogo (Hujjatulislam Abdekhodai) Comments | Category : Attualità, politica e società , Il pensiero islamico

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