I JINN NELLE FONTI ISLAMICHE
Il nobile Corano, nel descrivere la creazione di Dio, ci parla dei “figli di Adamo” (17:70), degli “angeli” (35:1) e dei jinn. Questi ultimi, come gli angeli, sono creature misteriose la cui natura e storia rimane oscura e incomprensibile per le persone comuni.
La concezione dei jinn compare sin dagli albori dell’Islam ed è presente in molte altre tradizioni, culture e religioni.
Il nobile Corano fa utilizzo dei termini “jinn” e “jan” così come ad un riferimento ancor più specifico quale “ifrit”.
La radice araba del termine “jinn” include le lettere “jim-nun-nun”. Il noto lessicografo arabo al-Jawhari (m. 393 H.) riporta nel suo dizionario “al-Sihah” che la radice trilittera “jim-nun-nun” indica “essere nascosto, coperto”. Il termine “jinn” nella sua forma singolare significa quindi un essere nascosto o celato, e nella letteratura islamica si riferisce ad una particolare tipologia di esseri che rimane largamente occulta agli esseri umani.
Il nobile Corano fa inoltre menzione del fatto che l’essere umano sia stato creato dalla “terra” mentre i jinn da un “fuoco senza fumo”:
“Creò l’uomo di argilla risonante come terraglia e i jinn da fiamma di fuoco senza fumo” (55:14-15)
Altri versetti enfatizzano la responsabilità religiosa dei jinn e l’universalità del messaggio islamico sia per uomini che jinn:
“E’ solo perché mi adorassero che ho creato i jinn e gli uomini” (51:56)
Il nobile Corano non ci dice molto riguardo l’origine dei jinn. Questi allude alla creazione dei jinn avvenuta prima di quella degli uomini nel seguente versetto:
“Creammo l’uomo con argilla secca, tratta da mota impastata, e in precedenza creammo i jinn da un fuoco di vento bruciante” (15:26)
Altri versetti invece ci rammentano le comunità passate di jinn e uomini, mostrando così che molte comunità di jinn sono passate nonostante gran parte dell’umanità ne fosse ignara:
“Entrate nel Fuoco, dirà Iddio, assieme ai jinn e agli uomini delle comunità che vi precedettero.” Ogni comunità che vi entrerà maledirà sua sorella. Quando poi vi s’incontreranno tutte, l’ultima dirà della prima: “O nostro Signore! Ecco quelli che ci hanno traviati, da’ loro un doppio castigo di fuoco”. Lui dirà: “Il doppio per tutti quanti, ma voi non sapete” (7:38)
“In verità creammo molti dei jinn e molti degli uomini per l’Inferno: hanno cuori che non comprendono, occhi che non vedono e orecchi che non sentono, sono come bestiame, anzi ancor peggio” (7:179)
“Furono riunite per Sulayman le sue schiere di jinn, di uomini e di uccelli e furono allineate in ranghi distinti” (27:17)
“Demmo loro compagni che abbellirono il loro futuro e il loro passato. Si realizzò su di loro la sentenza che già era stata pronunziata contro altre comunità di jinn e di uomini che li precedettero. Invero furono tra i perdenti” (41:25)
“Diranno i miscredenti: “Signore, mostraci coloro tra i jinn e gli uomini che ci traviavano, ché possiamo calpestarli, ché siano tra i più abbietti” (41:29)
“Essi sono coloro contro i quali si realizza la sentenza, [come si realizzò] fra le comunità di uomini e di jinn che li precedettero: in verità saranno i perdenti” (46:18)
Vi è poi la sura al-Jinn, un intero capitolo del nobile Corano, che ci informa sui jinn e di quel che avvenne ad alcuni di loro.
Tra i versetti più significativi al riguardo, comunque, possiamo citare il seguente:
“E quando il tuo Signore disse agli Angeli: “Porrò un vicario sulla terra”, essi dissero: “Metterai su di essa qualcuno che vi spargerà la corruzione e vi verserà il sangue, mentre noi Ti glorifichiamo lodandoTi e Ti santifichiamo?”. Egli disse: “In verità, Io conosco quello che voi non conoscete” (2:30)
In riferimento al suddetto caso si potrebbe supporre che l’obiezione degli angeli contro “qualcuno che vi spargerà corruzione sulla terra e vi verserà il sangue” possa riferirsi alle comunità di jinn che esistettero in precedenza e causarono molto spargimento di sangue. Altri negano questa opinione ritenendo che il versetto faccia riferimento alla creazione dell’uomo sulla terra. A parte ciò, rimane comunque il fatto che Iblis, uno dei jinn, abbia preceduto l’esistenza di Adamo come viene indicato in vari versetti:
“E quando dicemmo agli Angeli: “Prosternatevi ad Adamo”, tutti si prosternarono, eccetto Iblis, che rifiutò e fu tra i miscredenti” (2:34)
“In verità vi abbiamo creati e plasmati, quindi dicemmo agli angeli: “Prosternatevi davanti ad Adamo”. Si prosternarono ad eccezione di Iblîs, che non fu tra i prosternati” (7:11)
“E gli angeli tutti si prosternarono, eccetto Iblis, che rifiutò di essere insieme ai prosternati” (15:30-31)
“Quando dicemmo agli angeli: “Prosternatevi davanti ad Adamo”, tutti si prosternarono eccetto Iblîs, che disse: “Mi dovrei prosternare davanti a colui che hai creato dal fango?” (17:61)
“E quando dicemmo agli angeli: “Prosternatevi davanti ad Adamo”, si prosternarono, eccetto Iblis, che era uno dei jinn e che si rivoltò all’Ordine di Dio” (18:50)
“E quando dicemmo agli angeli: “Prosternatevi davanti ad Adamo”, tutti si prosternarono, eccetto Iblis, che rifiutò” (20:116)
“Tutti gli angeli si prosternarono assieme, eccetto Iblis, che si inorgoglì e divenne uno dei miscredenti” (38:73-74)
Un’altra nozione presente nel nobile Corano giunge quando si parla dei jinn che vengono presi al pari di dei e divinità dagli uomini, come nei seguenti versetti:
“Hanno associato a Dio i jinn, mentre è Lui che li ha creati. E Gli hanno attribuito, senza nulla sapere, figli e figlie” (6:100)
“Un Giorno tutti li riunirà e dirà agli angeli: “È voi che costoro adoravano?”. Diranno: “Gloria a Te, sei Tu il nostro patrono. No, essi adoravano i jinn. La maggior parte di loro credeva in essi” (34:40-41)
Inoltre, si tenga in considerazione anche il seguente versetto:
“Invero c’erano degli uomini che si rifugiavano presso i jinn, e questo non fece che aumentare la loro follia” (72:6)
Ivi si dice che alcuni uomini furono impressionati e incantati dal potere dei jinn che erratamente si rifugiarono presso di loro. Questi versetti indicano, tra le altre cose, che i jinn abbiano condiviso parte della loro storia con gli esseri umani e non a caso è stato detto che molti degli dei del Vicino Oriente siano relazionati a loro anche nell’era preislamica.
Come gli esseri umani i jinn sono in grado di procreare, come viene indicato nel versetto 18:50 riguardo il diavolo, quando si fa menzione della sua progenie, e nel versetto 55:56 in cui la vergine hur al-ayn che deve ancora essere toccata da uomini o jinn è il premio per i credenti, indicando indirettamente che i jinn possono procreare.
Riguardo l’eventualità che i jinn possano sposare gli uomini non viene chiarito esplicitamente nel nobile Corano. Il seguente versetto, però, seppur soggetto a varie altre possibili interpretazioni, ne potrebbe essere un’indicazione implicita:
“E il giorno in cui li radunerà tutti [dirà]: “O consesso di jinn troppo avete abusato degli uomini!”. E i loro amici tra gli uomini diranno: “O Signor nostro! Ci siamo serviti gli uni degli altri” (6:128)
Sembra però che questo versetto si presti più ad altre interpretazioni indicanti l’influenza dei jinn mentre traviano l’umanità. Il seguente versetto rafforza tale tesi:
“Seduci con la tua voce quelli che potrai, riunisci contro di loro i tuoi cavalieri e i tuoi fanti, sii loro socio nelle ricchezze e nella progenie, brandiscili con promesse”. Le promesse di Satana non sono altro che inganni” (17:64)
In ogni caso i versetti al riguardo sono vaghi e tutt’altro che decisivi.
E’ interessante notare che nel “Fihrist” di Ibn Nadim vengono menzionati almeno sedici opere riguardo al matrimonio tra uomini e jinn. Ciò indica che non si sia trattato di un argomento sconosciuto prima.
A volte il nobile Corano associa il concetto di jinn a quello degli “shayatin”. Questo è il risultato di quei versetti che parlano del diavolo (shaytan) e dei suoi eserciti. Il nobile Corano dice anche che i demoni possono prendere le sembianze di uomini e jinn come nel versetto seguente:
“Ad ogni profeta assegnammo un nemico: diavoli tra gli uomini e demoni, che si suggeriscono a vicenda discorsi fatui e ingannevoli. Se il tuo Signore avesse voluto, non l’avrebbero fatto. Lasciali soli con le loro invenzioni” (6:112)
Qui parla dei demoni tra i jinn e gli uomini che cospirano contro i profeti e le loro missioni. Altri versetti fanno riferimento agli shayatin ma intendendo solo i jinn come i diavoli del regno di Sulayman:
“Prestarono fede a quel che i demoni raccontarono sul regno di Salomone. Non era stato Salomone il miscredente, ma i demoni: insegnarono ai popoli la magia e ciò che era stato rivelato ai due angeli Harut e Marut a Babele. Essi però non insegnarono nulla senza prima avvertire: “Badate che noi non siam altro che una tentazione: non siate miscredenti”. E la gente imparò da loro come separare l’uomo dalla sua sposa, ma non potevano nuocere a nessuno senza il permesso di Dio. Imparavano dunque ciò che era loro dannoso e di nessun vantaggio. E ben sapevano che chi avesse acquistato quell’arte, non avrebbe avuto parte nell’altra vita. Com’era detestabile quello in cambio del quale barattarono la loro anima. Se l’avessero saputo!” (2:102)
Inoltre nella storia di Sulayman molti jinn malvagi sono controllati e forzati alla servitù come punizione per il loro male commesso dal profeta Sulayman.
In un passo viene presentato il potere straordinario di uno dei jinn anche se il loro potere viene superato da un uomo ancor più straordinario, quando Sulayman richiede che gli venga portato il trono della regina di Shiba:
“Disse [Sulayman]: “O notabili, chi di voi mi porterà il suo trono prima che vengano a me sottomessi. Un ifrit tra i jinn, disse: “Te lo porterò prima ancora che tu ti sia alzato dal tuo posto, ne sono ben capace e son degno di fiducia. Uno, che aveva conoscenza del Libro, disse: “Te lo porterò prima ancora che tu possa battere ciglio”. Quando poi [Sulayman] lo vide posarsi presso di sé, disse: “Questo è parte della grazia del mio Signore per mettermi alla prova, [e vedere] se sarò riconoscente o ingrato. Quanto a chi è riconoscente, lo è per se stesso, e chi è ingrato… [sappia che] il mio Signore basta a Se Stesso ed è generoso”. (27:38-40).
In alcune parti si narra di un’epica battaglia tra gli angeli e i jinn. La battaglia sembra avere le sue fondamenta nei seguenti versetti:
“Invero abbiamo sfiorato il cielo, ma lo abbiamo trovato munito di temibili guardiani e di bolidi fiammeggianti. Ci sedevamo [un tempo] in sedi appropriate, per ascoltare. Ma ora chi vuole origliare trova un bolide fiammeggiante in agguato” (72:8-9)
Il versetto spiega come i jinn erano soliti penetrare i cieli e rubare informazioni dagli angeli finché, ad un certo punto, gli angeli hanno iniziato a guardare i cieli e laddove i jinn cercano di infiltrarsi nei cieli gli lanciano meteore o stelle fiammanti (shihab).
“In verità, ponemmo costellazioni nel cielo e lo abbellimmo per coloro che lo osservano. E lo proteggiamo da ogni demone lapidato. Se uno di loro cerca di origliare, un folgorante bolide lo insegue.” (15:16-18)
“Invero abbiamo ornato di stelle il cielo più vicino, per proteggerlo contro ogni diavolo ribelle. Non potranno origliare il Supremo Consesso (saranno bersagliati da ogni lato e scacciati: avranno il castigo perpetuo) eccetto colui che ne afferri un dettaglio, ma lo inseguirà allora un bolide fiammeggiante.” (37:6-10)
“Invero abbellimmo di luminarie il cielo più vicino, e ne abbiamo fatto strumenti per lapidare i jinn, per i quali abbiamo preparato la Fiamma” (67:5)
Negli hadith ci sono molte tradizioni che parlano di questa battaglia tra i jinn e gli uomini e che il culmine della battaglia risultò nell’esilio dei jinn dalla terra.
Questo evento è narrato in molte fonti tra cui il Tafsir di al-‘Ayyashi, dove dice che i jinn “furono relegati ai cieli e agli angoli più remoti della terra così da non essere vicini alla Mia creazione, ed ho creato un velo tra loro e la Mia creazione affinché non si vedano e non si mischino tra loro” (Ayyashi, p. 35, Ilal al’Sharai, p. 104)
In Tabari (pp. 252-253) viene detto che Iblis condusse un esercito contro i jinn, accompagnato dagli angeli che lo aiutarono, e i jinn vennero esiliati in isole e sulle cime delle montagne.
Queste tradizioni indicano che i jinn vennero combattuti e furono esiliati dalla terra e probabilmente i restanti jinn sono nascosti in area remote dagli uomini.
Altre tradizioni ci dicono delle sembianze dei jinn ed enumerano i loro tipi. In una tradizioni nel Khisal di Shaykh Saduq, l’Imam Sadiq afferma che ci sono tre tipi di jinn: uno tra gli angeli, uno capace di volare e uno come cani e serpenti (p. 154).
E’ interessante notare che in varie tradizioni i jinn appaiono sotto forma di serpente o simili ad esseri umani tipo girovaghi vagabondi.
In Kafi Kulayni ci parla dell’interrelazione tra l’Imam e i jinn. L’Imam aveva molte visite dai jinn che li visitavano per avere istruzioni religiose ed edificarsi spiritualmente. Queste tradizioni dicono che questi strani visitatori somigliavano molto a girovaghi vagabondi e quando gli fu chiesto chi fossero disse: “Sono i vostri fratelli tra i jinn” (Kulayni, Usul al-Kafi, p. 394). Ci sono anche tradizioni in cui i jinn appaiono in forma rettiloide (Mufid, Kitab al-Irshad, p. 349). Molti sapienti come Shaykh Mufid considerano i jinn capaci di assumere varie forme (Mufid, Kitab al-Irshad, p. 349).
A cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte