Dio, ideale e terra: il Comandante Ombra
(Recensione di “Qasem Soleimani, un combattente di Dio”)
Scrivere un articolo su Qasem Soleimani è praticamente un suicidio giornalistico, è mettere alla luce un contenuto che subirà critiche nel migliore dei casi e censura (almeno sui social) obbligatoria.
Terrorista per Trump, Shahīd per l’ayatollah Ali Khamenei; temuto da una parte dell’Occidente e dall’ISIS ma allo stesso tempo eroe in buona parte del Medio Oriente ed i funerali con milioni di persone in piazza ne sono la prova tangibile che i poteri forti, nonostante lo strapotere mediatico sui social, non potranno mai cancellare.
Il basso profilo tenuto da Soleimani, la sua totale devozione al suo ruolo per la causa (nel 2021, dati alla mano avrebbe potuto tranquillamente candidarsi alle presidenziali e vincerle ma non lo fece), la sua immensa fede nella religione musulmana lo hanno reso una vera e propria icona, scomoda per alcuni ma pur sempre simbolo di una lotta fatta di martirii, di notti in bianco, di sacrifici, di kilometri infiniti e d’amore per la causa.
Difensore degli oppressi, come si evince dalle parole di Siamak Marreh Sedq (rappresentante della comunità ebraica nel Parlamento iraniano)
“Il Generale Soleimani, quando il Cristianesimo orientale era in pericolo e gli Yazidi venivano attaccati, è stata l’unica persona al mondo a combattere contro l’Isis in modo sistematico e organizzato.”
Attraverso il libro Qasem Soleimani. Un combattente di Dio, oltre alle molteplici testimonianze ed estratti dai discorsi di Seyyed Nasrallah, l’Imam Khamenei, Abdul Malik Badruddin al-Houthi (capo del movimento di Resistenza islamica yemenita Ansarullah)…a dimostrazione che la guerra del Comandante Ombra non conosceva confini geografici ma una pura incarnazione di libertà troviamo passaggi fondamentali per capire la personalità di Soleimani.
Dalla preghiera nel bel mezzo del salone del palazzo presidenziale del Cremlino al rifiuto di attaccare le forze dell’Isis a sud di Aleppo durante la preghiera giustificando così il gesto:
“Adesso è il momento della preghiera rituale. Siamo qui per combattere per la preghiera: se attaccassimo i nostri nemici mentre stanno pregando, non faremmo altro che tradire la nostra causa.”
Il suo essere unico come combattente, guida dentro e fuori la battaglia lo portò a guadagnarsi la lealtà anche dei nemici come racconta, sempre nel libro redatto dall’Associazione Islamica Imam Mahdi, il Generale Haj Bahram Darikvand.
I miliziani dell’Isis erano rimasti bloccati, tra Siria e Iraq per un mese intero, accerchiati dalle forze della Resistenza e l’esercito americano, con loro avevano bambini, anziani e giovani; per evacuare la zona, non fidandosi né di Russia, né di Stati Uniti né della Turchia optarono per la Grecia ma ad una sola condizione…che il tutto avvenisse sotto la protezione di Haj Qasem.
Capace di rompere il cerchio degli avvoltoi d’Occidente il Generale Soleimani, terrorista per gli americani, martire ed eroe in Medio Oriente è una pagina di storia che merita comunque di essere raccontata e non censurata.
“Per chi perde l’aurora del martirio v’è il triste tramonto della morte, poiché…senza martirio, tra perdere o morire, che differenza fa?”
Fonte: “Due righe”: https://www.2duerighe.com/microcosmi/153648-dio-ideale-e-terra-il-comandante-ombra.html