LA DOLCEZZA DEL CREDENTE
di Shaykh M.Khalfan
Ci sono molte Tradizioni che caratterizzano i credenti (mu’minin) con la dolcezza e l’amore per la dolcezza. I seguenti sono alcuni esempi degni di considerazione: il Santo Profeta (S) è riportato aver detto:
(1) “Un credente è dolce (al-mu’minu hulwun) ed ama la dolcezza (yuhibbu al-halaawa)” [Bihar al-Anwaar, v. 63, p. 285]
(2) “Il cuore di un credente è dolce (qalb al-mu’minu hulwun) ed ama la dolcezza (wa yuhibbu al-halaawa)” [Bihar al-Anwaar, v. 59, p. 295]
(3) “Un credente è simile ad un’ape (al-mu’mninu ka al-nahla): ama cibo piacevole e produce cibo piacevole.”
E Imam ‘Ali (A) è riportato aver detto:
(4) “I nostri veri seguaci sono simili alle api (Shi’atuna bimanzilat al-nahl); se la gente conoscesse ciò che vi è nel loro stomaco, avrebbero mangiato la stessa cosa (law ya’lam al-nas maa fi ajwaafiha la akaluha).” [Shaykh al-Saduq, Al-Khisal].
Se riflettiamo su queste Tradizioni con una visione aperta, ci renderemo conto che l’intero essere di un credente fedele è dolce. Nello stesso modo in cui l’Amir al-mu’minun ‘Ali (A) dice che alcune parti del Corano ne spiegano altre, anche le parole dell’Ahl al-Bayt (A), che sono commentari del Libro di Allah, sono spiegate con l’aiuto di altri loro detti. Questo perchè allo stesso modo del Libro infallibile che non possiede contraddizione, neanche le parole dell’Ahl al-Bayt (A) si contraddicono. Per poter quindi comprendere le loro parole, non dobbiamo guardare ad alcune di esse e scartarne altre. Nel nostro caso, a causa della nostra intensa tendenza materiale, cerchiamo soltanto di comprendere la dolcezza come quella che la nostra facoltà del gusto può apprezzare e comprendere. Se dovessimo considerare la dimensione fondamentale dell’essere umano, che è il suo spirito, diventerebbe per noi chiara la comprensione delle summenzionate Tradizioni. Dobbiamo sapere che il velo dell’ignoranza è nel nostro lato, e non da quello delle radianti parole dell’Ahl al-Bayt (A), rispetto alle quali noi nella Ziyarat al-Jami’a ci riferiamo come ‘Kalaamukum nur’ (“le vostre parole sono luce”). Navigando lungo il brillante corpus delle Tradizioni dell’Ahl al-Bayt (A) giungiamo a comprendere che vi è un regno scintillante di dolcezza ancora da scoprire. Consideriamo le seguenti Tradizioni:
(1) In uno dei suoi sermoni narrati nel Nahj al-Balagha l’Imam ‘Ali (A), descrivendo le genti [delle stazioni] elevate dice: “In verità esse hanno gustato la dolcezza del conoscerLo” [qad dhaaqu halaawata ma’rifatihi)
(2) L’Imam al-Sadiq (A) è riportato aver detto: “Quando un credente si ritira dal mondo, vola spiritualmente e gusta la dolcezza dell’amore di Allah” (idhaa takhalla al-mu’minu min al-dunya samaa wa wajada halawata hubbillah)
(3) L’Imam al-Sadiq (A) è riportato aver detto: “La Giustizia è per la persona assetata più dolce dell’acqua” (al-‘adlu ahlaa min al-maa’i yusibuhu al-zam’aan) [Al-Kafi, v. 2, p. 146],
(4) In una delle brillanti invocazioni dell’Imam al-Sajjad (A) egli chiede a Allah “E fammi gustare la dolcezza del Tuo perdono” (wa adhiqni halaawata maghfiratik) [Al-Sahifat al-Sajjadiyya, p. 103]
(5) In un’altra invocazione, l’Imam al-Sajjad (A) chiede ad Allah: “E facci gustare la dolcezza del Tuo costante amore e prossimità” (wa adhiqna halawata wuddika wa qurbika) [Al-Sahifat al-Sajjadiyya, p. 411]
(6) In una Tradizione l’Imam al-Sadiq (A) è riportato aver detto: “E chiunque tra la Ummah di Muhammad (S) conosce il diritto obbligatorio del suo Imam, trova il gusto della dolcezza della sua fede” (faman ‘arafa min ummati Muhammad (s) waajiba haqqi Imamihi wajada ta’ma halaawati imaanihi) [Basaa’ir al-Darajaat, pp. 432-433]
(7) In una conversazione con il Profeta Dawud (A), Allah Altissimo parla dei sapienti legati a questo basso mondo, dicendo: ‘Il minimo che farò per loro è rimuovere la dolcezza del Munajat dai loro cuori” (inna adna ma ana saani’un bihim an anza’a halaawata munaajaati ‘an quloobihim). [Il munajat è la conversazione, il colloquio intimo, tra l’amante e l’Amato, n.d.t.]
(8) Nel ben noto Du‘a Jawshan al-Kabir ci rivolgiamo ad Allah Altissimo come “O Colui il Cui ricordo è dolce” (yaa man dhikruhu hulwun) [Mafatih al-Jinaan, p.93].
Quindi, come è corretto sul piano fisico dell’esistenza dire che un credente naturalmente ama mangiare cose dolci, a livello spirituale è corretto dire che egli ama la dolcezza spirituale.
Non c’è quindi da sorprendersi quando a un giovane della tenera età come Qasim bin al-Hasan (A), che aspirava profondamente al martirio, venne chiesto da suo zio, Sayyid al-Shuhada (il Migliore dei Martiri, l’Imam Husayn, n.d.t.): “O mio caro figlio, come è per te la morte?”, egli rispose: “Yaa ‘amm ahla min al-‘asal” (O zio, è più dolce del miele!). [Madinat al-Ma’aajiz, v.4, p. 228].
Questo rivela chiaramente che stazione elevata aveva raggiunto questo giovane.
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