L’ABC dell’Islam: breve biografia dei dodici Imam (as)
Il primo Imam
Il nobile Imam Abul-Hasan ‘Alī Bin Abī Tālib, al-Murtadha (as) nacque il 13 Rajab, ventitré anni prima dell’Egira, nella città santa della Mecca. Suo padre era il celebre Abu Tālib e sua madre si chiamava Fatima.
Fu educato, fin dall’infanzia, dall’Inviato di Dio (S); fu il primo in assoluto a diventare musulmano ed ebbe il grande onore di sposare la nobile e immacolata figlia del Profeta Muĥammad (S). Era virtuoso e sempre pronto a sacrificarsi per l’Islam; in fatto di timor di Dio, sapienza, coraggio e generosità era impareggiabile. Era acerrimo nemico dell’ingiustizia, difendeva gli oppressi e aiutava i poveri. Amava l’agricoltura e si adoperava nel piantare alberi, bonificare terreni incolti e creare canali sotterranei per irrigazione.
L’Inviato di Dio, dall’inizio della sua missione profetica sino alla morte, presentò diverse volte °Alī (as) come suo successore e guida dei Musulmani. Nell’ultimo anno della sua nobile vita si recò in pellegrinaggio alla Mecca e al ritorno, quando raggiunse la località di Ghadīr, gli fu rivelato il seguente versetto:
«Messaggero, comunica ciò che è stato fatto discendere su di te da parte del tuo Signore, e [sappi che] se non [lo] farai non avrai annunciato il Suo messaggio. Allah ti proteggerà dalla gente» (Sura Mā’ida, 5:67).
Il Profeta Muĥammad (S) sostò dunque in quella località e ordinò a tutti i Musulmani di fare altrettanto: più di settantamila persone si riunirono attorno a quel nobile inviato di Dio. Fece preparare un pulpito, vi salì, portando con sé °Alī (as) (affinché la gente potesse vedere quel nobile Imam), e, dopo aver recitato un sermone, disse: «Di chiunque son io il signore, la guida, è °Alī suo signore e guida. O Allah, sii amico di chi lo è con °Alī e nemico di chi è nemico suo». ‘Umar fu il primo a giurare fedeltà ad °Alī (as), dicendo: «Auguri ‘Alī! Tu sei diventato il signore e la guida di noi credenti». Dopo di lui anche il resto dei Musulmani giurò fedeltà ad °Alī (as).
Nel torrido clima e bruciante sole dell’Hijāz, °Alī (as) fu così ufficialmente designato alla carica di successore del Profeta (S) ed Imam dei Musulmani.
Dopo la morte del Profeta (S) però, un gruppo di persone decise d’usurpare il diritto al califfato del nobile °Alī (as), ignorando le sue virtù, la sua superiorità e trascurando tutte le raccomandazioni, le disposizioni del Profeta (S) riguardo alla questione del califfato. Per giustificare questo loro indegno comportamento dissero: «°Alī è giovane e, per questo motivo, non è adatto al califfato… °Alī in guerra ha ucciso una gran quantità di persone e, per questo motivo, la gente lo odia e mai accetterà d’essere governata da lui»
Durante i governi di Abu Bakr, °Umar ed °Uthmān, che durarono complessivamente venticinque anni, il pio °Alī (as) si tenne lontano dalle questioni di potere. Dopo l’assassinio d’°Uthmān però, la gente accettò il suo califfato ed egli poté così governare – per quattro anni e nove mesi – la nazione islamica.
Nella diciannovesima notte del mese di Ramadhān dell’anno 40 dell’Egira, all’età di sessantatré anni, nella santa Moschea di Kūfa, ricevette, mentre stava pregando, un colpo di spada sulla testa dal crudele Ibn Muljam e, due notti dopo, per effetto del veleno che era stato messo sulla spada, morì martire; fu seppellito nella santa città di Najaf.
Il secondo Imam
L’Imam Abu Muĥammad Hasan Bin ‘Alī, az-Zakiyy, al-Mujtaba (as) nacque nella santa città di Medina, il 15 Ramadhān dell’anno 3 dell’Egira. Suo padre era l’Imam ‘Alī (as) e sua madre la nobile e casta Fātima (as), figlia del Profeta Muĥammad (S).
Il Profeta (S) amava molto l’Imam Hasan (as) e suo fratello Husayn (as), e nei loro riguardi diceva: «Hasan ed Husayn sono i migliori giovani della gente del Paradiso»
L’Imam Hasan (as), dopo il suo nobile padre, divenne califfo e trovò di fronte a sé la tenace opposizione del perfido Mu°āwiya, con il quale, alla fine, fu costretto a scontrarsi in guerra. Dopo aver subito il tradimento di molti dei comandanti del suo esercito, fu però costretto a far pace con Mu°āwiya. Fu avvelenato dalla moglie Ju°da, istigata dal maledetto Mu°āwiya, e morì così martire il 28 safar dell’anno 50 dell’Egira; fu sepolto nel celebre cimitero al-Baqī di Medina.
Il terzo Imam
L’Imam Abu °Abdillah Husayn Bin °Alī, Sayyidash-shuhadā’ (as) nacque a Medina il 3 sha°bān dell’anno 4 dell’Egira. Suo padre era l’Imam ‘Alī (as) e sua madre la purissima Fātima (as), figlia del Profeta Muĥammad (S).
Durante la dittatura di Mu°āwiya viveva nelle peggiori condizioni di vita: le norme e le leggi divine non venivano eseguite, la volontà di Mu°āwiya aveva preso il posto di quella di Dio e questo perfido e spietato tiranno era pronto a tutto pur d’annientare l’Ahl ul-Bayt (as) e i seguaci di °Alī (as). L’Imam Husayn (as) sopportò però tutte queste tribolazioni, finché, un lieto giorno, Mu°āwiya perì; gli successe però il suo depravato figlio Yazīd, il quale ordinò al governatore di Medina di costringere l’Imam Husayn (as) ad accettare il suo califfato e, nel caso in cui si fosse rifiutato, d’ucciderlo. Il governatore di Medina comunicò allora l’ordine di Yazīd al nobile Imam (as), il quale prese un giorno di tempo per riflettere. Siccome però accettare il califfato di Yazīd non avrebbe giovato all’Islam e, d’altra parte, rifiutarlo avrebbe messo seriamente in pericolo la sua vita, decise di lasciare Medina e rifugiarsi nel Sacro Santuario di Dio alla Mecca.
La vicenda di Yazīd, dell’Imam Husayn (as) e della sua partenza per la Mecca, si diffuse nelle città. La gente dell’Iraq, soprattutto la gente di Kūfa, scontenta dei governi di Mu°āwiya e Yazīd, scrisse molte lettere al probo Imam, invitandolo in Iraq e implorandolo di curarsi di loro, di guidarli sul retto sentiero. Intanto il malvagio Yazīd aveva ordinato d’uccidere o arrestare il nobile Imam Husayn (as), il quale, per rispetto del Santuario di Dio e per continuare la sua lotta contro l’oppressione ommaìade, uscì dalla santa città della Mecca e si diresse verso Kūfa, nella quale vi erano molti sciiti che avevano promesso d’aiutarlo e sostenerlo. Purtroppo però questa vile gente, intimorita dalle minacce degli uomini di Yazīd, si rifiutò di aiutarlo e lo tradì. Fu così che il coraggioso Imam Husayn (as) e i suoi validi uomini, il 10 Muĥarram dell’anno 61 dell’Egira, nella torrida piana di Karbalā’, dopo una tragica guerra contro l’infernale armata di Yazīd, furono tutti martirizzati.
Noi sciiti consideriamo il decimo giorno del mese di Muĥarram – chiamato di solito ‘Āshurā’ – giorno di lutto, e al fine di mantenere vivo tra la gente lo spirito di sacrificio sul sentiero di Dio e per ricordare sempre che non bisogna mai piegarsi di fronte all’oppressione dei tiranni, organizziamo ogni anno riunioni, nelle quali commemoriamo le tribolazioni e le difficoltà subite dall’Imam Husayn (as) e dagli altri martiri di Karbalā’, nella loro instancabile lotta contro la tirannia del perfido Yazīd.
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Il quarto Imam
L’Imam Abu Muĥammad °Alī Bin Husayn, Zayn ul-°ābidīn, As-Sajjād (as) nacque a Medina il 15 jumādi Ath-thānī dell’anno 38 dell’Egira. Suo padre era l’Imam Husayn.
Questo nobile Imam (as) era così assiduo nelle prosternazioni e nell’adorazione di Dio che venne chiamato As-Sajjād (colui che si prosterna molto) e Zayn ul-°ābidīn (fregio di coloro che adorano Allah).
Visse la tragedia di Karbalā’, siccome però era malato non poté partecipare alla battaglia ed in tal modo si salvò. Venne tuttavia fatto prigioniero insieme alle donne ed ai bambini della carovana del santo Imam Husayn (as).
I perfidi uomini del malvagio Yazīd costrinsero queste nobili creature a peregrinare di città in città, nelle più umilianti condizioni; quando arrivarono a Kūfa e a Damasco, il quarto Imam (as), con incredibile coraggio, pronunciò storici discorsi, con i quali informò la gente della dolorosa vicenda di Karbalā’, dimostrò la santità dell’obiettivo che suo padre (as) perseguiva combattendo contro Yazīd.
Questo probo Imam (as) non aveva libertà d’azione e non poteva liberamente diffondere tra la gente le conoscenze e le norme islamiche. Si ritirò perciò in adorazione di Dio e, quando fu possibile, si dedicò all’insegnamento ed all’istruzione. Trasmetteva le conoscenze ed il sapere religioso sotto forma di invocazioni. Il famoso libro Aŝ-ŝaĥīfatus-sajjādiyya è una raccolta delle sue preziose invocazioni.
L’Imam As-Sajjād morì martire a Medina, all’età di cinquantasette anni, nel mese di Muĥarram dell’anno 95 dell’Egira, e fu sepolto nel cimitero al-Baqī di questa santa città.
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Il quinto Imam
L’Imam Abu Ja°far Muĥammad Bin °Alī, al-Bāqir (as) nacque a Medina il 3 safar dell’anno 57 dell’Egira. Suo padre era l’Imam As-Sajjād (as) e sua madre si chiamava Fātima ed era la figlia del secondo Imam (as).
Questo nobile Imam (as)ebbe un’occasione che non si presentò a nessuno degli Imam (as) che lo precedettero: approfittando delle lotte intestine e delle dispute tra i califfi s’impegnò seriamente nella diffusione delle conoscenze religiose e delle norme della legislazione islamica, lasciandoci in eredità migliaia di preziosissimi Aĥadith.
Morì martire a Medina il 2 żul-Hijja dell’anno 114; fu sepolto in questa santa città, nel cimitero di al-Baqi.
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Il sesto Imam
L’Imam Abu °Abdillah Ja°far Bin Muĥammad, aŝ-Sādiq (as) nacque a Medina il 17 rabī°ul-’awwal dell’anno 83. Suo padre era il grande Imam Al-Bāqir (as) e sua madre si chiamava Ummu Farwa.
All’epoca dell’Imam Aŝ-Sādiq (as) le discordie e le lotte tra la dinastia ommayade e quella abbàsside si erano intensificate e ciò aveva indebolito il governo in carica. Inoltre gli Abbàssidi, per contrastare gli Ommayadi, prendevano le parti dell’Ahl ul-Bayt (as). Il nobile Imam Aŝ-ŝādiq (as) approfittò allora di questa favorevole situazione per organizzare lezioni, nelle quali educò quattromila allievi, i quali lasciarono alle generazioni future uno straordinario patrimonio di conoscenze e un gran numero di preziosi Aĥādīth. Questo straordinario contributo che l’Imam Aŝ-Sādiq (as) ha dato alla dottrina sciita, ha fatto sì che questa sia spesso chiamata “Dottrina Ja’farīta”.
Questo nobile Imam (as) morì martire a Medina nell’anno 148 e fu sepolto nel cimitero al-Baqī di questa santa città.
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Il settimo Imam
L’Imam Abu Ibrahīm Mūsa Ibn Ja°far, al-Kāďim (as) nacque in una località situata tra Mecca e Medina, il 7 safar dell’anno 128. Suo padre era il nobile Imam Aŝ-Sādiq (as) e sua madre si chiamava Hamīda.
Era così pio e dedito alla preghiera e all’adorazione di Dio che prese il nome d’Al-°abduŝ-ŝāliĥ (il probo servo di Dio). Era poi così paziente e calmo di fronte alle vicissitudini, che prese il nome di al-Kaďim (colui che reprime l’ira).
La dura repressione attuata su questo nobile Imam (as) dalla dittatura vigente rendeva la diffusione del sapere islamico assai difficile; nonostante ciò, un gran numero di persone riuscì a giovarsi della sua immensa sapienza; molti sono gli Aĥādīth rimasti in eredità da questo santo Imam (as).
Hārūn, (califfo abbàsside) nel 179, lo fece trasferire da Medina all’Iraq. Per anni rimase recluso a Bassora e a Baghdad, fino a quando, il 25 rajab dell’anno 183, all’età di cinquantacinque anni, in una delle prigioni di Baghdad, fu avvelenato e morì in tal modo martire. Fu sepolto nel luogo ove oggi sorge il celebre santuario di Kāďimiyya, che contiene anche la tomba del nono Imam (as).
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L’ottavo Imam
L’Imam Abu’l-Hasan °Ali Bin Mūsa, ar-Ridhā (as) nacque a Medina l’undici żul-Qi°da dell’anno 148. Suo padre era il settimo Imam (as) e sua madre si chiamava Najma.
Era il più sapiente della sua epoca e i ricercatori di verità venivano da lui per giovarsi delle sue immense conoscenze. Teneva dibattiti e dispute assai interessanti con i sapienti delle diverse religioni e nessuno era in grado di superarlo.
Fu avvelenato dal malvagio califfo abbàsside Al-Ma’mūn e morì così martire nella città di Tus (in Iran), nell’ultimo giorno del mese di Safar dell’anno 203; fu sepolto nell’attuale Mashhad, ove oggi sorge il santuario più visitato dell’Iran.
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Il nono Imam
L’Imam Abu Ja°far Muĥammad Bin °Alī, al-Jawād (as) nacque a Medina nell’anno 195. Suo padre era l’ottavo Imam (as) e sua madre si chiamava Sabīka.
Diventò Imam quando ancora era un bambino, ma la sapienza e le virtù che Dio gli aveva donato erano tali da permettergli di guidare l’intera umanità. Risolveva nel migliore dei modi le intricate questioni religiose che gli venivano poste per metterlo alla prova. Era così generoso che si meritò il titolo di al-Jawād (il generoso), ed era così timorato che prese il nome di At-Taqī (il pio).
Morì martire a Baghdad nell’anno 220 e fu sepolto nell’attuale Kaďimiyya, accanto alla tomba del settimo Imam (as).
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Il decimo Imam
L’Imam Abu’l Hasan °Alī Bin Muĥammad, al-Hādī (as) nacque nei pressi di Medina nell’anno 212. Suo padre era il nono Imam (as) e sua madre si chiamava Sammāna.
Quando aveva otto anni, perse il padre e diventò così Imam. In fatto di sapienza era impareggiabile e le sue straordinarie virtù attiravano la gente verso di lui.
Nel 243 il malvagio califfo abbasside Al-mutawakkil, per ostacolare la crescente simpatia e amicizia della gente verso questo nobile Imam (as), lo convocò a Samarra’ e lo mise sotto controllo.
Morì martire a Samarra’ e fu sepolto in questa santa città, nel luogo ove oggi sorge un sacro santuario.
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L’undicesimo Imam
L’Imam Abu Muĥammad Hasan Bin °Alī, al-°Askarī (as) nacque a Medina nel mese di rabi°uth-thānī dell’anno 232. Suo padre era il decimo Imam (as) e sua madre si chiamava Hudayth.
Al pari del suo nobile padre (as), era tenuto sotto controllo nella città di Samarra’, e trascorse ingiustamente una parte della propria vita in prigionia. Tutti conoscevano il suo amabile carattere, le sue virtù e la sua immensa sapienza.
Morì martire l’otto rabi°ul-’awwal dell’anno 260 e fu sepolto, come il suo nobile padre, nella santa città di Samarra’.
Il dodicesimo Imam
Il dodicesimo Imam, Abul Qāsim Muĥammad Bin ĥasan, al-Mahdī, al-Hujja, al-Qā’im (aj), è nato a Samarra’ il 15 sha°bān dell’anno 255. al-Mahdī (il Guidato {da Dio sul retto sentiero}), al-ĥujja (la Prova), al-Qā’im (colui che si leva {contro il male}) e Imām uz-Zamān (l’Imam del Tempo) sono i suoi epiteti. Suo padre era l’undicesimo Imam (as) e sua madre si chiamava Narjis.
Perse il padre (as) all’età di cinque anni e diventò in tal modo Imam.
Gli spietati califfi abbassidi – che erano informati dei segni di riconoscimento di questo nobile Imam (as) e ai quali erano pervenuti gli Aĥādīth del Profeta (S) denotanti il fatto che l’undicesimo Imam avrebbe avuto un figlio, il quale combatterà l’oppressione e rovescerà il governo dei tiranni – avevano la ferma intenzione di uccidere, una volta venuto al mondo, il figlio dell’Imam al-°Askarī.
Per questo e per altri motivi il dodicesimo Imam (aj) era costretto a vivere in segreto, in stato d’occultamento; manteneva però il rapporto con la gente per mezzo dei suoi luogotenenti, che si chiamavano:
1) °Uthmān figlio di Sa°īd
2) Muĥammad figlio di °Uthmān
3) Husayn figlio di Rūĥ
4) °Alī figlio di Muĥammad.
A quest’occultazione “minore”, nella quale la gente, pur indirettamente, poteva comunicare con l’Imam (aj), ne susseguì una maggiore, cominciata con la morte dell’ultimo dei suoi luogotenenti, nella quale il rapporto ufficiale di questo nobile Imam (aj) con la gente s’interruppe del tutto.
Il dodicesimo Imam (aj) vive, ancora oggi, in condizione d’occultamento maggiore. Tale situazione permarrà fino al momento in cui la maggior parte della gente del mondo non desidererà con l’anima e col cuore il predominio del monoteismo, non si convincerà del fatto che la risoluzione dei problemi del mondo sta nel rispetto delle leggi divine; non sarà sfinita dalla molta oppressione e tirannia esistente e non sarà pronto il terreno per l’istituzione di un governo mondiale dell’Islam. Solo allora questo nobile e pio Imam si manifesterà, vincendo l’ingiustizia e colmando il mondo d’equità.
Gli Sciiti Duodecimani
Coloro che considerano l’Imam °Alī (as) califfo e immediato successore del Profeta Muĥammad (S) sono chiamati “sciiti”.
Noi Sciiti Duodecimani consideriamo l’Imam °Alī (as), i suoi due figli Hasan (as) e Husayn (as) e i nove infallibili discendenti dell’Imam Husayn (as), le guide sul retto sentiero, e seguono ciò che loro dicono e fanno.
Noi sciiti, nonostante la discordia che abbiamo con i fratelli sunniti (riguardo alla questione del califfato), consideriamo il resto dei Musulmani nostri fratelli: adoriamo un unico Dio, seguiamo tutti la religione del nobile Profeta Muĥammad (S), preghiamo cinque volte al giorno verso la stessa direzione e tutti, indistintamente, consideriamo il glorioso Corano parola di Dio.
Noi siamo convinti che il mondo islamico potrà essere vivo e potente, ritrovare la sua magnificenza e liberarsi dai soprusi e dalle ingiuste imposizioni degli stranieri, solo quando eviterà le discordie e le lotte intestine, concentrando le proprie forze verso un unico obiettivo: la magnificenza dell’Islam ed il progresso dei Musulmani.
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*Tratto da: “L’ABC dell’Islam”. E’ possibile ordinare il testo in forma cartacea presso l’Associazione Islamica Imam Mahdi, scrivendo a imam_mahdi59@yahoo.it o contattando il 3394968095 (anche tramite Whatsapp)
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