Messaggio dell’Imam Khamenei per la morte di Hashemi Rafsanjani
“A Dio apparteniamo e a Lui ritorneremo” [Sacro Corano, 2: 156]
Con dolore e rammarico ho ricevuto la notizia della scomparsa del mio amico di vecchia data, compagno di trincea durante il movimento rivoluzionario islamico e stretto collaboratore per molti anni durante la Repubblica Islamica, l’Hujjatulislam wal Muslimin Hajj Shaykh Akbar Hashemi Rafsanjani.
La perdita di un compagno di lotta e di cammino, la cui esperienza di collaborazione e armonia iniziò cinquantanove anni fa, è difficile e straziante. Quante sono state le difficoltà e avversità che abbiamo attraversato in questi decenni e quale cooperazione e collaborazione abbiamo avuto insieme per molti periodi su un percorso comune che è stato caratterizzato da diligenza, resistenza e assunzione di rischi!
In quegli anni la sua grande intelligenza e intimità era una fonte affidabile di sostegno per tutti coloro che hanno lavorato con lui, soprattutto per il sottoscritto. Le differenze di opinione e di ijtihad durante alcune fasi di questo lungo periodo non hanno mai potuto rompere totalmente un legame di amicizia iniziato a Bayn-ul-Haramayn [l’area tra i due santuari dell’Imam Husayn e il Nobile Abbas] nella città santa di Karbala. E i tentativi dei diavoli che hanno seriamente e faticosamente cercato di approfittare di queste differenze di opinione in questi ultimi anni non hanno mai potuto influenzare il suo profondo affetto personale per la mia umile persona.
Era un esempio raro della prima generazione di combattenti contro l’oppressione monarchica ed è stato uno di quelli che ha sofferto su questa strada pericolosa e gloriosa. Gli anni di carcere, la resistenza alle torture della SAVAK e di fronte a tutte queste e altre cruciali responsabilità durante il periodo della Difesa Sacra, la presidenza del Majlis (Parlamento) islamico e dell’Assemblea degli Esperti e altre simili responsabilità sono alcune delle pagine luminose nella vita movimentata di quel vecchio combattente.
Con la perdita di Hashemi non conosco altra persona con la quale ho avuto una tale esperienza comune e di lungo termine negli alti e bassi sperimentati in questo periodo storico.
Questo vecchio combattente si trova adesso in presenza del Resoconto divino con un ‘fascicolo’ di sforzi e azioni, e questo è il destino di tutti noi funzionari della Repubblica Islamica.
Supplico Dio dal profondo del mio cuore di concedergli il perdono, la misericordia e la clemenza ed esprimo le mie condoglianze alla sua rispettabile moglie, ai suoi figli e fratelli e ai suoi parenti.
Il perdono di Dio sia su di noi e su di lui.
Sayyid Ali Khamenei – 8 gennaio 2017