Sull’hadith “Io sono la città della conoscenza e ‘Ali ne è la porta”

SULL’HADITH “IO SONO LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA E ‘ALI NE E’ LA PORTA”

  

In molte opere classiche della letteratura islamica viene riportato che il nobile Profeta (S) abbia detto: “Io sono la città della conoscenza e ‘Ali ne è la porta”. Questa tradizione viene spesso utilizzata dagli Sciiti in riferimento all’autorità e al rango di ‘Ali Ibn Abi Talib (as).

Una definizione del termine “Shi’a” è stata fornita da Aban Ibn Taghlib, un discepolo dell’Imam Ja’far al-Sadiq (as), il quale ha detto che uno sciita è colui che nei casi di divergenza sui detti profetici tra i Compagni del nobile Profeta (S) fa riferimento all’Imam ‘Ali (as), e nei casi di divergenza sui detti dell’Imam ‘Ali (as) fa riferimento all’Imam Ja’far al-Sadiq (as).

Tale definizione è in accordo ad una tradizione riportata da Anas Ibn Malik ove cita il nobile Profeta (S) dire ad ‘Ali (as) le seguenti parole: “Tu chiarirai ogni divergenza per la mia Comunità riguardo a ciò su cui differiranno sul nostro conto”. Infatti secondo gli Sciiti deve esservi necessariamente un’autorità finale che conduca e giudichi gli affari della Comunità. Le scuole Sunnite hanno conferito questa autorità alla Comunità stessa in accordo alla seguente tradizione da esse attribuita al nobile Profeta (S): “La mia comunità non concorda [unanimemente] su un errore”. Per gli Sciiti una teoria del genere non è plausibile poiché la Comunità Islamica non ha mai concordato unanimemente, per la gran parte dei casi, su una data questione. Ovviamente il discorso non vale se si considera la Comunità Islamica come un determinato gruppo esclusivo a discapito di tutte le altre scuole, ma in questo caso non si tratterebbe che di fanatismo insensato.

Comunque, tornando al nostro discorso principale, ‘Allamah ‘Amini nell’opera “al-Ghadir” cita 143 sapienti Sunniti che hanno riportato l’hadith al-madinah (letteralmente “la tradizione della città”) tra cui Ahmad Ibn Hanbal, Hafiz ‘Abd al-Razzaq al-Sannani, Su’wayd Ibn Sa’id al-Hirawi (insegnante di Ibn Maja) e ‘Abbad Ibn Ya’qub al-Rawajini (insegnante di al-Bukhari e al-Tirmidhi).

Al-Hakim al-Nishaburi riporta la tradizione nell’opera “Mustadrak al-Sahihayn” nella quale l’autore narra le tradizioni secondo lo stesso criterio utilizzato da al-Bukhari e Muslim. Egli afferma infatti che quanto da lui riportato è “in accordo al criterio dei due shaykh”. Il motivo per cui al-Bukhari e Muslim non hanno riportato molte delle tradizioni riportate da al-Hakim è legato a cause politiche di cui verrà fatta menzione più avanti.

Altri sapienti Sunniti che hanno considerato autentico l’hadith al-madinah sono al-Tabari (il quale in genere non cita mai la sua opinione in riferimento alle tradizioni su ‘Ali), Yahya Ibn Ma’in (contemporaneo di Ahmad Ibn Hanbal), Khatib al-Baghdadi e al-Suyuti. Particolarmente significativa è l’opinione di al-Suyuti, essendo questi vissuto nel IX° secolo dell’Egira e quindi successivamente a Ibn Taymiyyah. Ibn Taymiyyah infatti dichiarò la tradizione una pura invenzione, ma la conferma riguardo alla sua autenticità e all’opinione al riguardo dei primi sapienti da parte di Suyuti indebolisce di gran lunga le constatazioni di Ibn Taymiyyah, concepite tra l’altro senza nessuna prova schiacciante.

Un sapiente sunnita contemporaneo, ‘Ali Ibn Muhammad al-‘Alawi, ha scritto un libro chiamato “Daf’ al-irtiab ‘an hadith al-bab” (letteralmente “Rimuovere il dubbio riguardo alla tradizione della città”). Egli afferma che i sapienti dei primi secoli dell’Egira non avevano nessun tipo di problema nel citare i meriti dei Compagni del nobile Profeta (S) all’infuori di quando dovevano citare quelli di ‘Ali Ibn Abi Talib (as).

Quando al-Nisa’i giunse a Damasco notò che le genti offendevano il nome e l’onore di ‘Ali (as) e quindi decise di compilare una raccolta di tradizioni sui suoi meriti. Non appena gli fu chiesto di compilare un libro sui meriti di Mu’awiyah, disse che egli conosceva soltanto la seguente tradizione profetica su tale persona: “O mio Dio! Non lo saziare mai di cibo”. Di conseguenza al-Nisa’i venne picchiato selvaggiamente ed espulso da Damasco. Egli morì durante il suo viaggio di ritorno in Hijaz a causa del pestaggio subito.

Anche al-Shafi’i venne infastidito da alcune personalità al punto tale che, con coraggio, scrisse la seguente poesia: “Se l’amore per l’Ahl al-Bayt significa essere un eretico (rafidi), uomini e jinn testimonino che io sono un eretico”.

Un altro esempio è quello di al-Bukhari che, come riporta al-Suyuti nel “Tadrib al-rawi”, ebbe vari problemi con le autorità Abbasidi durante la compilazione dei suoi lavori.

Salih Ibn Muhammad Ibn Habib al-Hafiz riporta che un giorno si recò da Abu Salt al-Hirawi, uno dei trasmettitori dell’hadith al-madinah, in compagnia di Yahya Ibn Ma’in, una delle autorità più prominenti del suo tempo nell’autenticazione delle tradizioni. Quando l’incontro giunse al termine e i due uscirono dalla casa di al-Hirawi, Salih Ibn Muhammad chiese a Yahya Ibn Ma’in riguardo l’affidabilità di Abu Salt. Yahya Ibn Ma’in rispose che si trattava di un trasmettitore affidabile. A questo punto Salih Ibn Muhammad esclamò: “Che strano! Egli ha riportato [la seguente tradizione]: “Io sono la città della conoscenza e ‘Ali ne è la porta. [Quindi] chi vuole [entrare nel]la città deve passarvi dalla porta-”. Allora Yahya Ibn Ma’in citò altri trasmettitori prominenti di quel tempo che avevano trasmesso tale tradizione a conferma della sua autenticità.

Ahmad Ibn Hanbal riporta che un gruppo di persone dall’Iraq giunse da Zayd Ibn Arqam per chiedergli delucidazioni riguardo all’autenticità della famosa tradizione di Ghadir. Inizialmente, comunque, Zayd Ibn Arqam non rispose, infastidendo così i suoi visitatori. Fu soltanto dopo aver fatto le dovute ricerche riguardo a chi fossero costoro che affermò esplicitamente l’autenticità della tradizione di Ghadir.

Anche Sa’id Ibn Jubayr non riportava mai tradizioni sui meriti dell’Ahl al-Bayt a meno che non si accertasse chi fossero i suoi interlocutori.

Dopo aver constatato quanto detto, non è sorprendente il fatto che l’hadith al-madinah non appaia nei “Sihah al-Sitta”, ad eccezione di al-Tirmidhi che la considera una tradizione riportata attraverso una sola catena di trasmissione (perché evidentemente non al corrente delle altre), a causa dell’atmosfera di ostilità politica che vigeva nei confronti dell’Imam ‘Ali (as) e dei suoi Sciiti.

Ma in accordo alla prospettiva sciita il problema viene risolto in base a quanto riportato dall’Imam al-Sadiq (as) che cita il nobile Profeta (S): “Io sono la città della conoscenza e ‘Ali ne è la porta. [Quindi] chi vuole [entrare nel]la città e [ottenere] la saggezza deve passarvi dalla porta”.

Uno dei significati attribuiti a questa tradizione attiene all’elevata conoscenza dell’Imam ‘Ali (as). In maniera analoga Ibn Hisham, il quale dovette riassumere la “Sirah” di Ibn Ishaq poiché la versione integrale conteneva concetti scomodi per i Banu ‘Umayyah, nella sua versione ridotta riporta la seguente Tradizione: “Non c’è spada all’infuori di zulfiqar (la spada dell’Imam ‘Ali), e non c’è fata (giovane nel pieno del suo vigore e coraggio, cavaliere) all’infuori di ‘Ali”. Questa espressione non vuole certo dire che non vi fossero spade e giovani vigorosi a combattere in nome dell’Islam, ma vuole bensì riporre l’attenzione sulla manifestazione migliore e senza pari di fede, coraggio e fedeltà. Similmente vi sono varie persone che possiedono conoscenza e saggezza ma nessuna di queste può essere paragonata alla conoscenza e alla saggezza di ‘Ali Ibn Abi Talib (as).

Un altro significato attribuito alla tradizione si riferisce alla comprensione della conoscenza di ‘Ali (as) e non alla mera trasmissione, orale o scritta che sia. In questo caso l’Imam ‘Ali (as) sarebbe l’interprete della conoscenza apportata dal nobile Profeta (S). Infatti la possibilità che gli individui abbiano udito le sue parole non assicura la loro comprensione corretta.

Infine il terzo significato degno di nota, e forse il più importante, concerne il livello dell’Imam ‘Ali (as) che, dopo il nobile Profeta (S), non ha eguali nella storia dell’umanità. In una tradizione il nobile Profeta (S) afferma: “La shari’ah sono i miei detti, la tariqah sono le mie azioni e la haqiqah sono i miei stati”. Ciò che viene fornito alla persona quando abbraccia l’Islam, nel suo stadio iniziale, è la parte più superficiale della religione, ma attraverso uno sforzo sincero un viaggiatore spirituale sarà in grado di testimoniare i vari gradi e livelli della conoscenza metafisica. Questo principio viene condiviso da tutte le religioni di origini divine e forme tradizionali.

Certo che ci si potrebbe chiedere il motivo per cui un Musulmano, ad un certo punto, affermi di aver testimoniato l’unicità e unità divina (tawhid), un Cristiano la trinità o un Buddista il nirvana. Anche all’interno di una stessa comunità vi possono essere divergenze riguardo alla testimonianza della verità. Per esempio una persona come Abu Sufyan che ha combattuto contro il nobile Profeta (S) fino all’ultimo momento ed ha accettato formalmente l’Islam soltanto quando la sua vita ed i suoi averi vennero messi a rischio, avrà certamente una predisposizione interiore differente da quella di Salman al-Farsi il cui percorso spirituale ha subito ben altro tragitto.

Il fatto è che la verità è molto profonda e raggiungere le sue vette richiede uno sforzo notevole non privo di pericoli e insidie. E’ in un tale contesto che “’Ali è la porta della conoscenza” e il punto di riferimento in grado di evitare lo smarrimento religioso e spirituale delle persone.

Non ci sono dubbi sul fatto che, tra i Compagni del nobile Profeta (S), l’Imam ‘Ali (as) fosse il più sapiente nell’esegesi del Corano, nella giurisprudenza e addirittura nella recitazione coranica. A tal riguardo si ricordi che la versione della lettura del Corano che oggigiorno viene fatta circolare in tutti i Paesi islamici è quella riportata da Hafs Ibn Sulayman, il quale l’ha riportata da ‘Asim al-Kufi, il quale l’ha riportata da ‘Abd al-Rahman al-Sullami, il quale l’ha riportata da ‘Ali Ibn Abi Talib (as), il quale l’ha riportata dal nobile Profeta (S). Tutte le altre letture non vengono più utilizzate.

Sia in accordo alle fonti sunnite che quelle sciite una parte essenziale della conoscenza dell’Imam ‘Ali (as) è stata trasmessa nel “Kitab al-‘Ali” (Libro di ‘Ali). Una delle ultime tracce, se non proprio l’ultima, del “Kitab al-’Ali” risale all’Imam al-Hadi (as). Muhammad Ibn Faraj riporta che Abu Du’ama si recò dall’Imam al-Hadi (as) quando quest’ultimo era ammalato. Mentre stava per salutarlo prima di andarsene, l’Imam gli disse di volergli fare un regalo in segno di gratitudine per la sua visita. Questo dono consisteva di una tradizione che citò dai suoi padri fino ad arrivare al nobile Profeta (S). Egli disse: “La fede è ciò che vi è nel cuore e viene testimoniata dalle azioni, l’Islam viene [invece] pronunciato dalla lingua ed è ciò che permette la stipulazione dei matrimoni [tra i membri della Comunità Islamica]”. Abu Du’ama disse di non sapere cosa fosse migliore: la catena di trasmissione o il contenuto della tradizione. Allora l’Imam al-Hadi (as) disse: “Questa tradizione è stata scritta per mano di ‘Ali in un libro che adesso è con me”.

Purtroppo non vi è più traccia del “Kitab al-‘Ali” ma la sua conoscenza ci viene comunque trasmessa attraverso altre raccolte tra cui l’opera letteraria araba che, dopo il Corano, possiede il livello più alto di eloquenza linguistica e profondità di contenuti: il “Nahj al-Balaghah” raccolto da Sharif al-Radhi. In questo capolavoro sono stati preservati molti dei suoi sermoni, delle sue lettere e dei suoi detti da cui se ne ricavano lezioni metafisiche, teologiche, storiche ed etiche di un livello tale che nessun altro essere umano, fino ad oggi, è mai riuscito a mettere per iscritto. Ecco dunque la porta della conoscenza a portata di mano la quale, attraverso l’analisi intellettuale e la riflessione spirituale, è in grado di farci accedere alla Città profetica della vera Conoscenza.

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Writer : shervin | Comments Off on Sull’hadith “Io sono la città della conoscenza e ‘Ali ne è la porta” Comments | Category : Tradizioni

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