Fratellanza, coraggio e lealtà in Abbas bin ‘Ali (S.M.Rizvi)

Fratellanza, coraggio e lealtà in Abbas bin ‘Ali

Hujjatulislam Sayyid Muhammad Rizvi

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Chi era Abbas (pace su di lui)? Dai musulmani Abbas è conosciuto in differenti modi: come il leone di ‘Ali, l’eroe di Karbala, il portabandiera di Husayn, l’amato fratello di Zeinab e lo zio amorevole di Sakina (pace su tutti loro).

Abbas era il figlio dell’Imam ‘Ali, il primo Imam e successore del Profeta (pace su di lui e sulla sua famiglia). Egli era il fratello dell’Imam Husayn. Cinquanta anni dopo la scomparsa del Profeta Muhammad, suo nipote Husayn si sollevò contro Yazid, il tiranno regnante del tempo, e rifiutò di prestargli alleanza. Come risultato di questa protesta, Husayn, i membri della sua famiglia ed un piccolo gruppo di suoi compagni vennero circondati dalle forze di Yazid nel deserto di Karbala, che gli negarono l’acqua per tre giorni e, infine, nel giorno di Ashura, Husayn con 100 anime affrontò un esercito di 25.000 soldati. Essi lo posero di fronte alla scelta di prestare alleanza a Yazid o affrontare la morte. In questa battaglia impari, Husayn scelse una morte dignitosa piuttosto che una vita umiliante sotto un tiranno come Yazid. Fu in questo storico evento che Abbas venne nominato comandante in capo e portabandiera delle forze di Husayn. Questo campo di battaglia gradualmente si tramutò in un luogo di pellegrinaggio, e oggi i mausolei di questi due fratelli, con le loro cupole dorate, formano l’orizzonte di Karbala in Iraq.

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Fratellanza

Attraverso il suo sacrificio supremo, Abbas è diventato un’anima universale che trascende tempo e spazio. Lasciateci iniziare con il concetto di fratellanza. La fratellanza può essere compresa su due differenti livelli, uno fisico e personale, e uno spirituale e sociale. Entrambi gli aspetti sono importanti. Comunque la fratellanza basata sulla relazione di sangue deve essere armonizzata con la fratellanza basata sulla relazione spirituale. Nel caso di tensione tra le due relazioni, la fratellanza spirituale avrà la precedenza su quella fisica. (“In realtà in credenti sono fratelli [gli uni con gli altri]”; Sacro Corano, 49:10). L’Imam Zaynul Abidin (pace su di lui), il quarto Imam della Shia e nipote di Abbas, nel suo celebre “Trattato dei diritti” (Risalat al-Huquq) scrive rispetto ai diritti di un credente. Egli dice che un credente deve considerare un altro credente come una fonte di sostegno e protezione, ed essi devono essere sinceri nel consigliarsi ed aiutarsi sul sentiero di Dio. Egli conclude scrivendo: “Se obbedisce al suo Signore ed è responsabile nei Suoi confronti in maniera appropriata, è un bene. In caso contrario, che Dio ti sia più degno e più caro di lui”.

E’ insito nella natura umana, per due fratelli, l’amarsi e sostenersi reciprocamente. Iddio Altissimo tende a lasciare le questioni naturali alla natura e a non parlarne molto, dando indicazioni soltanto quando gli esseri umani deviano dalla loro natura. Sulla fratellanza, ci sono due esempi negativi nel Corano: l’esempio di Qabil (Caino) che uccise suo fratello Hãbil (Abele); e i fratelli di Yusuf (Giuseppe) che cospirarono per sbarazzarsene. In una scala da zero a dieci, possiamo collocare la relazione di Qabil pari a zero, e quella dei fratelli di Yusuf a tre – sul lato positivo, possiamo sicuramente collocare la relazione di Abbas con l’Imam Husayn a dieci.

La devozione di Abbas a Husayn non era soltanto a livello fisico; era basata sul livello spirituale. Ciò è riflesso nella sua dichiarazione a Shimr bin Dhil Jawshan. Shimr, uno dei comandanti delle forze di Yazid, era imparentato ad Abbas attraverso sua madre, che apparteneva alla tribù Kilabiyya (mentre la madre di Husayn era la figlia del Profeta). Shimr giunse a Karbala con un amaan, assicurazione di protezione o amnistia, firmata dal governatore dell’Iraq, per Abbas ed i suoi tre fratelli. Quando Shimr presentò questa amnistia ad Abbas, egli rispose dicendo: “Possa Iddio maledire te e la tua amnistia. Tu assicuri la protezione a noi, ma il figlio della figlia del Profeta non ha amnistia!”

Il messaggio di Abbas ibn ‘Ali a noi è piuttosto chiaro: dobbiamo rafforzare i legami di fratellanza con i musulmani al di là della loro razza, colore, lingua o collocazione geografica. Tutti noi siamo fratelli nella fede; tutte le altre relazioni devono essere armonizzate con questa. Dobbiamo essere in grado di provare la sofferenza di un altro fratello, come ha detto una volta il Profeta: “I musulmani sono come un corpo: quando una parte è ferita, l’intero corpo ne soffre.”

Tra Abbas e l’Imam Husayn, questo livello di vicinanza e preoccupazione è simboleggiato dalle parole di Husayn: quando egli ascoltò Abbas invocare aiuto dopo esser caduto da cavallo, l’Imam provò dolore e disse: “Ora la mia schiena è spezzata, e le mie opzioni sono diminuite.”

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Coraggio

Cos’è il coraggio? Nell’etica islamica, il coraggio non è definito attraverso la forza fisica; coraggio significa avere il controllo sulle proprie emozioni e sensazioni ed usarle soltanto per una giusta causa. Una persona che si basa soltanto sulla propria forza fisica e non può controllare le sue emozioni non è una persona coraggiosa; si tratta piuttosto di una persona avventata.

Nel descrivere il Profeta ed i suoi veri seguaci, Allah dice: “Muhammad è il Messaggero di Dio è coloro che sono con lui sono fermi contro i miscredenti (nemici) e compassionevoli tra loro.” (Sacro Corano, 48: 29).

Iqbal, il famoso poeta del subcontinente indiano, presenta lo stesso concetto col suo stile poetico:

Nella lotta per la verità il credente è solido come l’acciaio

Ma tra gli amici è morbido come la seta

Abbas non era schiavo dei suoi desideri ed emozioni; anche il suo coraggio era legato alla realtà spirituale: Abbas era molto fermo e inflessibile quando affrontava i nemici, ma molto gentile, compassionevole e amorevole verso le persone buone. I figli di Husayn ed il clan dei Banu Hashim lo amavano tantissimo. Egli era lo zio favorito di Sakina, la figlia di quattro anni dell’Imam Husayn.

Sfortunatamente, quello che vediamo nel mondo oggi è che i tiranni, re e generali che governano sui paesi musulmani si comportano in maniera opposta: essi sono umili di fronte ai nemici ma particolarmente coraggiosi quando hanno a che fare con la loro stessa gente e la opprimono!

Quando l’Imam Husayn chiese ad Abbas di cercare di ottenere acqua per i bambini, Abbas affrontò le forze del nemico e fu facilmente in grado di disperderli ed accedere al fiume. Abbas entrò nel torrente e riempì l’otre di acqua. Sulla via del ritorno doveva passare attraverso alcune piante di palma, ed era lì dietro che il nemico si era nascosto per attaccarlo dalle spalle. Un soldato di Yazid lo aggredì da dietro così che egli perse la sua mano destra. Abbas coraggiosamente prese l’otre di acqua e consolò se stesso con i seguenti versi:

Per Dio! Anche se avete tagliato la mia mano destra

Continuerò a difendere la Religione [di Dio]

Ed a sostenere l’Imam della fede sincera

Il nipote del puro e veritiero Profeta

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Lealtà

Noi vediamo che la lealtà è una qualità molto importante, specialmente la lealtà verso una fede e comunità. La lealtà di Abbas è diventata proverbiale nella letteratura di Karbala. Alla vigilia di Ashura, quando l’Imam Husayn chiese ai suoi amici e familiari di andarsene e lasciarlo, poiché i nemici volevano solamente il suo sangue, la prima persona ad alzarsi ed esprimere la sua lealtà fu Abbas ibn ‘Ali. Egli disse: “E perché dobbiamo abbandonarti? Per poter vivere dopo di te! Che Iddio non possa mostrarci mai simile giorno.”

Nel giorno di Ashura, quando l’Imam Husayn gli chiese di trovare acqua per i bambini, egli riuscì ad accedere al fiume. Galoppò verso il torrente, scese e riempì la sacca di acqua. In quanto persona assettata da tre giorni, Abbas poteva dissetarsi, ma non lo fece. Legalmente come moralmente, nulla lo preveniva dal bere l’acqua. Ma egli non lo fece. Fu il senso di lealtà all’Imam Husayn e l’amore per i figli di Husayn ad impedire ad Abbas di bere.

Mentre riempiva l’acqua, egli recitò i seguenti versi:

Mentre Husayn beve l’elisir della morte

Tu vuoi bere questa acqua piacevole e fresca?

Quando guardate lo stendardo di Abbas, vedete sempre un otre di acqua attaccato ad esso, appeso ad esso. Esso ci ricorda la lealtà di Abbas ad Husayn ed ai suoi figli. Questo stendardo ci sfida ad essere leali e fedeli alla nostra fede ed ai suoi valori. Esso sollecita i seguaci di Abbas a sollevarsi contro l’oppressione, la tirannia e l’ingiustizia in qualsiasi forma o sembianza che vediamo ai nostri stessi giorni – tutto in nome di Dio e per servire la causa di Dio.

E concludiamo quindi con un tributo ad Abbas nelle famose parole del sesto Imam che lo lodò dicendo:

Testimonio che ti sei sottomesso [al tuo Imam], hai affermato [la sua verità], e fosti leale e sincero [a lui].”

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Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | Comments Off on Fratellanza, coraggio e lealtà in Abbas bin ‘Ali (S.M.Rizvi) Comments | Category : Ashura e il martirio dell’Imam Husayn(AS)

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