Aneddoti dalla vita di Muqaddas Ardabili

Aneddoti dalla vita di Muqaddas Ardabili

Muhammad Ibn Ahmad, meglio noto come “Muqaddas Ardabili”, nacque ad Ardabil nella provincia iraniana dell’Azerbaijan e morì nella città santa di Najaf, in Iraq, nell’anno 993 dell’Egira. Egli proveniva da una famiglia poco conosciuta e, per questo motivo, gli storici non sono stati in grado di reperire la sua esatta data di nascita. Dopo il martirio di Shahid al-Thani, egli divenne il marja indiscusso del suo tempo.

Muqaddas Ardabili rivitalizzò la hawzah di Najaf fondata dal grande Shaykh Tusi. Tra i suoi studenti vi erano molti mujtahidin tra cui il figlio stesso di Shahid al-Thani, che fu l’autore della celebre opera sui principi di giurisprudenza intitolata “Ma’alim al-Usul”.

Tra le opere di Muqaddas Ardabili possiamo enumerare lo “Zubdah al-Bayan”, riguardante la giurisprudenza dedotta dai versetti del sacro Corano, e lo “Hadiqah al-Nadiyyah” inerente alla biografia dei 14 Infallibili.

Molte persone hanno riportato, attraverso loro parole, che Muqaddas Ardabili abbia incontrato più volte l’Imam Mahdi (AJ). Ogni volta che era in difficoltà riguardo ad una determinata questione, prima di emettere una fatwa o risolvere un problema, si recava al mausoleo del Principe dei Credenti (A) affinché venisse guidato. Inoltre egli non venne mai visto commettere alcun atto lecito (mubah) ma soltanto obbligatorio (wajib) o meritorio (mustahab).

 

Muqaddas Ardabili nel suo primo periodo di Hawzah

Durante il suo primo periodo di studi alla hawzah, Muqaddas Ardabili aveva stabilito un buon rapporto di amicizia con un altro studente di nome Mirza Aju Jani. Entrambi studiavano con gli stessi insegnanti. Mirza Aju Jani era solito ripassare le sue lezioni dopo il maghrib continuando fino al mattino successivo. Comunque Muqaddas Ardabili era solito dormire dopo la preghiera della sera (salat al-‘isha’) fino a che non si svegliava per pregare la preghiera notturna (salat al-layl). Poi, in un breve lasso di tempo dopo il fajr, questi era in grado di comprendere e ricordarsi tutti i concetti discussi durante le lezioni dopo una semplice lettura dei suoi libri e appunti.

 

Un sogno di Muqaddas Ardabili

Una volta Muqaddas Ardabili ebbe un sogno ove vide l’Inviato d’Iddio (S) seduto accanto al profeta Musa (A) il quale gli chiese chi fosse l’individuo innanzi a lui. L’Inviato d’Iddio (S) rispose: “Si tratta di uno dei sapienti della mia comunità”. Quindi il profeta Musa gli chiese il permesso di potergli porre qualche domanda e il Profeta (S) acconsentì. Chiese quindi a Muqaddas quale fosse il suo nome ed egli rispose dicendo: “Il mio nome è Muhammad Ibn Ahmad e provengo da Ardabil. Vivo a Najaf e la mia casa è situata qui nelle vicinanze”. Muqaddas Ardabili continuò a presentarsi per cinque o sette minuti finché il profeta Musa (A) gli disse: “Avevo semplicemente chiesto il tuo nome. Perché ti sei dilungato così tanto?”. Muqaddas Ardabili disse: “O parola di Dio! Vorrei ricordavi alcuni versetti della sura Ta Ha ove si menziona che voi passaste da una valle con la vostra sposa. Era una notte oscura e voi avevate bisogno di luce. All’improvviso notaste la luce di un fuoco proveniente dall’alto di una collina. Quando raggiungeste il fuoco udiste una voce provenire da un cespuglio dire:- Oh Musa! Io sono Iddio tuo-. Poi Iddio vi chiese:- Cosa c’è nella tua mano destra?-. Voi rispondeste:- Questo è il mio bastone che uso come sostegno quando mi appoggio, che utilizzo per le mie pecore e che uso [anche] per altre cose-”. Poi aggiunse: “O profeta Musa! Iddio vi chiese soltanto una domanda ed avreste potuto semplicemente rispondere:- Si tratta del mio bastone-. Che bisogno c’era di dilungarsi?”. Quindi il profeta Musa (A) rispose dicendo: “O uomo! Si trattò della mia prima opportunità di conversare con Iddio. Era il mio cuore che mi diceva di prolungare quella conversazione il più possibile e così ho fatto!”. Allora Muqaddas Ardabili gli disse: “O profeta d’Iddio! Sto conversando con voi per la prima volta e quindi il mio cuore mi sta dicendo di prolungare la conversazione il più possibile”. Il profeta Musa (A) allora indietreggiò e disse: “Adesso non ho più bisogno di chiederti niente”. Poi tornò vicino all’Inviato d’Iddio (S) e gli disse: “Tu hai ben detto che i sapienti della tua comunità sono migliori dei profeti dei Bani Isra’il!”.

 

L’umiltà di Muqaddas Ardabili

Muqaddas Ardabili era sempre pronto ad aiutare i credenti e a far fronte ai loro problemi. Un giorno, mentre stava camminando lungo la riva di un fiume, venne chiamato da una persona che gli chiese di lavargli i propri abiti, poiché era giunta da Karbala per visitare il Principe dei Credenti (A) ed era molto stanca. Ovviamente, non aveva riconosciuto chi fosse.

Mentre Muqaddas Ardabili stava lavandogli i vestiti, l’uomo notò una folla di persone che si stava riunendo sbalordita attorno a loro e quindi chiese a costoro il motivo del loro stupore. Essi dissero che quella persona altro non era che il più grande giurista, nonché il grande marja’ del suo tempo, Muqaddas Ardabili. L’uomo cercò invano di riprendersi i vestiti prima ch’egli finisse di lavarli, lo implorò, ma il grande mujtahid glieli rese soltanto dopo aver completato il lavaggio.

L’uomo gli chiese immediatamente perdono ma Muqaddas Ardabili gli disse di non usare assolutamente tali parole. Infatti continuò dicendo che è un dovere di ogni credente quello di aiutare un suo fratello di fede.

 

La grandezza di Muqaddas Ardabili

I Safavidi rappresentarono la prima grande dinastia sciita ad avere avuto il controllo di un vasto territorio come quello dell’antica Persia. Nonostante ciò, Muqaddas Ardabili si rifiutò di contribuire allo sviluppo dell’impero governato, al suo tempo, da Shah ‘Abbas Safavi. Inutile dire, quindi, che vi fosse un certo tipo di tensione tra le due parti. Spesso, comunque, Muqaddas Ardabili si recava da Najaf a Mashhad a piedi per fare visita all’Imam Ridha (A).

Un giorno Shah ‘Abbas si arrabbiò moltissimo con uno dei suoi ministri, il quale per timore scappò rifugiandosi a Najaf, ove si incontrò con Muqaddas Ardabili. Il ministro gli chiese se questi avesse potuto cercare di riappacificarlo con lo Shah. Muqaddas Ardabili scrisse dunque una lettera allo Shah ove dichiarava le seguenti parole: “Allo Shah ‘Abbas, governatore di un regno temporale. Questa persona era un oppressore ma adesso è divenuta oppressa. Perdonala affinché Iddio possa forse perdonare anche te”. Quando la lettera giunse allo Shah, questi si alzò in piedi, prese la lettera con grande rispetto, la toccò strofinandola sugli occhi e poi la aprì. Dopo averla letta, lo Shah rispose dicendo di aver perdonato il ministro e chiese a Muqaddas Ardabili di ricordarlo nelle sue preghiere. Shah ‘Abbas, il grande re di Persia, si inchinò così al volere di una delle persone che vivevano nella maniera più semplice e modesta possibile del suo tempo.

 

Muqaddas Ardabili nel mausoleo degli Infallibili

L’episodio seguente è stato riportato sia da Amir ‘Alam che da Shaykh Fadlullah Tawqiti, entrambi studenti di Muqaddas Ardabili. Una notte Amir ‘Alam era assorto nei suoi studi in camera sua. A mezzanotte sentì la necessità di uscire nei pressi del mausoleo del Principe dei Credenti (A). Ivi notò una persona recarsi all’interno del mausoleo e volle seguirla da dietro. Quando giunse al dharì capì che questa persona stava avendo una discussione privata con un’altra persona. Una di esse era Muqaddas Ardabili, del quale riconobbe sia le sembianze che la voce, mentre l’altra invece non riusciva a notarla ma solo a sentirne la voce. Finita la conversazione Muqaddis Ardabili uscì dal mausoleo e si recò alla moschea di Kufa. Amir ‘Alam continuò a seguirlo di nascosto. Capì nuovamente che il suo insegnante stava discutendo con qualcuno di cui sentiva la voce ma non vedeva le sembianze. Poi Muqaddas Ardabili tornò nuovamente verso Najaf e, dopo aver sentito un singhiozzo involontario da parte di Amir ‘Alam, riuscì a identificarlo.

A quel punto Muqaddas Ardabili disse al suo discepolo: “Fintanto che sono in vita, non dovrai parlare a nessuno di questo evento”. Poi continuò dicendo: “Stavo cercando di risolvere una questione riguardo alla lezione di domani e non è bene che un insegnante si presenti davanti ai suoi studenti impreparato. Sono quindi andato dal nobile ‘Ali per chiedergli aiuto e lui mi ha detto che in questo periodo devo cercare la guida dell’Imam del Tempo e quindi mi ha esortato ad andare a Kufa. Quando sono entrato nella moschea di Kufa ho visto l’Imam del Tempo che mi ha guidato. Adesso sono pronto per la lezione di domani”.

 

La provvidenza divina per Muqaddas Ardabili

Durante il periodo in cui viveva a Kufa, Muqaddas Ardabili era solito portare un turbante fatto con un tessuto di una qualità pregiatissima e che costava molto cara. Egli era solito donare pezzi di questo suo turbante ai mendicanti affinché anche loro potessero trovare sostentamento. Spesso quando tornava a casa il suo turbante diveniva assai piccolo a motivo della sua magnanimità.

Giunse poi un periodo di crisi economica e carestia che, però, non fermò la generosità di Muqaddas Ardabili nei confronti dei più bisognosi. Ad un certo punto sua moglie si lamentò dicendo: “Hai dato tutti i nostri averi agli altri, ed a noi non è rimasto quasi più niente! Tra qualche giorno non avremo più niente di cui sostentarci!”. Dunque Muqaddas Ardabili decise di ritirarsi in isolamento (i’tikaf) nella moschea di Kufa per tre giorni per pregare Iddio. Il terzo giorno, un uomo bussò alla porta della sua casa. Quando la moglie aprì la porta notò un signore arabo che era venuto a donarle due muli che trasportavano grossi sacchi di farina della migliore qualità. Questi le disse che tale dono proveniva da una persona che si trovava in isolamento in moschea.

La moglie non perse tempo e con quella farina preparò subito del cibo che fece mandare in moschea per suo marito affinché rompesse il digiuno. Quando Muqaddas Ardabili tornò a casa, le disse: “Non ho mai assaggiato alcun cibo buono quanto quello che mi hai mandato”. La moglie si rese allora conto che suo marito non aveva inviato alcuna farina; ella descrisse il signore arabo e Muqaddas Ardabili offrì immediatamente due rakat di preghiera per ringraziamento.

 

L’amore per l’Ahl al-Bayt

L’amore di Muqaddas Ardabili nei confronti dell’Ahl al-Bayt (as) era molto forte. Durante il periodo in cui visse a Karbala, ogni volta che doveva andare in bagno, era solito camminare 4 farsakh (circa 14 miglia) fuori dalle mura della città. Una volta gli fu chiesto il motivo per cui egli percorresse una simile distanza prima di andare in bagno ed egli rispose che il suo cuore non accettava di lasciar cadere neanche una goccia nella terra sacra ove è stato martirizzato il Signore dei Martiri (A).

Egli, inoltre, era molto meticoloso nel seguire la sacra shari’ah trasmessa dagli Imam, segno distintivo di chi ama fortemente l’Ahl al-Bayt. Gli Imam, infatti, avevano compiuto enormi sacrifici affinché la Legge Islamica venisse praticata e preservata.

E’ stato riportato che, dopo la sua morte, alcuni mujtahidin videro Muqaddas Ardabili in sogno mentre usciva dal mausoleo del Principe dei Credenti (A). Questi disse loro: “Tutte le mie azioni non mi hanno giovato tanto quanto il mio amore riposto nei confronti della persona dentro a questo mausoleo!”.

 

Traduzione a cura di Islamshia.org © È autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | Comments Off on Aneddoti dalla vita di Muqaddas Ardabili Comments | Category : Via Spirituale

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