Zahar (Hamas): “Soleimani ci ha dato tutto ciò che l’Iran potesse offrire”

Zahar (Hamas): “Soleimani ci ha dato tutto ciò che l’Iran potesse offrire”

Riportiamo la trascrizione dell’intervista concessa alla televisione satellitare libanese “Al-Mayadin”, l’11 gennaio 2020, dal cofondatore di Hamas e suo importante esponente Mahmud al-Zahar, sul ruolo del Generale Martire Qassem Soleimani nel sostegno alla Resistenza palestinese e sul suo rapporto con il movimento di Hamas in particolare. Padre di due martiri, Khaled e Hussam, assassinati dal regime di occupazione israeliano, nel 2006 al-Zahar ha ricoperto anche l’incarico di Ministro degli Esteri del governo della Striscia di Gaza.

Giornalista: Dr. Mahmoud al-Zahar, bentornato. Non c’è dubbio che la grande solidarietà di Hamas con l’Iran per il martirio del generale Qassem Soleimani ha sollevato molte domande e analisi. Ci rivolgiamo quindi a Lei per chiarire i fatti. Il martirio del Generale Hajj Qassem Soleimani ha effettivamente avvicinato l’Iran e Hamas e rafforzato la loro alleanza, dopo periodi di alti e bassi nelle loro relazioni per ragioni regionali? È vero?

Dr. al-Zahar: In Nome di Allah il Misericordioso il Compassionevole, lode ad Allah, e la pace e le preghiere siano sul Suo Profeta… in realtà credo che il rapporto [tra la Repubblica Islamica dell’Iran e Hamas], in base alla mia esperienza in questo campo, risalga al 1991 quando un gruppo palestinese fu deportato da Israele a Marj al-Zohour [nel sud del Libano]. All’epoca l’Iran inviò alcuni suoi funzionari civili per ascoltare le richieste dei palestinesi deportati, al fine di sostenere questo gruppo che si trovava ai confini della Palestina e che poi fu in grado di poter rientrare l’anno successivo. Pertanto, i gruppi di delegati e le personalità iraniane che si occupavano della questione erano noti e chiari. E sono ancora presenti fino ad oggi.

Il successivo momento significativo è stato poi quando Hamas, dopo le elezioni del 2006, è andato al governo [di Gaza]. All’epoca, come Ministro degli Affari Esteri, ho visitato l’Iran e incontrato tutti i partiti politici e differenti funzionari. Il nostro rapporto si è quindi rafforzato e il loro supporto è aumentato non solo nel campo militare, ma anche a livello politico, con il sostegno al nostro governo. Successivamente le relazioni sono continuate fino a quando la visione condivisa diventò indiscutibile: la battaglia per liberare la Palestina è una vera battaglia, una realtà coranica realizzabile con la cooperazione, in particolare con una cooperazione come questa che non si fonda su interessi a breve termine, ma su una dimensione strategica, vale a dire il raggiungimento di obiettivi globali tra cui la fine dell’occupazione e la creazione di uno Stato palestinese sull’intero territorio della Palestina. Tutto ciò mantenendo relazioni equilibrate e rispettose con tutte le parti che hanno contribuito a liberare la Palestina. Penso che questa causa non sia collegata solo al Martire Soleimani, anche se aveva un ruolo cruciale ed era una personalità molto importante in quanto ne conosceva anche i minimi dettagli. Credo pertanto che la nostra causa non sarà influenzata. L’unico problema è trovare la persona che sarà in grado di sostituire Soleimani durante questo periodo.

Giornalista: Abu Khaled, il martire generale Qassem Soleimani ha mai visitato la Striscia di Gaza? Vi siete mai incontrati?

Dr. al-Zahar: No, è molto difficile. È molto difficile venire a Gaza. Per arrivarci ci sono solo due modi: dall’Egitto o dall’entità israeliana. Ad ogni modo, questo in realtà non è mai successo. Almeno per quanto ne so.

Giornalista: In una dichiarazione rilasciata ieri, il rappresentante di Hamas in Libano ha affermato che Soleimani ha visitato la Striscia di Gaza più volte.

Dr. al-Zahar: Onestamente non ho informazioni al riguardo. Non lo so.

Giornalista: Quindi forse sì, forse no…

Dr. al-Zahar: E’ un rischio che il Martire Soleimani potrebbe aver valutato. Non lo so. Non so tutto. Alcuni problemi di sicurezza e militari sono confidenziali e solo una o due persone potrebbero conoscerli. Ma personalmente…onestamente non lo so.

Giornalista: Va bene. Dr. Al-Zahar, Lei ha mai incontrato il Martire Soleimani di persona? Ha avuto una relazione personale con lui?

Dr. al-Zahar: Sì, l’ho incontrato più volte. Credo che abbia apprezzato molto il ruolo di Hamas nei diversi campi. L’ho incontrato più volte. E ogni volta ero sempre più fiducioso che quest’uomo, che era stato designato come comandante della Forza Quds (Gerusalemme), legasse il suo nome ad al-Quds perché era sincero nel suo sostegno alla causa palestinese, e ad al-Quds in particolare. Ha scelto questo titolo e l’ha incarnato davvero. Era un uomo di parola. Quest’uomo era in realtà pronto a dare, e in realtà ha dato, tutto ciò che la Repubblica Islamica può offrire per sostenere la causa della Resistenza.

Giornalista: In cambio di questo sostegno, l’Iran vi ha mai chiesto qualcosa, a livello politico o militare? O ha chiesto (ad Hamas) di adottare determinate posizioni?

Dr. al-Zahar: Questa è in realtà una domanda molto importante, perché coloro che desiderano indebolire il progetto della Resistenza insistono sul fatto che l’Iran vuole usare Hamas o [la sua ala militare] le Brigate al-Qassam come forze per procura nel suo conflitto regionale. In tutto il periodo trascorso non abbiamo mai assistito – né ci è neanche mai passato per la testa – che l’Iran potesse chiederci qualcosa. La nostra lunga esperienza con la Repubblica Islamica – che come ho già detto risale al 1991 – fino ad oggi non ha mai rivelato, nemmeno per un momento, che l’Iran volesse usarci per qualsiasi altra causa che non fosse quella della Palestina. Tutte le nostre energie erano dedicate alla nostra causa e ne erano consapevoli. Il Martire Qassem Soleimani è stato uno dei tanti che ha insistito sul fatto che per liberare la Palestina la causa palestinese dovrebbe puntare tutta la sua attenzione e le sue forze sull’occupazione. Soltanto dopo le parti potranno sedersi per discutere e gestire le proprie relazioni. Alcuni Paesi che non fanno nulla per la Palestina e anzi la stanno combattendo, hanno cercato di affermare che l’intervento iraniano in Palestina serve gli interessi dell’Iran e non quelli della Resistenza. Rendo testimonianza dinanzi a Dio Onnipotente che in tutti questi anni, dal 1991 fino ad oggi, non ho mai sentito, neanche per un secondo, che vi sia stata una sola richiesta iraniana a danno della causa palestinese.

Giornalista: Dott. Al-Zahar, riguardo al rapporto con il nuovo comandante della Forza Quds dei Guardiani della Rivoluzione Islamica, Ismail Qa’ani, è stato riportato che Qa’ani ha incontrato una delegazione di Hamas insieme alla Guida Suprema della Repubblica Islamica Sayyed Ali Khamenei…Ha informazioni sugli esiti di questi incontri? Come le sembra il rapporto con il nuovo comandante? Pensa che il Generale Qa’ani avrà le stesse capacità del Generale Soleimani o vi offrirà la stessa collaborazione che Soleimani vi ha offerto?

Dr. al-Zahar: Dovremmo sottolineare che la politica iraniana non dipende da una persona, nemmeno dal Presidente. La politica è decisa da un sistema e da un gruppo che controlla le relazioni tra l’Iran e la causa palestinese. Le ho detto che nel 2006, quando sono stato designato come Ministro degli Affari Esteri, ho incontrato il presidente Ahmadinejad, il Ministro degli Esteri, il martire Qassem Soleimani e molti funzionari. Siamo stati anche invitati a diverse conferenze. Ogni conferenza ha menzionato la stessa causa: la causa palestinese, che è di fondamentale importanza per l’Iran. È così che ne hanno parlato. Ne abbiamo sentito parlare in ogni forum e in ogni luogo. Questo è ciò che possiamo confermare. Questo è anche uno dei motivi principali per i quali intratteniamo buoni rapporti con l’Iran. Non è una relazione in cui una parte sta sfruttando l’altra.

Pertanto, questa lunga esperienza a livello politico, diplomatico o di sicurezza e in termini di altri aiuti e tecniche di autodifesa mostra che questa relazione non dipende dagli individui. Anche se il Martire Soleimani non ci sarà più, tutti i risultati che abbiamo raggiunto non andranno persi e le relazioni precedenti continueranno; questa è la mia opinione. In realtà non ho mai incontrato Qa’ani e non so se qualcuno dei miei fratelli lo abbia fatto, anche se è assolutamente logico incontrare il nuovo comandante di questa forza che ha l’onore, come ogni persona che gode di questo prestigio, di essere associato ad al-Quds. Come tutti sanno, la battaglia finale promessa è un fatto coranico. E tutti coloro che prendono parte a questa battaglia cambieranno non solo la geopolitica di tutta la regione, ma a Dio piacendo, andranno anche in Paradiso.

Giornalista: Secondo le foto scattate durante il funerale, c’è stato un incontro tra la delegazione di Hamas, che si è recata a Teheran per rendere omaggio al martire Soleimani, e Ismail Qa’ani. Tuttavia, non è chiaro se quell’incontro fosse solo per porgere le condoglianze o fosse una vera riunione con scambi di vedute e programmi. Non lo so.

Dr. al-Zahar: Certamente bisogna confrontarsi e prendere decisioni. È anche del tutto logico che Hamas chieda la continuità del rapporto tra il nostro movimento, ma anche tutte le forze della Resistenza palestinese, in particolare della Striscia di Gaza, e l’importante Forza Quds e la Repubblica Islamica che sostengono il progetto della Resistenza. Questo assassinio è la più grande prova della sincerità della politica della Repubblica Islamica. Se l’Iran facesse parte del gruppo degli ipocriti (munafiqun), e se non esercitasse pressioni sull’entità israeliana e sugli interessi israeliani-occidentali legati al sionismo cristiano, ebraico e persino arabo…se ciò fosse vero, non ci sarebbe stato questo assassinio. L’assassinio è stato effettuato perché c’erano misure pratiche prese dalla Forza alQuds e dalla Repubblica Islamica dell’Iran, attraverso i loro membri, componenti e dirigenti, per sostenere il progetto della Resistenza.

Giornalista: “Il sangue di mio padre ci aprirà la strada per pregare ad al-Quds (Gerusalemme)”. Dr. al-Zahar, queste sono le parole di una ragazza musulmana – la figlia del Martire Soleimani – che ha perso suo padre, ma ancora continua a parlare di al-Quds, della Palestina, in arabo e di fronte a una folla di fedeli, mentre tiene un’arma in mano, anche se non dovrebbe avere più di venti anni. Dr. al-Zahar, qual è il suo commento di fronte a una scena del genere? E quanto questa scena mette in discussione un’idea che molti hanno cercato di rafforzare e per la quale sono state pagate ingenti somme di denaro per vederla trasformata in “opinione pubblica”. Sto parlando del tentativo di divisione settaria e di allontanamento delle persone che appartengono a scuole islamiche diverse dalle cause verso le quali i musulmani – dall’Iran al Pakistan fino all’Indonesia – sono solidali.

Dr. al-Zahar: Innanzitutto permettetemi di esprimere le mie più sincere condoglianze a questa ragazza, figlia dell’uomo che ha dedicato la sua vita alla Palestina. Se il Martire Qassem Soleimani non fosse stato fedele alla Palestina, sua figlia non avrebbe proferito queste parole. Se le parole del padre fossero state politicamente motivate e disoneste, sua figlia non avrebbe sottolineato l’importanza della causa palestinese della quale ha sentito continuamente parlare suo padre. Ella ha raggiunto la certezza che egli credesse nella liberazione della Palestina e nella battaglia finale promessa, altrimenti non sarebbe uscita, non si sarebbe alzata in piedi, non avrebbe impugnato un’arma e detto quelle parole. Come dice il proverbio: “Tale padre tale figlio”. La figlia, il figlio, il fratello ecc. del Martire Soleimani seguiranno tutti i suoi passi. Possano tutti i nostri martiri riposare in pace.

Il giornalista: Amin.

Dr. al-Zahar: Per quanto riguarda la parte successiva della domanda, hanno detto che l’Iran sta spendendo denaro per sviluppare centri ideologici in Palestina. Invito chiunque a venire nella Striscia di Gaza e trovare qualcuno che si è convertito allo Sciismo, o trovare un posto, un centro o un’istituzione per gli sciiti. Queste accuse vengono diffuse solo per creare una spaccatura tra di noi. Perché? Chi lo fa? La Sunna (Tradizione del Profeta Muhammad) consente la cooperazione con l’occupazione israeliana? La Sunna permette di dare soldi all’entità israeliana e di sostenere il sionismo cristiano? I musulmani non dovrebbero aiutare i loro fratelli? I musulmani – sciiti, sunniti, curdi, afgani o pakistani – sono fratelli; indipendentemente dalla loro nazionalità, Paese, identità o passaporto. I musulmani sono fratelli. L’Islam è una fede che alberga nel cuore e deve poi essere tradotta anche in azioni. Pertanto dire che l’Iran sta cercando un’influenza in Palestina è una menzogna. Sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario. Non abbiamo mai sentito nessuno [della Repubblica Islamica dell’Iran] chiederci qualcosa in cambio. L’Iran ci ha fornito ogni tipo di supporto, anche a livello politico, per servire la causa palestinese. Tuttavia non ci ha mai chiesto una cosa del genere. E se qualcuno ha prove, allora lo invito a presentarle alla gente affinché la verità venga rivelata. Ma come testimone diretto in tutto questo lungo periodo – dal 1991 fino a questo momento – vi assicuro che il sostegno iraniano alla causa palestinese è altruistico. L’Iran è certo che Hamas e la Resistenza palestinese sono assolutamente seri nel voler liberare la Palestina e nel partecipare alla battaglia finale promessa.

Giornalista: Sono sicuro che ha sentito parlare o seguito le critiche rivolte ad Hamas quando la sua delegazione, guidata da Ismail Haniyeh, ha partecipato al funerale del Martire Soleimani, e dopo il discorso pronunciato dal Sig. Haniyeh che ha definito il Generale Soleimani come “martire di al-Quds” (Gerusalemme). Alcune di queste critiche provenivano da movimenti islamici in generale, non da Hamas e dai suoi membri in particolare. Come avete accolto queste critiche, o queste voci, che hanno messo in discussione (la lealtà di Hamas), l’hanno attaccato e hanno ritenuto che avrebbe esagerato nell’esprimere i suoi sentimenti?

Dr. al-Zahar: In effetti, il problema o i problemi che erano stati sollevati in precedenza, vennero esagerati, e alcuni avevano preso posizione contro l’Iran a causa di questi problemi. Speravamo che entrambe le parti, musulmani sunniti e sciiti, facessero alcuni passi per colmare il divario tra le posizioni politiche – non quelle religiose. Ogni essere umano ha le sue convinzioni, comportamenti, stile e approccio. Ma ciò che ci unisce è la frase: “Non vi è altro Dio oltre Allah e Muhammad è il Suo Messaggero”. Voglio – senza addentrarmi in questo argomento e rimanere coinvolto in controversie – invitare gli studiosi islamici, sciiti, sunniti e altri, a tenere una conferenza per risolvere la controversia e trovare una soluzione, una soluzione comune per tutti le attuali dispute; e di consigliare a musulmani, sciiti, sunniti e altri, di seguire istruzioni precise. Solo allora il piano orchestrato da colonialisti, sionisti e altri crollerà. Come sapete molte persone sono settarie, tanto fra i sunniti quanto tra gli sciiti e altri. Quelle persone dalla mentalità ristretta non dovrebbero distrarci dal più grande progetto.

Voglio ricordare loro un hadith del Profeta (S) riportato da Thawban. Lo citerò sinteticamente. Il Profeta (S) disse: “Allah ha riunito il mondo per me e ho visto l’Oriente e l’Occidente. Invero il dominio della mia Ummah raggiungerà quel che s’è riunito per me.” Non ha parlato di sciiti o sunniti. Seguiamo tutti la Sunna (Tradizione) del Profeta Muhammad. Abbiamo un Profeta diverso da Muhammad del quale seguire la Sunna? Ci sono alcune differenze dottrinali e alcuni giudizi personali di alcuni studiosi. Tuttavia, in sostanza, il nostro giudizio deriva dalla nostra convinzione che Allah è il nostro Dio e la nostra assoluta lealtà è nei Suoi confronti.

Giornalista: Quello che quindi comprendo è che a Hamas non è interessato alle opinioni degli estremisti, che siano sunniti, sciiti o altri?

Dr. al-Zahar: In realtà siamo feriti da questo argomento, specialmente dalle dure parole offensive rivolte nei confronti della Resistenza e di Hamas. Abbiamo sentito molte parole su questa questione. Suggerisco, per superare questa crisi ed evitare di rimanere impantanati nella palude in cui vogliono farci cadere, che i nostri studiosi tengano una conferenza per unire le loro parole e adottare un unico approccio. In questo modo non saremo più presi di mira – sia in malafede sia per ingenuità – per le nostre idee e posizioni.

 

Traduzione a cura di Islamshia.org © È autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Attualità, politica e società , Novità

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