LE CINQUE CATEGORIE DI PERSONE SECONDO L’IMAM ALI
Gente! Siam giunti in un’epoca disgraziata, un’epoca funestata dal capriccio, in cui la virtù è additata a ludibrio e accrescono le angherie dell’oppressore. E noi, né facciamo buon uso di quel che conosciamo, né ci sforziamo a colmare la nostra ignoranza. Continuiamo a vivere senza temere calamità, fin quando non ne siamo colpiti.
Esistono quattro categorie di persone. La prima è quella di coloro che non commettono misfatti in quanto impossibilitati dal proprio basso rango e dalla propria scarsità di mezzi.
Poi vi sono quelli che, sguainata la propria spada, operano senza alcun ritegno ogni genere di nefandezza: costoro, radunati fanti e cavalieri, votano loro stessi al saccheggio e alla rapina, alla testa di masnade o dall’alto di pulpiti, sino a distruggere nei propri cuori ogni residuo di vera fede. Che tragico abbaglio barattare quel che è presso Iddio con l’illusione dei beni terreni!
Al terzo gruppo appartengono coloro che mirano ai benefici di questo mondo mediante azioni degne dell’altro, senza in realtà procurarsi le grazie di quest’ultimo mediante virtuose condotte mondane. Costoro ostentano dignità e compostezza, incedono lenti e pacati, le loro membra, adorne delle stoffe più pregiate, apparecchiano apparenze atte a catturare l’altrui benevolenza, approfittando di una simulata prossimità divina per commettere peccato.
Infine vi sono coloro a cui insignificanza e carenza di mezzi hanno impedito di fare mambassa. Costoro mistificano la propria sventura sotto le mentite spoglie del disprezzo del mondo, vestendo sé stessi del virtuoso abito della rinuncia, pur non avendo nulla a che fare con cosiffatte sbandierate virtù.
Ciò che rimane, è la cerchia di coloro che ricordano ove è il loro ritorno mentre mantengono il proprio sguardo costantemente basso, spargendo lacrime per timore del Gran Raduno. Taluni di essi, spaventati dal mondo, fuggono via e si disperdono; talaltri, terrorizzati, vi si sottomettono; alcuni tacciono come se imbavagliati; altri pregano con cuore sincero; altri ancora, lacerati dall’angoscia, tormentati dal dolore, annichiliti dal terrore e soverchiati dalla sventura, annegati in un oceano di amarezza, languono silenziosi e con i cuori trafitti dalle pene. Costoro pregano sino allo sfinimento, oppressi da incontenibile vergogna, mentre le loro file, falcidiate da continui spargimenti di sangue, si riducono sempre più ad un esiguo minuscolo resto.
Ai vostri occhi il mondo, con tutti i suoi allettamenti, dovrebbe valer meno d’una corteccia d’acacia, meno d’una pezza di lana. Seguite l’esempio di chi vi ha preceduto e liberatevi dal mondo e dai suoi allettamenti; rifiutatene la natura perversa poiché esso sfuggì a mani ben più rapaci e ostinate delle vostre!
(Nahj ul-Balagha, sermone 32)
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