Le famiglie compongono la società, e quando in esse regnano l’affetto, la concordia e la solidarietà, si viene a creare una organizzazione completa e organica, ed è alla luce di questa armonia che viene fondata una società sana e potente mobilitata e diretta verso la felicità collettiva.
Ma, quando queste piccole unità che formano la società sono soggette al disordine e alla confusione, quando perdono il loro equilibrio, le società cessano di promuoversi.
L’uomo è stato creato con la volontà di sopravvivere. Egli impiega tutte le sue forze in questo compito. Il miglior mezzo per raggiungere questo obiettivo è riprodursi. Poiché il bambino costituisce una parte dell’esistenza della persona, la continuazione della sua esistenza, questo bisogno innato non può essere soddisfatto che assumendosi delle responsabilità familiari.
Una parte importante delle attività e degli sforzi economici impiegati per sostenersi, hanno come causa l’interesse che si porta alla sussistenza della famiglia.
I pareri sono suddivisi in ciò che concerne le origini della famiglia. Per alcuni, la formazione di una famiglia è il solo mezzo per soddisfare i bisogni sessuali. Altri, che non vedono che l’interesse materiale, gli attribuiscono un aspetto economico. Essi pensano che il matrimonio sia una sorte di commercio e di scambio fra due famiglie. Questi punti di vista sono ben lontani dalla verità della vita coniugale, che è una necessità sociale avente come scopo la sopravvivenza della specie.
In generale, i sentimenti spirituali tra la donna e il marito rigettano completamente la storia del fattore economico che risulta essere il più grande insulto alla natura dell’uomo, e che però alcuni considerano come la sola causa del bisogno della donna nell’uomo.
Dal punto di vista economico e materiale, l’uomo non ha alcun bisogno della donna, ma senza di lei egli manca della gioia e della felicità.
Sebbene le propensioni sessuali e le questioni materiali siano innegabili, lo scopo principale della creazione dei due sessi rimane tutt’altro. Muller Lir, sociologo tedesco, dichiara a proposito della vita coniugale: “Tre fattori spingono la gente a sposarsi: i bisogni economici, la speranza di avere dei bambini e l’amore. Sebbene questi fattori siano presenti in tutte le società, la loro importanza varia a seconda dei periodi”.[1]
L’Islam, incoraggiando le persone a sposarsi e a formare delle famiglie, risponde affermativamente all’appello della natura e riconosce la vita coniugale come unico mezzo di impedimento della degradazione dei costumi e di fare dei bambini sani e belli per conservare la specie.
“Dio vi ha dato spose della vostra specie, e da loro vi ha dato figli e nipoti e vi ha concesso le cose migliori” (16: 72).
L’Islam, al fine di impedire ogni tipo di devianza sessuale presso i giovani e di domare presso di loro la pressione dell’istinto sessuale, consiglia ai responsabili delle famiglie di considerare il matrimonio per coloro che hanno raggiunto la maturità.
Per l’Islam, la vita familiare e l’applicazione dei regolamenti del matrimonio sono il solo mezzo per impedire la corruzione e l’eccesso sessuale, perché la società viva in pace.
Un giorno il Profeta (S) dichiarò: “O musulmani! Le vostre figlie sono come un frutto maturo sull’albero che, se non viene colto in tempo, marcirà. Così, se non sposerete le vostre figlie e se i loro istinti non saranno soddisfatti, non potrete mai impedire loro di cadere nella deviazione e nella corruzione, poiché sono esseri umani con dei bisogni naturali”.[2]
Alì Ibni Asbat, un compagno del quinto Imam, gli scrisse in una lettera: “Non trovo alcun giovane uomo degno delle mie figlie, che devo fare?” L’Imam rispose: “Non aspettarti di trovare dei giovani che ti convengano interamente, poiché il Profeta (S) ha detto: “Se dei giovani ragazzi chiedono la mano delle vostre figlie e se sono, a livello religioso e etico, soddisfacenti, donategliele loro, altrimenti, non sarete al riparo dalla devianza, dalla corruzione e dalla ribellione dei vostri ragazzi”.[3]
L’Islam non pone dunque alcun ostacolo al matrimonio. Al contrario, sfrutta questa forza naturale nell’interesse della società e per la vita individuale. Oltre al fatto che accorda un’attenzione particolare alla salute fisica dell’uomo nella vita coniugale, vuole assicurare, grazie al matrimonio, una delle basi della felicità dell’uomo, per salvare la serenità spirituale, etica e mentale.
In effetti, colui il cui spirito è nella confusione e che vive nell’inquietudine e nell’angoscia non comprenderà mai il vero senso della felicità.
Dal punto di vista dell’Islam, il legame umano è un legame consacrato dai cuori e un fattore di stabilità e di calma. Questo legame mira a stabilire l’amicizia, la bontà e la misericordia.
“E uno dei Suoi segni è che Egli vi ha creati da voi stessi delle spose, acciocché riposiate con loro, e ha posto fra di voi compassione e amore. E certo in questo vi è un segno per gente che sa meditare” (30:21)
L’Islam, in vista di rinforzare le relazioni dei membri della famiglia tra di loro, propone delle leggi generali e stabilisce minuziosamente un certo ordine nella loro relazione.
Il matrimonio viene qualificato come “patto solido” (4:25) che fa gioire i membri di una famiglia, di una solidarietà fisica e spirituale.
“Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri” (2:228)
Nel campo del lavoro e della professione, le disposizioni naturali così come la natura della donna e dell’uomo vengono presi in considerazione. L’uomo deve provvedere al mantenimento della famiglia, e la donna deve, al pari della sua funzione di educatrice, occuparsi di suo marito e dei bambini.
Senza alcun dubbio, ogni organismo ha bisogno di un garante e di un tutore. L’uomo o la donna devono dunque assumersi la responsabilità. Vediamo ora a chi conviene maggiormente il compito.
E’ stato provato che la donna viene piuttosto influenzata dai suoi sentimenti e che essa è stata creata, psicologicamente, in maniera che i sentimenti prevalgano sulla logica. Essa è entusiasta e sentimentale, mentre l’uomo ha piuttosto a che fare con la ragione.
E’ per questo che l’Islam ha scelto l’uomo come capo della famiglia; cosa che non è in contraddizione con la consultazione, la cooperazione e l’intesa totale fra la coppia. Sebbene l’Islam riserva a lui la carica di garante, l’uomo non deve abusare del suo potere.
“Comportatevi convenevolmente con le vostre donne” (4:19).
Egli è responsabile degli affari della famiglia.
Il Profeta (S) dichiara: “L’uomo è il guardiano della famiglia. La donna è responsabile della propria casa, di suo marito e dei suoi bambini”.[4]
Il fatto che i legami coniugali siano ai nostri giorni così deboli, tanto che si frantumano facilmente per dei disaccordi, è che in tali matrimoni i legami vengono stabiliti su di una serie di sogni, di pensieri infantili e di immaginazioni vacue.
Numerosi sono quelli che trascurano i valori spirituali e calpestano la realtà.
L’Islam non assegna alcuna importanza alla ricchezza, alla reputazione, alle apparenze e alle questioni materiali. Il matrimonio deve essere basato sulla fede, la virtù e la misericordia.
La somma Guida dell’Islam ha dichiarato: “Se qualcuno sposa una donna per la sua ricchezza, Dio l’abbandonerà. Bisogna dunque scegliere una sposa credente e virtuosa”.[5]
La tradizione islamica non riconosce “niente di più prezioso del matrimonio”.[6]
Essa biasima vivamente coloro che rifiutano di formare una famiglia, e condanna ogni pretesto che conduce alla depravazione e alla deviazione dell’energia sessuale.
“Il matrimonio e la vita coniugale fanno parte dei miei principi. Coloro che se ne astengono non fanno parte dei miei”.[7]
Allo stesso modo ogni legame coniugale con persone sprovvedute della misericordia e della virtù dell’animo, viene rigettato. I legami con le famiglie prive di virtù e di insegnamenti etici e religiosi sono fortemente sconsigliati:
“Astenetevi dal sposarvi con i ‘fiori’ che crescono attorno alle paludi sporche e inquinate”. Venne chiesto al Profeta (S) in cosa consistevano questi ‘fiori’. Egli rispose: “Una bella donna che è cresciuta in una famiglia contaminata e libertina”.[8]
Naturalmente tali spose, che non sono legate ad alcun principio religioso ed etico, non potranno assicurare la felicità della famiglia. Il frutto di un tale matrimonio non sarà altro che dei bambini capricciosi, miserabili, sprovveduti di calma e sicurezza.
L’Islam, che accorda una attenzione particolare all’etica, vuole impedire totalmente l’apparizione di una generazione corrotta e depravata.
Se i giovani, quando scelgono le loro spose, agissero secondo i principi dell’Islam e tenessero conto delle realtà in luogo delle apparenze, rimarrebbero certamente al riparo dai malumori che rendono la vita dura alle persone capricciose.
Ai nostri giorni, alcuni giovani pensano che il miglior mezzo per scegliere la donna ideale, sia la frequentazione e l’accoppiamento sperimentale; mentre questo modo, oltre la corruzione e i danni che provoca, non permette di conoscere le particolarità del congiunto. La conoscenza esige un lungo periodo e una frequentazione a lungo termine. Non possiamo conoscere la vera natura di una persona frequentandola in breve tempo. Le qualità e la personalità di ogni individuo non si manifestano che negli avvenimenti e nei diversi momenti della vita.
Come possiamo renderci conto delle caratteristiche di una persona, nei periodi di conforto, di divertimento e di svago? Ciò non può essere. Non è che nelle angosce e nella pressione che si manifesta il carattere di una persona, la sua pazienza, la sua fermezza, la sua tolleranza…
Gli incontri nei cinema o nei parchi possono essere considerati come criteri, perché due persone si conoscano reciprocamente, mentre entrambi si sforzano, durante i primi incontri, di nascondere i propri difetti e ugualmente di comportarsi, artificiosamente, secondo le buone maniere?
Dei giovani che si trovano nei più vivi periodi di reazioni istintive e di crisi, possono forse, tramite la frequentazione, rendersi conto se non vi sia alcun punto debole fra loro, dal punto di vista delle differenze psichiche, in tali condizioni e in una tale età in cui il giovane non pensa a nient’altro che a soddisfare i suoi bisogni sessuali e a realizzare i suoi sogni? I giovani che scelgono i loro congiunti attraverso il sotterfugio di queste frequentazioni e di questo metodo, saranno fino alla fine dei propri giorni, al riparo dalle controversie e dalle questioni? Potranno gioire, in questo rapporto, di una vita felice e confortevole, lontano da tutte le frustrazioni?
I fatti provano il contrario.
Sono numerosi i matrimoni di questo genere, in cui ognuno si accorge a poco a poco dei difetti dell’altro, mentre nelle prime tappe della loro conoscenza essi non se ne erano accorti.
Tutti i giovani devono sapere che tra due persone, l’adattamento spirituale è molto difficile, quasi impossibile, in maniera che a livello apparente la similitudine delle apparenze psichiche è poco probabile. Inoltre, i sentimenti diversi a cui la donna è soggetta, la separano e la differenziano, che lo voglia o no, da ciò che l’uomo pensa e intraprende.
Tenuto conto dell’importanza che accorda l’Islam al matrimonio, esso permette a ogni individuo di vedere, prima delle nozze, l’apparenza fisica del futuro congiunto, e di ragguagliarsi, nella misura possibile, presso persone informate, del suo carattere psichico e morale.
La vera felicità si ottiene attraverso le qualità morali ed i sacrifici dell’uomo e della donna. Sono queste indulgenze e questo senso di sacrificio che proteggono le basi della famiglia dai turbamenti e dalla dissoluzione.
Oltre i regolamenti sociali e i diritti che l’Islam stabilisce per l’uomo e per la donna, nell’ambiente familiare, esso fissa equamente i doveri e le responsabilità di ognuno.
A livello etico, grazie a una serie di ricchi insegnamenti, l’Islam guida le famiglie verso la vera felicità.
Il nobile Profeta (S) dichiara: “I migliori uomini, tra noi, Ummah, sono quelli che sono tolleranti nei riguardi delle loro famiglie e che sono benevoli con queste”.[9]
“Il migliore fra di voi è colui che è buono verso la sua famiglia. Io mi comporto meglio di voi tutti con la mia”[10]
“Il Jihad della donna è di tenere bene la casa e suo marito”[11]
Uno dei fattori importanti che, nelle condizioni attuali ha provocato un ribasso del livello dei matrimoni e che impedisce ai giovani stessi di pensare a formare una famiglia, sono le spese troppo copiose delle inutili formalità.
Queste inutili restrizioni sociali e senza fondamenti che ostacolano la formazione della famiglia, sono contrarie agli obiettivi dell’Islam.
Il celebre sociologo Will Durant scrive:
“Poiché che il matrimonio non si effettua in maniera corretta nella nuova società, venendo basato sui rapporti sessuali e non sul sentimento, esso si frantuma molto presto. Tra le cose che appaiono nello stesso tempo come lo svolgimento delle tradizioni, dei costumi e degli ordini sociali, possiamo citare il fatto che nelle nostre grandi città, il principio della famiglia si deteriora. Il matrimonio, che modera lo spirito dell’uomo a una sola donna, ha perso la sua importanza e le vite coniugali non si basano che sulle passioni. Sebbene in tutto questo è piuttosto l’uomo che beneficia di questa libertà, pure la donna approva questo genere di rapporto, poiché lo considera meglio che restare nel suo angolo, senza compagno né confidente. Sì, in un prossimo futuro, importanti spaccature appariranno nella vita coniugale. Con la crescita dei divorzi, l’uomo e la donna, entrambi vittime, semineranno gli squilibri nelle città. Così, il sistema coniugale prenderà tutta una nuova forma”.[12]
Esaminando parallelamente le realtà, lo spirito e la storia della nostra religione, ci si accorgerà che la civilizzazione occidentale non ha aggiunto niente al movimento rivoluzionario dell’Islam nel campo della libertà della donna.
L’Occidente vuole trasformare questa libertà in disordine.
Dal punto di vista dell’Islam, l’uomo e la donna sono stati creati per raggiungere un rango supremo e la perfezione spirituale. Contrariamente a ciò che sostengono i libri giudeo-cristiani falsificati: “Tra mille uomini uno solo è amato da Dio, ma tra le donne nessuna”[13], l’Islam annuncia formalmente che l’uomo e la donna non hanno alcun vantaggio uno sull’altro: contano solamente la misericordia e le buone azioni.
Nel Giorno del Giudizio, ognuno riceverà il frutto di ciò che ha fatto. In breve, il perdono e la ricompensa sono stati annunciati ad entrambi.
Nel sistema islamico, l’uomo e la donna si completano.
“Il Signore rispose dunque al loro appello: in realtà, non lascerò perdere alcuna opera di voi che operate, uomini o donne, poiché gli uni valgono come gli altri” (3:194).
Numerose sono le donne che, essendo virtuose e ragionevoli, hanno raggiunto gli alti gradi dell’umanità e l’apice della beatitudine. Al contrario, molti uomini sono caduti al più basso grado della miseria, poiché avevano seguito le loro passioni e trascurato ciò che la ragione loro dettava.
Dopo la comparsa dell’Islam, i diritti delle donne sono aumentati a tal punto che esse possono intervenire negli affari governativi. Il seguente passo, tramandato dai sapienti sciiti e sunniti, ne è una prova:
“Un giorno, il secondo Califfo, Umar, si rivolse dall’alto del pulpito alla popolazione: ‘Se qualcuno accorda a una donna una dote più alta della somma stabilita dalla tradizione, cinquecento dirham, io ne rimetterò il sovrappiù al tesoro pubblico’”. Una donna fra i presenti protestò: ‘Quest’ordine è in contraddizione con il precetto divino che sostiene: “Se voi avete donato a una donna una somma elevata come dote, non ne riprendete niente” (Sacro Corano, 4:20).
Come potete dunque decretare un ordine contro la Legge Divina che permette di donare più della dote tradizionale?’ Umar, che si rese conto del proprio errore, disse: ‘Un uomo si è sbagliato e una donna ha parlato con verità’”.
Quando si paragona questo avvenimento e quelli dello stesso genere della situazione miserabile per le donne, nei tempi pre-islamici, ci si accorge facilmente a qual punto l’Islam considera importante la personalità e l’indipendenza delle donne; una donna protesta contro la decisione del Califfo e l’obbliga a proclamare in pubblico il suo errore e a rinunciare alla propria decisione.
Sì, è l’Islam che ha sradicato all’uomo il suo statuto di padrone della donna e che ha salvato la donna dalla schiavitù e dalla cattiveria, per elevarla a dei gradi superiori e per stabilire infine la sua uguaglianza con l’uomo, a livello umano.
La donna e l’uomo sono considerati come uguali nella misura in cui questa uguaglianza non sia in contraddizione con la loro natura. Ma là dove la differenza tra i due sessi è naturale, l’Islam riconosce anche questa differenza.
Il sommo Profeta (S) dichiarò: “Il matrimonio di una donna che è stato semplice e il cui mahr (dote) poco elevato, conduce alla felicità e alla prosperità”
Senza alcun dubbio, in caso di controversie in seno alla famiglia, la donna il sui mahr (dote) risulta essere più elevato si mostrerà più dura e meno intransigente, cosa che può distruggere la famiglia. E’ chiaro che tali matrimoni hanno poche speranze di riuscire.
“Un giorno, alcuni compagni del Profeta (S) si erano recati presso di lui. Soudain, una giovane donna entrò e dopo aver salutato l’assemblea dichiarò: ‘O nobile Messaggero, desidero sposarmi’. Il Profeta (S) si rivolse ai presenti e chiese: ‘Chi è pronto a prendere questa giovane donna come sposa?’. Uno fra loro rispose che era d’accordo. Il Profeta (S) gli chiese a quanto fissava la somma del mahr. ‘Io non ho niente’ rispose l’altro. Il Profeta (S) rifiutò. La donna ripeté la sua domanda. Un giovane uomo si presentò, il quale non aveva né alcun bene né ricchezze. Il Messaggero gli chiese se sapeva leggere il Sacro Corano. La risposta fu affermativa. Allora il Profeta (S) gli concesse la mano di questa donna a condizione che le insegnasse il Sacro Corano.
I problemi finanziari non vengono dunque considerati per l’Islam come ostacoli al matrimonio.
“Unite in matrimonio quelli che onesti fra di voi son celibi. Se son poveri, certamente Dio li arricchirà della Sua grazia” (24:32)
Senza alcun dubbio, il bisogno obbliga l’uomo a lavorare e quando questi ha assunto la responsabilità della sua famiglia, per pervenire ai propri bisogni e a quelli della sua famiglia, egli li aggiungerà ai suoi sforzi e alla sua attività. Il matrimonio può dunque essere considerato in questo modo come un fattore di progresso nella vita. Ma nei paesi civilizzati dell’Occidente, è la dissolutezza sessuale che disinteressa i giovani dalla vita coniugale.
La propagazione e la diversificazione dei mezzi della scostumatezza e la libertà illimitata hanno cambiato il corso della vita dei giovani, il livello della deviazione è salito tra loro molto rapidamente. Il ribasso del livello dei matrimoni così come la crescita delle turbolenze familiari e dei divorzi provano che le basi della vita familiare si sono sgretolate in Occidente.
Nel 586 d. C., in seguito ad alcuni dibattiti sulla donna, l’episcopato francese decretò: “La donna è un essere umano, ma ella è stata creata per servire l’uomo”.[14]
Non molto tempo fa, le leggi dei paesi europei civilizzati privavano ancora le donne di ogni diritto di proprietà.
“Secondo la legge promulgata in Inghilterra, verso il 1850, le donne non venivano considerate come cittadini e non avevano alcun diritto di proprietà. Anche gli abiti non appartenevano loro. Secondo l’ordine decretato in Inghilterra da Enrico VIII, le donne non avevano il diritto di leggere i libri santi”.[15]
Nel 1882, una legge venne promulgata in Gran Bretagna secondo cui un privilegio senza precedenti fu accordato alle donne: acquistarono il diritto di spendere il denaro che guadagnavano a loro modo. Non erano più obbligate a darlo ai loro mariti.
l’Islam ha concesso circa da quattordici secoli l’indipendenza economica e ogni sorta di diritti di proprietà alla donna, senza che l’uomo possa intervenire. Esso ha donato alla donna il diritto di possedere i beni che ottiene tramite il commercio, il lavoro, ecc. …o che riceve in dono, senza aver bisogno dell’autorizzazione di suo marito o di chicchessia. E’ uno dei punti di cui l’Islam va fiero.
“Agli uomini la parte che si guadagneranno, e alle donne la loro parte guadagnata” (4:32).
Oltre al diritto alla proprietà, l’Islam assicura alla donna l’indipendenza, la libertà e il rispetto nel matrimonio, che è il più importante avvenimento della sua vita. Esso le dona questo diritto in maniera assoluta e in questo ella può scegliere il proprio uomo.
Questi diritti e questi privilegi, che gli europei non hanno ottenuto che recentemente, secondo la necessità e tramite delle pressioni, l’Islam li ha concessi già da parecchi secoli, senza che gli venisse imposto.
Non vi è dunque alcun problema, concernente l’onore e la vita della donna, che l’Islam non abbia risolto nel migliore dei modi.
L’Islam è il sistema che lotta contro la povertà e l’ingiustizia e che divide equamente le ricchezze, tra le diverse classi sociali.
Non permette che l’ingiustizia sociale schiacci l’uomo sotto il peso della tortura, della privazione e della frustrazione e che lo possano, riscoprendone i suoi complessi interiori, condurre a sfogarsi sulla sua donna e sui suoi bambini, e che la donna, dalla paura di essere ridotta alla miseria, eviti di rivendicare i propri diritti.
La situazione della donna nel mondo civilizzato si è aggravata, poiché ella viene qui considerata come un mezzo di soddisfazione degli istinti animali dell’uomo.
Le si utilizza per le pubblicità, per vendere dei prodotti, o come distrazione, al cinema e alla televisione. La sua virtù e la sua saggezza non contano.
La maggior parte delle donne virtuose e sapienti vengono ignorate. Il rispetto, la celebrità e i grandi benefici appartengono alle donne che si considerano delle artiste, mentre esse non sono mai state alle origini di qualunque opera essa sia. Esse commettono in nome dell’arte tutto ciò che è contro la virtù, la misericordia e l’onore.
Ecco le lamentele di un dotto americano a proposito dei capricci e delle deviazioni della società attuale, della trivialità del suo ambiente:
“Nel mondo di oggi, una donna che si mostra nuda in pubblico, guadagna un milione di dollari. Un uomo che può ucciderne un altro con un solo pugno, ne guadagna mezzo. Ma se qualcuno sbiancasse i suoi capelli per salvare milioni di esseri umani, gli tocca a malapena qualcosa per vivere”
Il professor Albert Canely, professore di psicologia, scrive in un articolo molto interessante: “Quando nel 1919, le donne combattenti inglesi lottavano per ottenere il diritto d’accedere in parlamento, non avevano paura né della morte né della prigione. Nessuno avrebbe potuto immaginare che questa libertà che esse rivendicavano degenerasse a tal punto, mezzo secolo più tardi tra le mani dei loro piccoli figli, e che esse avrebbero scosso completamente la personalità e il rango sociale della donna.
Se queste combattenti fossero ancora vive, avrebbero probabilmente organizzato degli incontri e delle manifestazioni per privare le donne di questa libertà, poiché questa esperienza di cinquant’anni ha dimostrato che ottenendo una tale libertà, le donne hanno sacrificato il rispetto e la situazione che avevano in precedenza”.[16]
NOTE
[1] Samuel King, Sociologia, p. 232.
[2] Was’al ush-Shi’a, tomo 14, cap. 23, p. 39.
[3] Was’al ush-Shi’a, tomo 14, cap 28, p. 51.
[4] Was’al ush-Shi’a, tomo 14, p. 31.
[5] Was’al ush-Shi’a, tomo 14, p. 3.
[6] Safinah al-bihar, tomo 1, p. 561.
[7] Was’al ush-Shi’a, Kitab al-nikah (capitolo sul matrimonio), tomo 14, p. 29.
[8] Makarim al-akhlaq p. 248.
[9] Man la yahkhuruh al-faqih, p. 425.
[10] Was’al ush-Shi’a, tomo 14, p. 116.
[11] Was’al ush-Shi’a, tomo 15, p. 3-4.
[12] Citazione da: “I piaceri della filosofia”.
[13] “Civilizzazione islamica e araba”, p. 519 (citazione della Bibbia).
[14] “Ruh al-Din al-Islami”, p. 231.
[16] Roshanfekr n. 829.
Tratto da: S.M.Mousavi Lari “L’Islam e la civilizzazione occidentale”
A cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte