Iddio, gloria a Lui l’Altissimo, ha guidato la Sua creazione affinché questa raggiungesse la perfezione attraverso due forme di guida. Entrambe queste forme di guida sono identificate nel Sacro Corano attraverso il termine “wahy” . La prima comune all’intera creazione, è chiamata “hidayah al-takwini” (guida intuitiva) ed è sia quella che muove le leggi della natura che governano gli oggetti inanimati e sia quella dell’istinto naturale degli esseri viventi. Il Sacro Corano afferma:
“Il nostro Signore che ha provveduto alla creazione di ogni cosa e poi l’ha guidata” (Sura Ta Ha, 20:50).
Citiamo di seguito alcuni esempi di questo tipo di guida in riferimento alla terra, alle api e agli esseri umani:
“In quel Giorno [la terra] racconterà la sua storia, giacché il Tuo Signore gliele avrà ispirate” (Sura al-Zilzal, 99:4-5).
“E il Tuo Signore ispirò l’ape dicendo:- Costruisci alveari nelle montagne, negli alberi e in quello che [gli uomini] costruiscono-” (Sura al-Nahl, 16:68).
“Quindi rivolgi il tuo volto verso la religione monoteista: la natura che Iddio ha conferito agli uomini” (Sura ar-Rum, 30:30).
La seconda forma di guida che Iddio, gloria a Lui l’Altissimo, fornisce, avviene attraverso strumenti esteriori all’anima, solitamente per mezzo dei Suoi Messaggeri e delle Scritture Divine. Tale tipo di guida, riservate agli individui dotati di intelletto come gli esseri umani e i jinn, viene definita con l’espressione “hidayah al-tashri’i” (guida legislativa). Si tratta di un elemento necessario poiché, nonostante l’essere umano possieda la capacità di distinguere istintivamente il bene dal male, questi non conosce le totali conseguenze della sua condotta. Egli, infatti, necessita di un modello esemplare su cui basare la propria vita e tale è il ruolo del nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia. Il Sacro Corano afferma:
“O Profeta! Invero ti abbiamo mandato come testimone, nunzio, ammonitore e in quanto a colui che invita verso [il sentiero di] Iddio in accordo al Suo permesso e [in quanto] torcia di luce” (Sura al-Ahzab, 33:45-46).
Per quanto concerne la guida legislativa, l’ultimo messaggio mandato da Iddio, gloria a Lui l’Altissimo, venne fatto scendere attraverso il più nobile dei Suoi messaggeri, Muhammad, pace su di lui e la sua famiglia. Questi portò una religione completa e omnicomprensiva la cui fonte era il Sacro Corano.
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Il termine “wahy” deriva dalla radice “waw-ha-ya”. Raghib al-Isfahani scrive: “La radice del termine ‘wahy’ possiede un significato inerente alla velocità. Quindi ‘wahy’ si riferisce ad un tipo di comunicazione istantanea. Questa può essere di natura segreta o allegorica ed il messaggio può essere trasmesso verbalmente, per iscritto o attraverso il movimento di gesta”1.
Ibn Fars, il famoso studioso del quarto secolo H., scrive: “Ogni messaggio trasmesso in qualsiasi maniera, apertamente o segretamente, purché compreso dal suo destinatario, può essere definito ‘wahy’”2. Questa è la definizione riportata anche da Ibn Manzur3.
Il termine “wahy” può quindi essere definito come un metodo di comunicazione (attraverso visioni, gesti, sogni, parole, scritture, ecc.) che avviene in maniera istantanea e concisa. Esso viene spesso tradotto con i seguenti termini: “guida divina”, “messaggio divino”, “rivelazione” o “ispirazione divina”.
Il termine “ilham” possiede un significato lessicale inerente ad un tipo di suggestione diretta al cuore. In senso pratico, “ilham” fornisce all’individuo un senso di guida e un corso da dover seguire senza però che questi sia cosciente della fonte di tale guida. Il termine “ilham” viene a volte tradotto con “ispirazione” o “istinto”.
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La guida legislativa (hidayah al-tashri’i) della quale abbiamo accennato in precedenza, la quale proviene da Iddio, gloria a Lui l’Altissimo, e viene fatta scendere sulle Sue creature dotate di intelletto, può prendere la forma di ispirazione (ilham) o di rivelazione (wahy). Cercheremo di seguito di esaminare brevemente questi due tipi di guida:
Il termine “wahy” compare circa settanta volte nel Sacro Corano e viene usato nelle discussioni inerenti agli angeli, ai demoni, agli esseri umani, agli animali e agli oggetti inanimati, ma l’utilizzo più frequente è quello concernente la comunicazione tra Iddio, gloria a Lui l’Altissimo, e il Suo profeta, pace su di lui e la sua famiglia. Per ogni caso viene indicato un aspetto differente di ispirazione, direzione e guida. L’Imam ‘Ali, pace su di lui, ripartisce l’utilizzo del termine “wahy” nel Sacro Corano nelle seguenti categorie: “wahy” dei profeti, ispirazioni, gesta, destino, comandamenti, falsità (nel caso di sussurri satanici) e informazioni6.
Di seguito citiamo alcuni esempi di rivelazione menzionati nel Sacro Corano non inerenti alla comunicazione di Iddio, gloria a Lui l’Altissimo, con i Suoi profeti.
– L’ordine naturale divinamente ispirato:
“Egli ha ispirato in ogni cielo il suo affare. E Noi abbiamo adornato i cieli inferiori con luci affinché controllino. Tale è il decreto dell’Eccelso e Sapiente”. (Sura al-Fussilat, 41:12).
In questo caso la menzione dei cieli e della terra allude all’intero mondo della creazione. L’espressione “wahy” in questo versetto si riferisce all’ordine naturale divinamente ispirato che abbraccia la creazione, come il sorgere del sole, il cambiamento di atmosfera, le orbite, i pianeti, ecc..
– L’intelletto conferito alle creature:
“E il Tuo Signore ispirò l’ape dicendo:- Costruisci alveari nelle montagne, negli alberi e in quello che [gli uomini] costruiscono. Poi mangia ogni frutto e percorri il sentiero del tuo Signore in sottomissione-”. (Sura al-Nahl, 16:68-69).
In questo caso “wahy” indica l’istinto naturale che è stato conferito ad ogni creatura. Le api, ad esempio, vivono istintivamente in comunità, non esenti da una disciplina complessa: esse costruiscono alveari, raccolgono il nettare e producono il miele. Tale tipo di guida istintiva fa parte dei segreti della natura: le manifestazioni sorprendenti delle api sono evidenti, ma la loro fonte non è manifesta.
– Ispirazione (ilham):
Occasionalmente un essere umano percepisce un messaggio la cui fonte non viene riconosciuta, in special modo in uno stato di disperazione o confusione. Tale ispirazione improvvisa, che gli fornisce una guida, proviene dalla grazia divina e anch’essa viene denominata “wahy” nel Sacro Corano:
“E ispirammo alla madre di Musa:- Allattalo! Ma quando temi [il peggio] per lui abbandonalo nel fiume a non impaurirti, né addolorarti. Invero lo riporteremo da te e lo renderemo uno dei messaggeri”. (Sura al-Qasas, 28:7).
Poiché la madre del profeta Musa, pace su di lui, non era un profeta, in questo caso il termine “wahy” si riferisce ad un tipo di ispirazione interiore e non ad una rivelazione nel senso profetico. Lo stimolo di questa forma di comunicazione è immenso, inducendo il destinatario a compiere un atto senza la minima paura che in condizioni ordinarie non realizzerebbe mai. In maniera simile il Sacro Corano parla dell’ispirazione dei discepoli del profeta ‘Isa, pace su di lui:
“E quando ispirai i discepoli:- Credete in me e nel Mio messaggero-. Essi dissero:- Noi crediamo e invero testimoniamo di essere musulmani-”.(Sura al-Ma’idah, 5:111).
Sia le evidenze interne che esterne confermano che i discepoli menzionati in questo versetto non fossero dei profeti e quindi non in grado di ricevere la rivelazione profetica.
– Sussurri furtivi di Shaytan e delle sue legioni:
Shaytan e i demoni al suo servizio sono in grado trasmettere un certo tipo di ispirazione:
“Per ogni profeta abbiamo assegnato un nemico, demoni tra gli uomini e i jinn che si ispirano a vicenda” (Sura al-An’am, 6:113).
“Invero i demoni ispirano i loro amici di riservare ostilità nei vostri confronti” (Sura al-An’am, 6:122).
In questi versetti il termine “wahy” si riferisce ad un certo tipo d’influenza e ispirazione furtiva. Tale fenomeno viene definito un “sussurro maligno” (waswasah) indicato anche altrove nel Sacro Corano:
“[Mi rifugio in Dio] dal male del sussurratore furtivo il quale sussurra nei petti degli uomini sia esso tra i jinn o gli esseri umani”. (Sura an-Nas, 114:4-6)
– Comunicazione attraverso gesta e segni:
“[Zakariyya) uscì dal tempio verso la sua gente e ispirò loro [attraverso gesta e segni] di glorificare [Iddio] al mattino e alla sera”. (Sura Maryam, 19:11).
Quando Iddio, gloria a Lui l’Altissimo, ordinò al profeta Zakariyya, pace su di lui, di non parlare con la sua gente per tre giorni se non per mezzo di gesta e segni, tale tipo di comunicazione viene dal Sacro Corano denominato “wahy”. In questo caso “wahy” possiede il significato di comunicazione non-verbale.
– Gli ordini del Signore agli angeli:
“Quando il tuo Signore ispirò gli angeli:- Io sono con voi quindi mantenete [sulla retta via] coloro che hanno creduto-”(Sura Anfal, 8:12).
In questo caso il termine “wahy” si riferisce ad un comandamento conferito agli angeli affinché rafforzassero la fede dei credenti.
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Dopo aver discusso del termine “wahy” nel suo senso generale di ispirazione, inizieremo adesso la discussione inerente il termine “wahy” nel suo senso specifico, vale a dire quello della comunicazione divina con i profeti. Il versetto seguente riporta le modalità attraverso le quali Iddio, gloria a Lui l’Altissimo, comunica con i Suoi profeti:
“Non è possibile per un essere umano che Iddio gli parli a meno che ciò non avvenga attraverso una rivelazione, o da dietro a un velo, o attraverso il mandato di un messaggero che riveli ciò che Egli vuole con il Suo permesso. Invero Iddio è Altissimo e Saggio” (Sura ash-Shura, 42:51).
In accordo al versetto sopraccitato la rivelazione di Iddio, gloria a Lui l’Altissimo, ai profeti può avvenire in tre modi:
La rivelazione diretta è un metodo di rivelazione in cui i profeti ricevono direttamente gli ordini divini senza alcun intermediario: quasi tutti i profeti hanno ricevuto questo tipo di rivelazione durante il sonno, ma era come se fossero in stato di veglia, un’esperienza veramente difficile da raggiungere. Alcuni sapienti hanno ritenuto che soltanto il nobile Profeta Muhammad, pace su di lui e la sua famiglia, fu in grado di ricevere una rivelazione diretta da sveglio. Il nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, alluse a questo metodo quando disse: “Lo spirito santo (ruh al-quddus) mi ha soffiato nel cuore”7. La difficoltà di questo tipo di esperienza viene accennata nel Sacro Corano attraverso le seguenti parole:
“Invero insuffleremo su di te un messaggio pesante” (Sura al-Muzammil, 73:5).
Tabarsi, che Iddio preservi il suo segreto, nel commentare il versetto sopraccitato scrive: “Harith Ibn Hisham chiese al Profeta:- In che modo la rivelazione è stata fatta scendere su di te?-. Il Profeta rispose:- A volte giunge attraverso il rumore di uno squillo e questo è il tipo più intenso di rivelazione, poi divento esausto. In tale condizione memorizzo tutto ciò che viene detto. In altri momenti mi appare un angelo in forma di uomo ed io memorizzo tutto quello che dice”8
‘Abdullah Ibn ‘Umar riporta: “Chiesi al Profeta circa il tipo di sensazione che provava durante i momenti di rivelazione. Mi rispose:- Sento il rumore di uno squillo, e in tal momento rimango in silenzio totale. Non vi è momento in cui la rivelazione viene fatta scendere su di me e non senta che [essa] guidi l’anima fuori dal corpo”9
Al-Saduq riporta: “Zurarah chiese all’Imam al-Sadiq:- Quando il Profeta riceveva la rivelazione sveniva?-. L’Imam rispose:- Ciò avveniva in quelle occasioni in cui non vi era intermediario tra il Profeta e Iddio. Era in questi momenti che la gloria di Iddio si manifestava al Profeta-”10.
‘Ubadah riporta: “In alcuni momenti, durante la rivelazione, il profeta si trasformava, la sua faccia impallidiva e chinava la sua testa. Anche noi, In tali momenti, inchinavamo la testa”11. ‘Aisha narra che un giorno, nonostante facesse molto freddo, gocciolava sudore dalla fronte del nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, dopo aver ricevuto la rivelazione12.
Dalle tradizioni sopra menzionate è evidente che la rivelazione diretta fosse il tipo di rivelazione più difficile e impegnativo per il nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, il quale gli causava il tremore del corpo e perdite di sudore dalla fronte.
L’Imam ‘Ali, pace su di lui, riporta: “Quando venne rivelata la sura al-Ma’idah, il profeta stava guidando il suo cammello chiamato Shahba. La pesantezza della rivelazione fece fermare l’animale e il suo dorso si piegò in un modo tale in cui lo stomaco quasi toccò il terreno”13. Di questo tipo di rivelazione fanno parte anche i sogni veritieri dei profeti. Quando ad esempio il profeta Ibrahim, pace su di lui, vide in sogno che stava sacrificando suo figlio Isma’il, pace su di lui, a Mina, entrambi compresero che si trattava di un comandamento diretto da parte del loro Signore:
“Egli disse:- Oh figlio mio! Invero ho visto in sogno che devo sacrificarti. Valuta quello che pensi-. Egli disse:- Oh padre mio! Fà ciò che ti è stato ordinato-” (Sura as-Saffat, 37:102).
Il nobile Profeta stesso, pace su di lui e la sua famiglia, ebbe un sogno in cui vide i Musulmani compiere i riti della ‘Umrah mentre era fuori dai recinti di Mecca. In quell’anno i Musulmani non poterono entrare in Mecca e furono costretti a stipulare il trattato di Hudaybiyyah con gli idolatri. Una delle condizioni del trattato era che l’anno successivo i Musulmani sarebbero ritornati per completare i riti della ‘Umrah e questo fu ciò che avvenne. Il Sacro Corano afferma:
“Certamente Iddio ha mostrato al Suo messaggero la visione con la verità. Entrerete senza dubbio nel Masjid al-Haram, se Iddio vuole, in sicurezza” (Sura al-Fath, 48:27).
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La rivelazione da dietro a un velo si riferisce a quando il nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, sentiva un lieve ronzio ma nessuno era attorno a lui14. Il lieve ronzio si distingueva poi come rivelazione. Durante la notte dell’ascensione ai cieli (al-Mi’raj) il nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, raggiunse una stazione dove vide un velo di luce e Iddio, gloria a Lui l’Altissimo, gli disse:
“Poi si fece sempre più vicino fino a che raggiunse la distanza di misure, o anche più vicino e rivelò al Suo servo quello che rivelò” (Sura al-Najm, 53:8-10).
Anche il profeta Musa, pace su di lui, visse questo tipo di esperienza quando Iddio, gloria a Lui l’Altissimo, gli parlò attraverso un albero:
“E quando gli si avvicinò una voce lo chiamò dal lato destro della valle, nel luogo benedetto dell’albero:- Oh Musa! Invero Io sono Allah il Signore dei mondi-” (Sura al-Qasas, 28:30).
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La rivelazione attraverso un intermediario è il tipo di rivelazione più comune. Il Sacro Corano afferma:
“Invero si tratta di una rivelazione dal Signore dei mondi. Lo spirito fedele è disceso con esso sul tuo cuore affinché tu sia tra coloro che ammoniscono” (Sura al-Shu’ara, 26:192-194).
“Dì:- Chi è nemico di Jibril che sicuramente lo ha rivelato al tuo cuore con il permesso d’Iddio confermando ciò che è sceso in precedenza in quanto guida e lieta novella per i credenti-” (Sura al-Baqarah, 2:97).
I versetti che parlano della rivelazione discesa sul cuore del nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, necessitano di qualche ulteriore spiegazione. ‘Allamah Tabataba’i, che Iddio preservi il suo segreto, scrive: “Quello che si intende con ‘cuore’ nel linguaggio del Corano non si riferisce al cuore fisico ma all’anima di una persona. Questo ‘cuore’ è dotato di percezione propria, e le emozioni e la forza di volontà di una persona sono correlate ad esso. Il fatto che la rivelazione è stata fatta discendere nel cuore del Profeta indica chiaramente che la sua nobile anima l’abbia ricevuta indipendentemente dai cinque sensi: in altre parole, mentre l’anima del Profeta riceveva la rivelazione, i suoi occhi e orecchie fisici non partecipavano a tale percezione; se non fosse stato così, anche altre persone avrebbero visto e sentito quello che il Profeta ha visto e sentito durante i momenti di rivelazione”15.
In accordo a numerose tradizioni, questo tipo di rivelazione non era molto impegnativo per il nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, poiché l’arcangelo Jibril appariva frequentemente in sua presenza in forma di uomo. E’ stata riportata da l’Imam al-Sadiq, pace su di lui, la seguente tradizione: “Nel momento in cui doveva apparire davanti al Profeta, Jibril aspettava come un servo e non entrava senza il suo permesso”16. Questa tradizione indica l’elevato status del nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, anche al cospetto dell’arcangelo Jibril.
2 Ahmad Ibn Fars, “Mu’jam Muqayis al-Lughah”.
3 Ibn manzur, “Lisan al-‘Arab”, vol. 15, p. 380.
4 Hadi Ma’rifat, “’Ulum-e-Qur’ani”, p. 23.
5 Sabhi Salih, “Qur’an wa Wahy”, p. 25.
6 al-Majlisi, “Bihar al-Anwar”, vol. 18, pp. 255-256.
7 Suyuti, “al-Itqan”, vol. 1, p. 44.
8 al-Tabarsi, “Majma’ al-Bayan”, vol. 1, p. 570; al-Bukhari, “Sahih”, vol. 1, p. 58.
9 Suyuti, al-Itqan, vol. 1, p. 141.
10 al-Majlisi, “Bihar al-Anwar”, vol. 18, p. 256; Tabataba’i, “al-Mizan”, vol. 18, p. 79.
11 Ibn Sa’d, “Tabaqat”, vol. 1, p. 131.
12 al-Majlisi, “Bihar al-Anwar”, vol. 18, p. 261; Tabataba’i, “al-Mizan”, vol. 18, p. 79.
13 al-Ayyashi, “Tasfir”, vol. 1, p. 338.
14 S.S: Akhtar Rizvi, “Qur’an and Hadith”, p. 4.
15 Tabataba’i, “al-Mizan”, vol. 15, p. 79.
16 al-Majlisi, “Bihar al-Anwar”, vol. 18, p. 256; Tabataba’i, “al-Mizan”, vol. 18, p. 79.
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