“Invero la religione presso Iddio è l’Islam” (Sura Ali-‘Imran, 3:20)
“Islam” significa letteralmente “abbandono” o “sottomissione” al volere divino e si tratta di uno stile di vita governato dalla fede, secondo precisi doveri morali e ingiunzioni attinenti all’essere umano. L’Islam è stato presentato e spiegato dai profeti prescelti da Dio, affinché potesse essere realizzabile la salvezza dell’umanità. I seguaci di questa religione sono chiamati “Musulmani”, coloro che si abbandonano al volere di Dio.
L’Islam ci invita ad acquisire valori morali ed a comportarci in modo virtuoso in ogni circostanza. Esso si divide in tre aree principali:
Se facciamo uso del nostro intelletto in maniera obbiettiva, facilmente giungiamo a comprendere che l’intero universo, con il suo sistema e i suoi aspetti complessi, non può essere giunto all’esistenza da solo. Senza dubbio ci deve essere una potenza superiore ad aver creato l’universo e le sue meraviglie nella loro perfezione intrinseca.
Tale potenza è quella che controlla tutti gli affari, le loro leggi e le loro regole.
Certamente il Creatore non lascia la sua creazione allo sbando sprovvista di una guida e per questo motivo ha mandato i profeti e ha fatto scendere su di loro ed attraverso di loro la Rivelazione Divina. Egli ha quindi indicato il destino dell’umanità attraverso i Suoi messaggeri i quali sono un modello esemplare da seguire per ogni uomo e donna. Coloro che avranno compiuto il bene in questa vita (Dunyah) saranno premiati nella vita futura (Akhirah) dopo la morte, mentre coloro che si saranno comportati ingiustamente, verranno puniti a seconda delle loro azioni.
L’Islam guida l’essere umano affinché questi acquisisca e sviluppi maggiori virtù e si sbarazzi delle cattive abitudini che non portano a nessun successo in questo mondo e danneggiano la sua anima. La religione chiede all’essere umano di promuovere la giustizia, di essere onesto, di comportarsi con sincerità e di rispettare il prossimo anche in un contesto che non promuove tali qualità.
In breve è possibile riassumere i cardini fondamentali del credo Islamico nei seguenti:
Oltre a questi tre principi, condivisi da tutti i musulmani, noi Shi’iti consideriamo cardini fondamentali anche i seguenti principi:
Onde raggiungere tale sacrosanto obiettivo, l’Islam prescrive determinate ingiunzioni legali da dover essere rispettate dai Musulmani che possono essere riassunte come di seguito:
La guida di ogni Musulmano è il Sacro Corano, il quale rappresenta l’ultima rivelazione fatta discendere sull’ultimo dei profeti: Muhammad (S). Il Sacro Corano è la fonte o l’origine di tutti gli insegnamenti e i principi Islamici. Si tratta di un Libro Divino privo di pecca alcuna e attraverso di cui ogni individuo può prosperare sia in questa vita che in quella futura.
“Abbiamo fatto scendere il Libro su di te – affinché spiegassimo ogni cosa – come guida, misericordia e lieta novella per i Musulmani” (Sura al-Nahl, 16:89)
In definitiva l’Islam è una religione fondata sulla verità, una fonte di conoscenza spirituale e di virtù che illumina il sentiero degli uomini sinceri alla ricerca di come l’uomo debba vivere e della sua realtà ontologica.
“Shi’a” significa letteralmente “seguace” e questi viene usato più volte nel Sacro Corano onde identificare i seguaci appartenenti ad un certo gruppo:
“[Musa] vide due uomini che stavano combattendo, uno apparteneva ai suoi Sciiti e l’altro apparteneva ai suoi nemici. Colui che apparteneva ai suoi Shi’iti cercò il suo aiuto…” (Sura al-Qasas, 28:15)
“Invero Ibrahim apparteneva ai suoi [di Nuh] Shi’iti” (Sura al-Saffat, 37:83)
Nella sua terminologia più specifica la parola “Shi’a” indica un gruppo particolare di Musulmani che ebbero un’affinità speciale con l’Imam ‘Ali (a.s.), cugino e genero del Profeta Muhammad (S). Questo gruppo considerò meticolosamente ogni dettaglio trasmesso attraverso i detti e le azioni del Profeta dell’Islam (S) e considerò ‘Ali (a.s.) come l’unico e degno successore della comunità Islamica dopo il nobile Muhammad (S). Citiamo di seguito alcune tradizioni autentiche al riguardo:
“Non sei soddisfatto [Oh ’Ali!] di avere una posizione nei miei confronti come quella di Harun nei confronti Musa?”
“L’esempio della Gente della mia Casa è come l’esempio dell’arca di Nuh: chi vi salì si salvò, chi l’abbandonò perì”
“Ho lasciato tra voi ciò cui attenervi per non traviarvi dopo di me, due preziose cose, di cui l’una è maggiore dell’altra: il Libro di Dio, corda distesa dal cielo alla terra,e i miei parenti, la Gente della Mia Casa. Sappiate che queste due cose non si separeranno mai tra loro finché non mi raggiungeranno allo Stagno [di Kawthar]”
Nonostante ciò alcuni dei compagni dell’Inviato di Allah (S) decisero di non lasciare le redini del califfato ad ‘Ali (a.s.) a causa della sua giovane età, bensì di consegnarle ad Abu Bakr. In tali circostanze ‘Ali (a.s.) si rifiutò di prestare un patto di alleanza al neo-eletto califfo. Altri distinti compagni del Profeta Muhammad (S), come Salman, Abu Dharr, ‘Ammar, Miqdad e altri fecero lo stesso. Quando però l’Imam ‘Ali (a.s.) comprese che il suo rifiuto di prestare patto di alleanza ad Abu Bakr avrebbe causato un danno all’Islam ed aumentato i problemi per l’Ummah (comunità islamica), egli acconsentì. Questo dimostra che ‘Ali (a.s.) non fosse interessato ad una posizione di potere in questo mondo, e né interessato al califfato per poter confermare la sua autorità.
Dopo questo evento la Shi’a continuò ad esistere sotto la protezione dell’Imam ‘Ali (a.s.) e dei suoi successori dopo di lui, dieci dei quali furono martirizzati dalle forze a loro da sempre ostili. L’episodio più eclatante avvenne attraverso il martirio dell’Imam Husayn (a.s.), il terzo Imam, nella piana di Karbala. Dopo la dipartita dell’undicesimo Imam, l’Imam Hasan al-‘Askari (a.s.), suo figlio Muhammad al-Mahdi, il dodicesimo Imam (a.j.) si celò dalla vita pubblica ed entrò in stato di occultazione, stato nel quale si trova tutt’ora.
Il periodo dell’occultazione del dodicesimo Imam si divide in due epoche principali: il periodo dell’occultazione minore durante il quale quattro luogotenenti funzionarono da intermediari tra le genti e l’Imam, e il periodo dell’occultazione maggiore, durante il quale il dodicesimo Imam è atteso per la sua parusia finale attraverso la quale colmerà la terra di giustizia portando a termine l’era dell’iniquità e dell’ingiustizia.