Imam Khamenei: la seconda fase della Rivoluzione Islamica

Imam Khamenei: la seconda fase della Rivoluzione Islamica

In occasione del quarantesimo anniversario della vittoria della Rivoluzione Islamica – l’11 febbraio 2019 – la Guida della Rivoluzione Imam Khamenei ha pubblicato il seguente importante messaggio, che abbiamo tradotto e che pubblichiamo di seguito per i nostri lettori.

Ass. Islamica Imam Mahdi (aj)

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Col Nome di Dio Clemente e Misericordioso

Ogni lode appartiene a Dio, il Signore dei mondi, e la pace e i saluti siano sul nostro Maestro e Profeta, Abal Qassem Al-Mustafa Muhammad, sulla sua pura e immacolata Famiglia, sui suoi prescelti Compagni e su coloro che li seguono fino al Giorno del Giudizio.

Tra tutte le nazioni che patiscono l’oppressione poche si sforzano di lanciare una rivoluzione, e tra quelle nazioni che si sono sollevate e hanno lanciato una rivoluzione, poche sono riuscite a raggiungere la meta o sono andate oltre il semplice cambio di governo riuscendo a salvaguardare i valori rivoluzionari. Tuttavia la maestosa Rivoluzione della nazione iraniana – che è la più vasta e popolare rivoluzione dell’era contemporanea – è l’unica che ha resistito orgogliosamente per quarant’anni senza tradire i suoi valori e conservando la dignità e le parole d’ordine originarie contro tutte le tentazioni che sembravano irresistibili, entrando così nella seconda fase della propria edificazione, della sviluppo della società e della costruzione della civiltà. Saluti sinceri a questa nazione, alla generazione che ha iniziato e proseguito [il movimento] e alla generazione che fa ingresso ora nel magnifico e globale fenomeno dei secondi quarant’anni!

Quando il mondo era diviso tra i due blocchi materialisti occidentale e orientale e nessuno immaginava che potesse emergere un importante movimento religioso, la Rivoluzione Islamica dell’Iran entrò nella scena con gloria e forza, rompendo gli schemi, mostrando il superamento dei loro cliché, presentando religione e mondo terreno uno al fianco dell’altro e dichiarando l’avvento di una nuova era. Era naturale che i capi della deviazione e dell’oppressione reagissero, ma la loro reazione è rimasta sterile. Qualunque cosa abbiano fatto la destra e la sinistra della modernità – dal pretendere di ignorare questa voce emergente e senza precedenti agli intensi sforzi per soffocarla – li ha avvicinati alla loro inevitabile scomparsa. Oggi, dopo quaranta celebrazioni annuali della vittoria della Rivoluzione e quaranta decine di Fajr (1-11 febbraio, gli ultimi importanti dieci giorni che portarono alla caduta del regime dello Shah e alla vittoria rivoluzionaria, ndt), uno dei due centri dell’ostilità è già perito e l’altro sta lottando con difficoltà in situazioni che ne annunciano la prossima morte, mentre la Rivoluzione Islamica avanza preservando e aderendo alle sue parole d’ordine.

È possibile ipotizzare un’utilità e una data di scadenza per qualsiasi cosa; tuttavia i motti universali di questa rivoluzione religiosa rappresentano un’eccezione a questa regole; non diventeranno mai inutili e inutilizzabili perché corrispondono alla natura umana, di ogni epoca. La libertà, l’etica, la spiritualità, la giustizia, l’indipendenza, la dignità, la razionalità e la fratellanza non si limitano a una singola generazione o società, da poter brillare in un periodo e crollare in quello successivo. È impossibile immaginare un popolo che disprezzi questi valori. I casi segnalati di riluttanza nei loro confronti erano dovuti ai funzionari che avevano voltato le spalle a questi valori religiosi e non a causa della loro adesione e agli sforzi compiuti per realizzarli.

La Rivoluzione Islamica – quale fenomeno vivo e incrollabile – è sempre flessibile e pronta a correggere i suoi errori, ma non è né pentita né passiva. È positivamente sensibile alle critiche, che considera una benedizione divina e un avvertimento per coloro che non agiscono secondo le proprie parole; per nessuna scusa si allontana tuttavia dai propri valori, che grazie a Dio sono uniti alla fede religiosa del popolo. Dall’istituzione del proprio ordinamento, la Rivoluzione Islamica non ha mai sofferto e mai soffrirà di stagnazione e recessione, e non vede alcun conflitto e contraddizione tra il dinamismo rivoluzionario e l’ordine politico e sociale; essa difende piuttosto eternamente la dottrina dell’ordinamento rivoluzionario.

La Repubblica Islamica non è fossilizzata e non manca di percezione e comprensione di fronte ai nuovi fenomeni e situazioni; tuttavia rimane fortemente salda sui suoi principi ed è profondamente sensibile ai loro confini in relazione ai suoi rivali e nemici. Non è negligente rispetto alle sue linee fondamentali e considera importante il perché e come debbono persistere. Indubbiamente il divario tra ciò che deve essere fatto e le realtà ha sempre tormentato e continua a tormentare le coscienze idealistiche; questa lacuna è tuttavia colmabile, e negli ultimi quarant’anni è stata compensata in molti casi, e sicuramente in futuro, con la presenza di una generazione giovane, credente, saggia e motivata, sarà supplita con ancor maggior vigore.

La Rivoluzione Islamica della nazione iraniana è stata potente, ma misericordiosa, perdonatrice e perfino oppressa. Non ha commesso alcun atto estremista e deviato come quelli che hanno contrassegnato molte altre insurrezioni e movimenti. In nessun conflitto – nemmeno contro gli Stati Uniti o Saddam Hussein – ha mai sparato il primo colpo e, in ogni caso, si è difesa dopo aver subito l’attacco del nemico; certamente, quando si difende, colpisce con forza. Sin dal suo inizio, questa Rivoluzione non è mai stata crudele né sanguinaria; non è stata passiva né esitante. Con fermezza e coraggio ha difeso gli oppressi e i diseredati contro gli arroganti e prepotenti. Questo coraggio rivoluzionario, questa cavalleria, questa onestà, chiarezza e potenza, questo campo di azione globale e regionale a sostegno degli oppressi del mondo rappresenta una fonte di orgoglio per l’Iran e gli iraniani, e che continuino ad eterno!

Ora, all’inizio di un nuovo capitolo della vita della Repubblica Islamica, questo umile servo vorrebbe rivolgersi ai suoi cari giovani: alla generazione che entrerà in azione per avviare un’altra parte del più Grande Jihad per costruire il grande Iran islamico. La prima parte del mio discorso riguarderà il passato.

Cari! Non potete conoscere una cosa se non attraverso la vostra esperienza o nell’ascoltare quella degli altri. Molto di ciò che abbiamo visto e sperimentato la vostra generazione non lo ha ancora sperimentato e visto. Noi lo abbiamo visto e voi lo vedrete. I decenni a venire sono i vostri decenni, e siete voi che dovrete proteggere la vostra Rivoluzione mentre siete qualificati e pieni di motivazione, e avvicinarla al suo grande obiettivo: l’emergere di una nuova civiltà islamica e la preparazione del sorgere del Grande Sole della Wilayat [l’Imam Mahdi (as)] (possano le nostre anime essere sacrificate per lui). Per intraprendere passi fermi in futuro, dobbiamo sviluppare una buona conoscenza del passato e apprendere dalle esperienze. Se questa strategia viene trascurata, le menzogne sostituiranno la verità e il futuro verrà minacciato da ignoti pericoli. I nemici della Rivoluzione sono fortemente motivati ​​nei loro sforzi per diffondere distorsioni e menzogne ​​sul passato e persino sul presente, utilizzando il denaro e tutti gli strumenti necessari per farlo. I predoni del pensiero, del credo e della consapevolezza sono tanti; non si può ascoltare la Verità dal nemico e dalle sue truppe.

La Rivoluzione Islamica e l’ordinamento che ne è derivato partirono da zero. In primo luogo, tutto era contro di noi: il regime corrotto del Taghut [Mohammed Reza Pahlavi] – che, oltre alla sua dipendenza, corruzione, tirannia e l’essere nato con un colpo di Stato – fu il primo regime reale in Iran che venne portato al potere dagli stranieri piuttosto che dalla forza della sua spada; il governo degli Stati Uniti e alcuni governi occidentali; la situazione estremamente caotica all’interno dell’Iran; e la vergognosa arretratezza nella scienza e nella tecnologia, nella politica, nel dominio spirituale e in ogni altra virtù.

In secondo luogo, non v’era nessuna esperienza precedente di fronte a noi e il cammino che ci aspettava non era già stato percorso. Ovviamente le insurrezioni marxiste e simili non potevano rappresentare un modello per una Rivoluzione emersa dal cuore della fede e della conoscenza islamica. I rivoluzionari islamici iniziarono senza un esempio e un’esperienza, e la combinazione della Repubblica e dell’Islam, e i mezzi per la sua formazione e progresso non furono raggiunti se non attraverso la guida divina e il cuore luminoso e la grande visione dell’Imam Khomeyni. E questo era il primo splendore della Rivoluzione.

La Rivoluzione della nazione iraniana ha quindi trasformato il mondo bipolare di quei giorni in un mondo tripolare e poi, con la caduta e la scomparsa dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati e l’emergere di nuovi poli di potere, la nuova dicotomia “Islam-Fronte dell’Arroganza” è diventata un fenomeno prominente del mondo contemporaneo e il punto focale dell’attenzione mondiale. Da un lato essa attirava lo sguardo speranzoso delle nazioni oppresse, dei movimenti alla ricerca della libertà e di alcuni Stati del mondo che cercavano l’indipendenza, e dall’altra lo sguardo dagli occhi risentiti e maliziosi dei regimi arroganti e dei prepotenti ricattatori del mondo. Così il percorso del mondo è cambiato e il terremoto della Rivoluzione ha svegliato i Faraoni che dormivano comodamente nei loro letti. I combattimenti iniziarono con piena forza; se non fosse stato per l’immenso potere della fede, per la motivazione di questa nazione e la guida celeste e approvata del nostro eminente Imam [Khomeyni] sarebbe stato impossibile resistere alle ostilità, alla crudeltà, alla cospirazione e alla malvagità [diretti contro di noi].

Nonostante tutti questi gravi problemi, la Repubblica Islamica ha compiuto, giorno dopo giorno, passi in avanti. Gli ultimi quaranta anni hanno mostrato grandi sforzi (jihad), brillanti risultati e incredibili progressi per l’Iran Islamico. La mole dei progressi compiuti dalla nazione iraniana negli ultimi quarant’anni è ben riconosciuta se paragonata a periodi simili seguiti ad altre rivoluzioni importanti come la Rivoluzione francese, la Rivoluzione d’ottobre dell’Unione Sovietica e la Rivoluzione indiana. Le strategie di gestione militante (jihadi) ispirate dalla fede islamica e la credenza nel principio del “noi possiamo” – che l’Imam Khomeini (r.a.) aveva insegnato a tutti noi – hanno fatto raggiungere all’Iran la grandezza e il progresso in differenti campi.

La Rivoluzione ha posto fine a una lunga decadenza storica e il paese, che era stato gravemente umiliato e tenuto completamente retrogrado durante le dinastie Qajar e Pahlavi, iniziò ad avanzare rapidamente. Nel suo primo passo, la Rivoluzione trasformò il vergognoso regime della monarchia tirannica in uno Stato popolare con un popolo sovrano e utilizzò l’elemento della volontà nazionale – che è l’essenza di un progresso reale e completo – nel cuore dell’amministrazione del paese; essa ha poi trasformato i giovani nei principali precursori degli sviluppi e nei principali attori della gestione del paese. Ha trasmesso lo spirito e la convinzione del “noi possiamo” a tutti; grazie alle sanzioni dei nemici, ha insegnato a ognuno a fare affidamento sulle proprie capacità interne e ciò è divenuto una fonte di grandi benedizioni:

Primo: ha garantito stabilità e sicurezza alla nazione, integrità territoriale e protezione dei confini – che erano sotto le mire dalle serie minacce del nemico – e dato origine al miracolo della vittoria nella guerra degli otto anni, portando alla sconfitta del regime baathista e dei suoi sostenitori americani, europei e medio orientali.

Secondo: ha agito come motore del paese nello sviluppo del campo scientifico e tecnologico e nella creazione delle infrastrutture vitali, economiche ed edilizie che continuano a crescere di giorno in giorno diffusamente. Diverse migliaia di istituti scientifici; diverse migliaia di progetti di infrastrutture necessari per il paese nei campi dell’ingegneria civile e dei trasporti, dell’industria, dell’energia e minerario, della sanità, dell’agricoltura e dell’acqua; milioni di laureati o studenti universitari; migliaia di istituti accademici e università in tutto il paese; decine di grandi progetti, come il ciclo del combustibile nucleare, le cellule staminali, la nanotecnologia, la biotecnologia, ecc., tutti classificati tra i primi al mondo; implemento di sessanta volte delle esportazioni non-petrolifere e di quasi dieci volte le unità industriali. La qualità del settore industriale è aumentata di decine di volte rispetto a prima; l’industria, che si basava solo sull’assemblaggio e sul montaggio, è stata trasformata in tecnologia domestica; in varie discipline ingegneristiche, incluse l’industria della difesa, è stata osservata una prominenza visibile; importanti risultati sono stati raggiunti in campi complessi della medicina grazie anche al ruolo degli eminenti giurisperiti (Marjayyah); e decine di altri esempi di progresso sono i risultati di quel morale, nonché del coinvolgimento sociale e del sentimento comunitario che la Rivoluzione ha donato alla nazione. Prima della Rivoluzione l’Iran aveva una produzione scientifica e tecnologica pari a zero, non aveva capacità industriale se non per l’assemblaggio e nessuna capacità scientifica tranne il trasferimento [di lavori altrui].

Terzo: la Rivoluzione ha portato all’apice la partecipazione popolare nelle questioni politiche come le elezioni, il confronto con le sedizioni interne, la presenza negli scenari nazionali e nella lotta contro il Fronte dell’Arroganza. Per quanto riguarda le questioni sociali, ha potenziato, ad esempio, gli aiuti umanitari e le attività di beneficenza iniziati prima della Rivoluzione. Dopo la Rivoluzione le persone hanno iniziato a gareggiare con entusiasmo nel servire e sostenere coloro che sono stati colpiti da disastri naturali e che soffrono di carenze sociali.

Quarto: ha straordinariamente accresciuto l’acume politico della gente e la loro visione delle questioni internazionali. Ha tolto dalle mani di una ristretta casta auto-isolata di sedicenti intellettuali l’analisi politica e la comprensione delle questioni internazionali su temi come i crimini da parte dell’Occidente e in particolare degli Stati Uniti, la causa palestinese e la storica oppressione del suo popolo; la questione delle attitudini belliciste, della malvagità e delle intrusioni negli affari delle altre nazioni da parte delle potenze arroganti e simili, e così questo tipo di consapevolezza si è diffusa e resa disponibile alle masse lungo tutto il paese e in tutti gli ambiti della vita, e questioni simili sono diventate comprensibili e chiare anche per adolescenti e bambini.

Quinto: ha equilibrato il piatto della bilancia della giustizia nel distribuire le risorse pubbliche del paese. Se io – questa persona umile – non sono soddisfatto del funzionamento della giustizia nel paese, ciò è dovuto al fatto che questo alto valore dovrebbe brillare come una gemma unica nella Repubblica Islamica, ma non lo fa ancora. La mia insoddisfazione non dovrebbe tuttavia essere intesa nel senso che non è stato fatto alcun lavoro per stabilire la giustizia. La realtà è che i risultati ottenuti nella lotta all’ingiustizia negli ultimi quattro decenni non sono paragonabili a nessun’altra epoca del passato. Durante il regime dispotico del Taghut, la maggior parte dei servizi e delle entrate del paese erano a disposizione solo di un piccolo gruppo di residenti della capitale o dei loro affini in altre parti del paese. La popolazione nella maggior parte delle città, specialmente nelle aree remote e nei villaggi, era in fondo alla lista e spesso privata di infrastrutture e servizi basilari.

La Repubblica Islamica è stata uno dei governi con maggior successo al mondo nel trasferire i suoi servizi e la sua ricchezza dal centro verso tutto il resto del paese, e dalle ricche zone delle città ai quartieri poveri. Le grandi statistiche sulla costruzione della strade e la costruzione di alloggi, la creazione di centri industriali, la riforma delle questioni agricole, la distribuzione dell’elettricità e dell’acqua, la costruzione di centri medici, università, dighe e centrali elettriche e altre opere simili anche nelle zone più remote del paese, ci rende davvero orgogliosi. Senza dubbio tutti questi sforzi non sono stati riflessi nella inefficiente propaganda dei funzionari della Repubblica Islamica, né lo hanno confessato i malvagi nemici esterni e interni. Ma è un dato di fatto che rimane una nota di merito per i sinceri dirigenti militanti davanti a Dio e alla Sua creazione. Tuttavia la nozione di giustizia che ci attende dalla Repubblica Islamica – seguace del modello di governo fondato dall’Imam Ali (as) – è di gran lunga superiore a questo, e la mia speranza nella sua realizzazione è riposta in voi giovani, aspetto del quale parlerò più avanti.

Sesto: ha significativamente migliorato il livello spirituale ed etico nella sfera pubblica della società. Questo fenomeno benedetto è stato particolarmente diffuso grazie allo stile di vita e alla condotta dell’Imam Khomeyni durante il periodo della lotta e dopo la vittoria della Rivoluzione. Quell’uomo spirituale e gnostico, libero dalle seduzioni materiali, è stato a capo di una nazione i cui fondamenti della fede erano profondamente radicati nel suo popolo. Anche se la propaganda che promuoveva la corruzione e l’immoralità durante l’era Pahlavi aveva colpito duramente la nazione e aveva trascinato la corruzione morale occidentale nella vita della classe media, in particolare dei giovani, l’approccio religioso ed etico della Repubblica Islamica ha attratto i cuori luminosi e predisposti, specialmente quelli della gioventù, e l’atmosfera è cambiata a favore della religione e dell’etica.

La lotta dei giovani nelle difficili battaglie, come ad esempio nella Difesa Sacra [contro l’invasione dell’Iran da parte di Saddam], è stata accompagnata da dhikr e invocazioni, spirito di fratellanza e sacrificio, e hanno rivivificato gli eventi accaduti durante la storia iniziale dell’Islam, mostrandoli viventi e vividamente davanti agli occhi di tutti. Padri, madri e mogli salutavano i loro cari che partivano per i diversi fronti del jihad, motivati ​​da un senso di dovere religioso; poi, quando incontravano i loro corpi intrisi di sangue o feriti, accettavano il dolore con la gratitudine verso Dio. Moschee e luoghi religiosi hanno preso vita come mai prima. Diverse migliaia di giovani, studenti universitari e professori, donne e uomini, si sono messi in lista d’attesa per partecipare all’I’tikaf (ritiro spirituale nelle moschee). Diverse migliaia di giovani volontari erano ansiosi di unirsi alle iniziative di servizio sociale e alle forze di mobilitazione della costruzione. Preghiere e Hajj, digiuni, il recarsi a piede in pellegrinaggio (ziyarat) e la partecipazione alle differenti cerimonie religiose, insieme alle donazioni obbligatorie e a quelle meritorie, sono fioriti ovunque, specialmente tra i giovani. E giorno dopo giorno migliorano in qualità e quantità. Tutto ciò è avvenuto in un momento in cui il crescente declino morale dell’Occidente e dei suoi seguaci, così come la loro massiccia propaganda per spingere uomini e donne alla corruzione, ha isolato l’etica e la spiritualità nelle più importanti parti del mondo: questo rappresenta un altro miracolo della Rivoluzione e dell’attivo e progressivo ordinamento islamico.

Settimo: il magnifico, glorioso e orgoglioso simbolo della resistenza contro i prepotenti e i violenti arroganti del mondo, guidati dai criminali e guerrafondai Stati Uniti, è diventato giorno dopo giorno più eminente. Durante tutti questi quarant’anni il non essere mai stati arrendevoli e il proteggere e preservare la Rivoluzione, la sua grandezza divina e il suo tenere testa di fronte agli Stati presuntuosi e arroganti è stata la caratteristica riconosciuta dell’Iran e gli iraniani – in particolare dei giovani di questa terra. Le potenze egemoniche del mondo – che vivono violando l’indipendenza degli altri paesi e saccheggiando i loro interessi vitali per soddisfare le proprie malvagie intenzioni – hanno ammesso la loro debolezza di fronte all’Iran Islamico e Rivoluzionario. Nella vivace atmosfera della Rivoluzione la nazione è riuscita ad espellere prima i burattini degli Stati Uniti – la gente che tradiva la patria – e poi da allora il popolo iraniano ha prevenuto vigorosamente qualsiasi dominio sul paese da parte delle potenze arroganti.

Cari giovani! Questo è solo un numero limitato dei principali titoli della quarantennale storia della Rivoluzione Islamica: la splendida, duratura e brillante Rivoluzione per la quale voi, per grazia di Dio, dovete compiere il secondo grande passo per il suo avanzamento.

Il frutto degli sforzi compiuti negli ultimi quarant’anni adesso è davanti ai nostri occhi: un paese e una nazione indipendente, libera, potente, dignitosa, credente, avanzata nella scienza, piena di esperienze preziose, sicura e piena di speranza, con un’influenza fondamentale nella regione e una forte logica nelle questioni globali, con primati nel tasso di crescita dei progressi scientifici e nel raggiungere alti ranghi in campi scientifici e tecnologici importanti come le scienze nucleari, le cellule staminali, la nanoscienza, quella aerospaziale e così via; tra i primi nell’espansione dei servizi sociali; eccellere nel promuovere motivazioni jihadi (di volontariato) tra i giovani; portando ad avere una popolazione giovane efficiente e molte altre caratteristiche vincenti che sono tutti prodotti della Rivoluzione e il risultato dell’aver intrapreso la direzione rivoluzionaria e militante. Dovete sapere che se, in alcuni periodi di questi quarant’anni di storia della Rivoluzione, non fossero state ignorate le sue parole d’ordine e non vi fossero state negligenze da parte del movimento rivoluzionario – che purtroppo sono esistite e sono state estremamente dannose – i risultati della Rivoluzione sarebbero andati indubbiamente ben oltre ciò che noi testimoniamo oggi e il paese avrebbe progredito molto di più nella strada verso i grandi ideali, e molti dei problemi attuali non sarebbero esistiti adesso.

Oggi, proprio come i primi giorni dopo la Rivoluzione, il potente Iran affronta le sfide delle potenze arroganti; vi è tuttavia una differenza significativa. Se in quei giorni le sfide contro gli Stati Uniti implicavano la fine dell’intrusione degli agenti stranieri, la chiusura dell’ambasciata del regime sionista a Teheran o lo smascherare il “covo di spie” [l’ex ambasciata degli Stati Uniti a Teheran], oggi le sfide riguardano la presenza del potente Iran ai confini del regime sionista, il porre fine all’infiltrazione illegale degli Stati Uniti nell’Asia occidentale, il sostegno della Repubblica Islamica alla resistenza del popolo palestinese nel cuore dei territori occupati e la difesa dello stendardo, che sventola alto, di Hezbollah e della Resistenza in tutta la regione. Se allora la preoccupazione dell’Occidente era quella di impedire all’Iran di acquistare armi basilari, oggi la sua preoccupazione è di impedire il trasferimento di armi avanzate iraniane alle forze della Resistenza. Se in quei giorni gli Stati Uniti presumevano che il governo islamico e la nazione iraniana potessero essere sconfitti con l’aiuto di qualche svenduto iraniano e di un piccolo numero di velivoli e di elicotteri, oggi sentono di aver bisogno di una coalizione di decine di Stati ostili o spaventati per contrastare l’Iran sul fronte politico e della sicurezza; e nonostante tutto ciò falliscono. Grazie alla Rivoluzione, l’Iran oggi si distingue per una elevata posizione, degna del popolo iraniano, agli occhi del mondo. E l’Iran ha già superato difficili ostacoli sulla via della risoluzione delle sue questioni fondamentali.

La pista percorsa finora è tuttavia solo una parte del sentiero glorioso verso gli obiettivi sublimi della Repubblica Islamica. Il proseguimento di questo cammino – che molto probabilmente non è così impegnativo come quello del passato – deve essere compiuto da parte di voi giovani con forza di volontà, vigilanza, agilità e innovazione. Giovani dirigenti, giovani pensatori, giovani attivisti in ogni campo – politica, economia, cultura, relazioni internazionali, religione, etica, spiritualità e giustizia – dovrebbero assumersi le proprie responsabilità facendo uso delle esperienze e delle lezioni apprese nel passato, applicando la visione rivoluzionaria e lo spirito delle azioni militanti per costruire il nostro caro Iran quale modello completo di governo islamico avanzato.

Un punto importante che deve essere considerato da coloro che costruiscono il futuro è che viviamo in un paese che è raro in termini di risorse naturali e umane. Molte di queste risorse sono state tuttavia lasciate inutilizzate o solo leggermente sfruttate a causa della negligenza dei funzionari. Grandi sforzi, uniti a motivazioni rivoluzionarie e giovanili, saranno in grado di attivarle, segnando un vero balzo in avanti nel progresso materiale e spirituale del paese.

La risorsa più importante e fonte di speranza nel paese è costituita dalle talentuose e capaci risorse umane che hanno un profondo e nobile fondamento nella fede e nella religione. La giovane popolazione sotto i quaranta anni – una parte importante della quale è il risultato della forte crescita delle nascite negli anni ’80 – rappresenta un’occasione preziosa per il paese. Godendo di una popolazione di trentasei milioni di persone di età compresa tra i 15 e i 40 anni; quasi quattordici milioni di persone con titoli di studio superiori; secondi al mondo per numero di laureati in scienze e ingegneria; numerosi giovani cresciuti con uno spirito rivoluzionario e pronti a lavorare in modo militante per il paese; e un gran numero di giovani intellettuali e ricercatori che operano per creare prodotti scientifici, culturali, industriali e di altro tipo, si sommano all’enorme ricchezza del paese che non può essere paragonata a nessuna risorsa materiale.

Oltre a questi, esiste un lungo elenco di opportunità materiali per il paese che possono essere attivate e sfruttate da dirigenti efficienti, motivati ​​e intelligenti al fine di aumentare significativamente la produzione interna e rendere il paese autosufficiente, ricco e veramente autonomo, superando quindi i problemi attuali. L’Iran rappresenta l’1% della popolazione mondiale, ma possiede il 7% delle risorse minerali globali; enormi risorse sotterranee; una posizione geografica eccezionale tra Oriente e Occidente e tra Nord e Sud; un grande mercato nazionale; un vasto mercato regionale con quindici paesi vicini che costituiscono una popolazione di seicento milioni di abitanti; lunghi confini costieri; terre fertili con una grande varietà di prodotti agricoli; e un’economia vasta e versatile. Queste sono solo alcune delle potenzialità esistenti nel paese. Molte potenzialità sono rimaste inutilizzate. Si dice che l’Iran sia al primo posto al mondo in termini di risorse naturali e umane non sfruttate. Senza dubbio voi giovani credenti e attivi potete correggere questa grande lacuna. La prospettiva della seconda decade deve essere dedicata all’impiegoo dei precedenti risultati e delle potenzialità non ancora utilizzate, e la crescita del paese deve essere migliorata in diversi settori, tra i quali la produzione e l’economia nazionale.

Ora vorrei offrirvi, miei cari figli e figlie, alcuni ammonimenti su degli argomenti essenziali. Questi argomenti includono la scienza e la ricerca; la spiritualità e l’etica; l’economia; la giustizia e la lotta alla corruzione; l’indipendenza e la libertà; la dignità nazionale, le relazioni internazionali, il definire i ‘confini’ con il nemico e lo stile di vita.

Anzitutto il mio primo consiglio riguarda però la speranza e il possedere una visione ottimistica del futuro. Senza questa chiave fondamentale per qualsiasi situazione di stallo, non è possibile compiere neanche un passo. Ciò a cui mi riferisco è un’autentica speranza basata su realtà evidenti. Ho sempre evitato false e ingannevoli speranze, ma ho anche messo in guardia me stesso e gli altri dal pessimismo infondato e dalla falsa paura. Durante questi ultimi quaranta anni, e oggi come sempre, la politica propagandistica e mediatica del nemico, al pari dei suoi programmi più attivi, hanno ruotato intorno al far perdere alla popolazione, e persino ai nostri funzionari e statisti, la loro speranza nel futuro. False notizie, analisi faziose, capovolgimento dei fatti, occultamento degli aspetti di speranza, amplificazione di piccoli problemi e rimproveri o negazioni di grandi vantaggi, sono stati costantemente all’ordine del giorno delle migliaia di media audiovisivi e della rete Internet da parte dei nemici del popolo iraniano. E, naturalmente vediamo i loro seguaci all’interno del paese utilizzare le libertà per lavorare al servizio del nemico. Voi giovani dovete essere i precursori nel rompere l’assedio di tale propaganda. Fate crescere la pianta della speranza nel futuro in voi stessi e in coloro che vi circondano. Allontanate da voi e dagli altri la paura e la delusione. Questo è il vostro primo e fondamentale jihad da compiere. I segni di speranza – alcuni dei quali sono stati menzionati – sono davanti ai vostri occhi. I sostenitori della Rivoluzione sono molto più numerosi di quelli pentiti, e le mani e i cuori leali e d’aiuto sono molto più numerosi di quelli dei corrotti, dei traditori e degli avidi. Il mondo ha grande stima e rispetto per la gioventù iraniana e per loro perseveranza e ingegnosità in molti campi. Valorizzate voi stessi, e con la forza donata da Dio, ascendete verso il futuro e create gesta eroiche.

 

Per quanto riguarda i consigli:

1) Scienza e ricerca: la scienza è lo strumento più evidente della dignità e del potere di un paese. L’altra faccia della conoscenza è costituita dall’abilità e dalla saggezza. È grazie alla propria scienza che in questi ultimi duecento anni il mondo occidentale è riuscito a raccogliere ricchezza, influenza e potere, e nonostante la sua debole etica e fede ha potuto dominare le comunità rimaste indietro rispetto alla carovana della scienza, impossessandosi così della loro politica ed economia, imponendole lo stile di vita occidentale. Noi non chiediamo un abuso della scienza come quello compiuto dall’Occidente, tuttavia insistiamo sulla necessità del paese di far fluire tra noi le fonti della scienza. Grazie a Dio il talento della nostra nazione nell’acquisire la scienza e la ricerca è più alto della media mondiale. L’esplosione scientifica nel paese, che è iniziata quasi due decenni fa, è proseguita ad una velocità sorprendente per gli osservatori globali, vale a dire con una velocità undici volte maggiore del ritmo medio della crescita scientifica mondiale.

Le nostre conquiste nel campo della scienza e della tecnologia – che ci hanno portato al sedicesimo posto tra più di duecento paesi nel mondo – hanno sorpreso gli osservatori mondiali e in alcuni nuovi e sensibili settori ci hanno condotto ai primi ranghi, e tutto ciò è accaduto nonostante il paese si trovasse sotto sanzioni scientifiche e finanziarie. Nonostante il dover nuotare contro la corrente del nemico, abbiamo raggiunto grandi risultati, e questa è una grande benedizione per la quale bisogna ringraziare Dio giorno e notte.

Il punto che tuttavia voglio porre in rilievo è che questo percorso intrapreso, nonostante la sua importanza, non è altro che l’inizio. Siamo ancora molto indietro rispetto ai vertici della scienza mondiale. Dobbiamo raggiungerne i vertici. Dobbiamo andare oltre le attuali frontiere della scienza nei campi più importanti. Siamo ancora molto indietro rispetto a questo stadio. Abbiamo iniziato da zero. La vergognosa regressione scientifica durante le dinastie Pahlavi e Qajar – quando il mondo aveva appena iniziato la sua corsa scientifica – ci hanno inflitto un duro colpo, tenendoci molti chilometri dietro rispetto a questa carovana in rapido movimento.

Abbiamo iniziato il movimento ora, e stiamo avanzando con grande solerzia. Ma questo balzo in avanti ha bisogno di conservare lo slancio per gli anni a venire, in modo da poter compensare la regressione. Ho sempre consigliato caldamente e fermamente, mettendo in guardia e invitando le università, gli accademici, i centri di ricerca e i ricercatori al riguardo. Tuttavia, ora, chiedo a tutti voi giovani di proseguire su questa strada con maggior senso di responsabilità, considerandolo un Jihad. La pietra miliare di una rivoluzione scientifica nel paese è stata posta e la Rivoluzione ha offerto martiri per questo, come i martiri tra gli scienziati nucleari. Sollevatevi per frustrare il nemico malevolo e rancoroso che teme fortemente il vostro Jihad scientifico.

2) Spiritualità ed etica: Spiritualità significa enfatizzare i valori spirituali quali la sincerità, lo spirito di sacrificio, la fiducia in Dio e la fede tanto a livello interiore quanto nella società. L’etica implica l’osservazione di virtù come la benevolenza, il perdono, l’assistenza ai bisognosi, la veridicità, il coraggio, l’umiltà, l’autostima e altre buone caratteristiche. Spiritualità ed etica guidano ogni movimento, persona e attività sociale e rappresentano il principale bisogno della società. La loro esistenza rende la vita un paradiso anche a dispetto di carenze materiali, mentre la loro mancanza, anche quando si sia materialmente ricchi, crea un inferno.

Maggiore è la crescita della percezione spirituale e della coscienza etica nella società maggiori saranno le benedizioni. Ciò richiede davvero jihad e sforzo, ed essi non comporteranno grandi risultati senza l’aiuto dei governi. Spiritualità ed etica non saranno certamente acquisite tramite decreti e ordini; i governi non possono quindi crearle usando la forza coercitiva. Tuttavia, in primo luogo, sono i governi stessi che hanno bisogno di osservare una condotta etica e spirituale.

In secondo luogo, devono preparare il terreno per la diffusione di quelle virtù nella società, e assistere e dare spazio alle organizzazioni sociali che operano in tal senso. Devono combattere in modo razionale contro i centri anti-spirituali e anti-etici e impedire agli empi di trascinare gli altri all’inferno con la forza o l’inganno.

Mezzi di comunicazione avanzati e pervasivi hanno fornito ai centri anti-spirituali e anti-etici una struttura molto pericolosa, e ora stiamo assistendo all’assalto sempre crescente dei nemici ai cuori puri di giovani, adolescenti e persino bambini, con l’impiego di questi mezzi. Gli enti governativi possiedono grandi responsabilità al riguardo che devono essere prese in modo oculato e pienamente consapevole. Naturalmente questo non significa che le singole persone e le organizzazioni non governative non abbiano alcuna responsabilità in merito. A Dio piacendo, nella prossima era, in questo ambito è necessario elaborare ed attuare progetti sociali a breve e medio termine.

3) Economia: l’economia è un punto chiave per definizione. Una salda economia è il punto di forza e un importante fattore nel respingere l’egemonia e l’ingerenza esterne, mentre un’economia debole è il tallone d’Achille che prepara il terreno per l’infiltrazione, il dominio e l’intrusione dei nemici. La povertà e la ricchezza influenzano gli aspetti materiali e spirituali degli esseri umani. L’economia, ovviamente, non è l’obiettivo della società islamica. Essa è piuttosto un mezzo senza il quale non si sarebbe in grado di raggiungere gli obiettivi. L’insistenza sul rafforzamento dell’economia indipendente nazionale basata sulla produzione di massa e di qualità, sulla distribuzione fondata sulla giustizia, sul consumo ragionevole e privo di sprechi e su saggi affari dirigenziali – aspetti che ho continuamente ripetuto più e più volte negli ultimi anni – sono dovuti all’incredibile impatto che l’economia può avere sulla vita attuale e futura della società.

La Rivoluzione Islamica ci ha mostrato la via per uscire dall’economia debole, dipendente e corrotta dell’era del Taghut. Tuttavia, un operato carente ha messo in difficoltà l’economia del paese dall’interno e dall’esterno. Le sfide esterne includono le sanzioni e le tentazioni del nemico che sarebbero rese meno efficaci o addirittura inefficaci se le sfide interne venissero risolte. Le sfide interne consistono in difetti strutturali e debolezze gestionali.

I principali difetti includono la dipendenza economica dal petrolio; l’intromissione del governo in settori dell’economia che non rientrano nella sua sfera di responsabilità; il guardare l’estero anziché affidarsi alle capacità e potenzialità interne; lo sfruttamento molto limitato delle risorse umane del paese; un programma di bilancio lacunoso e squilibrato; e infine l’instabilità delle politiche economiche esecutive, la mancanze di priorità, le spese eccessive e persino dispendiose in alcuni settori delle organizzazioni statali. Ne derivano i problemi nella vita delle persone, tra cui l’alto tasso di disoccupazione tra i giovani, il basso reddito delle classi inferiori, ecc.

La soluzione a questi problemi risiede nella forte, responsabile e vivace attuazione delle politiche delineate dall’Economia della Resistenza che devono essere seguite e messe in atto dai governi. La produzione economica interna del paese, che deve diventare produttiva e basata sulla scienza, rendere popolare l’economia, evitare la supervisione autoritaria del governo e l’espansione usando le risorse già citate, sono tra gli esempi importanti di queste soluzioni. Un gruppo giovane, saggio, credente e competente di esperti di economia all’interno del governo può senza dubbio raggiungere questi obiettivi. I tempi futuri devono essere impiegati per l’azione del gruppo.

Gli amati giovani nell’intera nazione dovrebbero sapere che tutte le soluzioni si trovano all’interno del paese. Supporre che “i problemi economici siano semplicemente il risultato delle sanzioni e che le sanzioni siano dovute alla resistenza contro l’imperialismo e alla non sottomissione al nemico, e che quindi la soluzione è inginocchiarsi davanti al nemico e baciare la zampa del lupo” è un errore imperdonabile. Questa analisi completamente errata – sebbene a volte emessa dalle bocche e dalle penne di alcuni individui ignoranti all’interno del paese – ha le sue radici nei centri di pensiero e cospirazione stranieri, che in svariate modalità la impongono a coloro che prendono le decisioni e all’opinione pubblica.

4) Giustizia e lotta alla corruzione: queste due virtù vanno di pari passo. La corruzione economica, morale e politica è come un tumore nel corpo dei paesi e dei governi; se si trovassero nel corpo di un sistema di governo, costituirebbero un terremoto devastante e un duro colpo per la loro legittimità. E per un ordinamento come quello della Repubblica Islamica – che ha bisogno di una legittimità che va oltre a quella abituale e che ne costituisce il fondamento – è molto più serio e importante che per qualsiasi altro sistema. Le tentazioni della ricchezza, del potere e della posizione hanno sviato alcune persone anche nel più alide di tutti i governi, quello dell’Imam Ali (as). Quindi, il pericolo rappresentato dall’emergere di una simile minaccia nella Repubblica Islamica – i cui funzionari una volta gareggiavano reciprocamente nell’ascetismo rivoluzionario e nel mantenere uno stile di vita semplice – non è mai stato e non è ancora lontano dall’accadere. Ciò rende necessaria la costante presenza di un’organizzazione efficiente, con occhi acuti e azioni decisive, all’interno dei tre rami di potere (esecutivo, legislativo e giudiziario), al fine di combattere veramente la corruzione, specialmente negli organismi governativi.

Naturalmente, la proporzione di individui corrotti tra i funzionari della Repubblica Islamica è molto più piccola di quella di molti altri paesi, e in particolare di quella del regime Pahlavi – che era totalmente corrotta e incoraggiava la corruzione – e grazie a Dio gli agenti di questo ordinamento sono perlopiù rimasti immuni da ciò; tuttavia anche la minima corruzione è inaccettabile. Tutti devono sapere che la trasparenza economica è la precondizione per la legittimità di tutti i funzionari della Repubblica Islamica. Tutti devono fare attenzione al male dell’avidità, evitare guadagni illegittimi e supplicare Dio per aiutarli in questo senso.

Le organizzazioni di vigilanza e governative devono impedire che la corruzione venga concepita e combatterne la diffusione con fermezza e sensibilità. Questa lotta ha bisogno di uomini di fede e militanti, nobili, con mani pulite e cuori luminosi. Questa lotta è una parte efficace di uno sforzo complessivo che la Repubblica Islamica deve mettere in atto per stabilire la giustizia.

La giustizia è stata tra gli ideali principali perseguiti da tutti i profeti, e nella Repubblica Islamica possiede pari status e valore. Si tratta di una parola sacra in tutte le epoche e in tutte le terre e non verrà completamente stabilita se non sotto il governo dell’Imam Mahdi (che la nostra anima possa essere sacrificata per lui). Tuttavia è relativamente sempre e ovunque possibile applicarla, ed è un dovere che deve essere compiuto da chiunque, specialmente dai governanti e dai potenti. La Repubblica Islamica ha compiuto importanti passi in questo senso, esempi dei quali sono stati brevemente menzionati sopra. Naturalmente è necessario compiere maggiori atti per spiegare e descrivere gli sforzi compiuti a tal proposito, e la cospirazione dei nemici della Rivoluzione volta a distorcere la realtà, o quantomeno a tenere taciuta e nascondere [la verità] deve essere neutralizzata.

Nonostante tutto, il sottoscritto dice chiaramente agli amati giovani che il futuro del paese li aspetta, e che ciò che è stato fatto finora si trova ad una distanza enorme da ciò che doveva essere fatto. Nella Repubblica Islamica i cuori dei funzionari devono costantemente battere per eliminare le mancanze e devono essere seriamente preoccupati della profonda disparità di classe. Nella Repubblica Islamica non solo la ricerca della ricchezza non è un crimine, ma è in realtà incoraggiata. Tuttavia, la discriminazione nella distribuzione delle risorse pubbliche, la concessione di privilegi speciali e la tolleranza dei truffatori economici – che comportano solo ingiustizia – sono severamente vietate. Ignorare inoltre i ceti che necessitano di supporto non è mai accettabile.

Queste parole sono state spesso ripetute sotto forma di politiche e leggi, ma per una loro corretta attuazione poniamo la nostra speranza nei giovani; e se la gestione dei vari settori del paese viene affidata a giovani rivoluzionari, saggi e competenti – che non sono pochi, grazie a Dio – questa speranza si realizzerà, a Dio piacendo.

 5) Indipendenza e libertà: l’indipendenza nazionale significa la libertà della nazione e dello Stato dall’imposizione e dall’arroganza delle potenze egemoniche del mondo. Libertà sociale significa il diritto per ogni membro della società di decidere, agire e pensare. Entrambi sono valori islamici e doni divini conferiti agli esseri umani e non un favore che lo Stato elargisce alla popolazione.

I governi sono obbligati a garantire i due diritti sopra menzionati. Il valore della libertà e dell’indipendenza è ben noto a coloro che hanno combattuto per questo. La nazione iraniana, grazie al suo jihad quarantennale, è tra queste virtù. L’indipendenza e la libertà attuali dell’Iran Islamico sono state raggiunte grazie al sangue di centinaia di migliaia di esseri umani nobili, coraggiosi e altruisti; spesso giovani, ma che avevano raggiunto i più alti ranghi dell’essere umano. Questo frutto del puro albero della Rivoluzione non può essere messo a rischio da giustificazioni ingenue e talvolta tendenziose. Tutti, specialmente il governo della Repubblica Islamica, sono obbligati a fare ogni cosa possibile per proteggerlo. Ovviamente, l’“indipendenza” non dovrebbe essere definita come il confinare la politica e l’economia della nazione entro i suoi confini, e la “libertà” non deve essere definita in opposizione all’etica, alla legge e ai valori divini e ai diritti pubblici.

6) Dignità nazionale, relazioni estere, definizione dei confini nei rapporti con il nemico: si tratta di tre rami del principio di “dignità, saggezza e opportunità” nelle relazioni internazionali. Lo scenario internazionale odierno è testimone di fenomeni che si sono sviluppati o si stanno sviluppando nel prossimo futuro: il nuovo dinamismo del Movimento del Risveglio Islamico basato sul modello di resistenza al dominio degli Stati Uniti e dei sionisti; il fallimento delle politiche statunitensi nella regione dell’Asia occidentale e la sconfitta dei loro traditori alleati nella regione; l’espansione della potente presenza politica della Repubblica Islamica dell’Iran in Asia occidentale e la sua vasta influenza in tutto il mondo. Questi sono esempi della grandezza della Repubblica Islamica, che non sono stati raggiunti se non per mezzo del coraggio e della saggezza dei dirigenti militanti (jihadi).

I capi del sistema egemonico sono preoccupati; le loro proposte generalmente implicano l’inganno, la frode e le menzogne. Oggi, la nazione iraniana, oltre al regime criminale degli Stati Uniti, considera un certo numero di governi europei come ingannevoli e inaffidabili. Il governo della Repubblica Islamica dell’Iran deve osservare prudentemente i propri ‘confini’ con loro, non dovrebbe retrocedere neanche di un passo dai suoi valori rivoluzionari e nazionali, né essere spaventato dalle loro vuote minacce, tenere in considerazione in ogni momento la dignità del paese e del suo popolo, e cercare saggiamente e prudentemente – ma naturalmente con un punto di vista rivoluzionario – di risolvere i problemi risolvibili che ha nelle relazioni con costoro. Nel caso degli Stati Uniti, non è immaginabile risolvere alcun problema, e negoziare con loro non porterà altro esito se non danni materiali e spirituali.

7) Stile di vita: ci sono molte osservazioni necessarie da fare in questo senso. Le lascerò a un’altra occasione. Basti ricordare che i tentativi dell’Occidente di promuovere lo stile di vita occidentale in Iran hanno causato alla nostra nazione e alla nostra popolazione molti danni irreversibili a livello morale, economico, religioso e politico. Combatterli richiede un jihad integrale e intelligente, e anche in questo caso  la speranza risiede in voi giovani.

Infine vorrei ringraziare la presenza entusiastica, fiera e vincitrice sul nemico della nostra cara nazione durante la manifestazione del 22 Bahman [11 febbraio], che segna il quarantesimo anniversario della grande Rivoluzione Islamica, e ringrazio l’Onnipotente Dio per questo.

La pace sia sul nostro Imam Mahdi (a.s.) – che le nostre anime siano sacrificate per lui-; la pace sia sulle anime pure dei nobili martiri e sulla pura anima dell’Imam Khomeini (r.a.), e la pace sia su tutte le cari genti dell’Iran e un saluto speciale sia ai giovani iraniani.

Prego per voi.

Sayyid Ali Khamenei – 11 febbraio 2019

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Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Ayatullah Khamenei , Islam

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