Il concetto di valore e la dignità dell’uomo
Ayatullah Mesbah Yazdi
Il comune e generale concetto che abbiamo del termine “valore” è, di fatto, un concetto economico. La relazione di una merce e/o di un servizio con ciò che l’uomo è disposto a pagare per ottenere quella merce e/o servizio, porta all’esistenza il concetto di valore. Ma il significato di “valore” e il sistema di valori va oltre questo concetto economico, sebbene non sia totalmente estraneo ad esso, e sebbene esso sia stato all’inizio molto probabilmente preso in prestito da questo stesso concetto economico. La giustificazione che può essere addotta è che noi siamo disposti a pagare una certa quantità di denaro per un bene e/o un servizio, o a consegnare un altro bene e/o servizio in cambio di quello, quando quest’ultimo è desiderato e ci piace, o per il quale abbiamo una certa simpatia.
Ad esempio, un uomo affamato ha bisogno di cibo. Il cibo è quindi un bene che egli desidera e per il quale in cambio è disposto a pagare una certa somma, al fine di soddisfare questo suo bisogno. Così anche il criterio per il valore economico è di fatto la desiderabilità e l’essere richiesto. Di conseguenza, noi possiamo astrarre questo significato dalla sua specifica connotazione economica e affermare:
Ogni cosa che è desiderata e richiesta dall’uomo e che può soddisfare un suo bisogno o un suo desiderio, è definita di valore.
Il termine valore, in questo significato generale, si applica sia agli oggetti che agli uomini e alla loro condotta. Ma dal momento che la nostra disamina riguarda l’uomo e il comportamento, dobbiamo continuare il discorso su questa linea.
Vediamo dunque quale uomo possiede più “valore” dal punto di vista dell’Islam.
Nonostante quello che si propaganda nella cultura del mondo contemporaneo, e che è sostenuto anche dagli umanisti, cioè che ogni uomo, per il sol fatto di esser tale, ha un valore naturale ed ha in altre parole una sua dignità anche se egli può aver commesso molti omicidi e perpetrato dei crimini, l’Islam sostiene due tipi di dignità per l’uomo.
Il primo tipo è la dignità generale, ossia ogni uomo, per il sol fatto d’esser tale (a prescindere della sua condotta e delle sue attitudini), possiede tale tipo di dignità. Questa è la dignità creazionale e un valore donato da Dio, e che Dio stesso ha posto sull’uomo ma non sulle altre creature. E forse l’asse di queste benedizioni divine è l’intelletto dell’uomo. Anche in alcuni versetti del Sacro Corano questa dignità creazionale è stata puntualizzata:
In verità abbiamo onorato i figli di Adamo, li abbiamo condotti sulla terra e sul mare e abbiamo concesso loro cibo eccellente e li abbiamo fatto primeggiare su molte delle Nostre Creature. [XVII, 70]
In questo versetto del Sacro Corano è stato formalizzato il fatto che Dio ha donato una dignità ai figli di Adamo (a) e li ha fatti eccellere su molte delle Sua creature. Questa dignità riguarda tutti gli uomini, sia il bambino che l’adulto posseggono tali specificazioni creazionali umane. Dio ha donato loro gli occhi, le orecchie e altre parti del corpo, un corpo che è bello ed eretto, e ha donato loro la mente, l’intelletto, l’intelligenza, i talenti e le altre caratteristiche spirituali e fisiche che ogni uomo possiede.
Ma se ci pensiamo un attimo vedremo che questa dignità e questo valore in realtà appartengono a Dio, che Egli è Colui il Quale ha donato tali benedizioni agli uomini liberamente, e che gli uomini stessi non hanno alcun ruolo nell’ottenimento di tale dignità.
L’altro tipo di dignità è quella per cui l’uomo stesso, con il suo libero arbitrio e per sua libera scelta e preferenza (che sempre Dio gli ha donato) ricerca e ottiene. In questo tipo di dignità, non tutti gli uomini sono uguali, ed essa appartiene solo ai virtuosi; e se alcuni uomini agiscono viziosamente, essi non solo non avranno alcuna porzione di tale dignità, e anzi raggiungeranno un antivalore e cadranno così in basso che diverranno inferiori agli animali. Riguardo a questo gruppo di uomini che non hanno acquisito alcuna dignità per se stessi, il Sacro Corano afferma:
In verità creammo molti dei demoni e molti degli uomini per l’Inferno: hanno cuori che non comprendono, occhi che non vedono e orecchi che non sentono, sono come bestiame, anzi ancor peggio. [VII, 179]
Dunque la dignità creazionale non è per l’uomo sufficiente per essere riconosciuto per sempre come una creatura onorevole e nobile, perché egli può perdere la dignità donatagli da Dio e acquisire per se indegnità, insensatezza e bassezza. Ecco l’espressione del Sacro Corano a questo riguardo:
Invero creammo l’uomo nella forma migliore, quindi lo riducemmo all’infimo dell’abiezione. [XCV, 4-5].
Dio ha creato l’uomo nella forma migliore e più ammirabile e completato la sua dignità creazionale nella maniera migliore, ma vi sono alcuni uomini che privano se stessi di questa dignità divina e si degradano fino ai più bassi livelli possibili per un essere umano.
In definitiva, sebbene tutti gli uomini possiedano la dignità creazionale donatagli da Dio, nello stadio della libera scelta non sono tutti uguali e non si possono considerare tutti allo stesso livello: gli uomini avranno differenti livelli di valore e dignità, in proporzione alla differenza dei loro gradi di virtuosità. A volte, infine, alcuni possono degradarsi così tanto da non meritare alcuna dignità, e questi dovrebbero essere estirpati dalla società come una cellula tumorale.
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