I NUQQAD AL-HADITH: gli studiosi critici delle narrazioni
È un dato di fatto che molti dei libri dei compagni degli Imam al-Baqir, al-Sadiq, al-Kazim e al-Rida furono alterati per mano dei ghulat (1) i quali diffusero il loro materiale all’insaputa degli Imam e di molti loro discepoli.
Nel Rijal al-Kashshi si narra quanto segue:
Egli (Muhammad b. Isa b. Ubayd) disse: Uno dei nostri compagni gli chiese (a Yunus Ibn ‘Abd al-Rahman) mentre ero presente: – O Abu Muhammad! Quanto sei rigido sulla questione degli hadith e quanto eccessivo è il tuo rifiuto di ciò che viene narrato dai nostri compagni! -. Quindi egli (cioè Yunus) disse: – Hisham b. al-Hakam mi ha narrato di aver sentito Abu ‘Abdullah che diceva: ‘Non accettare un hadith che ci viene attribuito, ad eccezione di quello che concorda con il Corano e la Sunna oppure trovi per questo conferma nei nostri hadith passati. Mughira Ibn Sa’id, che Iddio lo maledica, ha manomesso i libri di hadith dei compagni di mio padre aggiungendovi cose che mio padre non ha narrato’. Ho viaggiato in Iraq e ho vi trovato un piccolo numero di rimanenti compagni di Abi Ja’far, e un gran numero di compagni di Abu ‘Abdullah. Ho udito da loro hadith e ho preso i loro libri, poi li ho presentati ad Abu al-Hasan al-Rida il quale ha rifiutato molto di questi hadith negando che si trattasse di hadith di Abu ‘Abdullah. Allora mi disse: ‘In verità Abu al-Khattab mentì sul conto di Abu ‘Abdullah, che Iddio maledica Abu al-Khattab, e in modo simile i compagni di Abu al-Khattab hanno alterato i libri dei compagni di Abu ‘Abdullah fino ai giorni nostri’-”. (Rijal al-Kashshi, p. 489)
Mughira Ibn Sa’id (m. 119) e Abu al-Khattab (m. 138) furono tra gli eresiarchi più famosi in seno alla storia sciita. Essi riuscirono a raccogliere un seguito molto devoto di sciiti e si ribellarono contro i sovrani temporali. I loro insegnamenti includevano la divinità degli imam come sostenuta dalle sette esoteriche facendo ricorso ad un indiscriminato ta’wil dei versetti del Corano.
Hisham Ibn al-Hakam cita l’Imam al-Sadiq dicendo:
“Mughira Ibn Sa’id era solito mentire deliberatamente sul conto di mio padre. Questi prendeva i libri dei suoi compagni (di Mughira), e i suoi compagni (sempre di Mughira), sotto copertura indistinguibile tra i compagni di mio padre, prendeva libri da questi compagni di mio padre per consegnarli a Mughira. Quindi questi (Mughira) era solito alterarli con miscredenza ed eresia e poi attribuirli a mio padre ordinando loro (i suoi compagni) di diffondere questi (libri interpolati) tra gli sciiti. Dunque qualunque cosa di ghulù sia presente nei libri dei compagni di mio padre, è stata inserita da quel che Mughirah Ibn Sa’id ha detto” (Rijal al-Kashshi, p. 490)
I compagni di Mughira si infiltrarono nelle lezioni dell’Imam al-Baqir copiando i loro libri per poi aggiungervi le parole di Mughira attribuendole all’Imam. I compagni di Mughira diffusero queste opere come fossero parole dell’Imam al-Baqir tra studenti ignari di tutto ciò. A volte affermavano di aver sentito direttamente gli hadith dal loro presunto maestro, altre volte che si trattasse di copie originali ricevute dal presunto maestro o un suo studente. Lo stesso avvenne con Abu al-Khattab e i suoi studenti nei confronti dell’Imam al-Sadiq.
Ovviamente questo non significa che tutti i libri e le opere siano stati alterati bensì solo quelli che i falsi studenti stanno diffondendo. Ciò significa che l’attento narratore degli hadith dell’Imam avrà dovuto prendere il libro soltanto dai veri studenti il cui libro non è stato alterato. E nel caso in cui ci siano diverse versioni di libri attribuiti allo stesso vero studente, si dovranno studiare attentamente le vie e le cronologie di trasmissione di ciascuna variante onde capire quale sia la versione più accurata e quella invece alterata.
L’ilm al-rijal è nato proprio per distinguere un finto studente da un vero studente. Analogamente l’ilm al-fihrist è sorto per valutare le diverse versioni dello stesso libro e differenziare quelle autentiche da quelle alterate.
La trasmissione sistematica di hadith durante il periodo degli Imam al-Baqir e al-Sadiq iniziò sin da subito ad essere messa per iscritto. Si tratta di un fattore particolarmente rilevante in seno al primato delle opere di fihrist rispetto a quelle di rijal che si è avuto in ambito imamita. Nella scienza del fihrist l’enfasi non viene riposta tanto sul carattere dei singoli narratori ma alla documentazione delle diverse versioni di un libro appartenente a un certo compagno e tutto quel che riguarda la modalità del suo ottenimento. Esisteva sì un piccolo nucleo di specialisti di rijal che trasmetteva questi libri ma non c’era interesse a stabilire l’affidabilità di molti narratori che avevano udito hadith soltanto oralmente.
Come citato in precedenza, quando Yunus si recò in Iraq, si recò da alcuni compagni che sostenevano di essere veri compagni dell’Imam al-Baqir e da molti compagni che rivendicavano di essere veri compagni dell’Imam al-Sadiq ma in seguito si rese conto che nel gregge c’erano lupi travestiti da pecora. Fu cosa naturale e istantanea per l’Imam al-Rida trovare alterazioni in queste opere.
L’ascesa dei ghulat, che trovarono terreno fertile per propagandare le loro idee, fu un dato di fatto di cui la storia è testimone. Alcune menti attente avevano però già scoperto questo fatto notando i mutun esagerati che contraddicevano apertamente il Corano ma che venivano attribuiti agli Imam, o l’esistenza di varianti in cui uno stesso asl avrebbe ikhtilaf (discrepanza) a seconda della catena trasmissione che lo ha trasmesso.
Ben presto, o forse troppo tardi, ci si rese conto che la gran parte delle discrepanze era dovuta ai ghulat che stavano alterando gli usul. Questo materiale fu ulteriormente diffuso da studenti sinceri che credevano ingenuamente di trasmettere copie accurate.
È a questo punto, e in particolare la generazione degli studenti di Yunus, a cui possiamo datare gli inizi di una coscienza ancora più grande e sofisticata sulla trasmissione e preservazione degli hadith, che si darà avvio ad un nuovo approccio critico alla trasmissione degli hadith imamiti attraverso i Nuqqad al-Hadith (studiosi critici di hadith). Non è una semplice coincidenza il fatto che non vi sia alcun elenco di Ashab al-Ijma per la generazione dopo i compagni degli Imam al-Kazim e al-Rida. L’ascesa dei Nuqqad è da datarsi proprio in questo periodo, stesso periodo, tra l’altro, in cui possiamo rintracciare le prime pratiche formali di rijal risalenti a Ahmad Ibn Muhammad Ibn ‘Isa, ‘Ali Ibn Hasan Ibn ‘Ali Ibn Faddal e Fadl Ibn Shadhdhan. Furono questi Nuqqad, essi stessi parteci attivamente alla trasmissione di hadith, a stabilire alcuni principi con lo scopo di contrastare le fabbricazioni nel corpus degli hadith.
In linea generale possiamo delineare tre principi fondamentali che vennero stabiliti:
A) Identificazione dei veri studenti
Dato che i Nuqqad erano consci della presenza di fabbricatori di hadith tra i compagni degli Imam, e che scrissero libri alterandoli con il loro nome, non attribuirono lo stesso merito alle opere di tutti i compagni degli Imam. A tal fine i Nuqqad guardarono alle tre generazioni prima di loro e cioè a quella degli studenti di al-Baqir e al-Sadiq, a quella degli studenti di al-Sadiq e a quella degli studenti di al-Kazim e al-Rida, giungendo ad un consenso su quali fossero i più affidabili in di ciascuna di queste generazioni. I migliori studenti erano quelli che non avevano eguali nella loro religiosità e comprensione degli hadith, che furono vicini agli Imam e vennero elogiati da questi ultimi. Si tratta degli Ashab al-‘Ijmà. Dunque si dette priorità alle opere degli Ashab al-‘Ijmà rispetto a quelle di tutti gli altri studenti.
B) Autenticazione delle copie
Dal momento che i Nuqqad sapevano che vi erano trasmettitori che stavano inconsapevolmente trasmettendo libri alterati che venivano attribuiti a studenti affidabili, assicurarsi di avere in possesso una copia accurata dell’opera di un vero studente divenne un fattore di estrema importanza. A tal fine, oltre che alla comparazione delle varie versioni di libri ricevuti, venne stabilito che non si doveva ottenere o trasmettere un hadith attraverso wijada come, per esempio, andando al gran mercato e reperirvi lì le opere per poi trasmettere.
C) Scrutinio dei Mutun
I Nuqqad dovevano scartare tutti gli hadith inclusivi di ghulw. Ogni esagerazione ed estremismo attribuito all’Imam era un segno dell’inaffidabilità di un certo hadith.
Se un tardo narratore non attribuiva lo stesso merito a tutto il materiale in circolazione, ma esercitava discrezione sull’accettazione degli hadith limitandosi prevalentemente alle opere degli Ashab al-‘Ijmà, le cui catene erano molteplici, il rischio di imbattersi in una falsificazione viene drasticamente contenuto. Un alternatore di hadith potrebbe sì influire su una qualche copia e metterla in circolazione ma non può certamente alterare tutte le copie dell’opera in circolazione poiché questa è mashshhur (ampiamente nota) e i cambiamenti sarebbero stati rilevati dai Nuqqad aventi altre catene di trasmissione e versioni della stessa opera.
Una delle ragioni per cui libri come al-Kafi e Man La Yahduruhu al-Faqih acquisirono una diffusa accettabilità è che riuscirono a conservare un nucleo affidabile di hadith di cui è possibile fare affidamento, anche se non in modo integrale. Si prenda per esempio Shaykh al-Kulayni che accettava hadith anche da quei trasmettitori la cui debolezza non era ancora stata scoperta. La loro affidabilità non era stata stabilita ma allo stesso tempo al-Kulayni non aveva sentito niente di male sul loro conto. Egli si sarebbe potuto limitare alle raccolte stabilite da Nuqqad ma non si limitò a ciò onde cercare di essere il più omnicomprensivo possibile per quanto concerne temi e varianti. La onnicomprensività inerente ai temi ha permesso infiltrazioni anche nelle opere degli altri autori dal quarto secolo in poi. Ora, se al-Kulayni e al-Saduq, ed altri come loro miravano a filtrare ciò che ritenevano affidabile, Shaykh al-Tusi reintroduce intenzionalmente le narrazioni shad (rare) in nome della polemica che vigeva al suo tempo, preferendo conciliare rapporti contraddittori invece di scartarli come deboli.
Il punto fondamentale non è però come autenticare il contenuto delle opere imamite con l’intento di accettare quanto trasmessoci dai Nuqqad e rifiutare il resto. Infatti l’autenticazione stessa dei Nuqqad dovrebbe essere analizzata nel dettaglio. Il loro lavoro e impegno fu indubbiamente decisivo nel purgare il corpus degli hadith imamiti, ma fino a un certo punto, infatti non sarebbe possibile affermare che fabbricazioni non siano finite nei imamiti; dal momento che un’impresa umana è destinata a essere fallibile e c’è sempre gran divario tra teoria e fattualità. Sarà dunque necessario comparare ulteriormente la trasmissione degli stessi Nuqqad e, seguendo le parole dell’Imam Rida che abbiamo citato nel primo hadith, trovando concordanza con il Corano e la Sunna stabilita e con quanto è stato trasmesso dagli “hadith passati” ossia già accettati in precedenza dagli sciiti.
NOTE
1) Sul fenomeno dei “ghulat”, cfr. “Il fenomeno del ghulat(estremismo) e la posizione degli Imam”: https://islamshia.org/il-fenomeno-del-ghulat-estremismo-e-la-posizione-degli-imam/
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