Ha vinto la resistenza palestinese?
Israele ha subito una sconfitta storica per mano di una Resistenza palestinese unificata
Robert Inlakesh
Quando questo venerdì è stato annunciato il cessate il fuoco di tra i gruppi della Resistenza palestinese e Israele, c’era solo una parte che festeggiava, i palestinesi, che erano scesi in piazza per celebrare una storica sconfitta della macchina militare israeliana.
Durante gli 11 giorni di conflitto tra palestinesi e Israele, secondo il ministero della Salute di Gaza 248 palestinesi sono stati uccisi – inclusi 66 bambini, 39 donne e 17 anziani – oltre a 1.948 persone che hanno riportato ferite. Da parte israeliana sono state segnalate 12 vittime; non è chiaro quanti soldati israeliani siano stati uccisi poiché Israele fa di tutto per coprirlo. Nonostante la disparità nelle statistiche sui morti, che indicano chiaramente una sofferenza palestinese molto maggiore, i militari ei politici israeliani sono rimasti completamente imbarazzati e sconfitti.
Una Resistenza palestinese unificata di fronte all’occupazione e al fallimento politico di Netanyahu
L’aggressione israeliana contro il popolo di Gerusalemme, in particolare con i suoi attacchi provocatori contro i fedeli nella moschea di al-Aqsa, il sostegno ai coloni fascisti di estrema destra e le espulsioni pianificate dei palestinesi dalle loro case a Sheikh Jarrah, hanno innescato una risposta palestinese a livello nazionale.
Per la prima volta, in modo così energico, i cittadini palestinesi di “Israele” si sono uniti ai palestinesi in Cisgiordania, Gaza, Gerusalemme e nella diaspora per affrontare Israele con tutti i mezzi necessari. Scioperi nazionali, scontri con i coloni, manifestazioni non violente di massa, rivolte, attacchi armati di lupi solitari e gruppi armati unificati a Gaza, si sono tutti ammassati su Israele.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva inizialmente appoggiato i coloni della linea dura nelle loro azioni provocatorie, al fine di mantenersi allineato con i suoi alleati del Partito del Sionismo Religioso e preservare il sostegno della destra in generale. Aveva appena perso il mandato di formare una coalizione, che è stato consegnato al suo rivale Yair Lapid onde creare una coalizione anti-Netanyahu, un compito ritardato a causa delle recenti tensioni, insieme al processo per corruzione del primo ministro. Sembra che Netanyahu pensasse di poter guadagnare politicamente tempo attraverso un’escalation con i palestinesi, ma ha calcolato male la portata della risposta e si è trovato in una situazione imbarazzante. Invece di raccogliere più consensi, Netanyahu ora ha piuttosto ulteriormente diviso la scena politica israeliana ed è entrato nel gioco di puntarsi vicendevolmente il dito contro, mentre l’ala destra lo condanna per la sua sconfitta.
Anche questa volta la resistenza armata della Striscia di Gaza si è dimostrata più impegnativa per Israele, e indipendentemente da ciò che Israele ha fatto, fino agli ultimi istanti prima del cessate il fuoco, la Resistenza lanciava razzi. I gruppi armati hanno anche rivelato nuove tecnologie per le armi, inclusi droni, sottomarini senza pilota e nuovi razzi in grado di colpire qualsiasi parte della Palestina storica. I gruppi armati hanno anche sparato su navi da guerra israeliane, gasdotti, porti, centrali elettriche, impianti chimici, aeroporti, basi militari e hanno persino imposto il coprifuoco ai residenti di Tel Aviv, oltre a costringere alla chiusura gli aeroporti israeliani.
La risposta all’aggressione israeliana a Gerusalemme era mirata a far sì che Israele abbandonasse la marcia dei coloni pianificata per fare irruzione nel complesso di al-Aqsa, e la Resistenza palestinese ha raggiunto l’obiettivo di fermare questa marcia. È stato anche raggiunto l’obiettivo di costringere Israele ad accettare il fatto che i palestinesi si vendicheranno e lo rimetteranno al suo posto ogni qualvolta Gerusalemme sarà sotto attacco.
I palestinesi sono ora più uniti che mai, con tutti i palestinesi, indipendentemente dalla loro affiliazione politica, fianco a fianco contro il loro occupante. Il cessate il fuoco è stato concordato inoltre senza che Israele avesse ottenuto alcuna vittoria contro la Resistenza palestinese in nessuno dei territori, costretto semplicemente a ritirarsi di fronte alla potenza di un popolo unito.
L ‘“invasione di terra” israeliana di Gaza
L’importante conclusione dell’ultima fase di tensioni è che Israele non è riuscito a intaccare nessuno dei gruppi armati palestinesi, volgendosi invece a colpire i civili palestinesi. Il regime israeliano non è riuscito a lanciare un’invasione di terra e dopo averla annunciata ha fatto retromarcia, tentando di dipingere il proprio fallimento nel compierla come il risultato di un piano astuto per eliminare i sistemi dei tunnel di Hamas.
Gran parte della principale stampa occidentale, che originariamente aveva creduto alle parole di Israele secondo cui le sue truppe di terra erano entrate a Gaza, il 14 maggio ha anche pubblicato senza esitazione la giustificazione di Israele sul motivo per cui non lo aveva fatto. L’esercito israeliano ha affermato che c’era stata una “cattiva comunicazione”, che in seguito si è trasformata in un “astuto complotto” di Israele per asserire un colpo mortale ad Hamas e al suo sistema di tunnel.
Analisti israeliani, come Or Heller di Canale 13, hanno iniziato a sostenere che Israele aveva ingannato Hamas facendogli credere attraverso i resoconti dei media che fosse iniziata l’invasione di terra, attirando così i militanti nella loro complessa rete di tunnel. Quindi, come affermato dall’esercito israeliano, avrebbe distrutto i tunnel utilizzando 130 aerei da guerra e bombardando i tunnel per 40 minuti.
Sembra una storia trionfante, ma c’è un piccolo problema: non ci sono riscontri che suggeriscano che sia successo, ma tutte le prove indicano anzi il contrario. Israele ha spostato i suoi riservisti vicino alle linee di separazione, ma in realtà non “sul confine”, perché non sono stati visti da nessuna parte vicino alle barriere fisiche. La confusione causata anche dalle innumerevoli giustificazioni fornite prima che Israele mettesse insieme la propria narrativa per spiegare cosa fosse successo, dovrebbe suscitare ancor più scetticismo.
Israele, nonostante abbia una sorveglianza di droni operativa 24 ore su 24, non è stato in grado di fornire una singola foto che dimostri questa presunta distruzione di “centinaia di chilometri” del sistema di tunnel “metropolitano”. Inoltre, chiunque stia effettivamente seguendo da vicino le notizie, o che viva a Gaza, sa che sono state pesantemente prese di mira le aree residenziali durante questi attacchi nel nord di Gaza, intorno a Beit Hanoun e Beit Lahia, causando la morte di civili. La strategia osservata sul terreno a Gaza, in effetti, sembrava una strategia di invasione di terra, cioè il livellamento da parte dell’esercito israeliano di tutto ciò che era a vista in modo da poter spostare le sue forze di terra in una determinata area. Poi abbiamo le fonti di Hamas che hanno riferito ad al-Jazeera di aver sventato un tentativo israeliano di lanciare un’invasione di terra.
Anche la credibilità dell’esercito israeliano è molto bassa, essendo giunto persino a nascondere la morte di almeno 5 suoi soldati – uccisi nel febbraio del 2018 – da parte delle brigate Salahudin (gruppo armato palestinese), costretto ad ammettere l’incidente solo dopo che nel mese di novembre il gruppo armato ha rilasciato un video che mostra l’operazione militare. Esercito che non ha ancora pubblicato le cifre corrette delle proprie perdite militari, sui soldati morti e feriti, e molto probabilmente non lo farà mai.
Dobbiamo poi porci la seguente domanda: se Israele poteva effettivamente portare a termine con successo un’operazione di terra, perché non l’ha fatto? Perché l’esercito israeliano si è ritirato anche dalla maggior parte delle aree vicine alle vere e proprie linee di separazione, cosa che è stata mostrata dai filmati dei droni rilasciati dai movimenti armati palestinesi? La risposta è: Israele non può occupare Gaza e comprende che probabilmente non può nemmeno sconfiggere le forze di terra di Hamas.
Se Israele avesse saputo dove si trovava effettivamente il sistema dei tunnel, avrebbe avuto anni per lanciare attacchi contro di esso e per prepararsi ad affrontare le brigate al-Qassam di Hamas e le brigate al-Quds di Jihad Islamico, ma ha fatto invece ricorso all’uccisione di civili.
La verità è che i militari israeliani hanno paura di entrare a Gaza, o anche solo di operare nelle sue vicinanze. I capi politici e militari israeliani sanno che un numero elevato di perdite di truppe significherà la loro fine politica, e quindi non osano rischiare. Si tratta della stessa situazione di quando devono affrontare Hezbollah in Libano; Israele rabbrividisce nel dover affrontare Hezbollah libanese, al punto da piazzare manichini lungo il confine nella speranza di ingannare il nemico, facendogli colpire obiettivi fittizi in modo da non intensificare le tensioni.
Se fosse possibile un’invasione di terra, Israele l’avrebbe compiuta immediatamente, ma chiaramente non è questo il caso. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha subito un duro colpo da questa fase di tensioni, e se un’invasione di terra fosse stata un’opzione, l’avrebbe scelta per salvare la sua stessa vita politica.
L’unica vera strategia militare di Israele era prendere di mira i civili
La prova di ciò che è realmente accaduto è lì, sul campo, a Gaza. Oltre 75.000 sfollati, circa la metà delle vittime costituita da donne e bambini, e il fatto che ad esser colpite duramente siano state le infrastrutture civili, non siti militari nevralgici. Sono stati colpiti dei tunnel? Sì, ma di reale significato? No. Israele ha bombardato aree come al-Wehda street, nella zona più prospera di al-Rimal, a Gaza City, e ha inoltre distrutto fabbriche, terreni agricoli, moschee, centri commerciali, cliniche mediche, stabilimenti di depurazione dell’acqua, centrali elettriche, scuole e librerie, e l’elenco potrebbe continuare.
Dopo che l’annuncio di un’invasione di terra da parte di Israele è risultato in un nonnulla, la strategia era chiaramente quella di abbattere lo spirito del popolo di Gaza. Quando hanno massacrato decine di civili innocenti e ucciso solo circa 40 membri delle ali armate della Resistenza palestinese, si sono resi conto che la loro “operazione” militare, chiamata “Guardiano delle Mura”, non stava portando da nessuna parte: Israele stava cercando una via d’uscita.
È anche importante notare, riguardo ai membri dei movimenti armati uccisi a Gaza, che Israele ha ucciso la maggior parte di loro mentre erano nelle loro abitazioni e non stavano combattendo attivamente, il che significa che non erano obiettivi militari legittimi, soprattutto perché alcuni di loro erano a casa con le loro famiglie. Il premier israeliano Netanyahu ha annunciato, nel suo primo discorso dopo il raggiungimento dell’accordo del cessate il fuoco, che erano stati uccisi circa “200 terroristi”, ma anche l’opinione pubblica israeliana sa che questa è una palese menzogna. Statisticamente, è impossibile per Israele sostenere di aver ucciso un numero significativo di combattenti palestinesi, e ciò che forse è più ridicolo è che Netanyahu ha usato immagini di strade bombardate per provare a dimostrare di aver distrutto tunnel significativi.
La conclusione che si può trarre dagli eventi recenti è che il popolo palestinese unito può rimettere con successo il regime israeliano al suo posto e impedirgli di oltrepassare le linee rosse. Si è verificato un nuovo risveglio politico, sono state stabilite nuove regole. Questo momento passerà alla storia come un importante indicatore nel cammino verso la liberazione della Palestina e il rispetto dei diritti umani palestinesi.
Fonte: Quds News Network
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