CONSIGLI PER DIVENTARE HAFIZ
PREMESSA
Le seguenti pagine vogliono essere un’introduzione, una preparazione ed un incoraggiamento per chi abbia deciso, con il cuore, di memorizzare il nobile Corano.
L’importanza dell’hifz[1] (memorizzazione del nobile Corano) dovrebbe essere enfatizzata tra i musulmani di ogni età e rivalutata tra coloro che purtroppo non vi ripongono la dovuta attenzione. Il nobile Corano è guida per l’intera umanità e da secoli le sue parole apportano pace e benedizioni ai cuori dei credenti.
Sarebbe un grave errore quello di voler limitare l’apprendimento e la pratica della recitazione del nobile Corano ad una categoria particolare di esperti poiché ciò priverebbe il resto della comunità dei notevoli benefici spirituali ottenibili attraverso la sua recitazione.
E’ triste notare l’attitudine di alcune persone che sottovalutano la memorizzazione del nobile Corano cercando di sostituirla con lo studio di materie alternative, corollarie o comunque secondarie, come se fossero al pari della sapienza rivelata e della prassi profetica.
Il presente trattato è assai sintetico, volutamente tale, in quanto è stato scritto con lo scopo di trasformare gli intenti in azione e spronare le genti di fede e buona volontà ad iniziare, con anima e corpo, l’hifz del nobile Corano. L’auspicio è quello di far assaporare al giorno d’oggi l’insegnamento tradizionale a vecchie e nuove generazioni, in modo semplice, sano, religioso e permeato da una spiritualità viva sempre presente.
Con l’augurio di vedere sempre più bambini, adolescenti ed adulti immersi nell’amore del nobile Corano offriamo ad Allah questo nostro umile contributo.
L’IMPORTANZA DELL’HIFZ
Allah afferma nel nobile Corano: “Invero abbiamo fatto scendere il Ricordo e invero ne siamo i custodi” (15:9). Uno dei nomi che viene dato al nobile Corano è “Ricordo” e nel passo qui citato Allah ne garantisce la preservazione. Questo significa che il cuore destinato alla ricezione del nobile Corano viene innanzitutto illuminato dalle Sue parole che saranno così preservate dalle corruzioni del volgo nella lettera come nel significato. Così facendo gli huffaz[2] saranno anch’essi custodi rendendosi protagonisti di una vera e propria partecipazione divina nella preservarzione della Parola di Allah.
Dunque la prima ragione che ci sprona a memorizzare il nobile Corano è la sua preservazione. Esso è infatti un Libro rivelato che tutt’oggi è presente nella sua lingua originale, mentre lo stesso non si può dire del Vecchio e del Nuovo Testamento a nostra disposizione, che sono invece traduzioni dai testi originali.
Nonostante nel corso della storia le biblioteche e le case dei musulmani siano state saccheggiate, bruciate e distrutte, e gli huffaz uccisi e massacrati, il nobile Corano è stato preservato proprio come promesso da Allah nel Suo Libro. Ed anche se tutte le copie del nobile Corano venissero oggi distrutte, e si tentasse di modificarne il contenuto, ciò non sarebbe possibile in quanto anche un semplice bambino hafiz sarebbe in grado di identificarne l’alterità.
Un’altra ragione che ci sprona a memorizzare il nobile Corano è che costituisce la base della vita del credente ed il fondamento per studiare una qualsiasi altra scienza religiosa. Nell’insegnamento tradizionale la memorizzazione del nobile Corano viene prima di ogni altra cosa, prima anche dello studio della linguistica, della letteratura e della matematica.[3] Il nobile Corano è il primo apporto spirituale e sostegno morale senza il quale sarebbe impensabile dedicarsi allo studio degli hadith, del tafsir o ai dettagli dei sunan.[4]
Tutti i migliori discepoli del Profeta e degli Imam dopo di lui erano huffaz; di molti ne viene fatta menzione, di altri no. E’ risaputo però che il Profeta inviava spesso huffaz e qurra’[5] nelle varie zone onde insegnare il nobile Corano ai nuovi musulmani. Il solo fatto che nei documenti storici, in riferimento ad alcune battaglie, si parli di un elevato numero di “martiri tra i qurra’ e gli huffaz” è indice della folta presenza di memorizzatori e recitatori del nobile Corano sin dai primi tempi dell’Islam.
A differenza dell’insegnamento in voga in altre zone geografiche, il Profeta non insegnò soltanto significati e concetti ma enfatizzò il ruolo della memorizzazione letterale dei termini sacri. Così facendo ripose l’enfasi sul primato della parola divina rispetto alla parola umana. L’insegnamento trasmesso attraverso un linguaggio umano racchiude in sé pensiero umano il quale spesso ostacola la comprensione delle realtà divine la cui origine trascende la nostra condizione presente.
La storia dell’Islam porta testimonianza di come molte donne non chiesero per mahr[6] nient’altro che l’insegnamento del nobile Corano da parte dei propri mariti.
Così, dopo aver ricevuto ed impresso la Parola divina nel proprio cuore, l’anima si purifica per mezzo della lettura, ne apprende poi gli insegnamenti in forma inalterata per infine giungere alla saggezza: “Egli è Colui che ha inviato tra gli illiterati un messaggero della loro gente che recita i Suoi versetti, li purifica e insegna loro il libro e la saggezza” (62:2).
Tanti credenti hanno trascorso l’intera vita nell’apprendere il nobile Corano, sacrificando tutto quello che avevano e passando significative parti della notte a recitarlo durante le loro preghiere. Anche durante gli atti di devozione la recitazione del nobile Corano rappresenta un efficente mezzo spirituale onde proseguire il proprio cammino. Invero il Corano preservato nel cuore e scorrevole sulla lingua è veramente una grande benedizione per gli uomini di fede.
ESORTAZIONI E BENEFICI
Chi vuole diventare hafiz deve necessariamente frequentare un maestro che sia lui stesso hafiz e qualificato nel trasmettere le regole del tajwid. Un maestro previene lo studente dal commettere errori aiutandolo su molteplici fronti, sia spirituali che tecnici, durante l’hifz. Il maestro dovrà quindi essere in grado di far sviluppare al meglio tutte le potenzialità dello studente.
Il rapporto tra lo studente ed il maestro richiede adab (disciplina) il quale in genere viene appreso direttamente dal contatto con il maestro e dall’influenza di quest’ultimo. Fa parte dell’adab non fare troppe domande al maestro, non cercare di metterlo in difficoltà, in ispecie per far sfoggio di sé stessi, non insistere quando si nota che cerca di evitare di rispondere ad una domanda, non gesticolare in sua presenza, servirlo quando richiesto e possibile, e salutarlo in modo speciale rispetto agli altri.
Importante è anche sviluppare una propria personalità, retta e dignitosa, affinché venga provata la serietà innanzi al maestro. Il maestro ben sa che l’hifz non è una questione da prendere con leggerezza e la dimostrazione di serietà da parte dello studente non può che giovare ad entrambi.
Per dimostrare la propria dignità innanzi al maestro si giunga puntali in sua presenza; se lo studente è serio, il maestro lo sarà nei suoi confronti e farà il possibile per sacrificare il suo tempo per lui, anche oltre le sue responsabilità. Lo studente poi abbia a terminare i compiti a lui affidati e non si mostri pigro e lento nell’apprendimento.
Un vero maestro non è mai geloso dei suoi studenti poiché li vede come un irradiamento di sé stesso: se lo studente supera il maestro, quest’ultimo non potrà che felicitarsene. Se, al contrario, lo studente non sottostà alla procedura dell’adab, il maestro potrebbe disaffezionarsi, ed egli scoraggiarsi divenendo preda di Shaytan, che lo induce infine ad abbandonare le lezioni. Si tratta di una situazione alquanto sgradevole che induce infine lo studente ad accusare il maestro per averlo trascurato quando invece è stato lui stesso ad essere stato negligente.
Altra cosa, l’hifz deve essere appreso con il tajwid. La memorizzazione senza tajwid non è hifz al-Qur’an. Inoltre, se uno dovesse proprio scegliere, sarebbe meglio focalizzarsi prima sul tajwid e poi sulla memorizzazione in quanto così si eviterebbe il rischio di fare errori di pronuncia (cambiandone a volte addirittura i significati) ed il nobile Corano sarebbe recitato con maggiori benefici spirituali. L’apprendimento del tajwid dovrebbe iniziare il prima possibile, a costo di posticipare di qualche mese l’hifz.
Anche le recitazioni di gruppo sono molto utili. Ciò avviene unendosi a cerchie di recitatori e salmodiando con loro porzioni del nobile Corano correggendosi a vicenda negli errori. L’ascolto può aiutare notevolmente l’hifz anche a personalizzare una tonalità preferenziale durante la recitazione. Chi ascolta potrà quindi realizzare che una voce dolce e armoniosa aiuta lo spirito a comprendere, anzi a vivere, maggiormente il contenuto del nobile Corano.
In alcune culture si usa ritrovarsi per tre giorni in moschea o in casa e recitare l’intero Corano (recitando quindi dieci juz’ per giorno). Ad ogni persona viene assegnata una porzione da recitare a memoria ed ognuna delle tre sessioni viene conclusa con un invocazione collettiva. Si tratta di un’usanza che però non è riscontrabile nella prassi profetica e quindi non vi è problema nel volersi organizzare anche in altro modo. L’importante è recitare, ascoltare e imparare.
Per quanto concerne la copia del Corano da utilizzare per la memorizzazione è preferibile averne una personale e fare riferimento sempre a quella. Non si scelga una copia rara che, una volta smarrita, sia poi difficile da trovare. Esistono vari stili calligrafici ed ognuno può scegliere quello con cui si trova meglio. Si badi bene che non è consigliato cambiare stile calligrafico durante il periodo di memorizzazione in quanto anche la memoria visiva vuole la sua parte e così facendo risentirebbe negativamente del cambiamento.
Non è neanche consigliabile fare uso di copie del Corano con lettere colorate laddove vi sia una regola di tajwid da rispettare poiché ciò potrebbe creare difficoltà quando poi si legge da un testo con lettere non colorate.
PERICOLI E INSIDIE
Durante il periodo di memorizzazione del nobile Corano si possono incontrare alcuni ostacoli che impediscono allo studente il raggiungimento del suo obiettivo. Come prima cosa questi dovrà formulare un’intenzione pura atta a non commettere più peccati. In tal modo la luce di Allah proteggerà lo studente ed accrescerà in lui la capacità di memorizzazione dei versetti.
In secondo luogo si tenga in considerazione il fatto che lo studente si trova lungo un cammino e sta quindi viaggiando verso la sua meta. Nel suddetto scenario la sincerità è il mezzo attraverso il quale egli potrà proseguire questo viaggio senza errori. Se infatti si è in procinto o in processo di memorizzare il nobile Corano per motivi personali, ostentazione o vanagloria non si giungerà ad alcuna destinazione desiderata.
Si è detto in precedenza che il nobile Corano è un Ricordo di Allah; ciò significa che ogni suo passo ripone l’attenzione su Allah. Ne consegue che la continua ripetizione del nobile Corano deve influenzare chi recita con qualità provenienti da Allah stesso, non dall’ego.
In linea generale ci si ricordi di eliminare, o perlomeno ridurre, condizionamenti ed attacamenti atti a distrarci dal nostro obiettivo. Impegni sociali e amicizie devono essere limitati per quanto possibile per diventare hafiz. Ciò può sembrare estremo ma l’hifz non è un traguardo facile da raggiungere. Si compia dunque il necessario e si abbandoni ciò che non lo è.
Si osservi l’operato del Profeta Muhammad, su di lui la pace e sulla sua famiglia: “Invero avete nel Messaggero di Allah un modello esemplare di condotta” (33:21). Egli era solito trascorre metà o un terzo della notte in preghiera recitando vaste porzioni del nobile Corano: “O tu l’avvolto! Veglia una parte della notte, la metà oppure meno, e recita il Corano in modo cadenzato” (73:1-4). Ed è detto anche: “In verità il tuo Signore sa che stai ritto [in preghiera] per quasi due terzi della notte, o la metà, o un terzo e che lo stesso fanno una parte di coloro che sono con te. Allah ha stabilito la notte e il giorno. Egli già sapeva che non avreste potuto passare tutta la notte in preghiera ed è stato indulgente verso di voi. Recitate dunque, del Corano, quello che vi sarà agevole” (73:20).
Tale era la prassi del Profeta Muhammad, su di lui la pace e sulla sua famiglia, tra le cui responsabilità venivano annoverate anche l’invito all’Islam per l’umanità, i continui confronti contro i miscredenti, riappacificare parti in lite tra loro, l’amministrazione di territori, essere marito e padre, ed altro ancora. In Allah egli però trovava la forza per andare avanti.
In maniera analoga spetta a noi cercare lo stimolo da parte di Allah senza dover necessariamente compiacere chi ci sta intorno che assai raramente comprenderà la nostra situazione. Questo perchè le esigenze di uno studente del Corano vengono in genere comprese solo da altri studenti dello stesso calibro.
Chi vuole diventare hafiz dovrà quindi vegliare quando gli altri dormono, lavorare quando gli altri mangiano, rattristarsi quando gli altri si rasserenano e piangere quando gli altri ridono. Dovrà però dare attenzione a non indurire il proprio cuore ma ammorbidirlo quando comunica con il proprio Creatore.
Altro fattore importante è quello di essere coscienti dei sussurri di Shaytan poiché “invero egli è per voi un nemico palese” (36:60). I sussurri satanici possono presentarsi in varie forme scoraggiando lo stato d’animo dello studente e spronandolo all’abbandono dell’hifz perché troppo complicato o impegnativo. Per contrastare ciò è necessario reagire positivamente apprenzando gli sforzi che fino a tal momento sono stati riposti onde lasciare spazio all’intervento della grazia divina e culminare con un successo proveniente da parte di Allah.
Spesso l’impegno riposto nell’hifz viene accompagnato da interesse a leggere opere religiose e sulle varie branche dell’Islam. Sebbene sia lodevole cercare di accrescere la propria conoscenza in materia religiosa, non si deve fare l’errore di sacrificare il proprio tempo a discapito dell’hifz onde rischiare di produrre un sentimento di frustrazione per il mancato raggiungimento del proprio obiettivo primario. Non dimetichiamolo, abbiamo detto che l’hifz richiede di per sé molto sforzo e sacrificio!
In definitiva lo studente deve dare sempre la priorità all’hifz fino a che non diventa hafiz; e questo non solo in quello che fa ma anche nell’attitudine mentale, morale e religiosa con cui affronta la propria vita nella quotidianità.
RAFFORZAMENTO DELLA MEMORIA
La memoria di ognuno di noi differisce: alcuni hanno un’ottima memoria mentale, altri un’ottima memoria visiva, altri ancora hanno una memoria ridotta. Comunque, al di là dei fattori naturali, ce ne sono altri che possono aiutare nel rafforzamento delle nostre capacità. La stanchezza, lo stress, i pensieri, le passioni fanno tutti parte di questi fattori. Onde farvi fronte, in linea generale, è bene cercare di sbarazzarsi di ogni sorta di preoccupazione facendo affidamento su Allah e facendo di Lui la preoccupazione centrale di ogni nostro stato o azione.
In secondo luogo ci si dedichi alla memorizzazione in modo continuo. Così facendo la nostra capacità accrescerà sempre più. E’ possibile che lo studente sia in grado di memorizzare un solo versetto al giorno ma che pian piano riesca poi a memorizzare una, due, tre o quattro pagine al giorno. Tutto ciò richiede esercizio e fiducia in Allah. Al mondo esistono molte persone con memoria debole ma che sono infine riuscite a diventare hafiz grazie al loro esercizio e alla loro fede.
Si consiglia di iniziare l’hifz dalla sura al-Fatiha, qualche breve sura, l’ayat al-kursi, e gli ultimi due juz’ prima di passare alla sura al-Baqara e terminare l’intero Corano.
La recitazione quotidiana durante l’hifz è assai importante. Le lezioni pubbliche, che includono due ore di hifz, devono essere frequentate almeno cinque giorni a settimana. I momenti più propizi per l’esercizio individuale sono la mattina dopo la Preghiera dell’alba e la sera prima di andare a dormire.
Perdere più giorni di recitazione è spesso causa di settimane di danno e sofferenza in quanto la memorizzazione ottenuta si potrebbe indebolire e alcune parti potrebbero essere dimenticate. Ciò rappresenta una notevele perdita di tempo nonchè una fonte di scoraggiamento durante l’hifz. Se un novizio per esempio ha memorizzato il primo juz’ e poi non lo recita per qualche giorno, probabilmente ne avrà dimenticato una parte. Più giorni passano senza recitare, e più il danno sarà grande. Per questo motivo quando si giunge alla memorizzazione di diversi juz’, bisogna intensificarne la revisione e sarà necessario un programma regolare suddiviso in porzioni più grandi.
Si narra inoltre che il Ricordo di Allah (dhikrullah) e le benedizioni a Muhammad e alla sua famiglia (salawat) hanno un effetto particolare nel rafforzare la memoria.
Nelle narrazioni profetiche si afferma che pure l’utilizzo del siwak[7] aiuta la memoria. Esso è inoltre una sunna se compiuta prima della recitazione del nobile Corano e prima della Preghiera rituale.
L’alimentazione è altra cosa importante da rispettare. Al musulmano è consentito consumare cibo halal ma per lo studente del nobile Corano è bene prendere anche altre forme di precauzione. Per esempio andare al ristorante o mangiare fuori casa non è un’abitudine consigliata. Questo per varie ragioni. Innanzitutto al ristorante è difficile verificare la liceità del cibo, se questo è stato a contatto con altri cibi o utensili impuri. In secondo luogo le varie transazioni commerciali non assicurano che il cibo sia stato ottenuto, in tutti i vari passaggi, in maniera lecita e con denaro pulito. Inoltre, da una prospettiva spirituale, l’intenzione di chi prepara il cibo è importante: il cibo preparato con amore e intenzione pura è diverso da quello preparato con il solo obiettivo di trarne un profitto. Il cibo cucinato a casa è quindi sempre migliore di quello offerto da sconosciuti.
Infine è bene ricordare i benefici di miele, formaggio con noci, uvetta, in ispecie quella rossa, ed evitare il consumo di formaggio o noci singolarmente. Anche l’hijamah[8] alla testa è consigliata per migliorare la memoria. Ulteriori dettagli sono reperibili nelle opere di hadith e di sunan.
ALCUNI HADITH
Il Profeta di Allah, su di lui la pace e sulla sua famiglia, ebbe a dire: “Il migliore tra voi è chi apprende il Corano e poi lo insegna” (Sahih al-Bukhari, vol. 4, p. 191).
L’Imam al-Sadiq, su di lui la pace, ebbe a dire: “L’hafiz del Corano che opera in base ad esso sarà con gli scribi nobili e devoti [gli angeli in paradiso]” (al-Kafi, vol. 2, p. 344).
Il Profeta di Allah, su di lui la pace e sulla sua famiglia, ebbe a dire: “L’esempio di chi conosce il Corano è come l’esempio del proprietario di un cammello legato: se lo tiene legato, lo controlla, ma se lo lascia, fugge” (Sahih al-Bukhari, vol. 4, p. 193).
L’Imam al-Sadiq, su di lui la pace, ebbe a dire: “Invero chi si preoccupa per il Corano e lo memorizza nonostante ciò gli sia difficile ed abbia memoria debole, avrà doppia ricompensa” (al-Kafi, vol. 2, p. 346).
Il Profeta di Allah, su di lui la pace e sulla sua famiglia, chiese ad Abdullah Ibn Mas’ud: “Recitami il Corano”. Rispose: “Lo recito a te quando a te è stato rivelato?”. Il Profeta disse: “Amo ascoltarlo da un’altra persona” (Sahih al-Bukhari, vol. 4, p. 149).
Fu chiesto all’Emiro dei Credenti, su di lui la pace, riguardo al passo: “E recita il Corano in modo cadenzato” (73:4). Disse: “Pronunciatelo con chiarezza e non come se fosse un poema, né come spargimento di sabbia, ma smuovete i vostri cuori induriti e non preoccupatevi a raggiungere o meno la fine della sura” (al-Kafi, vol. 2, p. 349).
Il Profeta di Allah, su di lui la pace e sulla sua famiglia, ebbe a dire: “Abbellite il Corano con le vostre voci. Invero una bella voce accresce la bellezza del Corano” (Sunan al-Bayhaqi, vol. 2, p. 457).
Jabir disse all’Imam al-Baqir, su di lui la pace: “Ho visto gente che quando gli viene ricordato o rammentato il Corano sviene al punto che se gli fossero tagliate mani e gambe non sentirebbe niente”. L’Imam rispose: “Sia gloria ad Allah! E’ opera di Shaytan che così è stato descritto! Piuttosto recita con gentilezza, trasparenza, lacrime e batticuore” (al-Kafi, vol. 2, p. 351).
CONCLUSIONE
Che queste parole, in tutta la loro semplicità e senza grandi pretese, possano incoraggiare qualche sincero servo di Allah a dedicarsi all’hifz. Se ciò non può essere fatto a breve termine, si compia l’intenzione di farlo non appena ve ne sia la possibilità.
Ricordiamoci che, in circostanze ordinarie, a tutti è stata data la facoltà di memorizzare il nobile Corano nel rispetto delle regole del tajwid. Avere una bella voce è una benedizione ma non è essenziale per ottenere benefici spirituali.
Che Allah ci insegni la Sua parola e ci annoveri tra i beati presso la Sua eterna dimora.
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NOTE
[1] Hifz significa letteralmente “preservare” e la memorizzazione completa del nobile Corano, in questo caso, prevede la preservazione delle sue parole e, possibilmente, dei suoi significati. La comprensione dei significati coranici varia da soggetto a soggetto in quanto ognuno riesce a percepirne le profondità nella misura della propria capacità. Hafiz è invece colui che ha memorizzato l’intero Libro ed è in grado di recitarlo con le regole corrette di pronuncia (l’arte del tajwid).
[2] Huffaz è il sostantivo plurale di hafiz.
[3] L’insegnamento tradizionale parte proprio dall’apprendimento delle lettere arabe attraverso una tabella apposita chiamata in genere Qa’idah.
[4] Gli hadith sono le narrazioni trasmesse su autorità del Profeta Muhammad, della sua famiglia e dei suoi compagni. Il tafsir invece è l’esegesi del Corano. Per sunan si intendono gli aspetti pratici e quindi la prassi del santo Profeta. Detto questo, si tenga conto che esiste però un apprendimento basilare dei sunan, necessario alla vita quotidiana del credente, che viene insegnato sin da principio come le regole inerenti alle abluzioni e alla preghiera rituale.
[5] Qurra’ è il plurale di Qari’ che significa “chi legge” o “chi recita”.
[6] Il mahr è un dono nuziale che viene stipulato al momento del matrimonio tra il marito e la moglie.
[7] Siwak o Miswak è un ramoscello di legno che il Profeta era solito utilizzare per lavarsi i denti.
[8] Pratica medica che consiste nella fuoriuscita di sangue da determinate parti del corpo a scopo salutare.
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